• Louis Lybra
  • Alba Claire

śrī laṃkāva 2024 - ශ්රී ලංකාව

A 15-day adventure by Louis & Alba Read more
  • “Museo” delle gemme

    August 29, 2024 in Sri Lanka ⋅ ☁️ 24 °C

    Ci svegliamo un pochino rinco per una notte agitata da scimmie sul letto e bestiacce in bagno. La host ci fa sapere che non serve la colazione in questo periodo, quindi rimandiamo a riempire il pancino dopo la prima tappa della giornata, vicinissima al punto panoramico della città. Da qui si può osservare tutto il laghetto del centro città e le diverse colline che la circondano, con tanto di statue si buddha e stupe bianche che sbucano qui e là nella vegetazione.
    Un click dal telefono e siamo già dentro al “museo” (ovvero negozio) di gemme preziose. Siamo velocemente accompagnati in una sala, dove ci proiettano, in lingua italiana, la storia tradizionale delle ricerca di gemme preziose, che quest’isola conserva nel sottosuolo. Ed è proprio su questo che si concentra il video, mostrandoci tutto il lavoro nelle pozze profonde 20 metri, scavate a mano, riempite e svuotate d’acqua più volte fino a raggiungere il terreno argilloso che con tanta pazienza si passa al setaccio a mano: una volta sfruttata l’area, si richiude e si passa ad un’altra zona, rispettando il territorio. Dubitiamo che attualmente si utilizzi un metodo così arcaico senza l’utilizzo di strumenti meno rudimentali, ma è decisamente affascinante. Anche in questo caso il tour è gratuito, nella speranza di acquisti nello shop finale.
    Ringraziamo e partiamo per il centro città per degustare una colazione a base di uova, veramente orrenda e senza penarci troppo, siamo pronti a salutare per sempre Kandy.
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  • Giardino delle spezie

    August 29, 2024 in Sri Lanka ⋅ ☁️ 29 °C

    La strada verso la prossima meta è costellata di aziende che coltivano spezie e producono oli, essenze e rimedi ayurvedici. Chiediamo a Purna se possiamo fermarci in una di queste e ci ritroviamo in un giardino profumato e pieno di piante aromatiche!
    Siamo sorpresi di avere una guida locale che parli italiano, ci dice subito che il tour è gratuito e la mancia è gradita se siamo soddisfatti. Iniziamo subito dalla pianta del pepe, con le sue bacche rosse, che diventano nere o bianche a seconda del tipo di essicazione. Si prosegue per la pianta del sandalo, dal quale si ricava un olio perfetto per aiutare la guarigione di cicatrici, smagliature e ridurre le rughe (due chili, grazie!), continuiamo con la pianta della vaniglia, ovvero un’orchidea parassita e rampicante che uccide la pianta ospitante. Il baccello verde viene essiccato e la raccolta è annuale (forse è per questo che il costo è esorbitante!), non ci sorprende la cannella, pianta originaria cingalese, poi esportata in india, dalla quale creano un olio ottimo per la circolazione e perfetto per combattere i funghi ai piedi con caldi pediluvi.
    La pianta del cacao, l’unica non autoctona e importata dagli inglesi, viene importata direttamente in semi verso l’europa e non c’è un grande consumo interno, se non tritata, in quanto ottimo per il cuore perché pieno di magnesio.
    Passiamo poi alla curcuma antibatterica, anti tumorale e ottima per le infiammazioni; alla noce moscata, da usare con parsimonia perché tossica; al cardamomo seccato non al sole, ma con fumo secco, perché i raggi solari ne cambiano il colore (i semi si usano per l’alitosi!) e data la sua natura balsamica preparano lo spice balm (tipo tiger balm) insieme ad altre spezie locali.
    Il tour si chiude con la proposta di un massaggio veloce e gratuito (gradita la mancia!) da parte di studenti che useranno i due oli (quello verde per cervicale e spalle, quello rosso per il colpo e dolori muscolari). Accettiamo e ci sediamo su due panche dure. Gli studenti hanno 20 anni per gamba e le mani ruvide, quindi qualche dubbio inizia a sorgere, ma ci godiamo il massaggio, obiettivamente molto rilassante.
    Alla chiusura definitiva della visita, ci rechiamo al piccolo shop, dove decidiamo di acquistare i prodotti locali, anche se i prezzi sono quasi al pari di quelli europei. Un pochino ingenuamente non ci poniamo troppe domande e usciamo spendendo sicuramente troppo, senza la garanzia della bontà di quanto acquistato. Ci rimangono dubbi per tutto il giorno, ma alla fine ci rendiamo conto che siamo stati sicuramente naif, ma l’esperienza di vedere le piante ed avere una spiegazione personale del giardino è stata un’esperienza indimenticabile
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  • Dambulla - Golden Temple

