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  • Day 9

    Bilbao e I Power Rangers in India

    June 2, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 17 °C

    "I've seen fire and I've seen rain
    I've seen sunny days that I thought would never end"
    (James Taylor - Fire And Rain)

    Mi esce spontaneamente questa canzone mentre piove e da fuori dal museo Guggenheim spuntano improvvisamente delle fiamme che ci sorprendono sulla via del ritorno.
    Ormai tutto è una forma d'arte, e l'arte vera quella fatta di fatica, sudore e perfezione finisce nel dimenticatoio.
    Megan ride e dice che ho una canzone per tutto: effettivamente inizio a cantare ogni volta che sento una parola familiare e la lego al testo di un brano nella mia mente.
    Canto malissimo ma stranamente non me ne vergogno; non ho un talento particolare ma non mi importa davvero nulla.
    Spero di non annoiarla, alla fine è un gioco che mi viene spontaneo, niente è programmato per fare colpo e niente viene deciso anticipatamente.
    Siamo a Bilbao e la stanchezza ha preso il sopravvento; tutti sono in procinto di dormire mentre scrivo queste parole e non sarà facile per me essere sintetico e diretto nel spiegare i sentimenti di quest'altra lunga e faticosa giornata in viaggio.
    Mi sveglio a Larrabetzu, sorprendentemente ho dormito bene e dopo aver sistemato il mio zaino, ne approfitto e bevo due caffè prepararti da Marisol.
    Non la vedrò più e questo mi dispiace.
    Non rivedrò più neanche Jean-Pierre e gli stringo la mano per salutarlo un ultima volta.
    'Buena vuelta a tu Pais' gli sussurro con delicatezza; oggi sembra molto emozionato, non certo per le mie parole ma perché sono sicuro che sarebbe voluto rimanere in cammino.
    Scendiamo nella piazza dove abbiamo cenato e abbiamo la nostra prima colazione. È incredibile come un misero cornetto vuoto costi più di una tortillas. Questo è proprio un altro paese.
    Ci mettiamo in marcia e spero di raggiungere Alessandro il prima possibile; ma questo non avviene per molto tempo.
    Nonostante abbia detto di volere andare piano è sempre mezz'ora avanti a noi e non lo rivedremo fino al monte che sovrasta Bilbao.
    Effettivamente la tappa di oggi è molto corta: solo 13km divisi tra asfalto e un ritorno improvviso quanto complicato nel bosco. Non parliamo molto; scopro soltanto che il film Disney preferito di Megan è Aladdin mentre quello di Matthew è Lilo&Stich, dopodiché i miei compagni mettono le cuffie e si richiudono nei loro mondi e nelle loro canzoni.
    Ci sta, condividere è meraviglioso ma anche camminare in solitaria ha le sue ragioni.
    Vediamo un altro paio di volte Jean-Pierre e io mi sento come quando salutavamo Arturo duecento volte e per duecento volte piangevo come un bambino a cui avevano tolto il gelato.
    Ti ricordi, Monica? Certo, le emozioni non sono le stesse, ma la situazione è completamente la medesima.
    Riuniti ormai ad Alessandro, scendiamo dal monte e arriviamo finalmente in città dove abbiamo la seconda colazione ed io ci do dentro da matti: due tortillas, un caffè con leche e una radler. Non vorrei spendere così tanto, ma il richiamo del cibo è forte ed io non so resistere: la mia unica dipendenza.
    In seguito percorriamo la città, e non potendo fare il check-in in ostello prima delle 4.30, dobbiamo trovare un modo per fare passare il tempo.
    Così, dopo aver seguito il fiume e aver percorso uno dei tanti ponti che lo attraversano, arriviamo al famoso museo Guggenheim e decidiamo di visitarlo.
    Matthew sparisce perché ha delle cose da fare qui in Bilbao e a noi non resta che pagare il biglietto e vedere cosa il museo abbia da offrire. I 18€ più mal spesi della mia vita; ci avrei potuto comprare almeno 10 caffè.
    Scherzi a parte, sia io che Ale che Megan abbiamo lo stesso stato d'animo, e non siamo per niente soddisfatti di quello che vediamo. Sembra ormai che qualunque stronzo possa fare due scarabocchi e vendersi come artista moderno o espressionista. Ovviamente sono cosciente che è un modo di semplificare le cose, ma l'arte moderna non fa per noi che abbiamo uno stile un po' più classico.
    Recuperati gli zaini, ci sediamo in un bar nel centro per il solito problema del chek-in e andiamo avanti a cerveza e patatas bravas. Alessandro vuole alleggerirsi e improvvisa un pacco con la sua roba da inviare a casa.
