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  • Day 19

    Piñeres e Il Cammino Della Noia

    June 12, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 19 °C

    "He abierto mis ojos...
    ...cancelando mis enojos"
    (Vanesa Martin - 90 minutos)

    Mi sveglio nel mio letto a Llanes ancora colpito per quello che è successo ieri. La mia sveglia ormai suona puntuale alle 6.30 ma la ignoro e rimango sdraiato in coma, non ho voglia di alzarmi. Oggi dovremmo fare solo 20km e penso che potrei partire un po' più tardi, ma poi il richiamo della colazione è forte e mi alzo insieme a tutti gli altri. Nonostante tutto non ho dormito male se non fosse che alle 3 di notte Matt ha iniziato a dondolare con le gambe nel vuoto dal letto di sopra.
    Conoscendo il personaggio non vado a chiedermi il perché.
    Mi ripropongo oggi di essere allegro e di lasciare la tristezza a chi ha davvero problemi più grandi.
    A colazione e durante la giornata se qualcuno mi chiederà come sto, avranno solo sorrisi ed un 'sto bene'.
    Alla fine certe domande lasciano il tempo che trovano e fanno parte solo di un gioco di cortesia.
    Come stai non significa niente, magari si dovrebbe chiedere agli altri 'sei felice?'. In questo mi piace molto Lukas perché è diretto e non fa troppi giri di parole.
    Oggi cerco di tenere il mio ritmo, il mio ritmo vero.
    Per questo faccio moltissima strada per conto mio tra vari boschi di eucalipto e passo il tempo cantando a voce alta e pensando agli affari miei.
    Tutto questo col sorriso sulla faccia; non è un modo per allontanarsi definitamente dai ragazzi ma per avere il mio spazio.
    Monica mi dice che empatizzo troppo con gli altri, forse il mio equilibrio viene turbato dall'umore delle altre persone e mi fa vivere i miei giorni sulle montagne russe. Sono come una spugna, il Peter Petrelli di Heroes, solo che invece di assorbire superpoteri assorbo emozioni.
    Lo scambio di energie tanto decantato da Alessandro a volte a me dà il problema inverso, e mi svuota completamente e mi rende apatico. Perché magari quest'energia va in una sola direzione.
    Non voglio che un'altra persona sia il mio carburante su questo cammino e a volte è importante imparare anche il distacco. A volte mi condiziono troppo.
    Ma quello che è successo ieri mi ha ricordato una cosa: sono qua per camminare.
    Il paesaggio non è niente male ma è una giornata noiosa ma talmente noiosa che non posso non rendere omaggio a tutta questa noia e intitolare in questo modo l'episodio di oggi.
    Vedo un paesaggio incredibile di una spiaggia ai piedi di una scogliera e tutta la mia velocità e la mia 'fretta' spariscono.
    Passo qua 10 minuti a guardare il mare e nel mentre vengo raggiunto da tutti gli altri che mi chiedono se va tutto bene.
    Ovviamente la risposta è affermativa e sono contento di vederli tutti felici e sereni. La camminata di oggi è davvero una passeggiata senza fatica, senza grandi dislivelli, e per quanto mi riguarda ( a parte qualche piccolo scorcio) senza meraviglia.
    Ale sembra avere le mie stesse sensazioni, mentre l'umore di Megan oggi sembra essere di nuovo in equilibrio anche se non parliamo mai da soli e non ci scambiamo mai nessuna parola direttamente.
    È tempo per lei di aprirsi con tutti gli altri, del gruppo e non, ed il mio lavoro di confidente 'temo' sia finito per sempre.
    Va bene così, il cammino insegna anche a lasciare andare ogni attaccamento e d'altronde siamo tutti pellegrini verso Santiago. Ognuno di noi vale uno, e raramente nasce qualcosa di davvero speciale.
    Manca poco all'albergue, e decidiamo di fermarci per pranzare dato che non aprirà prima delle 14.30.
    Mangio il mio hamburger mentre ascolto gli scherzi degli altri, raramente domando o racconto aneddoti.
    L'ostello è letteralmente in mezzo al nulla accanto ad una piccola chiesa di passaggio. Non esiste nulla qua, ne supermercato ne bar ne ristoranti, ma la vista sulla valle sottostante non è niente male.
    L'hospitalero ci racconta quanto è difficile farsi aiutare da queste parti e fa il paragone con Guemes; li è facile aiutare e fare festa, qui non ci vuole finire nessuno.
    Sono appoggiato sul muretto della chiesa mentre scrivo queste parole mentre tutti sono dentro chissà con chi o a fare cosa, ma non mi importa.
    Non so come mangerò sta sera ma non mi importa neanche questo.
    Oggi mi fermo in quest'attimo, dove il verde della valle incontra il marrone delle montagne coperte dalle nuvole.
    Quest'attimo è solo mio.

    EDIT: Non abbiamo una vera e propria cena ma ognuno mangia le cose comprate il giorno prima. Io butto tutti i miei soldi al distributore automatico.
    Chris, che è un buon insegnante in tutto, prova ad insegnare a Megan, Axel, April e al Chris tedesco a giocare a briscola in 5 e alla fine i ragazzi rimangono quasi tutti soddisfatti.
    È divertente notare la differenza di entusiasmo tra Axel e Megan: il primo sembra annoiato mentre Megan sembra una bambina felice a cui hanno regalato un gioco nuovo e non riesce a togliersi il sorriso dal suo bel volto.
    Cioè, ma seriamente proprio briscola!?🤭
    In seguito mi pone qualche domanda ( anche se io non sono particolarmente disposto e l'inglese non mi esce) e sembra felice e rilassata; i pensieri di ieri sembrano svaniti finalmente.
    Noto questa somiglianza nel nostro carattere ma lei gestisce meglio i momenti di sconforto per la maggiore esperienza.
    Domani sarà dura e non so quanta voglia di camminare mi è rimasta, quando Monica leggerà queste parole sono sicuro che mi vorrà uccidere.
    Ma nel cammino come nella vita non tutti i giorni sono uguali.

    PS: Johann mi manchi!
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