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- Day 34
- Wednesday, July 17, 2024
- ☁️ 18 °C
- Altitude: 24 m
EnglandSt Michaels Mount Castle50°6’59” N 5°28’41” W
Saint Michaels Mount

Oggi ci troviamo a Saint Michael’s Mount: “Il Mont Saint Michel della Cornovaglia”.
Non è un caso che queste due isole rocciose siano così simili tra loro: i 13 secoli della loro storia sono ricchi di connessioni, ispirazioni e coincidenze. In Normandia, una leggenda millenaria racconta che la notte del 16 ottobre 708, l'arcangelo Michele apparve al vescovo Aubert di Avranches, ordinandogli di costruire un edificio in suo onore. In Inghilterra, una leggenda della Cornovaglia racconta che nel 495 alcuni pescatori videro lo stesso arcangelo Michele uscire dall'acqua per chiedere loro di costruire una struttura in suo onore. Seguendo queste due leggende simili, le piccole isole separate dal Canale della Manica, distanti 330 km l'una dall'altra, divennero luoghi di pellegrinaggio molto popolari, più o meno contemporaneamente nell'VIII secolo. Quattro secoli dopo, intorno al 1130, fu un monaco arrivato direttamente da Mont Saint-Michel, l'abate Bernard, a far costruire sull'isola inglese un monastero benedettino, sul modello di quello che esisteva al largo delle coste francesi. I destini delle due isole si separarono definitivamente nel 1425 quando, al culmine della Guerra dei Cent’anni, il monastero della Cornovaglia fu sequestrato dalla Corona inglese. Allo stesso tempo, Mont Saint-Michel, anch'esso circondato dalla flotta inglese, resistette agli attacchi e divenne il simbolo nazionale della resistenza contro gli inglesi. L'attività monastica di St Michael's Mount continuò fino al tormentato regno di Enrico VIII, che fondò la Chiesa anglicana. Il monastero fu sciolto, i suoi tesori sequestrati e l'isola divenne una fortezza dedicata alla protezione della costa. St Michael's Mount vide una pace duratura dal 1660, quando Sir John St Aubyn acquistò l'isola. Da allora i suoi eredi ne sono i proprietari e vi risiedono stagionalmente.
Nel suo fulgore il villaggio al porto del Mount era la dimora di oltre 300 abitanti e fino al 1811 vi erano 53 case, 4 vie, 3 scuole e 3 edifici pubblici. Oggi sull’isola vivono 30 residenti e tutti, dal barcaiolo al giardiniere, dalla guida al meccanico, collaborano per mantenere l’isola in perfetto stato.
La leggenda del gigante Cormoran
Qui viveva il gigante Cormoran, che terrorizzava gli abitanti dell’isola rubando loro il bestiame. I paesani misero in palio una ricompensa per chi li avesse liberati da questa disgrazia. Nessuno si offrì, tranne un giovane ragazzo di nome Jack. Una notte, mentre il gigante dormiva, Jack si avvicinò al monte e scavò una profonda fossa su un lato di Saint Michaels Mount. La mattina dopo suonò il corno per svegliare Cormoran; il gigante arrabbiato corse lungo il lato del monte e precipitò nella fossa. Jack riempì prontamente la fossa seppellendo il gigante.
Visitando Mount, sotto le mura del castello, vi è una pietra a forma di cuore: appoggiando i piedi sulla pietra ancora oggi è possibile sentire il battito del cuore del gigante!
Per visitare St Michael's Mount bisogna aspettare la bassa marea, che questa mattina si presentava alle 8.30. Verso le 8.15 abbiamo percorso la secolare passerella in granito (la stessa utilizzata dai pellegrini fin dall’VIII secolo…) che collega l’isola alla terraferma; giunti all’ingresso lo abbiamo però trovato chiuso: avrebbe aperto alle 9.15, costringendo i visitatori a rientrare con le barche. Poco male! Ma ci hanno anche detto che era obbligatorio prenotare un tour guidato per poter accedere alle bellezze del luogo e che i cani non erano ammessi. Per tutti questi motivi, ci siamo accontentati di scattare qualche foto dall’esterno, facendo poi due passi in paese.
Quindi ci siamo rimessi in viaggio verso Bath, che visiteremo domani. Stasera ci fermiamo in uno dei tanti Pub della zona che, al prezzo di una consumazione, offre sosta gratuita.Read more
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- Day 35
- Thursday, July 18, 2024 at 9:00 AM
- ☀️ 18 °C
- Altitude: 41 m
EnglandRebecca Fountain51°22’56” N 2°21’33” W
Bath

Trascorsa una notte tranquilla nei pressi del nostro Pub The Globe Inn, questa mattina abbiamo visitato Bath. L’abbiamo raggiunta comodamente con l’autobus che ci ha portato proprio in centro. La prima impressione è stata sicuramente positiva: poca gente (probabilmente anche per l’ora mattutina…), tantissimi fiori ovunque, giardini, parchi e palazzi in stile georgiano, con tanti camini che ci hanno fatto pensare a Mary Poppins…
Raggiunta la Old Town, ci siamo subito diretti all’Abbazia: fondata nel VII sec., è un Grade I listed building, famosa in particolare per il suo soffitto a volta a ventaglio (creato nel 1500 dai maestri muratori del re), per l’enorme finestra rivolta ad est (che racconta la storia di Gesù in 56 scene) e per il pavimento composto da 891 pietre tombali piatte.