    August 29, 2024 in Sri Lanka ⋅ ☁️ 31 °C

    Un’oretta di macchina e arriviamo finalmente a una delle tappe più attese di tutta la vacanza: i templi nelle grotte di Dambulla!
    Antichi templi buddisti scavati nella roccia a 160 metri sopra le pianure circostanti, dove la prima risale a circa un secolo avanti cristo. Quando pensiamo che tutta la cultura giri attorno al cattolicesimo, dovremmo veramente allargare la prospettiva, perché nel mondo il buddismo ha smosso altrettanto, se non di più!
    Per accedere alle grotte è necessario, ovviamente, salire un bel po’ di scalini, che con la calura e l’umidità sono un po’ difficili da affrontare. Ci facciamo forza con piccole pause accompagnate da deliziose scimmiette baby che scorrazzano quasi tra i nostri piedi. Sudati e sfiancati, arriviamo alla cima dove lasciamo custodite le nostre Birkenstock e mentre stiamo per entrare ci viene chiesto il biglietto. Quale biglietto?
    Bene, a quando pare esistono due scalinate, una con alla base il ticket di ingresso (solo per i turisti ovvio) e l’altro, quello che abbiamo percorso noi, senza cartelli o info. Sconsolati siamo costretti a tornare in pianura, questa volta dal lato corretto. Arriviamo al ticket office. Paghiamo. Beviamo un sorso d’acqua. Torniamo su.
    Ad un certo punto, a metà strada colanti ed esausti assistiamo ad una scena assurda: delle spagnole buttano una confezione in plastica di burro, in mano ad una scimmia che esaltata inizia ad aprire la confezione di plastica e leccarla. Non mi taccio e le dico in spagnolo che mi sembra una stronzata dare da mangiare ad un animale selvatico, per di più confezionato in plastica. Luigi rincara in inglese “se dovete fare queste cose, statevene in Spagna”. Una di loro si imbarazza, noi torniamo su come schegge, usando come carburante la rabbia della vicenda.
    Riposiamo le scarpe e ci calmiamo: non possiamo entrare in questo tempio con energie negative e sorridenti varchiamo la soglia di un cortile di pietra dove domina il solito albero della Bodhi. Sulla parete rocciosa a destra ci sono delle entrate buie delle 5 grotte antiche.
    La prima ci sorprende per la ricchezza di dettagli, del suo Buddha sdraiato e sornione. I dipinti alle pareti sono in gran parte sbiaditi.
    La seconda grotta è la più incredibile ed è piena di statue (quasi 60) sia religiose che secolari scolpite nella roccia viva e migliaia di dipinti colorati sulle pareti e il soffitto.
Questa grotta include immagini di Buddha seduto, sdraiato e in piedi, le immagini dei quattro dei: Natha, Maitreya, Upulvan e Saman.
La presenza di una statua in legno a grandezza naturale che si crede sia quella del re Walagamba, e una statua del re Nissankamalla dà il nome a questa grotta. Il soffitto e le pareti sono ricoperti da murales colorati raffiguranti la storia del buddismo e dello Sri Lanka.
    Rimaniamo senza fiato! I colori, le geometrie, la pietra scavata!
    Le altre grotte non possono eguagliare la seconda ma continuiamo la visita meravigliandoci dei dettagli incredibili, come il cuscino dipinto di un ennesimo Buddha sdraiato, sembra così comodo e soffice! I turisti son pochissimi, possiamo gironzolare con calma e a parte qualche guida che si offre come accompagnatore, non siamo disturbati. Arrivati all’ultima grotta, troviamo una scimmietta intenta a rubacchiare i fiori in offerta, che vedendoci si è riempita le manine e corsa fuori con il bottino! Scendiamo gli scalini con un’energia, consapevoli che la prossima tappa, sarà ancora più emozionante!
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  • Riserva Missirya 🐘

