• Elisa Chieno

Nuova Zelanda 2017-2018

Una aventura de 28 días de Elisa Leer más
  • Abel Tasman Park (Trekking)

    27 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ 🌙 25 °C

    Eccoci finalmente a terra!
    Il nostro catamarano ci lascia a Tonga Quarry e da qui possiamo partire con la nostra camminata nel bosco, composto principalmente di pini marittimi e felci. Per la prima volta vediamo una foresta di Silver Fern, simbolo della Nuova Zelanda! Dal momento che l'appuntamento con la nave di ritorno è solo alle 15.10, decidiamo di prendercela con calma e seguire il percorso più interno, passando per due cascate e un ponte sospeso. Ovunque guardiamo, gli scorci sono mozzafiato...Leer más

  • Abel Tasman National Park (Medlands)

    27 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ 🌧 16 °C

    Nonostante l'ampio margine con cui eravamo partiti da Tonga Quarry, forse ce la siamo presa un po' troppo con calma. Arriviamo infatti a Medlands Beach poco prima dell'orario di pick up!
    Dopo questa scarpinata nella foresta di felci ci siamo però meritati un momento di ristoro. E così improvvisiamo sulla spiaggia un picnic frugale sfidando vento... e gabbiani!
    Per fortuna la nostra barca è in ritardo e possiamo così rilassarci una mezzoretta sulla spiaggia, mentre papà va a familiarizzare con una famigliola di Oyster Catcher (ormai ufficialmente diventati i suoi volatili preferiti) che ha fatto il nido a pochi metri da noi.
    Verso le 3.30 pm arriva finalmente la nostra barca, che ci riporta a Kaiteriteri.
    Anche questa volta Abel Tasman ha mantenuto la promessa: è stata una giornata spettacolare!
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  • Split Apple Rock

    27 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ 🌙 15 °C

    Rientriamo a Kaiteriteri dal Parco di Abel Tasman prima del previsto e quindi decidiamo di fare un salto alla Split Apple Rock, dal momento che non ci andremo in Kayak (sigh!).
    La stradina per arrivarci è a dir poco tortuosa (ma la mamma esperta guidatrice in montagna non ha problemi) e ci lascia sulla cima del promontorio. Da qui dobbiamo proseguire a piedi e, nonostante le dure proteste di papà, il sentiero è più che fattibile e ci porta alla spiaggetta in una decina di minuti.
    Con la luce del tramonto la Split Apple Rock Beach ha un aspetto magico e la celebre roccia a forma di mela spaccata a metà è ben visibile dalla riva.
    Che emozione tornare qui dopo 12 anni... anche se questa volta non via mare!
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  • Motueka

    27 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ 🌙 14 °C

    Dopo una splendida giornata a Abel Tasman National Park ci prepariamo al rientro a Motueka per la nostra ultima notte prima della trasferta a Collingwood. A sorpresa, riesco a convincere i miei a fare una nuova esperienza: una cenetta kiwi... home made!
    Sulla strada per il nostro motel mi fermo dunque un attimo a fare la spesa e poi, mentre la mamma si dedica alla sua prima lavatrice in terra australe e ad un lavaggio di capelli con relativa lunga asciugatura, mi metto ai fornelli.
    Il menù prevede: spicy Thai pumpkin soup, una mince pie di carne, una specie di tortilla di patate e bacon, contorno di lenticchie alla messicana (per me) e piselli (per papà) e per chiudere... Christmas mince pies!
    Direi che è stato tutto apprezzato (senza "direi", considerati gli avanzi), ma sulla zuppa piccante i miei sembravano lievemente... on fire!
    Dopo cena c'è stato il ritiro della roba dall'asciugatrice e poi tutti a nanna. Domani si va a Collingwood, punto di partenza per Farewell Spit, la punta nord della South Island.
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  • Motueka (Inlet & Sand spit)