(Abbiamo già detto di questa lista di edifici e monumenti di eccezionale interesse storico e architettonico che non possono essere demoliti, ingranditi o alterati senza il permesso speciale delle autorita' locali. Ecco, l'Abbazia di Bath è in questa lista!)
Purtroppo oggi non era visitabile all’interno in quanto dedicata alla cerimonia per i neo laureati: una lunga fila di giovani che avevano concluso il loro percorso di studi, in perfetta uniforme, accompagnati da amici e parenti attendevano all’ingresso per la registrazione…ci siamo pertanto dovuti accontentare di ammirare l’Abbazia da fuori scattando qualche foto dell’esterno.
Proprio di fronte, le Roman Baths: le Terme Romane. Si tratta di un edificio adibito ai bagni pubblici la cui costruzione risale alla fine del 1800. La sua storia non è però così recente! Pare infatti che un primo santuario fu costruito dal popolo Celtico in onore alla dea Minerva, intorno ad una sorgente naturale di acqua calda scoperta nell'836 a.C. da Re Bladud. Dopo l'invasione dei Romani, tra il 60 e il 70 a.C si cominciò a costruire il tempio e nei successivi 300 anni anche tutto il complesso dei bagni. Nel corso dei secoli le Terme di Bath sono state ristrutturate diverse volte. La fonte oggi e' ospitata in un edificio del 18°sec., progettato dall’architetto John Wood (che nomineremo ancora…). Il biglietto di entrata ci è però sembrato eccessivamente caro e, anche in considerazione del fatto che nel nostro paese d’origine i reperti romani non mancano, abbiamo scelto di non visitarle.
Proseguendo la nostra passeggiata per il centro, siamo arrivati a Pulteney Bridge (anche questo nella lista dei Grade I buildings!)
Costruito nei primi anni del 1770, questo ponte e' stato progettato da Robert Adam dopo una visita a Firenze e Venezia: la sua idea era, infatti, quella di creare un ponte dalla struttura elegante pieno di negozi, proprio come il Ponte Vecchio e il Ponte di Rialto.
Il ponte attraversa il fiume Avon, è lungo 45 m. e largo 18 ed è attraversato da bus e taxi (anche se l'intenzione sarebbe quella di farlo diventare pedonale…il che lo valorizzerebbe senza dubbio di più!)
La diga e il ponte creano bellissimi effetti nell’acqua dell’Avon Canal che siamo riusciti ad immortalare con qualche scatto.
Continuando la camminata, ci siamo ritrovati nel Circus: una piazza rotonda delineata da tre segmenti circolari di enormi ville. The Circus e' uno degli esempi di architettura Georgiana della città, risalente alla metà del 1700, anch'essa inserita nella Grade I list. Pare che il suo architetto, John Wood padre, abbia misurato Stonehenge e usato le stesse dimensioni per il diametro del Circus!
Imboccando poi Brock Street siamo arrivati al Royal Crescent, una fila di 30 enormi ville a schiera disposte a mezzaluna e progettate da John Wood figlio. Anche queste nella “list”.
Di tutte queste ville, la N. 1 è dedicata ad un museo, una è un hotel e le restanti sono ancora usate come ville o divise in appartamenti. Per pura curiosità, ci siamo fermati di fronte alla vetrina di una agenzia immobiliare per conoscerne i prezzi, visto che alcuni erano in vendita…vi lasciamo immaginare le cifre…
Ritornando verso la fermata dell’autobus, siamo passati di fronte al Jane Austen Centre, una specie di museo dedicato alla nota scrittrice, con di fronte un manichino che la ritrae così ben fatto che da distante ci sembrava una persona vera!Read more
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- Day 35
- Thursday, July 18, 2024 at 3:00 PM
- ☀️ 26 °C
- Altitude: 104 m
EnglandStonehenge51°10’44” N 1°49’34” W
Stonehenge

Questa mattina a Bath abbiamo saltato un paio di visite, quindi ci siamo ritrovati al camper prima del previsto. Allora abbiamo deciso di anticipare ad oggi pomeriggio la tappa che era prevista per domani: Stonehenge.
Raggiunto il parcheggio, siamo riusciti a prenotare subito i biglietti ed abbiamo visitato in totale tranquillità il sito, apprezzandone l’organizzazione (bus navetta di collegamento ed elasticità negli orari di accesso nonostante la prenotazione).
Camminare attorno all’anello principale ci ha provocato una notevole emozione ed abbiamo voluto anche farci un piccolo regalo acquistanto il libro con la sua storia, per leggerlo poi con calma e conservarne meglio la memoria.
