A 10-day adventure by Iamtonynella Read more
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  • Day 1

    ATTO 5 CAP 1 L’AVIDITÀ DEL PARLAMENTO

    June 16, 2023 in Romania ⋅ ☁️ 28 °C

    EP. 1 | Arrivato per la seconda volta dinanzi alla collina degli spiriti, laddove un tempo lontano sorgeva un intero quartiere popolare e pupulato da 30mila anime romene al suo interno, alla mia vista (oggi) raso al suolo/ demolito letteralmente, dall’uomo assettato di potere di un’essenza chiamata avidità.

    Così mi ritrovai in Romania nel quarto cerchio del mio inferno personale, come sempre dannato, sta volta con rumeni nonchè anonimi e irriconoscibili, inoltre i 700 architetti e 20mila operai che presero parte alla realizzazione del “palazzo di marmo” furono considerati sempre più numerosi per la loro avarizia, che consiste nell'indebito attaccamento agli splendori mondani, denaro o glorie che siano e infine nell’oscura intelligenza umana.

    Vi starete chiedendo del perché a pochi passi dalla struttura più pesante al mondo, dal secondo edificio più grande del mondo per estensione e terzo per volume che supera del 2% quello della piramide di Cheope in Egitto, io mi senta ugualmente nell’ennesimo girone infernale?

    -Il motivo è lo stesso per cui sto viaggiando! semplicemente sto vedendo con i miei occhi i grandi peccati umani e morali, è questo grande cubo di marmo bianco non fa altrochè rappresentare l’avidità del desiderio incontrollato che sembra non placarsi neppure se soddisfatto.
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  • Day 2

    ATTO 5 CAP 2 LA STAZIONE DEI 200 TRENI

    June 17, 2023 in Romania ⋅ ☁️ 29 °C

    EP. 2 | Al cospetto della stazione di Gare du nord, mi sentii come una decina di anni fa, come se avessi perso nuovamente la così-detta
    {diritta via} con il conseguente smarrimento di una giusta direzione da seguire, così fu l’inizio del mio secondo approdo in terra rumena.

    Attenzione, la mia via era smarrita (di certo da tempo) ma non perduta definitivamente, così che rimasi fermo al binario morto in attesa di un qualcosa d’inaspettato, è in quel turbinio di pensieri ingombranti/pesanti come fossero macigni che transitavano circa 200 treni, compresi quelli che avrei preso per raggiungere la Moldavia e il confine con l’Ucraina (il vero inferno sulla terra attualmente).

    Ritornando ai peccati e alla conoscenza degli avari del palazzo di marmo che avevano rinunciato ormai a una vita senza misura, in cui non hanno saputo frenare la ragione, la tendenza accaparratrice o dissipatrice per contrapasso ora li rendeva irriconoscibili, affannati a portare avanti un inutile peso sui quei vagoni verso i paesini confinati dell’est Europa, seduti su quei sedili di legno e moquette.

    La stazione ricoperta dal buio, fitto e tenebroso rappresentava i mali della società: il cattivo governo e la decadenza dell’umanità infernale
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  • Day 3

    ATTO 5 CAP 3 LA CUSTODE DELLE CANDELE

    June 18, 2023 in Romania ⋅ ☁️ 28 °C

    EP. 3 | La scena dell’anziana rumena si svolse seguendo il mio viaggio per una redenzione al di qua per ritrovare la mia anima perduta (almeno fino alla comparsa della mia ipotetica Beatrice), al di là dei miei occhi meravigliati le diverse figurazioni che scandiscono come tempi e i momenti di una simbologia rituale e liturgica, c’era proprio a come custode una donna curva su se stessa seduta lì davanti a un forno di candele.

    Il primo riquadro della rappresentazione ideale dei così detti “sette candelabri” che lasciano dietro di sé un legame tra vita e morte una lista di luce che esprimono per figura i sette doni dell’inferno (buio) e paradiso (fiamma).

    Il mio stupore di riflesso continuó in muto spettatore di un'esperienza che andava di gran lunga oltre i termini e i limiti del mio magistero operativo vedendo quella donna anziana prendersi cura di quelle candele come fossero persone, sollecitando lo stimolante invito in me a non arrestarmi al primo aspetto delle cose, ma a guardare più oltre e quindi a penetrarne con l'autentica anche la genuina sostanza concettuale di essere tra i poverini di averi.