    August 29, 2024 in Sri Lanka ⋅ ☁️ 31 °C

    Iniziamo ad essere stanchi e cullati dalla macchina iniziamo ad abbioccarci dolcemente, quando una brusca frenata ci fa aprite gli occhi e vediamo un culone elefantesco entrare ai lati della strada nella giungla. Purna ride, ce lo aveva detto che in questa zona gli elefanti selvaggi sono tanti e che spesso attraversano le strade, fregandosene degli dei veicoli. Siamo gasatissimi, finalmente potremo vedere questo simbolo singalese in tutta la sua libertà: andiamo al parco Naturale e protetto Minnerya, casa di centinaia di elefanti liberi!
    In tutta l’isola ci sono tantissimi parchi dove è possibile organizzare dei safari, il più famoso è lo Yala, che però abbiamo escluso perché troppo frequentato (anche se oltre agli elefanti ci sarebbero stati leopardi, macachi, bufali e coccodrilli). Incontriamo a pochi chilometri dal parco il contatto del nostro driver, che stando alle sue parole avrebbe decenni di esperienza. Noi possiamo solo notare la jeep sgangherata sulla quale saliamo e corriamo come pazzi per essere dentro al parco in tempo per l’ultimo ingresso, alle 16. Alle 15.59 paghiamo i biglietti, ci congratuliamo per l’orario perfetto e con una risata generale entriamo dal gate principale dove subito saliamo in piedi per osservare la natura dal tettuccio. Per un buon 20 minuti l’unica cosa che vediamo sono le nostre facce verdi causate dal continuo percorso tracciato da buche e dislivelli che gli ormai consumati ammortizzatori della macchina fanno fatica a reggere. Appena arriviamo alla pianura attorno al lago (dove solitamente si radunano gli elefanti a quest’ora) troviamo ad accoglierci dei variopinti pavoni che scorrazzano tra l’erba bassa. Qualche curva e finalmente vediamo sbucare dagli alberi prima uno, poi tre, poi 5 elefanti tutti concentrati a strappare l’erba dal prato, sbatterla vigorosamente (forse per togliere la terra?) e buttarsela gelosamente in bocca, poi continuare ancora.
    Che meraviglia!
    Proseguiamo verso il lago, dove decine e decine di elefante sono sparpagliati. Raggiungiamo altre jeep accostate e rimaniamo in religioso silenzio ad osservare gli elefanti muoversi e anche avvicinarsi a noi. L’unico disturbo, degli spagnoli che parlano (urlano), non ci freniamo da un vigoroso ssssssh. A costo di passare per rompipalle, vogliamo goderci questo meraviglioso momento naturale. Continuiamo il percorso che è lo stesso per tutte le vetture, con calma e senza fretta, potendo osservare da tutte le angolazioni questi stupendi animali. Sono decine attorno a noi, mangiano, giocano, si cercano con le proboscidi. Ma guai ad avvicinarsi troppo, anche se abituati alle macchine, sono animali selvaggi che odiano essere messi all’angolo. Tempo di una piccola pausa per camminare nella riserva e ritorniamo al nostro tour. Non ci accorgiamo che son passate quasi due ore, tempo di tornare all’ingresso, ma una fila di jeep blocca il percorso! Cerchiamo di capire cosa stia succedendo e davanti a noi vediamo un elefante caricare la prima macchina, che retrocede velocemente. Una signora inglese, dal suo tettuccio, ci dice che l’elefante non li fa passare. A questo punto, la nostra macchina passa davanti alle altre, in prima linea contro i pachidermi che alla fine son 4 (3 adulti e 1 piccolo). Iniziamo a sbiancare. Perché noi stiamo andando contro la morte?
    In verità l’elefante cede il passo; poi inizia ad avanzare verso di noi, ma il nostro autista gli grida qualcosa e tutti indietreggiano verso la giungla. Siamo allibiti e qui prendiamo atto che effettivamente il nostro autista ha molta esperienza e ed è rispettato dagli altri, che lo hanno fatto passare per sbloccare la situazione. Procediamo con le altre macchine in fila dietro di noi.
    Troppe emozioni, non possiamo fare altro che andare a sedimentare tutto verso il nostro prossimo hotel, questa volta un ecolodge nella giungla.
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  • Una doccia calda, finalmente

    August 29, 2024 in Sri Lanka ⋅ ☁️ 28 °C

    Questa volta vogliamo coccolarci e invece di dormire nella solita homestay, abbiamo scelto un hotel più fighetto in mezzo alla natura. Arriviamo con il sole appena tramontato, al buio, ci offrono un tè nero speciale all’aglio&coriandolo, incredibilmente buono! Non riusciamo a percepire del tutto gli spazi, ma appena vediamo la camera, siamo felici!
    Soprattutto il bagno e la doccia. Una vera doccia con pressione ed acqua calda.
    Avendo saltato il pranzo accettiamo di mangiare direttamente nel giardino e lo chef appena saputo di avere degli ospiti italiani si palesa facendosi sapere che ha imparato a cucinare in italia. Felici mangiamo con gusto la zuppa al pomodoro (ce la ricordavamo diversa! Ma buonissima) e un pollo/pesce alla griglia molto pepato! Chiude una coppa di gelato con macedonia (e banane sigh) e in poco tempo siamo già a letto con le stelline negli occhi. Domani la sveglia è fissata alle 4,45!
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  • Sigiriya

    August 30, 2024 in Sri Lanka ⋅ ☁️ 26 °C

    La giornata è di quelle toste, una di quelle che vanno bene una volta all'anno. Sveglia alle 5. Nessuna colazione, non c'è tempo, alla reception ci donano 4 mini banane che metto nella tasca esterna dello zaino. Direzione Sigiriya, un sito archeologico protetto dall'UNESCO, alto circa 200 metri, nella cui sommità piatta ci sono le rovine del palazzo reale, costruito durante il regno di Kashyapa. Tizio particolare, ha murato il padre, usurpato il trono destinato al fratello e altre marachelle tipiche del quinto secolo d.C.
    A noi ha lasciato 1200 scalini di intensità crescente, con l'ultimo pezzo veramente tosto ma ci arriveremo.

    Scopo della levataccia evitare il caldo, la ressa di turisti e godersi il panorama albeggiante.
    Fortunatamente la giornata ha un ottimo clima, cielo coperto e ben ventilato.
    Ore 5.45 facciamo i biglietti (27,17€ cad, alla faccia).