Su Stonehenge si sa ancora molto poco con certezza. La maggior parte degli studiosi pensano che il sito sia stato costruito tra il 2500 a.C. e il 2000 a.C., anche se il terrapieno e il fossato risalgono al 3100 a.C.. Numerose sono invece le supposizioni sul suo utilizzo. Le due più in voga sono totalmente differenti. Molti studiosi lo hanno classificato come un tempio pagano dedicato al culto del Sole, altri invece credono sia un osservatorio astronomico. Quest’ultima teoria è stata anche proposta dall’astronomo britannico Hawkins. il quale notò che alcune pietre del sito erano disposte in corrispondenza dei punti di solstizio ed equinozio.
Arrivando verso il sito si trova un terrapieno circolare circondato da un fossato avente una sponda interna e una esterna. Questo si pensa risalga al 3000 a.C. e racchiudeva un’area di 100 metri di diametro con due ingressi. Il primo, visibile ancora oggi, rivolto a Nord-Est e il secondo, non più visibile, rivolto a Sud. All’interno del terrapieno si trovavano 56 pozzi, ora scomparsi, conosciuti come fosse di Aubrey. Al loro interno sono stati ritrovati i resti di 64 cremazioni e si pensa che Stonehenge fosse il più grande cimitero neolitico tardivo delle Isole britanniche.
Nel 2500 a.C. circa vennero poste al centro del monumento due tipi di pietra differenti: i più grandi in sarsen e i più piccoli in pietre blu (bluestones). I sarsens furono eretti in due disposizioni concentriche – un ferro di cavallo interno e un cerchio esterno – e le pietre blu furono disposte tra loro in un doppio arco. Le pietre principali che compongono Stonehenge hanno un peso compreso tra le 20 e le 45 tonnellate e sono alte circa 7 metri. Queste pietre di dura arenaria silicea si trovano a circa 30 chilometri da Stonehenge, nelle Marlborough Downs, e si pensa che le pietre del sito provengano proprio da qui. La pietra dell’altare è arenaria verde, mentre le pietre più piccole del cerchio interno, che pesano circa 4 tonnellate l’una, provengono dalle Montagne Preseli in Galles, a circa 200 chilometri di distanza. Per trasportarle si suppone che siano stati utilizzati sistemi di scivolamento su tronchi d’albero.
Nonostante la parte più famosa del sito siano i cerchi di pietra, a Stonehenge si trovano anche altre esposizioni: un piccolo museo che ospita un’esposizione di circa 250 oggetti tra gioielli, ceramiche e utensili, che raccontano la storia di Stonehenge. Grazie al supporto di audiovisivi abbiamo potuto scoprire tutto sugli abitanti della zona, sul significato di Stonehenge e sulla sua costruzione. All’interno del museo si trova anche una ricostruzione di un volto di un uomo, basata su alcune ossa ritrovate nelle vicinanze, che probabilmente ha vissuto qui oltre 5.500 anni fa.
Grazie all’esperienza virtuale abbiamo invece vissuto Stonehenge a 360° e ammirandolo durante tutte le stagioni.
Proprio accanto al museo, la ricostruzione di alcune case neolitiche visitabili anche all’interno. Queste ricostruzioni hanno lo scopo di far capire come vivevano gli abitanti della zona 4.500/5.000 anni fa.
Tuttavia prove archeologiche rinvenute nelle vicinanze indicano che la zona era abitata già nell’8000 a.C..
Oggi Stonehenge è meta di pellegrinaggio di molti fedeli ai culti del Celtismo, della Wicca e di altri culti neopagani. Tra il 1972 e il 1984 invece Stonehenge ha ospitato un festival musicale, abolito nel 1985 in seguito ad un violento scontro tra alcuni partecipanti e la polizia. Questo evento è conosciuto come Battaglia di Beanfield.
Stonehenge circa 100 anni fa apparteneva ad un avvocato, Cecil Chubb, che lo acquistò ad un’asta organizzata dal Governo inglese dopo la morte nella prima guerra mondiale del precedente proprietario (senza eredi) . L’avvocato pagò 6.600 sterline e acquistò tutta la piana di Stonehenge per un nobile gesto: voleva fare un regalo alla moglie Maria. Tre anni più tardi l’avvocato decise di donare Stonehenge allo stato, lasciando per iscritto che i visitatori che desideravano visitare il sito non avrebbero mai dovuto pagare più di 1 scellino. Chubb, a seguito della sua generosità, ricevette un titolo nobiliare e divenne Sir Cecil Chubb, Primo Baronetto di Stonehenge.
Sono molte le leggende che raccontano la storia di Stonehenge, soprattutto quelle legate alla sua costruzione. I primi accessi legati a Stonehenge risalgono al 1135. Goffredo di Monmouth, nella sua Historia Regum Britanniae, racconta che una tribù di giganti portò le pietre dall’Africa all’Irlanda e da qui Mago Merlino le fece volare, sorvolando il mare, fino al sito.
