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  • Day 28

    Ribadeo and 'Seven Nation Army'

    June 21, 2022 in Spain ⋅ 🌧 15 °C

    "And I was thinking to myself
    This could be Heaven or this could be Hell"
    (The Eagles - Hotel California)

    Ho dormito solo 5 ore stanotte, con altrettanti risvegli, e mi sento come un uccellino finito sotto ad un camion.
    Prendo il caffè della macchinetta sperando che possa darmi il boost che mi serve, ma niente riesce a darmi la carica.
    Il corpo oggi si rifiuta di obbedire a quello che voglio, sbadiglio ogni due secondi e i miei occhi chiari hanno difficoltà con la luce. Quando sono stanco, l'astigmatismo si fa sentire di più.
    Può capitare dopo un mese di cammino un giorno di malessere, e anche se l'unica cosa che davvero vuoi è che niente di tutto questo finisca sei così stanco nel tuo corpo e quindi anche nella tua mente che il riposo è l'unica soluzione per recuperare energie e il buon umore.
    In questo cammino non ho fatto nessuna sosta, nessun giorno in più da nessuna parte e questo inizia a farsi sentire.
    Aggiungiamo anche tutte queste montagne russe di emozioni contrastanti e mi sento sballottato di qua e di la come una trottola, non ho un punto fermo da seguire.
    Questo cammino mi sta costando molto di più del precedente: in termini energetici, emotivi, e perché no, anche economici.
    Ho quattro anni in più, e paradossalmente meno energia e meno entusiasmo.
    Oggi il cammino segue le stesse condizioni di ieri, spazi aperti, lunghe strade che attraversano campi infiniti e qualche scorcio marino di una bellezza mozzafiato; oggi dovrebbe essere l'ultima volta che vedremo l'oceano fino a Santiago.
    Passo la prima parte con Elena e Giulio per conoscerli meglio e devo dire che mi piacciono molto.
    Entrambi hanno il loro spazio vitale ma ogni tanto quando, camminando, si sfiorano tenendosi per mano è una cosa di una bellezza assoluta.
    Segue una lunga strada noiosa in cui sono da solo e non posso fare a meno che cantare per abbattere la noia.
    Ho Megan a qualche metro di distanza nel suo solito mood mattiniero fatto di cuffie e solitudine mentre tutti, a parte Giulio e Ale, sono avanti di un bel po'.
    Va bene così, sinceramente mi sono anche stancato di provare a intavolare una discussione; ho realizzato che quando il sottoscritto parla con Megan entrambi siamo persone diverse dalla realtà. Non so essere divertente in inglese e di sicuro non so fare discorsi profondi o raccontare aneddoti o emozioni. È come se io non fossi più io, ma una versione scialba, grigia e priva di sfumature.
    Lo stesso vale per lei, e me ne accorgo quando parla con la parte anglofona del gruppo o quando ride e scherza con Tony alla sera. E poi non sono certo un amico speciale, ha raccontato le sue cose a tutti i componenti ed io la capisco perfettamente perché con Chris e Matthew può interagire in maniera diversa.
    Il mio 'problema' ovviamente non è solo ristretto a lei ma anche a tutti gli altri; non ricordo più quando ho fatto un ultima discussione seria o importante con Matthew, ormai parliamo quasi soltanto in albergue quando c'è da fare baldoria e lui è molto allegro e mezzo ubriaco.
    Dopo una sosta in solitaria in un bar di questa cittadina di passaggio, mi accodo agli anglofoni che vedo seduti in una piazza, e percorro i prossimi 10 km con loro.
    Sembro uno zombie che arranca sulla carrettera e carpisco solo frammenti delle loro discussioni.
    Ci fermiamo in un parchetto sulla scogliera che sovrasta la spiaggia e recuperiamo le energie godendo di una vista stupenda.
    Erika vuole fare il bagno e successivamente viene seguita da Matt e Axel che fanno una corsa di 50 metri in stile Baywatch per buttarsi nell'oceano. Solo io e Megan rimaniamo fuori dall'acqua a guardia degli zaini; effettivamente il tempo è nuvoloso e le previsioni portano pioggia.
    Mi piacerebbe buttarmi ma non posso fare altri 5 km con il sale addosso, rischierei le mie solite irritazioni.
    Lei mi risponde male dicendomi qualcosa del tipo ' ognuno può fare quello che vuole' rispondendo in maniera totalmente fuori luogo ad una mia semplice ed innocua domanda ed io mi faccio un 'padre nostro' per non reagire e mi butto sullo zaino per chiudere gli occhi un momento e rilassare i nervi.