    Ci lascia per trovare un correos aperto mentre io e Megan andiamo in cerca di una farmacia per il suo dolore al piede.
    Niente di più facile, il mio gps con lei alla guida funziona alla grande dimostrandomi che il mio problema dell'orientamento è più complicato di quanto pensassi.
    Successivamente ci sediamo sull'erba di un parco e iniziamo a raccontarci qualcosa sulle nostre città e sulle nostre vite.
    Abbiamo molto in comune, e non parlo solo di gusti musicali, o di film o di superficialità del genere, l'affinità va oltre e si estende al modo di pensare, di vedere le cose, al modo di essere.
    È ovvio che io non abbia le sue capacità e la sua esperienza, e potrei essere un piccolo uomo ai suoi occhi, ma va bene così e mi farebbe piacere se avesse tutto quello che gli manca in questa vita. Siamo due persone che lottano per i loro sogni, solo che io ancora non so il mio qual è.
    All'albergue, la camera è piccola e troppo calda per 5 persone, ma c'è la facciamo andare bene, perché un pellegrino non pretende ma deve essere grato per quello che trova sulla strada.
    Dopo una doccia rispondo ad alcuni messaggi e mi rendo conto di essere fuori dal tempo e dallo spazio.
    È come un wormhole spazio temporale; vivo anni luce in un altra galassia e il buco nero che mi ha inghiottito mi ha fatto perdere un po' il contatto con la realtà da cui provengo.
    Scopro così che oggi è giovedì e in Italia è il 2 giugno, la festa della Repubblica, Mi immagino il traffico sulla riviera, i miei amici al maledetto Bar, la gente in spiaggia e quel caldo afoso e perpetuo che ci accompagna per tutta l'estate.
    Ma sono grato di non essere la, e anche se il mio tempo sul cammino ha una data di scadenza più o meno imminente, so che non vorrei essere in nessun altro posto al mondo.
    Rispondo anche a Monica che mi ha scritto una messaggio molto approfondito e sentito; non è normale da parte sua essere così specifica nelle cose e questo vuol dire che la mia situazione gli sta molto a cuore; questa è la magia del cammino e funziona ancora 4 anni dopo, come fosse successo ieri. Effettivamente mi ha lasciato con alcuni quesiti a cui prima o poi dovrò rispondere.
    Anche Alessandro spende il suo tempo nel volermi aiutare, e scherziamo tutti sul fatto che sia il mio mental coach.
    Senza dubbio mi piacerebbe essere come lui e saper flirtare come è solito fare; essere un uomo di successo, con tanti viaggi alle spalle e tante cose da raccontare, una persona che non si arrende mai, che in questa giornaliera e sempiterna 'battaglia tra i sessi' ha sempre la soluzione a portata di mano.
    Ma onestamente, ognuno di noi è diverso, ed io sono io.
    Voglio dire, se sono nato in questo modo non posso morire in un altro. E poi, a dirla tutta, non ha senso cercare di essere diversi, di essere speciali.
    Forse lo sono già perché sono unico.
    Intendo dire, non c'è nessun altro me, no ?
    Andiamo a cenare tutti insieme perché anche Lucille si è riunita alla squadra e scherzando io affermo che siamo i Power Rangers ed ovviamente il colore verde è il mio.
    Andiamo a mangiare nel quartiere indiano...e non l'avessi mai fatto!
    Per me è la prima volta e non so davvero cosa diavolo sto mangiando, so solo che la mia bocca ha fatto un giro all'inferno e non sarà mai più la stessa. Tutto questo per l'ilarità dei miei compagni; sono contento di farli ridere, anche se preferirei che ridessero con me e non di me, ma questo è un dettaglio: l'importante è che l'umore sia alto e che domani niente ci abbatta durante il cammino.
    Faccio in tempo a prendere un altra cerveza con i ragazzi nel bar davanti all'ostello dove incontriamo John e dove faccio la conoscenza di Federico, un italiano di Cosenza a cui la patria non manca affatto.
    Che io debba prendere esempio da lui?
    Mentre scrivo queste parole, vorrei essere di sotto tra i vicoli della città.
    Anche Bilbao è passata e non l'abbiamo realmente conosciuta.
    Come la donna di una notte, come avere guidato una macchina non veramente nostra, come aver scattato con la reflex di un'altra persona.
    Siamo pellegrini, ma a volte è tutto così dannatamente veloce.

    PS: Magari imbratto qualche muro e mandano le mie 'opere' al Guggenheim🤭🤭🤭
    'È tutto un equilibrio sopra la follia"

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