    28 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ 🌙 14 °C

    Dopo le fatiche di ieri ci concediamo una dormita fino a tardi (le 9... sigh!) e approfittiamo delle facilities del nostro super motel per fare delle belle docce. La padrona ci concede molto gentilmente di lasciare i bagagli nel suo garage e così possiamo farci un giro di Motueka.
    Su consiglio della nostra host, andiamo alla laguna di Motueka, che con la bassa marea diventa una specie di buffet per gli uccelli costieri. Lungo la costa in secca c'è un vecchio relitto e numerose barche che poggiano sulla chiglia.
    Il giro della laguna a piedi dura un'oretta abbondante, ma abbiamo ancora tempo (dobbiamo tornare al motel dopo le 14 a ritirare i bagagli) e allora decidiamo di fare un salto anche al sand spit, una lingua di sabbia che si prolunga lungo la costa. Ci rendiamo conto che quella che sembrava ghiaia luccicante è in realtà un mantello di conchiglie frantumate. Ce ne sono anche alcune intere e dei meravigliosi pezzi di madreperla. Speriamo arrivino a casa integri.
    Passiamo dunque per il centro del paese, molto carino e vivace nonostante le dimensioni del località. Dopo una sosta in un caffé per uno spuntino, io e la mamma andiamo a esplorare dei negozi e capitiamo in una gioielleria con delle meravigliose creazioni in giada e osso. La mamma si dimostra ancora una volta una calamita per chiunque parli italiano: la padrona è figlia di italiani! Ovviamente a quel punto chiediamo (e otteniamo) uno sconto e torniamo alla macchina, dove avevamo abbandonato il povero papà.
    Recuperiamo i bagagli al motel e siamo pronti a ripartire: prossima tappa... Collingwood!
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  • Takaka (on the road to Colligwood)

    28 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 18 °C

    La strada da Motueka a Collingwood dovrebbe richiedere solo un'ora e mezza e decidiamo dunque di prendercela con calma.
    Dopo una serie interminabile di curve molto strette con le macchine che viaggiano in senso contrario a velocità folli, decidiamo di riprendere fiato e fermarci ad un lookout panoramico. Percorriamo a piedi per una decina di minuti un sentiero in mezzo alla vegetazione con strane rocce nere che sembrano levigate dal vento. Alla fine giungiamo finalmente alla terrazza panoramica e la vista è obiettivamente mozzafiato: si vede tutta la baia di Motueka fino alle montagne che separano la regione di Tasman dalla West Coast. Davvero una meraviglia...Leer más

  • Collingwood

    28 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ 🌙 15 °C

    Prima di rimetterci in viaggio, contatto il tour di domani per confermare la nostra presenza e mi accorgo che mi avevano già scritto loro. Possiamo dunque ripartire e, dopo meno di un'ora, arriviamo finalmente a Collingwood, ridente paesino di 200 anime che... rischiò di essere capitale della Nuova Zelanda! A vederlo adesso pare quantomeno improbabile scorgere in questa manciata di casette la nuova Wellington...
    Dopo aver identificato il punto di partenza del nostro tour (non è stato molto complicato visto che ci sono due strade in tutto il paese), troviamo altrettanto facilmente il nostro ostello: una casetta in cima alla collina che guarda sull'estuario di un fiume.
    I nostri padroni di casa - Chris e Hiromi - ci spiegano le regole della casa: non esistono chiavi, si lasciano sempre fuori le scarpe e i bagni sono solo in comune. Il nostro alloggio è una specie di capanno in mezzo al giardino con porta a vetri non chiudibile. Sarà un'esperienza...
    Ah... in compenso domattina avremo la colazione gratis (ma solo se contribuiremo alla conversazione del gruppo)!
    Dopo aver lasciato i nostri bagagli in camera, ci avviamo verso il paese, che - a sorpresa - conta ben due trattorie e un café (oltre a due supermercati, un parrucchiere e i vigili del fuoco).
    Decidiamo di sperimentare la "tavern", che si rivela essere molto spartana (ma non nei prezzi). Dopo aver usufruito delle toilet facilities (per non dover poi attraversare di notte il giardino) torniamo in ostello. Io decido di andare a farmi un tè e scaricare le fotografie sul PC, ma in cucina becco un tizio di Auckland che mi attacca un bottone allucinante e non mi molla per tutta la sera. Ergo, le foto slitteranno a domani...
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  • Collingwood