Un’altra leggenda del XVII secolo riguarda invece la cosiddetta Pietra del Tallone, un tempo chiamata Tallone del Frate. Secondo la leggenda il diavolo comprò le pietre da una signora irlandese, le avvolse in un panno e le collocò sulla piana di Salisbury. Il diavolo, soddisfatto del suo lavoro, esultò dicendo ‘Nessuno scoprirà mai come queste pietre siano arrivate fin qui’. Un frate però vide tutto e gli rispose contraddicendolo ‘Questo è ciò che credi’. Il diavolo, infastidito, lanciò una delle pietre contro il frate colpendolo al tallone. La pietra, cadendo, si conficcò nel terreno dove tuttora è possibile vederla.Read more
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- Day 36
- Friday, July 19, 2024 at 10:00 AM
- ☀️ 24 °C
- Altitude: 60 m
EnglandHarnham Water Meadows51°4’16” N 1°47’48” W
Salisbury

Oggi abbiamo dedicato la mattina a Salisbury, cittadina medioevale che si trova poco distante da Londra, sulle sponde del fiume Avon.
Fu fondata dai romani, su un sito risalente all’età del ferro, tra il 600 e il 300 A.C.
In epoca medievale ricevette dalla Corona il permesso di tenere un mercato (royal market privileges); in quella occasione (nel 1244) nei pressi di Salisbury fu costruito un ponte sul fiume Avon, creando le condizioni perfette perché la città diventasse il centro commerciale più importante della zona.
Noi oggi l’abbiamo purtroppo trovata in un momento poco adatto ad apprezzarne appieno la bellezza e la tranquillità: sconvolta dai cantieri e dai lavori in corso che bloccavano alcune strade, ne rendevano caotiche altre, chiudevano i parcheggi… tanto che ci è stato veramente difficile trovare un posto dove sostare. Ci siamo infine riusciti vicino alla stazione e cosi, con una breve camminata, abbiamo raggiunto il centro ed, in Hight Street, la Poultry Cross: un’edicola in pietra del 1400, dalla forma stranissima, posizionata proprio dove un tempo si teneva il mercato dei polli! In città ne esistevano altre tre dello stesso tipo, posizionate ad indicare i diversi mercati: del formaggio, della lana e del bestiame, ma sono state purtroppo distrutte. Vista la particolarità dell’opera, peccato (abbiamo pensato) la si lasci così, in mezzo alle moderne abitazioni, senza un’insegna che la identifichi…e non venga piuttosto fatta rivivere, magari riutilizzandola nel suo antico scopo…
Passeggiando nella piccolissima isola pedonale della Old City, fra case a graticcio e palazzi moderni, ci siamo ritrovati nella piazza del mercato, raggiungendo poi il quartiere The Close. Composto da elegantissime dimore georgiane che circondano letteralmente la Cattedrale, è separato dal resto della città da tre elaborate entrate. Le dimore georgiane ed elisabettiane sono preservate in maniera eccezionale, tutte immancabilmente con i loro verdissimi giardini sul fronte dell’edificio. Sono datate tutte tra il XIV e il XVIII secolo e furono edificate per ospitare i decani della Cattedrale, gli ecclesiastici di alto rango e gli insegnanti clericali. Di particolare interesse il Matron’s College del 1682, costruito per ospitare le vedove dei religiosi, davanti al quale, in una vetrina di un negozio di dolci, spiccava una riproduzione di Stonehenge fatta di caramello!
Subito dopo siamo entrati nella Cattedrale, unica chiesa di nostra conoscenza che consente l’accesso ai cani!
La Cattedrale di Salisbury è considerata tra le più belle d’Inghilterra, costruita tra il 1200 e il 1258.
La cosa buffa è che l’originale cattedrale sorgeva in un altro luogo, vicino a un accampamento militare. I rumori che venivano dall’accampamento disturbavano però i religiosi e alla fine il vescovo Richard Poore, decise di porre la prima pietra della nuova cattedrale, altrove.
La costruzione fu interamente pagata con le donazioni dei parrocchiani e sorprendentemente fu portata a termine in 37 anni.
Pensando per un attimo alla Sagrada Familia, in costruzione da decenni, anch’essa finanziata dai fedeli, viene spontanea la considerazione: non ci sono più i parrocchiani del 1200!!!
L’ingresso alla cattedrale non è più gratuito, come qualche anno fa, ma le visite guidate sì: sono fatte dai pensionati del luogo in lingua inglese, anche se noi ne abbiamo trovata una che conosceva un po’ l’italiano. Ovviamente offrono ben più di una solita guida turistica, conoscendo aneddoti e curiosità insoliti e talvolta divertenti.
Si può dire che la Cattedrale sia la chiesa dei record:
- la torre campanaria è altra circa 123 metri (il campanile più alto d’Inghilterra). Assieme alla guglia fu aggiunta alla cattedrale nella metà del XIV secolo, causando tra l'altro non pochi problemi di staticità.
- il chiostro è il più grande del Paese
- l’orologio funzionante più antico del mondo (1386) che regola il suono delle campane. Si tratta di un grande orologio con cornice in ferro, senza quadrante in quanto il suo scopo principale era quello di far suonare una campana in momenti precisi. L'orologio fu riscoperto nel 1928, dopo che era stato a lungo dimenticato in uno degli ambienti dell'antica struttura, e restaurato nel 1956 quando fu rimesso in funzione.
