Italy
RiverGreen Golf

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Travelers at this place
    • Day 10

      mimimi

      August 1, 2022 in Italy ⋅ ☀️ 30 °C

      as mentioned above, sleep was good but the overall impression of the stay didn’t leave to anything else but leaving early

      In the night I chatted with Lena, a friend from Passau, who was in the area for vacation so we decided to meet up at Rimini. Convincing as she ever was, she persuaded me to stay a night and so we drank uno, due, quindici Spritz and dived right into the adriatic sea. As I looked back, it was the first time for me feeling salt water besides sweat since nearly 3 yrs!!
      I booked a nice hotel which was really cheap for what it offered and we (she has a smaller sister as well) went to a bottega and a restaurant they liked and I do so as well! being around with two great ladies made the all-so-good evening even better. After nice talks and food we decided not to party but sleep.
      That was the most chill day out since I left Trento, 20kms total what shall I say😜
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    • Day 8

      3

      September 10, 2021 in Italy ⋅ ⛅ 23 °C

      Passend zur Abschiedsstimmung hatte sich an unserem letzten Tag in Rimini die Sonne schon am späten Nachmittag verzogen, trotzdem war der Tagesausklang auf den Wellenbrechern ganz zauberhaft. An diesem letzten Abend haben wir, ohne es zu wissen, einen Tisch direkt vor dem Strandaufgang des Bagno Nr. 3 reserviert, dem Strandabschnitt, an dem wir unsere Liegen für die Woche bezogen hatten. So waren wir doch noch eine Weile länger an „unserem“ Strand, als wir dachten. Der Teig unserer Pizza musste laut Speisekarte ganze 48 Stunden gehen bevor er auf unseren Tellern landete und ich glaube, es war auch der beste, den ich je hatte.Read more

    • Day 3

      Sali, impreca, scendi.