    Tutto ciò per dire che mi sentivo come una fiammella debole anche se ancora in vita all’inferno davanti a quella donna rumena.
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  • Day 4

    ATTO 5 CAP 4 IL TERREMOTO DI VRANCEA 77

    June 19, 2023 in Romania ⋅ ⛅ 28 °C

    EP. 4 | A pochi passi dalla “babucia dei candelabri” mi spostai verso il luogo dove una volta quelle candele custodite furono “genti” che se ne andarono in un venerdì qualunque di un marzo del 1977 in cui il suolo venne scosso e dilaniato da un tremendo terremoto, così spaventoso da bloccare il battito temporale di un’enorme città come Bucarest, precisamente alle ore 21/22:22:22.

    Una similitudine dantesca di paura al solo ricordo dell’anime dipartite in meno di 55 secondi (nemmeno 1 minuto) e note come- Cutremurul din '77 che videro anch’esse quella stessa luce rossastra, la quale fece perdere i sensi al sommo poeta per poi cadere svenuto a terra, sprofondare giù agl’inferi con i loro macigni di cemento e marmo, per poi essere traditi dalle loro stesse dimore e infine furono oltre 1.500 anime di Romania.

    Il terremoto Vrancea aprì una spaccatura tra l’inferno terrestre e quello più auleo del termine mischiando così le genti del bene a quelle del male, per esempio Nicolae Ceaușescu (il presidente romeno) scatenó il potere della tirannia, incasellata nei cerchi diabolici portandolo nel sotto-sopra, elenco sotto:

    Ordinó il saccheggio di ciò che rimase dei pochi beni rimasti come il marmo dei suoi paesani a tal punto che mancarono le lapidi per i defunti. Ordinó la razione di gas e cibo, infine ordinó la distruzione di circa 1/3 dell'abitato del cuore della sua città per far posto al cosiddetto Centrul Civic, in stile neo-stalinista il così detto palazzo di marmo, ispirato alla capitale della Korea Nord.
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  • Day 5

    ATTO 5 CAP 5 IL PECCATO AL CARÙ CU BERE

    June 20, 2023 in Romania ⋅ ⛅ 28 °C

    EP. 5 | Il peccato di gola è un qualcosa che da sempre è insito nell'animo più primordiale dell’uomo, desiderare il cibo per il solo piacere di godere di esso, oltre lo stesso sfamarsi, è qualcosa che per dove stavo per entrare moralmente accettato in nome di una cultura, anche se, un tempo, era vergognoso perfino oltre la lussuria.

    Nelle viscere di Bucarest, esiste un locale storico che brucia negl’inferi come una storia lunga per quasi un secolo e mezzo, fu aperto inizialmente come birreria nel lontano 1879 da un certo
    Ioan Căbășan originario dell'Impero Austro-Ungarico, attraverso decenni di cambiamenti e dannazione, incluso il periodo sotto il regime comunista, arrivarono i cambiamenti del fuoco che brucia per ricostruire dalla cenere, ma questo locale ha resistito, tornando alla proprietà originale nel millennio dopo la caduta del regime

    Eppure, la fame stessa non rappresentava univocamente la mia bestialità umana una volta arrivato qui, bensi la mia fame poteva accarezzare le più alte vette dello spirito laddove si faceva un tutt'uno con il desiderio della mia conoscenza assaporata anni prima.

    Così una volta che ci si immerge nella storia e nella cultura rumena, tra architettura affascinante e gusti tradizionali, mi domandai se tra un cibo negativo associato alla fame materiale e un cibo positivo emblema del sapere, allora perché io sto mangiando all’inferno?
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  • Day 6

    ATTO 5 CAP 6 L’ORTODOSSIA A STAVROPOLEOS

    June 21, 2023 in Romania ⋅ ⛅ 31 °C

    EP. 6 | La Biserica Stavropoleos all’inferno non è né uno spazio né un luogo, è lo stato della mia anima una volta all’interno della modesta camerata, in odio e in contrasto se non nell’ortodossia rumena. Lo stato dell’anima in cui si va a trovare un qualsiasi tipo di contatto con un eventuale Dio dopo aver ceduto ai peccati di gola al Caru Cu Bere in cui avevo pranzato poco prima, pensai che forse questo fosse l’inferno.