La sala capitolare della Cattedrale (Chapter House) custodisce un vero e proprio tesoro storico: una delle quattro copie originali superstiti della Magna Carta, la meglio conservata, che giunse a Salisbury grazie a Elias di Dereham, presente a Runnymede nel 1215 quando la Carta fu promulgata. La Magna Charta Libertatum (dal latino medievale, "Grande Carta delle libertà") è lo storico accordo firmato nel 1215 tra re Giovanni Senzaterra e i suoi baroni e successivamente interpretata come il primo documento fondamentale per il riconoscimento universale dei diritti dei cittadini.
Nell’anticamera della sala capitolare si trova un tavolo in legno massiccio: si racconta che proprio su di esso gli operai che lavorarono alla costruzione della cattedrale ricevettero la paga; ora non è possibile spostarlo da dove si trova in quanto le porte sono troppo piccole per farlo passare attraverso!
Un grandissimo prato verde ed un parco meraviglioso circondano questo luogo di culto, contribuendo a dargli un’atmosfera accogliente e serena.Read more
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- Day 36
- Friday, July 19, 2024 at 1:30 PM
- ☀️ 25 °C
- Altitude: 5 m
EnglandMilford on Sea50°43’3” N 1°34’25” W
Solent (Saltgrass)

Conclusa la visita di Salisbury, vista la bella giornata di sole e le temperature finalmente “estive” (26-28 gradi…), ci siamo diretti verso il mare.
Scegliendo la località assolutamente a caso, nel verificare possibilità di sosta lungo costa, siamo capitati in un’oasi naturale affacciata sul braccio di mare che separa la terraferma dall’isola di Wight: the Solent. Una fila di mezzi in sosta libera ci ha confermato che eravamo nel posto giusto.
La giornata calda ma ventilata ci ha permesso una bella passeggiata lungo la spiaggia che porta al faro e al forte (Hurst Castle).
La laguna in bassa marea a sinistra, il mare aperto a destra, sullo sfondo l’isola di Wight e, al di là del mare, offuscata dalla foschia ma comunque visibile, la costa francese… Snoopy ha potuto finalmente nuotare fra le onde visto che sulla spiaggia non c’era praticamente nessuno! Lo abbiamo comunque tenuto sempre legato (se pure con corda lunga) sia purché non nuotasse troppo a largo, sia purché abbiamo scoperto che in questa zona una specie di uccelli marini depone le uova (che rischiano di confondersi con i sassolini colorati dell’arenile e che vengono abbandonate se contaminate da umani e altri animali).
Un bel gelato al rientro e una cena fronte-mare ci hanno fatto dimenticare il traffico caotico ed i lavori in corso della mattinata.
Domani pensiamo di spostarci a Portsmouth, per visitare il porto storico, sperando di trovare parcheggio…Read more
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- Day 37
- Saturday, July 20, 2024
- ☁️ 20 °C
- Altitude: Sea level
EnglandBasin No. 350°48’26” N 1°5’59” W
Portsmouth

Oggi abbiamo dedicato la giornata a Portsmouth, ultima tappa della nostra vacanza nel Regno Unito.
Il motivo principale per cui abbiamo scelto questa meta è il suo porto storico: l’Historic Dockyard. Essendo l’accesso molto costoso abbiamo deciso che questa volta spettava ad Antonio (il nostro Capitano) l’onore e l’onere di questo impegno.
L’Historic Dockyard si trova a sud delle moderne darsene della Marina Militare; il suo fascino irresistibile consiste nel fatto che esso ospita alcune delle più famose navi della storia della Royal Navy.
HMS Victory
La punta di diamante di questo sito è senza dubbio la HMS Victory, la nave ammiraglia di Orazio Nelson. Fu alla guida di questa nave imponente che egli sconfisse Napoleone a Trafalgar, ma fu sempre in quell’occasione che egli perse la vita.
L’ammiraglio Nelson è uno degli eroi nazionali britannici, in quanto egli scongiurò l’invasione dell’isola da parte dei francesi; per questo motivo, visitare la sua nave è un tributo a questo grande personaggio. Di conseguenza, la Victory è presa d’assalto da moltissimi visitatori.
La visita viene effettuata con una audioguida ed è emozionante come un salto nel passato; vedrete antichi cannoni, le cabine (quella di Nelson ha il letto tra due cannoni), cambusa, ma anche alcuni manichini con le uniformi di Nelson. Sul ponte principale si vede una targa in bronzo lucidissima che mostra il punto esatto dove l’ammiraglio cadde.
HMS Warrior 1860
Fu costruita solo 95 anni dopo la Victory, ma il confronto tra le due navi ci fa capire quale balzo in avanti avesse compiuto la tecnologia navale. A parte la struttura ad alberi, la Warrior è una nave moderna per molti versi.
