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  • Day 6

    Marco a Markina 🇮🇹🇪🇦🇭🇷

    May 30, 2022 in Spain ⋅ ☁️ 17 °C

    "Solo io e te, così come siamo fatti. Senza sembrare meglio di ciò che siamo. Niente promesse, niente poesie, niente pianificazione."
    (Gianluca Gotto - Come una notte a a Bali)

    Oggi è stato un giorno particolare, uno di quelli che ti cambiano l'umore e ti fanno vedere le cose sotto una prospettiva diversa.
    In realtà voglio dividere la giornata e la camminata in due parti.
    A Deba finalmente la mia sveglia fa il suo lavoro proprio quando non deve, e fa risuonare in tutta la camerata 'three Little birds' di Bob Marley. Mi sveglio improvvisamente e, dal letto superiore, mi fiondo come un razzo per spegnerla perché odio disturbare gli altri pellegrini che dormono. Fortunatamente molti sono già svegli e alcuni hanno già lasciato l'ostello.
    Ormai in piedi porto tutta la mia roba al piano di sotto e la sistemo nella sala comune dove so che non disturberò nessuno.
    Io, Matt e Ale partiamo per le 7 e la prima tappa è la colazione ovviamente, dove due bei croissant giganteschi saranno il piatto principale della mia giornata.
    Camminando veniamo raggiunti dall'inglese John che per affinità linguistiche inizia una lunga discussione con Matt rallentandone un po' il ritmo. Perdo momentaneamente Alessandro per aver perso tempo scattando delle foto e quando lo ritrovo è in un momento di condivisione con Axel.
    Preferisco non immischiarmi e continuo da solo lungo la via che si snoda tra lunghi boschi di eucalipto e di pino, e in mezzo bellissime verdi valli con qualche casa isolata e sperduta.
    Ad un certo punto mi perdo, e devo tornare indietro di 500 metri grazie alle indicazioni di un ragazzo che gentilmente mi rimette sulla strada corretta. Non so il tuo nome ma sono contento di averti incontrato.
    La mia camminata continua così, in solitaria, mentre dal mio telefono risuona "Fuiste tu' di Ricardo Arjona a farmi compagnia.
    È il primo giorno che cammino da solo senza parlare con nessuno, e non posso nemmeno fermarmi ad aspettare i miei amici perché, come scoprirò più tardi, non c'è nessun posto per sedersi ne per bere ne per mangiare in tutta la tappa di oggi.
    Quindi procedo spedito e non incontro molti pellegrini sul mio cammino, quel 'buen camino' frequente e pieno di rispetto e felicità è assente fin ora nel camino del norte.
    Incontro soltanto i signori francesi, quello che io chiamo Thomas secondo (scoprirò più avanti che il suo nome è Hannes, anche lui dalla Germania) ed una ragazza che parla al telefono. Non mi fermo mai, come dico sempre non sono bravo con le pubbliche relazioni.
    È il primo giorno che il mare non è pienamente visibile, siamo un po' più nell'interno.
    Ad un bivio decido di fare una pausa, sono troppo stanco e devo rifiatare un po' e sistemare Ferruccio ( il mio zaino) sulle mie spalle ferite.
    Ed ecco che la ragazza che stava parlando al telefono spunta dalla discesa e non so come iniziamo a parlare.
    Si chiama Marija, viene da Korcula in Croazia ed è un medico.
    Ma Marija non ama parlare del suo lavoro qui sul cammino, vuole solo parlare delle cose che contano davvero: di sentimenti, di cosa una persona prova nel suo cuore, e di tutte le cose belle che questa vita ha da offrire.
    È difficile spiegare tutto quello di cui abbiamo parlato e di quanto questa conversazione mi abbia fatto bene.
    A entrambi piace condividere.
    Non scenderò nei particolari delle sue confidenze per rispetto, ma per me è stato importante aprirmi e vedere la mia storia da un punto di vista diverso.
    Mi dice che non devo essere per forza positivo, che se una persona non mi capisce non è colpa mia perché 'you know Who you are' e non si può entrare negli occhi e nel modo di vedere delle persone.
    Bisogna essere solo se stessi e continuare a vivere, perché le cose possono cambiare in bene in davvero poco tempo.
    E in fin dei conti il nostro incontro non è la riprova di quanto abbiamo appena detto?
    Sono stato così bene in poche ore di amicizia.
    Al di là di tutte le stupidaggini che scrivo sulle ragazze incontrate sul cammino, sulle discussioni scherzose con Ale su di esse che fanno un po' parte ironicamente di questo viaggio, parlando di Marija sono serio, e sono contento di averla incontrata e che, come mi ha confidato, lei sia felice della sua vita e che sappia cosa vuole e soprattutto cosa non vuole.
    Imparando dalla sua esperienza e dalla sua condivisione, magari un giorno sarò felice anche io della mia vita.
    In questo viaggio si incontra solo gente davvero fuori dall'ordinario.
    In seguito veniamo raggiunti da un altro Matt, il ragazzo inglese che ha camminato in questi giorni con Lucille ( la giovane ragazza francese) e ci spiega che è il suo ultimo giorno di cammino perché non ha più il tempo.
    Arrivati a Markina è tempo per me di fermarmi, vorrei continuare il viaggio e la discussione con la mia nuova amica, ma ho già una prenotazione in città e non mi va di lasciare i miei amici da un momento all'altro.
    Lei continuerà per altri 7km fino ad un monastero dove rincontrerà i suoi amici Javier, Matias e Jean ( non ricordo mai il suo secondo nome).
    Quindi ci diciamo arrivederci ma so che potrebbe essere anche un addio, e se dovesse essere così quel 'grazie mille marco' con il suo accento croato me lo ricordero per molto tempo. Successivamente scambio due parole con Hannes che andrà a cercare posto nel municipale.
    Cerco l'ostello che è un po' distante dal centro del paese, e dopo aver fatto una doccia vengo finalmente raggiunto da Ale e gli altri e beviamo insieme una birra offerta gentilmente da Dina.
    Adesso sono qui nel letto, un po' confuso e un po' stanco a scrivere queste parole, mentre gli altri sono giù a far casino.
    Spero come sempre di ricordare il più possibile.
    Stasera ci aspetta una cena comunitaria e non so se aggiornerò il diario, e domani chi lo sa cosa succederà.
    Questo problema dei posti limitati è davvero una limitazione.

    EDIT: la cena è stata piena di risate e divertimento, un po' in spagnolo, un po' in inglese e un po' in francese. Il più delle volte mi sono limitato ad ascoltare a meno che non venissi interpellato. Finalmente ho scoperto i nomi dei due signori francesi che sono Alen e Jean-Pierre, e facciamo la conoscenza di Christina una psicologa olandese che fa il viaggio a ritroso: Irun-Bilbao e Bilbao-Irun.
    Ale è al centro della scena perché è il catalizzatore che unisce tutto il gruppo, e anche perché è l'unico a sapere più o meno bene tutte le lingue. Ma anche Matt, come sempre, è l'anima della festa quando beve un po' troppo. Non dimenticheremo mai le risate che ci ha fatto fare con il suo 'otra cerveza por favor' o con il suo ridere sguaiato e barcollando nel momento del pagamento.
    Sento una piccola leggera malinconia, ma in fin dei conti sto bene e banalmente spero che questo non finisca mai.

    PS: Marija se mai leggerai queste parole grazie per la mela.
    Era spettacolare.
    E come ho detto a quel ragazzo poco prima di separarci, 'buen camino en tu vida'.
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