    Provai, come la strana sensazione di passare dai forconi alle fiamme in una sorta di moralità tra “viaggia, mangia e prega”. Mi colpii così un’anziana rumena vestita completamente di nero, difronte alla piccola porta sacra
    in stato di disperazione senza misericordia e senza possibilità di perdono, sii perché all’inferno ci vanno solo quelli che rifiutano la salvezza, come il demonio, colui che si è posto in contrasto con il Dio buono concettualmente.

    Cosi sentì dire che coloro che commettono peccato, cioè quelli che rifiutano la salvezza rifiutano la misericordia, trovandosi lontani. Io spero che ce ne siano pochi che fanno questa scelta come l’ha fatta il demonio, la può fare anche un essere umano semplice come posso essere io, in cerca di redenzione per risalire.
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  • Day 7

    ATTO 5 CAP 7 LA RIBELLIONE DEI DANNATI

    June 22, 2023 in Romania ⋅ ☁️ 31 °C

    EP. 7| Di fronte al plotone d’esecuzione la consorte Elena Ceaușescu avrebbe gridato «Andate all'inferno o alcuni dicono di aver sentito, ci vediamo all’inferno romeni».

    Arrivato in Piazza della Rivoluzione ai piedi dell’obelisco bianco come il marmo con una corona infilzata alla sommità, che molti rumeni paragonano alla crocifissione di Gesù Cristo ancor’oggi, vorrei iniziare con alcune riflessioni sul dilemma etico-giuridico che mi accompagna da sempre, col quale filosofi, peccatori e rivoluzionari ne fanno i loro grattacapi ideologici.

    Dalla rivoluzione romena del 1989 alla successione di eventi che portarono al crollo del regime dittatoriale comunista guidato dal Tiranno e nemico pubblico numero 1
    (Il Nicoleae) le proteste sempre più violente, raggiunsero il culmine trasformando un’inferno per angeli caduti in catene privi della loro libertà, ma con la sola forza della disperazione di alzare la testa al costo di pagare con la ribellione storica, così che alle 16:00 del giorno 25 dicembre del 1989 gridarono al tirannicidio di Bucarest- perché- l’ex presidente della Romania e segretario generale del partito comunista Ceaușescu e la moglie Elena vennero fucilati. Sulla testa dei due anziani sorgevano le gravi accuse di Genocidio di 60.000 e di aver messo in povertà la loro stessa gente.

    Per arrivare ai giorni nostri, non si è mai smesso di ragionare sul tirannicidio, questa extrema soluzione del “diritto di resistenza”.
Il tirannicidio è giustificato oppure no? E’ solo da comprendere o da condannare? E poi? Essere un malvagio è sufficiente essere eletto dal popolo sovrano per non essere un tiranno? E’ basta non essere eletto per diventarlo? Mi sembra un cane che si morde la coda da solo in un eterno loop senza una fine.
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  • Day 8

    ATTO 5 CAP 8 LA SCALA D’IRA AL CIRESICA

    June 23, 2023 in Romania ⋅ ☀️ 34 °C

    EP. 8 | La musica che accompagna il mio cammino è l’unica a simboleggiare in qualche modo l'ascesa: i rumori infernali che vengono purificati dalla melodia e dall'armonia che posso percepire dai locali caduti nel girone dei vinti fino ad arrivare alla polifonia e ai canti celestiali del paradiso dei locali moderni romeni.

    La storia del Bistro Ciresica è fatto di suoni sgradevoli, aspri e cupi, di rumori che nei gironi sono sgraziati, lontanissimi dall'armonia celeste, è quasi "anti-musica", persino qui mi posso trovare e vestire i panni come spettatore da club, in cui non ci sono armonie o melodie, solo lamenti e suoni che suscitano angoscia ad alleviare le sofferenze di nessuno, perché oltre a me oramai questo posto è abbandonato.

    Al Ciresica dei dannati ci sono solo parole di dolore, accenti d'ira, voci alte e fioche, infine
    "volantini e manifesti pubblicitari". Una disarmonia infernale che marca ancor di più la distanza tra gli artisti passanti da qui e i loro eventi sulle vetrate del “club urbano di Lucifero” ormai chiuso e dimenticato dalla gente stessa.