Essa fu la prima nave da guerra della Marina Britannica, la prima ad avere una struttura in legno ricoperta da lastre di ferro in modo da renderla più idonea alla battaglia. La presenza del rivestimento ne aumentò il peso, pertanto essa imbarca solo un’unica fila di cannoni. Vanta anche un motore a vapore ed un’elica.
Anche le cabine dei marinai sono più confortevoli; le stanze degli ufficiali sono addirittura lussuose.
Mary Rose
La visita che ci è piaciuta di più per la ricostruzione oleografica della vita quotidiana sulla nave e per la quantità di oggetti. La nave da guerra è stata costruita da Re Enrico VIII proprio nel Porto di Portsmouth negli anni 1509/1510. Era una nave poderosa e ritenuta invincibile (quindi l’orgoglio della flotta inglese) ma purtroppo affondò nelle acque antistanti Portsmouth nel 1545, durante una battaglia con i francesi.
Per anni si persero le sue tracce; un primo ritrovamento si verificò nel 1836, ma solo pochi elementi vennero recuperati. In seguito, nel 1967, il sito dove la nave giaceva venne dichiarato sito protetto e si procedette al recupero.L’impresa fu tutt’altro che facile, vista la fragilità dei resti, e richiese anni di lavoro. Ma lo spettacolo di vedere una nave così antica e con un così elevato valore storico è emozionante.
La Spinnaker Tower
Si tratta della torre più alta di tutta la Gran Bretagna innalzandosi per ben 170 metri. Come lo stesso nome suggerisce, ha la forma di una vela e ricorda molto il Burj Al Arab di Dubai. Essendo l’entrata a pagamento, ci siamo accontentati di fotografarla da fuori, visto che avevamo già investito una cospicua somma per la visita all’ Historic Dockyard…
Mentre Antonio si perdeva nel porto antico, io mi sono fatta due passi nei quartieri residenziali ( molto carini, pieni di abitazioni colorate) fino a raggiungere la cattedrale di St Thomas of Canterbury.
La chiesa fu costruita e dedicata a Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, assassinato nel 1170; subì diversi attacchi incendiari da parte dei francesi durante la guerra dei 100 anni. La struttura fu chiusa nel 1508, quando la città fu scomunicata in seguito all’assassinio del vescovo di Chichester e soffrì nel XVI e XVII secolo a causa dei Riformatori. Subì anche dei danni in seguito alle cannonate durante la guerra civile inglese. Nel 1691, per ordine di re Carlo II fu ricostruita e nel 1927 fu scelta come cattedrale.
All’interno una pietra tombale di uno dei (35) sopravvissuti della Mary Rose; sulla stessa dei mazzi di fiori freschi.
Concluse le nostre visite, abbiamo lasciato la città per dirigerci verso un’area sosta immersa nel verde. Qui trascorreremo la nostra ultima notte inglese, in attesa del traghetto che domani ci riporterà in Francia.Read more
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- Day 38
- Sunday, July 21, 2024
- ☁️ 21 °C
- Altitude: 58 m
EnglandWellington Dock51°7’16” N 1°18’46” E
Dover e chiudiamo il giro

Oggi abbiamo attraversato il Canale della Manica e siamo arrivati a Dunkerque (Francia). Si è così conclusa la nostra vacanza nel Regno Unito sulla quale scriveremo alcuni appunti al nostro rientro a casa. Per ora, dando un po’ i numeri: abbiamo trascorso in UK 35 giorni, percorrendo circa 5600 km e visitando 50 località in tre stati: Scozia, Galles ed Inghilterra.Read more
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- Day 39
- Monday, July 22, 2024
- 🌬 20 °C
- Altitude: 7 m
FranceAncien Fort de Bonne Espérance de Dunkerque51°3’7” N 2°21’37” E
Passata la manica: considerazioni finali

Questo scritto conclusivo ha lo scopo di tirare un po’ le somme sul nostro viaggio in UK, commentando alcuni aspetti su usi e costumi delle popolazioni che abbiamo conosciuto un po’ meglio: Scozzesi, Gallesi ed Inglesi. Dobbiamo riconoscere che ovunque abbiamo trovato cortesia, gentilezza e accoglienza, anche nei confronti di Snoopy, aspetto non così scontato, vista la nostra esperienza dell’anno scorso in Spagna ed alle Canarie. Nel Regno Unito i cani sono ben accetti in ogni luogo, anche nei locali pubblici e sui mezzi di trasporto, e con il nostro siamo perfino riusciti ad entrare in una chiesa!
Per quanto riguarda le soste, visto il costo esageratamente caro della maggior parte dei campeggi, abbiamo molto apprezzato e spesso utilizzato la soluzione proposta dai Pub: sosta gratis se si consuma qualcosa, non necessariamente una cena, anche semplicemente una birra! L’ambiente dei pub ci è piaciuto anche per la loro calorosa accoglienza.
Un’altra opportunità comoda e conveniente per la sosta ci è stata offerta dai centri sportivi, in particolare dai campi da rugby, dove abbiamo conosciuto le Honesty Box: cassettine di legno dove si inserisce responsabilmente la quota, senza che nessuno controlli. Vengono spesso utilizzate anche per la vendita di prodotti freschi (es le uova) lungo sentieri che passano vicino alle fattorie. Non sappiamo se dalle nostre parti potrebbero avere la stessa funzionalità…ma sinceramente ne dubitiamo!