    Nella prima parte le scale sono rade e portano a giardini, vasche e ruderi vari e eventuali. Gli spazi sono molto ampi e verdeggianti. Di tanto in tanto i segnali ricordano la direzione per la salita e di fare silenzio, in quanto l'intera area è abitata da calabroni enormi che si arrabbiano facilmente.
    Dopo un quarto d'ora iniziano le vere scale ed io sono già stanco. Per una volta sono scale con gradini abbastanza regolari ma sono molto ripide e strette. Riesco addirittura a sorpassare una signora in totale sovrappeso che si fa trainare dalla sua povera guida cingalese. È italiana e ci incitiamo a vicenda. No, non sto parlando di Alba, lei in tutto questo è una vera capretta e mi distacca di diversi metri.

    Con le ultime energie rimaste arriviamo alla vera e propria Lion Rock, ovvero alla base dell'ultima mega salita ai quali piedi primeggiano due zampone di leone.
    Qui le scale sono in metallo e sono costruite lungo la parete rocciosa, per cui da un lato si può "gustare" la vista a strapiombo.
    Qui la situazione è davvero terribile, alle scale si aggiungono le vertigini e nel passaggio stretto finale una scimmietta si lancia sulla mia schiena per cercare di prendere le banane dimenticate. È il terrore necessario per farmi fare gli ultimi gradini alla velocità della luce.
    Con un po' di cacarella si arriva su e Alba fa qualche tonnellata di foto, il panorama è magnifico e ci rendiamo conto di essere in un posto speciale.

    Ci prendiamo una mezz'oretta per girovagare, contemplare l'area e salutare la mia amica cicciona che contro ogni previsione anche lei è sul tetto dello Sri Lanka.
    La discesa è abbastanza dura per chi come me soffre di vertigini, ma fissando la roccia ed evitando di guardare verso valle ce la si fa.
    La strada per il ritorno devia e costeggia la roccia sempre con vista a strapriombo, fino a farci arrivare a due scale a chiocciola per veri impavidi. Le scale conducono a una sorta di grotta dove vengono gelosamente custoditi degli antichissimi dipinti rimasti piuttosto integri negli anni. Purtroppo è vietato scattare foto ma non dimenticheremo mai le tondissime mammelle siliconate delle signorine dipinte.
    Riscendendo le scale a chiocciola riprendiamo la discesa sempre meno ripida che ci riporta al parking intorno alle 8.45.
    La colazione in hotel è servita fino alle 9.30, non possiamo farcela sfuggire.
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  • Polonnaruwa

    August 30, 2024 in Sri Lanka ⋅ 🌬 33 °C

    La colazione è servita: frutta, uova e fette di pane tostato! Giusto il tempo di cambiarci e siamo di nuovo in pista, per un’ora di strada asfaltata. Ci cade l’occhietto e ci svegliamo parcheggiati alla meta: il complesso di rovine e luoghi sacri di Polonnaruwa. Questa città era attorno al 1100 d.c. un grande centro religioso e di commercio dove regnavano i potenti sovrani cingalesi. I siti sono centinaia e non basterebbe una settimana per visitarlo tutti con attenzione. Noi abbiamo poche ore e nonostante il nostro odio per un turismo mordi e fuggi è meglio di niente.
    Fortunatamente le rovine meglio conservate sono concentrate in punti strategici e iniziamo con l’acquisto del biglietto comulativo (30 danari per gli stranieri!) e la visita al museo adiacente. Qui troviamo numerose scolaresche che scambiano timidi saluti e ridacchiano quando ricambiamo.
    È un peccato che anche in questo museo sia vietato scattare fotografie, avrebbe aiutato la nostra memoria e la nostra pigrizia, dato che per il caldo e la quantità di gente, non ce la siamo sentita di leggere con dedizione tutte le numerose e lunghissime didascalie. Le statue ed i resti degli scavi sono affascinanti, sono stati rinvenuti persino attrezzi chirurgici!
    Usciti dal museo cambiamo zona e procediamo verso il gruppo di rovine del royal palace. Qui veniamo per la prima volta infastiditi da venditori molto motivati, che non ci lasciano neppure tregua per leggere la guida e capire che cosa stiamo osservando! Ci spostiamo e andiamo direttamente a quello che dovrebbe essere il masterpiece, ovvero il palazzo del re, o quel che ne rimane, solo delle mura molto alte con i segni delle travi, che secondo i racconti sorreggevano ben 7 piani, con un totale di 50 stanze e 30 colonne: un palazzo decisamente enorme per l’epoca!
    Torniamo alla macchina per spostarci alle rovine del quadrilatero, la parte più popolare! Prima però concediamo un piccolo snack rinfrescante, offrendolo anche a Purna.
    Essendo questa parte un sito buddista, dobbiamo toglierci Birkenstock e cappelli, ardua impresa considerato il sole a picco sulle pietre e sulle capocce. Ci siamo scordati i calzini e la nostra visita diventa una comica danza saltellante tra un micro pezzo d’ombra e l’altro, con intermezzi sabbiosi appuntiti o roccia rovente.
    Abbracciamo la sofferenza come essenziale aspetto della vita, da bravi discepoli buddisti e continuiamo la nostra visita alle rovine, decisamente più affascinanti e meglio conservate: qui entriamo subito nel tempio Circolare Vatadage, con 4 meravigliose statue in pietra e decoratissimi ingressi in bassorilievo. Proseguiamo la visita a tempi meno dettagliati, ugualmente affascinanti però bollenti e finalmente ci riposiamo sotto un albero della bodhi mentre osserviamo la Satmahal Prasada, una struttura anomala, simile ad una ziggurat a piani molto alti e il Gal Pota, ovvero una riproduzione in pietra di un libro scritto in foglie di palma. A me pareva una lapide!
    Ormai abbiamo preso il ritmo, cambiamo l’ultima location per visitare l’ultima fermata di questo tour immersivo e procediamo al gruppo di rovine settentrionale. Partiamo dal Kiri Vihara e
    questa volta indossiamo al volo un paio di calzini che troviamo nello zainetto e decidiamo di condividerli (un calzino a testa) per patire un pochino meno le pietre ustionanti sotto i piedi.
    Le stupe sono di grande impatto visivo e qui in Sri Lanka sanno come fare effetto. Non siamo ancora in grado di capire se sono vuote o se dentro nascondano cunicolo come le piramidi, ma di certo le piccole stanzette esterne sono piuttosto deludenti e poco curate, almeno in questo caso. Giriamo attorno, contemplandone la vastità.
    È il turno di Rankot Vihara, un’altra stupa alta 54 metri, la più grande della città e quarta di tutta l’isola! Proprio qui sono stati ritrovati gli attrezzi chirurgici osservati al museo.
    Iniziamo a trascinare i piedi dall’altra parte della strada e con senso di colpa non riusciamo a dare la giusta attenzione alle statue giganti del Buddha scolpite in un’unica lastra di granito (il Buddha in piedi è di ben 7 metri).
    Complice il caldo ormai difficile da sostenere, decretiamo il definitivo termine alla giornata culturale. Ci aspetta un’ora di strada di ritorno decidiamo e di concludere la giornata in un modo davvero speciale 🪷
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  • Buffet casalingo