      January 29 in Italy ⋅ ☀️ 6 °C

      Tante, troppe sensazioni; troppi spunti di riflessione che se non annoto subito si perdono nel flusso impetuoso del mio pensiero. Vabbè, provo comunque a fare un recap.
      La tappa di oggi è stata difficile, forse più a livello mentale. Ma si sa, se la mente soffre anche il corpo la segue come un segugio. Paesaggisticamente molto più bella di quella di ieri, anche perché oggi finalmente è uscito il sole! In realtà mi sono svegliato immerso nella nebbia, ma si percepiva che era una nebbia più scarna, più magnanima, che avrebbe sciolto il suo abbraccio letale e avrebbe consegnato la libertà al sole.
      Ma andiamo con ordine. Dopo una colazione buona ma insufficiente, mi sono preparato in modo molto zen e sono partito attorno alle 8:40. Non ho fatto in tempo a fare i primi 5 km che già ho dovuto affrontare la prima salita di giornata: un continuo saliscendi, rampe alternate a super-discese, leitmotiv di tutta la prima metà di tappa. Scalare e imprecare, poi giù a testa bassa in discesa e urlare di gioia. Le gambe sono in fiamme, l’ansia sale perché quei km non aumentano mai. Però il paesaggio è spettacolare. Una volta in quota, perforo la foschia e il sole illumina una vista a 360 gradi su una distesa di colli che sbucano dalla soffice bruma: come se la campagna si fosse trasferita sopra le nuvole, per trovare un po’ di pace, una tregua dall’uomo. Ad un certo punto, mi scopro ad affrontare una salita sulla cresta di uno di questi colli. Un cane randagio sbuca dal nulla: un fantasma, una visione, che sembra puntarmi ma poi mi passa di fianco e si avventa su un’immaginaria preda nascosta nell’erba. Che bello vedere la libertà nei suoi occhi, nei suoi gesti.
      La prima salita termina e scollino verso Castrocaro Terme. La filosofia è sempre quella: lambire, mai attraversare e penetrare arrogantemente un posto; sembra saperlo anche il Garmin, che non si arrischia a propormi un itinerario più “culturale”. Ma all’uscita del paese, ecco che sperimento a mie spese le imperfezioni della tecnologia. Vengo ingannato e trascinato su una rampa di fango che si perde nella nebbia. Non vedo la cima, sembra l’ascensione di un penitente verso il Monte Olimpo, verso un fantomatico paradiso, o verso un inferno di nebbia. Sono costretto a scendere dalla bici e spingerla a mano; scivolo, impreco, annaspo, impreco di nuovo, mi fermo e riprendo fiato, provo ad intuire e a sperare in una cima, poi finalmente tutto finisce. Finisce però anche il mio stoicismo: da questo momento in poi ogni minimo dislivello sarà fonte di imprecazioni e maledizioni. Sali scendi, sali scendi, sali sali e scendi… basta! Non ne posso piú! Il panorama però mi ripaga di tutto l’immane sforzo che mi sembra di compiere. Queste colline ti cullano l’anima, i loro dorsi dolci e levigati ti invitano alla calma, alla pazienza, alla gioia di vivere. Tra strade bianche, sentieri, asfalto sconnesso e single track, delineo il profilo di questo paradiso che circonda Forli. Alla fine scolino e torno sui cari vecchi bei provincialoni. Un po’ mi siete mancati, mi dico, ma presto mi trovo già pentito. Il rumore delle auto che ti sfrecciano di fianco, lo spostamento d’aria prodotto dai mammut del terzo millennio, sono fonte di stress. Sono totalmente concentrato a portare a casa la pelle, non mi è concesso di godere della campagna che sto attraversando.
      Arrivo a Cesena all’ora infernale, quella dell’uscita delle scuole. Per fare un km mi ci vogliono quasi dieci minuti. Poi finalmente torno in campagna, su un gravel piacevole che costeggia un canale e che soprattutto passa dietro a un paio di centri abitati. È bello osservare il dietro le quinte delle case della gente, vedere la parte forse più intima del loro abitare. Non so, mi sembra di avere accesso alla parte più autentica di questi paesi.
      La strada si srotola per la campagna cesenate; mi fermo sull’argine del canale a mangiare il mio panino con la marmellata, dopo aver deciso di raggiungere i miei genitori a Cesenatico. I luoghi si fanno sempre più familiari, sono gli stessi che ho assaggiato l’anno scorso insieme a Egon. Ed eccomi sul Porto Canale della città, ed ecco i miei genitori che mi sorridono da dietro il vetro di una piadineria. È bello vederli in questo contesto, anche se mi sento un po’ “sospeso”, perché in realtà la tappa non è ancora terminata, l’appuntamento vero è per questa sera a Rimini per mangiare tutti insieme.
      Ad ogni modo, a Cesenatico l’atmosfera è particolare: rarefatta, sospesa, galleggiante in una foschia dorata che le conferisce un fascino felliniano. Poca gente che passeggia verso il molo, silenzio e pace dei sensi. Ma devo andare. Il tempo di fare un paio di foto da mandare a Egon e sono di nuovo settato sui 20 orari verso Rimini. Il sole cala, la foschia avanza e investe di nuovo il litorale. L’atmosfera si fa spettrale km dopo km. Attraverso Igea Marina e l’impressione è quella di una città popolata da fantasmi che appaiono dal nulla al mio passaggio. Probabilmente, se mi girassi indietro una volta che li ho superati, non vedrei altro che la strada deserta.
      Si accendo i primi lampioni, si spengono piano piano le luci di questo breve viaggio. Ed ecco Rimini, finalmente. Sono abbastanza stanco e mi dirigo direttamente all’hotel. Il tempo di sistemarmi e docciarmi, poi esco e vado a cenare a Borgo San Giuliano con la mia famiglia. Inizialmente mi pento di avergli proposto questa reunion fuori confine, dal momento che come al solito mio papà e mio zio sono entusiasti come un fiore su una lapide. Ma una volta seduti davanti a un bel piatto di pappardelle, ogni incazzatura si dirada come la foschia di questi giorni e lascia spazio a un sorriso e ad un serata piacevole. Abbiamo il tempo anche per un rapido giro in centro città. Sempre bella e affascinante Rimini, peccato per la nebbia. Risaliamo in macchina, torniamo all’hotel, ci salutiamo. Sono felice, per me e per loro. Gli voglio bene e sono questi i ricordi che voglio avere di loro e insieme a loro.
      In questi momenti piacevoli non posso fare a meno di pensare al futuro, a quando non ci saranno più… e mi assalgono una tristezza e un’amarezza profonda, perché so che è inevitabile e che non posso fermare il tempo. Posso solo cercare di rendere speciale ogni momento passato insieme. E portarli per sempre dentro al cuore. Dio quanto mi mancheranno…
      Fine del viaggio signori, è stato un piacere, come al solito…
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