La gratuità della maggior parte delle autostrade ci ha permesso di utilizzarle liberamente, anche se abbiamo trovato un po’ stressante il modo di guidare inglese: “eccessivamente rispettoso” in tanti casi (quando per esempio ti fai in parte per lasciare passare la coda che si è creata dietro di te e nessuno ti supera!) ma “senza regole” sull’utilizzo delle corsie (superamenti ed affiancamenti a destra ed a sinistra indifferentemente…). Il particolare abbiamo constatato che i Gallesi sono “i Napoletani del nord”, in quanto non così ligi alle regole come gli inglesi. Per quanto riguarda invece la guida a sinistra, Antonio si è abituato molto rapidamente e non ha trovato eccessive difficoltà.
Ci è piaciuta anche l’elasticità dimostrata dai britannici per quanto riguarda le prenotazioni: nel caso del traghetto, ad esempio, da noi prenotato in una certa fascia oraria per convenienza economica, è stato semplicissimo utilizzarne una diversa, vista la disponibilità nel carico, senza alcun sovrapprezzo. La stessa cosa ci è successa durante la nostra visita a Stonehenge: siamo potuti entrare molto prima dell’orario previsto in quanto c’erano posti liberi.
Abbiamo però qualcosa da obiettare sui parcheggi lungo strada: anche in caso di strade strette, senza stalli previsti per le soste, i britannici parcheggiano liberamente invadendo le corsie stradali, il che crea non poco disagio alla circolazione, che in molte situazioni deve farsi alternata per permettere il passaggio di mezzi più ingombranti come il nostro.
Un’altra osservazione che dobbiamo fare riguarda lo sfalcio di erba e piante ai lati delle carreggiate: ci siamo trovati in strade non proprio limitrofe dove la vegetazione invadeva le strade per più di metà della loro misura, riducendo di fatto ad una le due corsie di percorrenza.
Avevamo invece letto commenti tremendi sulle “single track” scozzesi (stradine molto strette dove può passare un solo mezzo per volta) ed invece le abbiamo trovate assolutamente agevoli, sia per la presenza di numerosissimi slarghi dove alternarsi nel passaggio (circa uno ognoi 50 metri) sia per la prudenza ed il rispetto della maggior parte dei guidatori.
Ci ha positivamente stupito qualche cartello stradale singolare: moderare la velocità per passaggio persone anziane o per attraversamento scoiattoli…e ci è dispiaciuto vedere lungo i bordi delle strade qualche capriolo e diversi procioni probabilmente uccisi dalla circolazione notturna.
Nel nostro itinerario abbiamo volutamente escluso le grosse città ma anche nelle piccole cittadine abbiamo notato la ristrettezza delle isole pedonali, che penalizza un po’ la camminata a chi si reca per apprezzarne i centri storici.
Durante le nostre spese alimentari, con vera sorpresa, abbiamo scoperto che gli anglosassoni non conoscono le fette biscottate! Poco male, visto che le abbiamo facilmente sostituite a colazione con cereali, pancake e waffle …ma ci ha veramente stupito una commessa che (nel vedere la foto che io proponevo) ci ha chiesto cosa fossero!
Nel complesso possiamo dire di avere molto apprezzato questa vacanza in Gran Bretagna, anche se costretti a goderne in periodo di flusso turistico che però, studiando opportunamente percorsi ed orari, non ci ha impedito di apprezzare le bellezze naturali, storiche ed artistiche di questo territorio.
Per quanto riguarda il clima, ci eravamo preparati a diverse giornate piovose ed invece possiamo dire di essere stati abbastanza fortunati: un giorno solo di vero e proprio maltempo, alcuni giorni di sole pieno ed i restanti con alternanza di sole, nuvole e pioggerellina tipicamente british.
Temperature sempre molto sotto la nostra media estiva: durante la notte abbiamo acceso il riscaldamento e durante il giorno, mentre l’Italia arrostiva per i 38\40 gradi, noi ne avevamo al massimo 14/15, salvo in Cornovaglia dove abbiamo toccato i 25.Read more
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- Day 46
- Monday, July 29, 2024 at 4:59 PM
- ☀️ 25 °C
- Altitude: Sea level
FranceCanal de Dunkerque à Furnes51°3’3” N 2°21’38” E
Passata la manica -considerazioni finali

Questo scritto conclusivo ha lo scopo di tirare un po’ le somme sul nostro viaggio in UK, commentando alcuni aspetti su usi e costumi delle popolazioni che abbiamo conosciuto un po’ meglio: Scozzesi, Gallesi ed Inglesi. Dobbiamo riconoscere che ovunque abbiamo trovato cortesia, gentilezza e accoglienza, anche nei confronti di Snoopy, aspetto non così scontato, vista la nostra esperienza dell’anno scorso in Spagna ed alle Canarie. Nel Regno Unito i cani sono ben accetti in ogni luogo, anche nei locali pubblici e sui mezzi di trasporto, e con il nostro siamo perfino riusciti ad entrare in una chiesa!