    August 30, 2024 in Sri Lanka ⋅ 🌬 33 °C

    Prima di procedere per la via del ritorno, ci fermiamo a mangiare in un buffet decisamente alternativo! Volevamo qualcosa di locale, non sempre la solita proposta turistica ed eccoci qui, a casa di questa signora sorridente che prima
    ci mette in mano le stoviglie più ecologiche mai usate, meravigliosi fiori di loto, poi illustra le pietanze del giorno tenute al caldo in pentole di terracotta posizionate sotto delle piccole fiammelle. In pratica Curry&Rice, piatto nazionale in tante versioni differenti, più qualche chicca mai ritrovata come il curry di jackfruit, frittelle di carote e le fantastiche melanzane fritte in agrodolce. Facciamo il secondo giro fino a scoppiare e concludiamo con una sorta di yogurt acido, innaffiato da caramello liquido. Tutto stupendo! Anche le decine di mosche che si posizionavano ovunque, su di noi, sui piatti, sulle pentole, ma se si vuole un’esperienza autentica, nel pacchetto sono incluse anche loro! Il pranzo è stato rallegrato da una gradevole conversazione con gli altri due giovani turisti belgi presenti, con i quali abbiamo condiviso pareri di viaggio e commenti sconsolati sulla politica europea.
    Belli satolli, siamo pronti per tornare a Sigeriya!
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  • Massaggio Ayurvedico

    August 30, 2024 in Sri Lanka ⋅ ☁️ 28 °C

    Scalini, caldo, stanchezza e gambe rotte: cosa si può fare per migliorare la situazione? Ovviamente un massaggio tipico ayurvedico!
    Chiediamo a Purna se conosce un centro tradizionale “non turistico eh”, perché tra le varie spa non riusciamo proprio a recapezzarci! Ci rassicura e tempo di tornare dalle polverose rovine, siamo in reception a decidere che tipo di trattamento fare!
    La struttura è all’aperto e tra una casettina e l’altra fanno indossare delle infradito unisex decisamente troppo grandi. Nel giardino di terra rossa giocano un paio di cuccioli di cane, mi rincuora sapere che almeno loro sono in uno spazio protetto e probabilmente ben nutriti. Decidiamo per un trattamento full body con shitodhara, ovvero un massaggio risalente all’antica tradizione della medicina ayurvedica indiana, eseguito attraverso l’utilizzo di un olio caldo che viene fatto colare lentamente sulla fronte, più precisamente sul Terzo Occhio, ossia Agnya Chakra, il sesto chakra.
    La prima parte del trattamento è un vero e proprio massaggio con olio a base di erbe eccome, dalla testa (con massaggi craniale piuttosto intenso) alla punta dei piedi che vengono accuratamente spremuti (per la mia gioia, meno quella di Luigi). Finalmente ci dicono di girarci a pancia in su, ci posizionano una ciotola di metallo penzolante sulla testa e stappano l’olio caldo, che scende a filo sulla fronte. Per me un’esperienza di profondo rilassamento, mi addormento con sogni molto intesi, svegliandomi quando la ciotola viene leggermente toccata creando un movimento molto leggero dell’olio che cola sulla fronte e sui capelli. Non ho percezione del tempo, non so quanto duri questo momento incredibile, ma quando finisce tutto l’olio mi sento rinata. Il trattamento si conclude con un bagno di vapore rilassante chiamato Swedana che ha come scopo quello di eliminare tutte le tossine che vengono espulse dal massaggio. Veniamo quindi condotti in una casettina vaporosa ricoperta di rami e foglie. Respiriamo a pieni polmoni per quasi venti minuti e poi è tempo di una bella doccia. L’olio nei capelli non si toglie facilmente!
    Concludiamo con un te finale offerto, unica foto scattata di tutta l’esperienza e torniamo al lodge con un arcobaleno che ci accompagna per tutto il breve tragitto
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  • Trincomalee 🎶