    Mentre le grida dei vinti, i suoni sinistri che riecheggiano all’interno nei gironi sono una rappresentazione della condanna alla disperazione eterna, nel sopra della Bucarest moderna domina la salmodia l'intonazione dei cantanti che hanno venduto il loro pezzo di anima nella carta stampata affissa nella pubblicità al Bistro Ciresica, una storia vera…
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  • Day 9

    ATTO 5 CAP 9 L’ALBA DELLE RONDINI NORD

    June 24, 2023 in Romania ⋅ ⛅ 35 °C

    EP. 9 | Mentre contemplavo il mio andare in solitaria, m’immergevo in un momento di riflessione nei pressi della zona popolare di Bucarest, e l’immagine che riuscivo a focalizzare diventava un portale attraverso il quale mi connettevo con la bellezza e l’armonia tra il contrasto della natura e i blocchi sovietici di cemento. Così che alzai la testa, rapito da un suono simile a un canto leggero, ammirai il fantastico volo delle rondini, una metafora dei miei più profondi desideri e aspirazioni, di liberarmi dalle limitazioni della vita quotidiana, e infine come loro m’ incoraggiai a spiegare le ali e a librarmi verso nuovi orizzonti.

    Le rondini erano padrone dell’alba, per la loro eleganza e agilità, quasi a simboleggiare la gioia e la libertà del volo, con le loro ali slanciate che fendevano l’aria, si muovevano nel cielo con grazia senza sforzo. Nei miei occhi neri come catrame e stanchi dal sonno, si rispecchiavano con i loro balletto in aria, ritraendo una sinfonia di movimenti mentre planando e volteggiando in perfetta armonia che ogni rondine diventava una pennellata in quel capolavoro vivente, trasmettendo un senso di unità sincronizzata.

    Lo sfondo su cui si stava svolgendo quel balletto affascinante erano tra i cornicioni dei palazzoni del grande parlamento. L’azione cromatica rasserenante evocava una sensazione di tranquillità, invitandomi a liberare le mie preoccupazioni ad immergermi sempre più nell’immensità del mondo.

    A tal punto che in quell’alba di un mattino qualsiasi d’est Europa mi persi in quell’ampia distesa di azzurro chiaro che somigliava all’estensione del mio stesso spirito. Una tela su cui le rondini dipingevano la loro danza delicata,
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  • Day 10

    ATTO 5 CAP 10 LA SALA D’ATTESA NOTTURNA

    June 25, 2023 in Romania ⋅ ☁️ 28 °C

    EP. 10 | Dall’alba più serena delle rondini alla notte più tormentata dei miei mostri interiori, iniziai a camminare e camminare lontano dalle mille luci della città di Bucarest, così che a furia d’avvicinarmi all’ultima destinazione, mi ritrovai nell’oscurità, un mondo fatto di persone umili, povere di fame e di scarse miserie che trovavano pace solo nei loro fedeli bottiglioni di vino. Dove sono, vi starete chiedendo? In una squallida stazione notturna di pullman di periferia- buia, sporca e cartonata per i dannati che sono qui in attesa di scendere all’inferno con l’unica speranza di non soffrire più la povertà terrena.

    L’unica fonte di luce di questa pseudo-stazione, proveniva dall’insegna blu a neon ormai bruciata, funzionante ad intermittenza che rende il tutto più macabro e ipnotico, così aspettai l’ora della cenerentola all’interno di una saletta d’attesa ex sovietica abbandonata alla speranza.

    Dal nulla più assoluto un'altra persona si sedette nella sala d'attesa dell'inferno, all’opposto, so per certo di essere un dannato anch’io e di fare questo grande viaggio per pareggiare il conto, ma nell’attesa di un pullman come fosse una barca guidata da Caronte, vi dicessero che
    ~ uno di voi può andarsene da lì, a patto che entrambi siate d'accordo sulla concezione di giusto o sbagliato. Come iniziereste la discussione? ~
    Era un uomo rumeno distrutto dalla vita, un dannato, per lo più parlava in “vinoveritas”.

    Ma come un segno della provvidenza arrivarono in mio soccorso penetranti dalla finestrella, gli abbaglianti del pullman, e pensai ~Sono perfettamente d'accordo con quell’uomo, con l'inferno me la vedo io, che sono probabilmente più attrezzato di lui per andarci, adesso~.
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