    29 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 17 °C

    La sveglia suona presto stamattina: è la giornata del tour a Farewell Spit!
    Prima di partire per questa nuova avventura, ce n'è un'altra da affrontare: la prima colazione condivisa in un ostello per i miei genitori. Papà sembra lievemente impacciato e non si toglie mai lo zaino di spalla, ma il profumo del pane tostato sembra rilassarlo e presto si siede al tavolone con tutti per godersi la sua prima colazione da backpacker! Ok, la conversazione con la nostra Host non è delle migliori, ma direi che come primo approccio non è male. Il vero problema è il post colazione... ovvero il lavaggio piatti! Per quanto provi a convincerci a occuparcerne io o la mamma, non transigo: deve lavarsi e asciugarsi i piatti da solo. E dopo il primo tentativo glieli rimando indietro: erano ancora pieni di briciole!
    Superato lo scoglio della colazione, si può finalmente andare in paese, dove ci presentiamo all'ufficio del tour operator per il check in. Tre pullmini rossi sono già fuori ad aspettarci e saliamo subito sul nostro: Dart.
    La nostra autista-guida è un donnone tipico neozelandese. Ci sarà da divertirsi...
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  • Fossil Point

    29 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 19 °C

    Si parte!!!
    Su dei pullmini 4x4, adatti a qualunque tipo di terreno, inizia la nostra avventura per Farewell Spit, la punta nord della mia amata South Island. Il tour durerà in tutto 6-7 ore e avverrà durante la bassa marea, che un questa zona arriva a 4-5 metri.
    A una ventina di chilometri da Collingwood arriviamo finalmente all'inizio del famoso Farewell Spit, la gigantesca lingua di sabbia che si estende da ovest verso est nel mare che separa le due isole.
    Il primo stop è Fossil Point, una spettacolare spiaggia sotto una scogliera le cui rocce - spaccate da una tempesta - hanno rivelato dei resti fossili di fauna marina.
    Sulla spiaggia facciamo un incontro ravvicinato con le simpatiche foche neozelandesi, impegnate a riposarsi al fresco degli scogli. Non sembrano affatto allarmate dalla nostra presenza e possiamo quindi avvicinarci per fare le foto. Sono davvero dolcissime! A giudicare dalla nuvoletta di mosche che le avvolge, però, non devono essere altrettanto profumate...
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  • Farewell Spit (Lighthouse)

    29 de diciembre de 2017, Tasman Sea ⋅ ☀️ 19 °C

    Dopo l'incontro ravvicinato con i simpatici mammiferi marini, ci rimettiamo in moto e voliamo sulla spiaggia dorata di Farewell Spit verso il largo.
    Questa impressionante lingua di sabbia è la più lunga della Nuova Zelanda con i suoi 30 km e sta ancora crescendo, tanto che gli esperti ipotizzano che arriverà a chiudere la Golden Bay. La nostra guida ci spiega che sotto di noi la sabbia è profonda ben 250 metri e l'area è una riserva naturale in quanto preziosa colina di riproduzione di numerose varietà di uccelli.
    Oltre alle ormai classiche foche, vediamo numerosissimi oyster catchers con i pulcini... davvero teneri!
    Dopo altri chilometri (a velocità folle) sull'enorme distesa di spiaggia di Farewell Spit, arriviamo al faro: una casetta arancione su un'altissima palizzata bianca. A causa della bassa elevazione del terreno, è stato infatti necessario rialzare la struttura in modo da renderla visibile anche da lontano. Sempre per migliorare la visibilità del capo, intorno al faro sono stati piantati degli enormi alberi che vanno a formare una specie di oasi.
    In questa inaspettata macchia verde si trova l'alloggio del guardiano del faro nonché il nostro "bar". Eh sì, incredibile ma vero, in questa casupola a molte decine di chilometri da qualunque segno di civilizzazione c'è l'elettricità... e pure l'acqua corrente!
    La nostra autista-guida-ornitologa-zoologa diventa anche barista e ci prepara tè, caffé... e muffin! Ci sediamo a goderci il nostro lunch ad un tavolino in giardino, dove ci sono i classici cartelli che indicano varie località del mondo (Polo Sud, Giappone, ecc) e uno scheletro di balena.
    La sosta dura in tutto un'oretta: ristorati, siamo pronti per il prossimo step della nostra spedizione!
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  • Farewell Spit (Gannet Colony&Sand Dunes)