    August 31, 2024 in Sri Lanka ⋅ ⛅ 33 °C

    Questa volta ci svegliamo con calma. Nessun programma impegnativo: oggi si va semplicemente al mare! Dopo una colazione a base di uova e pancakes piatte ricoperte di frutta e sciroppo, ci rilassiamo nel giardino. Il viaggio potrebbe durare due/tre ore, giusto il tempo per sistemare qualche foto e scrivere le pagine di diario arretrate. Entro mezzogiorno, ci siamo, eccoci sulla costa est a Trincomalee!
    Salutiamo il nostro caro Purna, la sua missione è terminata e ci chiede se possiamo scrivergli una recensione su un quaderno che ha conservato nel porta oggetti per tutto il viaggio. Siamo felici di dargli un buon feedback e di trascrivergli qualche parola in italiano per i suoi prossimi clienti. Un abbraccio caloroso e si chiude un incontro che ha sicuramente contribuito al nostro viaggio e alla percezione che abbiamo avuto di questo Paese fino ad oggi.
    Procediamo verso il check-in in una struttura che da subito non vale i soldi che richiede. La stanza è tutta agghindata con asciugamani a forma di elefante, fiori e orpelli vari che non riescono a nascondere i muri e la mobilia fatiscente. Il ragazzo rimane sulla porta in attesa della mancia per aver portato i bagagli e ci tiene a farci sapere che è lui l’artista del letto.
    Chiudiamo la porta e dietro si nasconde uno strano e brutto insettaccio, che prontamente buttiamo dalla finestra! Iniziano a punzecchiarci le gambe e passiamo in rassegna tutte le zanzare che vediamo in stanza a suo di schiaffi mortali. Argh.
    Ok, non è come ce lo aspettavamo, ma non lasciamoci deprimere, siamo al mare, via i vestiti, benvenuto costume da bagno e subito in spiaggia.
    Trascorriamo il resto del pomeriggio al mare, pigramente sdraiati sui letti e tuffandoci in un mare fresco e piacevole.
    Tristemente notiamo una grande quantità di cani randagi che si rinfrescano sotto le sdraio e a volte tra le onde. Ad un certo punto si coalizzano contro uno di loro, che poi si rivelerà un cane con un proprietario poco affidabile. La scena però crea non poca tensione e noi ci preoccupiamo fino a che cane e “padrone” non andranno via. A quello punto anche il branco si divide ed ognuno torna alla postazione originaria
    Verso sera torniamo nella stanza e con sconforto sentiamo rumori di animali (uccelli? Scoiattoli?) molto forti provenire da sopra il nostro soffitto. Vado per farmi una doccia e mi rendo conto che oltre alla ruggine è completamente rotto il doccino.
    Eh no, a questo punto chiediamo il cambio camera!
    Veniamo spostati con mille scuse al piano di sotto e la camera, con forse i mobili più macchiati, ci sembra comunque meglio: almeno la doccia è intera e funziona!
    La sera torniamo in spiaggia dove qualche locale è aperto con lucine e tavoli sulla sabbia. Non abbiamo molta fame e condividiamo un piatto di patatine fritte.
    Andiamo a letto presto, domani la sveglia è di nuovo alle 7!
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  • Splash!