Per quanto riguarda le soste, visto il costo esageratamente caro della maggior parte dei campeggi, abbiamo molto apprezzato e spesso utilizzato la soluzione proposta dai Pub: sosta gratis se si consuma qualcosa, non necessariamente una cena, anche semplicemente una birra! L’ambiente dei pub ci è piaciuto anche per la loro calorosa accoglienza.
Un’altra opportunità comoda e conveniente per la sosta ci è stata offerta dai centri sportivi, in particolare dai campi da rugby, dove abbiamo conosciuto le Honesty Box: cassettine di legno dove si inserisce responsabilmente la quota, senza che nessuno controlli. Vengono spesso utilizzate anche per la vendita di prodotti freschi (es le uova) lungo sentieri che passano vicino alle fattorie. Non sappiamo se dalle nostre parti potrebbero avere la stessa funzionalità…ma sinceramente ne dubitiamo!
La gratuità della maggior parte delle autostrade ci ha permesso di utilizzarle liberamente, anche se abbiamo trovato un po’ stressante il modo di guidare inglese: “eccessivamente rispettoso” in tanti casi (quando per esempio ti fai in parte per lasciare passare la coda che si è creata dietro di te e nessuno ti supera!) ma “senza regole” sull’utilizzo delle corsie (superamenti ed affiancamenti a destra ed a sinistra indifferentemente…). Il particolare abbiamo constatato che i Gallesi sono “i Napoletani del nord”, in quanto non così ligi alle regole come gli inglesi. Per quanto riguarda invece la guida a sinistra, Antonio si è abituato molto rapidamente e non ha trovato eccessive difficoltà.
Ci è piaciuta anche l’elasticità dimostrata dai britannici per quanto riguarda le prenotazioni: nel caso del traghetto, ad esempio, da noi prenotato in una certa fascia oraria per convenienza economica, è stato semplicissimo utilizzarne una diversa, vista la disponibilità nel carico, senza alcun sovrapprezzo. La stessa cosa ci è successa durante la nostra visita a Stonehenge: siamo potuti entrare molto prima dell’orario previsto in quanto c’erano posti liberi.
Abbiamo però qualcosa da obiettare sui parcheggi lungo strada: anche in caso di strade strette, senza stalli previsti per le soste, i britannici parcheggiano liberamente invadendo le corsie stradali, il che crea non poco disagio alla circolazione, che in molte situazioni deve farsi alternata per permettere il passaggio di mezzi più ingombranti come il nostro.
Un’altra osservazione che dobbiamo fare riguarda lo sfalcio di erba e piante ai lati delle carreggiate: ci siamo trovati in strade non proprio limitrofe dove la vegetazione invadeva le strade per più di metà della loro misura, riducendo di fatto ad una le due corsie di percorrenza.
Avevamo invece letto commenti tremendi sulle “single track” scozzesi (stradine molto strette dove può passare un solo mezzo per volta) ed invece le abbiamo trovate assolutamente agevoli, sia per la presenza di numerosissimi slarghi dove alternarsi nel passaggio (circa uno ognoi 50 metri) sia per la prudenza ed il rispetto della maggior parte dei guidatori.
Ci ha positivamente stupito qualche cartello stradale singolare: moderare la velocità per passaggio persone anziane o per attraversamento scoiattoli…e ci è dispiaciuto vedere lungo i bordi delle strade qualche capriolo e diversi procioni probabilmente uccisi dalla circolazione notturna.
Nel nostro itinerario abbiamo volutamente escluso le grosse città ma anche nelle piccole cittadine abbiamo notato la ristrettezza delle isole pedonali, che penalizza un po’ la camminata a chi si reca per apprezzarne i centri storici.
Durante le nostre spese alimentari, con vera sorpresa, abbiamo scoperto che gli anglosassoni non conoscono le fette biscottate! Poco male, visto che le abbiamo facilmente sostituite a colazione con cereali, pancake e waffle …ma ci ha veramente stupito una commessa che (nel vedere la foto che io proponevo) ci ha chiesto cosa fossero!
Nel complesso possiamo dire di avere molto apprezzato questa vacanza in Gran Bretagna, anche se costretti a goderne in periodo di flusso turistico che però, studiando opportunamente percorsi ed orari, non ci ha impedito di apprezzare le bellezze naturali, storiche ed artistiche di questo territorio.
Per quanto riguarda il clima, ci eravamo preparati a diverse giornate piovose ed invece possiamo dire di essere stati abbastanza fortunati: un giorno solo di vero e proprio maltempo, alcuni giorni di sole pieno ed i restanti con alternanza di sole, nuvole e pioggerellina tipicamente british.
Temperature sempre molto sotto la nostra media estiva: durante la notte abbiamo acceso il riscaldamento e durante il giorno, mentre l’Italia arrostiva per i 38\40 gradi, noi ne avevamo al massimo 14/15, salvo in Cornovaglia dove abbiamo toccato i 25.Read more