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- Jul 2, 2023, 9:18am
- ☁️ 24 °C
- Altitude: 27 m
- United StatesNew YorkKings CountyDumboFulton Ferry Historic District40°42’10” N 73°59’24” W
Dumbo
July 2, 2023 in the United States ⋅ ☁️ 24 °C
Poi in metro siamo andati a Brooklyn nel quartiere Dumbo (acronimo di Down Under Manhattan Bridge Overpass) tra il Manhattan Bridge e il ponte di Brooklyn. Anche noi ovviamente abbiamo fotografato il famoso scorcio del ponte di Manhattan, quello della locandina del film “C’era una volta in America”.
Abbiamo pranzato con dei tacos e poi ci siamo riposati nel Brooklyn Bridge Park con splendida vista sullo skyline di Manhattan. In lontananza, era ben visibile anche la Statua della Libertà. Prima di dirigerci verso Delancey St. (dove inizia il Williamsburg Bridge) per ascoltare un po’ di jazz, ci siamo rifocillati con gelato o mango.
È stato ovviamente Andrea a trovare il locale “Sour Mouse” (topo aspro/acido) sotterraneo, con bar, tavoli da biliardo, dipinti alle pareti che volendo si possono acquistare. In un lato sono posizionati batteria, contrabbasso e tastiera. Quando entriamo stanno già suonando, ma molto gentilmente ci fanno sedere proprio di fronte ai musicisti. Si alternano a cantare uomini e donne, giovani e vecchi, tutti bravi. Accanto ad Andrea si siede una delle cantanti, Mel, che gli dà il suo telefonino per farsi registrare mentre canta. C’è anche un giovane ballerino di Tiptap: il suono prodotto dalle sue scarpe si sovrappone alla musica in perfetta sintonia. Una donna nera, un vero personaggio, canta e balla una canzone ritmica e coinvolgente: prima di uscire vado a ringraziarla per avermi emozionato. Poiché le esibizioni sono gratuite (a metà spettacolo un vecchietto, che poi suonerà, gira con un vaso di vetro per raccogliere solo eventuali offerte) al bar prendiamo tre birre e una pizza margherita che ci danno già tagliata: una “slice” ciascuno. Poco prima della fine la signora che ci aveva fatto accomodare spiega, perché in sala ci sono anche persone europee, che nel 2019 lei e il marito entrambi jazzisti attempati hanno deciso di aprire questo locale perché anche i giovani possano dedicarsi al jazz. Usciamo dopo un paio d’ore davvero contenti e rilassati.
Quando usciamo dalla metro, nel tragitto a piedi per tornare in albergo, ci soffermiamo a osservare le case di Soho, molte delle quali sono in ghisa ricoperte di mattoni, con le scale antincendio proprio come quelle che si vedono nei film.
La sera festeggiamo l’anniversario del matrimonio di Laura e Natale. Andrea ha trovato un ristorante greco, ma quando ci arriviamo, poco dopo le 20,30 non c’è posto: la cucina chiude alle 22,30, anche a New York si cena relativamente presto. Per fortuna troviamo posto in un ristorante israeliano lì vicino. Hummus di ceci, falafel, pita, couscous di verdure, birra e solite caraffe di acqua.Read more