    September 1, 2024 in Sri Lanka ⋅ 🌬 30 °C

    Questa mattina i nostri piani si dividono! Dopo la colazione (meh) in hotel io son già pronta per la mia avventura subacquea e Luigi già predisposto per la sua mattina relax in spiaggia!
    Mi passano a prendere alle 8.25 precise in motorino. Il mio autista mi porge il casco (qui è obbligatorio e lo indossano tutti!) e dopo qualche chilometro sulla litorale arriviamo ad una delle tantissime agenzie di diving che si trovano sulla spiaggia. Ci sono già molte altre ragazze in loco, ma a quanto pare son tutte lì per fare snorkeling, a fare immersioni saró da sola con l’istruttore Shyam. Lui, con un inglese davvero stentato mi disegna la prima immersione, mi fa un po’ di domande sulle esperienze passate e presto carichiamo bombole e tutto il necessario in barca.
    Dopo circa 20 minuti in mare aperto, ci riavviciniamo alla costa, gettiamo l’ancora e mi butto dalla barca di schiena con già tutto addosso, BCD, maschera, pinne e una tuta aggiuntiva, per la temperatura dell’acqua.
    Purtroppo non ho trovato la copertura subacquea della gopro, quindi non ho potuto fare nessuna fotografia/video delle due immersioni, mi affido alla mia scarsa memoria:
    1. immersione Swami Rock
    Primo impatto terrificante, appena sgonfiato il BCD mi accorgo che la visibilità è pessima! Anche scendendo di parecchi metri tutto ha le tonalità del beige, i residui sono tantissimi e faccio fatica ad orientarmi. Shyam mi chiede spesso come va 👌, soprattutto per la pressione. Piano piano il cervello compensa la mancanza di colori e inizio a vedere la natura marina che mi circonda! Saremo sott’acqua per circa 30 minuti fino ad un massimo di -22 metri. Vedremo stelle marine (tantissime), pesci scorpione bellissimi, murene (tante!!) idoli mureschi (sempre in coppia) pesci chirurgo (in pratica Dory di alla ricerca di nemo) pesci pappagallo, trigger fish, ricci di mare, un pesce trombetta molto buffo e tanti altri di cui però non conosco proprio il nome!
    Il paesaggio roccioso è rimasto poco impresso nella mia mente, non molto vario, ma davvero denso di vita e ricchezza marina! Molte alghe erano buffe, a bolla, avrei tanto voluto toccarle, ma son di certo estremamente irritanti.
    Al ritorno in superficie mi mancavano ancora 100 bar! Non male dopo due anni di assenza dall’azoto, purtroppo sull’assetto ci dobbiamo proprio lavorare ancora!
    2. Navy Island Cave
    La seconda immersione è stata completamente differente! Dopo la consueta pausa di decompressione e varie foto che ci scambiamo con Luigi, lui sul bagno asciuga io in barca, ci rituffiamo in una zona diversa, ma questa volta la visibilità è davvero buona! (Non direi ottima, quella solo in pochi posti!). Il beige ha lasciato posto ad un blu acceso e mano a mano che riscendiamo, tutto assume un “bluette” di sfumatura, ma siccome la luce penetra bene, si riescono a vedere al meglio i colori. Il paesaggio marino è rigonfio di coralli di ogni tipo, colore e forma! Osserviamo meno animali, anche se non mancano gamberetti, murene baby (davvero adorabili!!) e pesci pagliaccio che difendono con coraggio le loro anemoni. La particolarità di questo sito è che si possono percorrere dei passaggi tra le rocce, cosa che mi inquieta assai, mi faccio coraggio e con grande goffaggine riesco nel primo tentativo senza troppi problemi. Nel secondo invece a causa della corrente, della vicinanza alle rocce dove sbattevano le onde in superficie e alla goffaggine (questa volta del mio istruttore) faccio veramente fatica a tornare sui miei passi, ma nel mentre riesco ad intravedere un pesce palla davvero enorme!
    Tornati a galla, mi rendo conto che sono davvero a pezzi! La corrente è stata forte e il mio istruttore un po’ distratto.
    Durante la seconda immersione infatti mi sono scontrata un paio di volte il corallo che è piuttosto tagliente e mi sono ferita al polpaccio destro, con tanto di sangue per accompagnare il disagio. Nulla di grave, ma con una preparazione personale più stabile e un accompagnatore più responsabile probabilmente non sarebbe successo.
    Sono quindi felice di tornare presto in spiaggia e mangiarmi un bel piatto ricostituente!
    In conclusione posso dire che il fondale cingalese non rimarrà impresso nella mia mente come tra i più belli, però son davvero felice di aver rimesso l’autorespiratore in bocca ed aver nuotato tra i banchi di pesci ancora una volta!
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  • Come bimbi

    September 1, 2024 in Sri Lanka ⋅ ⛅ 34 °C

    Appena tornata in spiaggia, con Luigi cerchiamo un posto dove pranzare e a pochi passi ci accomodiamo da “Fernando” un cortile con al centro dei tavoli di cemento e legno e tutt’intorno diversi localini con proposte ristorative molto diverse: sushi, dumpling, burger, tacos, burrito, pizza (follia costosissima!)… noi optiamo per la proposta ispirata al Messico con un tacos e un burrito accompagnati da chips di platano ed insalata esotica. Attorno a noi solo turisti bianchi, molti italiani. Ci sentiamo un pochino in colpa in questa bolla turistica, ma un po’ di pausa dal curry e dal piccante non ci dispiace. I piatti arrivano accompagnati da una buonissima limonata al passion fruit, tutto abbondante e buonissimo!
    Il pomeriggio lo dedichiamo al divertimento in spiaggia e come i giovani adolescenti attorno a noi ci divertiamo come matti tra le onde!
    Tra le orme che lasciamo sulla sabbia bagnata fanno capolino granchietti e vongole, che veloci scompaiono nella sabbia prima che uno dei corvi si precipiti a inghiottirseli.
    Per cena decidiamo di osare del “pesce fresco” e fidandoci delle ottime recensioni su google optiamo per il pescato del giorno, king fish cotto in padella all’hawai bar sulla spiaggia. L’attesa è lunga ma ne vale la pena: ci lecchiamo ogni falange dopo aver finito il piatto condito meravigliosamente con una salsina locale e chiudiamo la cena con delle ottime frittelle di ananas con gelato!
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  • I delfini se la menano