    Che Dio mi fulmini se chiedo qualcosa ancora a qualcuno.
    È facile fare gli splendidi alla sera davanti a vino e cerveza, ma se durante la mattina quando si cammina a volte si è così stronzi, c'è poco da fare.
    Dopo un po' me ne vado e procedo nel cammino; Axel mi ha sistemato lo zaino e adesso ho le spalle molto più scariche ma soffro molto più sui lombari; anche lo zaino è una questione di compromessi, è una questione di equilibrio.
    È una parte dura non per il percorso in sé, ma perché sono solo, stanco, annoiato e voglio solo arrivare a destinazione.
    Per fortuna incontro Christian, un ragazzo di Bologna, che mi salva da questo malessere che mi sta prendendo alla gola.
    Percorro gli ultimi km con lui e distrarmi è l'unica cosa che mi serve.
    Ribadelo è una città portuale e il ponte che segna l'ingresso in città, segna anche l'ingresso in Galizia.
    Rieccomi, terra amata, sono qui dopo 4 anni e anche se oggi lo spirito non è quello giusto per dirti 'ben ritrovata' non posso non fare un pensiero a questo mio ritorno dopo così tanto tempo.
    Mi doccio all'albergue, parlo un po' con Alessandro e Chris e dopo esco a vedere il pueblo con Fabi e Sandra.
    Ci sono problemi organizzativi e di opinioni per la prenotazione per domani ma alla fine risolviamo e saremo in 7.
    Sarei andato anche a pranzo con gli anglofoni ma, per quanto possano dire, non mi hanno invitato.
    Il mio pranzo è l'empanada che Chris generosamente divide con me.
    Il poco che vedo della città non mi soddisfa, ma sono sicuro che sia per colpa del meteo e della mia stanchezza.
    Torno all'albergue e mi addormento per un ora e mezza; la cosa non mi fa felice ma non ne posso fare a meno.
    Quando mi sveglio ognuno ha preso qualcosa per cena e sta mangiando le proprie cose alla stessa tavola. Corro al supermercato per gli affari miei e mi prendo un altra empanada e mi unisco alla tavolata ma senza partecipare attivamente, solo ascoltando.
    Megan parla molto con Tony, Ale con l'hospitalero che disegna parole in kanji giapponesi, e tutti gli altri fanno casino con la musica, le birre e il vino. Axel è il dj bello e dannato e col capello lungo 🤭.
    Ogni alcolico che offrono io lo rifiuto e molti mi chiedono perché sto così e se va tutto bene.
    Sandra mi consiglia una canzone di Antonio Orozco che parla di ansia e problemi di panico e depressione. Mi piacciono molto Fabi e Sandra e sono persone di cui sentirò la mancanza; ma allo stesso tempo non mi piace che tutti pensano che io sia una persona ansiosa e che abbia qualcosa che non va. Lo stesso Axel mi ha detto qualcosa di simile giorni fa.
    Ognuno di noi vive in quest'altalena di emozioni, solo che esiste chi si sa nascondere e chi no, chi ha i giorni down più volte e chi li ha meno volte. Non ci sono regole precise.
    Tony dice: 'mettete una canzone di Bruce Springsteen per Marco' probabilmente perché anche lui mi vede meno partecipe e Chris suggerisce The River ( la sua preferita).
    Ok, mi gusto il mio piccolo regalo ma la canzone non è certo nel mood della serata, essendo un testo malinconico.
    Il tempo passato con gli altri è la cosa più preziosa che ti possano regalare perché tutto questo non tornerà più, e oggi siamo 7 nazioni diverse a questa tavolata. Forse ho sprecato un'occasione non essendo nella mia migliore forma mentale e fisica. Ma sono talmente esausto di tutto che non riesco a godermi più niente, vedo cose che non mi piacciono e le interiorizzo troppo, quando invece dovrei solo lasciarle andare e mandare a cagare un po' di gente.
    È tardissimo ed i ragazzi come ultima canzone intonano "Dragostea Din Tei', un sorriso finalmente muove le mie labbra.
    Vorrei tornare a casa, ma ho davvero un posto da chiamare casa in cui tornare?

    PS: Galizia, spero che in questi giorni ti possa offrire la migliore versione di me stesso
    .
    'Ah marchè non ti fissá però, oggi stanno a fa'gli stronzi ma te te se vede proprio che te rode'
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