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  • Day 5

    Lower, Upper Pisang, operosità mattutina

    April 24, 2023 in Nepal ⋅ ☁️ -5 °C

    Freddino, ultima lavata di denti all'aperto, saluti e via di gambine.

    Ieri abbiamo concordato di percorrere la strada per Manang più selvaggia, invece della strada carrabile più diretta, non senza qualche ritrosia da parte della guida. Dei nostri rapporti con Raje dovrei parlarne a parte, ma non sono idilliaci.

    Attraversiamo Lower Pisang durante il suo risveglio. Fuori da qualche casa fumano bracieri pieni di rametti resinosi, per ingraziarsi Buddha. Il vento ne disperde il profumo per tutta la via.

    Una scalinata spacca-cosce ci porta ad Upper Pisang, dove alcuni abitanti sono già affaccendati nei campi; lavorano la terra con metodi primitivi, con buoi, giogo e aratro di legno. Un uomo davanti a un campo considerevole, inserisce i semi nelle buchette appena aperte a mano con una zappetta, un seme per ciascuno, con calma.

    Usciamo dal paese attraversando un quartiere antico, interamente di pietra, con piccoli viottoli, stupa e ceppi sacri. Ci ritroviamo in una pietraia che costeggia un crinale. Sembra il percorso di una miniera. Qui una squadra di uomini è occupata a spaccare pietre manualmente, trasportandole su speciali gerbe di legno, con le quali riempiono dei cubi di maglia metallica notate un po' ovunque per contenere le frane. La catasta di gabbie di ferro fa pensare a tante nasse fuori luogo. È un lavoro tremendamente faticoso, gli uomini sono sporchi, e quasi mi vergogno a passare tra di loro.

    Vediamo mucche e vitelli girare indisturbati e mangiare in giro erba selvatica ("cow grass"), forse messa apposta per loro per scoraggiare ingressi negli orti e nei campi. Molto spesso sono animali magrissimi, incrostati, con l'aspetto di chi deve faticare duro per la sopravvivenza, un po' come gli uomini di prima.
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