    September 2, 2024 in Sri Lanka ⋅ 🌬 28 °C

    Questa mattina sveglia alle 5.
    Ma solo per me, Luigi può dormire tranquillo perché questa gita non la vuole fare.
    “I delfini se la menano”
    Questa è la motivazione!
    Io, invece, che del mondo marino sto fuori come una matta, avrei potuto pure dormire in spiaggia in attesa delle 5,45 al punto di ritrovo sulla spiaggia pur di vederli. Li adoro e ovunque nel mondo, se ho la possibilità di osservarli in natura, partecipo alle escursioni. Arrivo stranamente in anticipo. Faccio in tempo a guardarmi il sole che spunta dal mare, prima timido e delicato poi subito focoso ed irritante. Non quanto le mie compagne di viaggio tedesche che si presentano in ritardo alle 6.20 ridendo e senza spiegazioni. Siamo solo noi tre insieme alla guida. Spingiamo la barca dalla sabbia al mare e salpiamo verso la baia di Trincomalee dove ogni mattina prestissimo si radunano i delfini, probabilmente per banchettare. In poco più di 20 minuti ci siamo! Vedo altre barchette come la nostra, forse in 6/7 e spero che questo non disturbi troppo i padroni del mare.
    “Se non vedete i delfini, vi rimborsiamo”. Ma è impossibile non vederli!! Sono subito tantissimi, decine in ogni direzione. Saltano, respirano, tornano in acque profonde e per minuti noi umani teniamo il respiro corto nell’attesa di capire dove emergeranno questa volta.
    Sono delfini piccoli, per nulla schivi. Ci ignorano, probabilmente siamo parte della
    loro routine mattutina. Provare a catturare il loro salto con il cellulare è un impresa da boomer, così che in poco tempo lo lascio da parte e mi godo l’esperienza.
    Chissà se un giorno riusciró a fare un’immersione con loro, vederli dal loro elemento!
    Dopo una fetta di anguria, con vista di salti e tuffi, torniamo alla base, dove Luigi mi attende per la colazione!
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  • Thirukoneswaram Kovil

    September 2, 2024 in Sri Lanka ⋅ 🌬 30 °C

    Approfittiamo della temperatura del mattino, per andare a visitare il tempio hindu Thirukoneswaram Kovil, costruito sulla scogliera di Trincomalee! Chiamiamo un tuk tuk e in 15 minuti entriamo nella base militare che gestisce tutta l’area. Con il motore dell’Ape Piaggio abbellito con immagini trash e statuette buddiste, che sale faticosamente la collina, osserviamo la zona decorata con i vecchi cannoni olandesi e qua e là vediamo spuntare delle corna di cervi che vivono in armonia con gli abitanti.
    Giunti alla cima, iniziamo a camminare verso il tempio, circondati da variopinte bancarelle locali; che vendono offerte di ceste di frutta e collane di fiori, snack dolci e salati, giocattoli di plastica per bambini e qualche polveroso souvenir di legno. Nulla che attiri la nostra attenzione. Tolte le scarpe e coperte ginocchia, entriamo scalzi davanti ad una gigantesca statua di Shiva pronta ad accoglierci. Sicuramente di effetto!
    Il tempio è coloratissimo, all’interno è vietato fotografie ed è un peccato perché le decorazioni sono stupende. All’esterno ci sono le solite contraddizioni tra sporco e curato, dove statue, simboli di culto si mischiano con spazzatura e oggetti abbandonati. C’è la possibilità di avvicinarsi al limite della scogliera, dove si consumano giga e giga di selfie da parte di fedeli e turisti (pochi). Il luogo è molto bello, più piccolo di come ce lo eravamo immaginati e poco dopo siam già con le scarpe ai piedi a discendere dalla collina alla ricerca dei cervi. Purtroppo son tutti nascosti all’ombra di alberi dentro alle basi militari. Cerchiamo di entrare con nonchalance da un cancello aperto, ma veniamo prontamente cazziati!
    Il resto del percorso è costeggiato da case coloniali convertite in luoghi di addestramento. In pochi passi usciamo dal forte e ci consoliamo la vita con la piccola spiaggetta attigua, la dutch beach con un acqua limpida ed invitante. Mentre aspettiamo un tuk tuk, intravediamo dei cervi sotto un albero a farsi coccolare da qualche locale.
    Ci avviciniamo e scopriamo che un bambino molto piccolo maltratta un cerbiatto sotto lo sguardo imbranato dei genitori: non riusciamo a trattenerci e gridiamo vari no no, che inibiscono il comportamento del bimbo. Fa già molto caldo, decidiamo di tornare alla nostra base, ovvero la spiaggia!
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    Trip end
    September 7, 2024