    29 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 18 °C

    Ripartiti dal faro, la nostra guida ci spiega che la fine ufficiale dello Spit è dove termina la vegetazione (di erbe), ma in realtà la sabbia continua per almeno un altro chilometro e avanza ogni anno. Insomma, il faro è parecchio prima della vera punta.
    Sull'altro lato della lingua vediamo quella che a prima vista sembra una distesa di sassolini bianchi in movimento. È la famosa colonia di Australasian gannets di Farewell Spit, meta di ornitologi provenienti da tutto il mondo.
    Dopo esserci spinti fino all'estremità di Farewell Spit, ripercorriamo al contrario la lunga lingua di sabbia verso Cape Farewell. Finalmente ci fermiamo a vedere le enormi dune di sabbia alla nostra sinistra e possiamo addirittura salirci a piedi.
    Sono davvero maestose! La sabbia è bianca e finissima, ma molto più compatta rispetto a quelle di Northland (il che rende l'arrampicata decisamente più semplice). Dalla cima la vista è davvero mozzafiato: il verdissimo mare di Tasmania da una parte e - dall'altra - la laguna formata dalla bassa marea nella Golden Bay. I nostri pullmini sono diventati dei puntini da quanto siamo in alto. Peccato che papà non sia venuto...
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  • Cape Farewell

    29 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 18 °C

    Dopo 30 km di sabbia, rieccoci sulla terra ferma. L'ultima tappa della gita è Cape Farewell, che - guarda a caso - ha preso il nome dal solito capitano Cook.
    Avevo visto delle foto, ma non rendevano assolutamente lo spettacolo che offre questo luogo: le dolci colline verdi puntinate di pecore si interrompono bruscamente verso il mare e precipitano nel mar di Tasmania con una scogliera spaccata a strapiombo che si conclude con un suggestivo arco di roccia.
    Dopo aver fatto alcune foto (che sicuramente non renderanno giustizia alla meraviglia che abbiamo davanti agli occhi), mi arrampico sul pendio di fronte a Cape Farewell per riprenderlo meglio... e rischio così di venire lasciata a terra dal nostro pullmino!
    Vabbè, tutto è bene quel che finisce bene...
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  • Collingwood

    29 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ 🌙 16 °C

    Rientriamo a Collingwood dalla nostra bellissima gita passando per una curiosa formazione rocciosa: l'Old Man Rock. Dopo una breve sosta all'immancabile mega supermercato locale per pomodori, cartoline e cappello, torniamo in ostello per il momento più temuto della settimana: la pesatura delle valigie!
    Dopo l'esperienza di Kerikeri non vogliamo ritrovarci nella stessa situazione e giochiamo dunque di incastri per riuscire a far rientrare nei parametri di pesi almeno tre delle quattro valigie (se poi ci pesano gli zaini ovviamente siamo fregati...).
    Dopo un'ora estenuante a fare-disfare-pesare-rifare tutti i bagagli, andiamo in paese per la cena. Scegliamo un café molto alternativo con dei piatti apparentemente allettanti... ed effettivamente tali si rivelano! Peccato che papà riesca come sempre a ordinare la cosa peggiore e - invece dell'atteso spezzatino di cinghiale - si ritrovi una zuppa coreana piccantissima con un contorno di verdure fucsia imbevute di zenzero e peperoncino. Come consolazione gli ho dato dei dolcetti di Shiho...
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  • Nelson Airport

    30 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 20 °C

    È arrivato il momento di salutare Collingwood! Dopo l'ultima colazione nel nostro ostello (ormai papà è diventato bravissimo a lavarsi i piatti) saliamo per l'ultima volta sulla nostra macchina rossa alla volta di Nelson, dove prenderemo il volo per Christchurch.
    Dopo un viaggio piacevole di un paio d'ore senza intoppi, giungiamo all'ufficio del car rental, lasciamo la macchina e veniamo portati subito all'aeroporto con il loro shuttle privato. Andiamo dunque a fare il check-in alle macchinette e una gentilissima signora della Air New Zealand ci fa i Boarding e, convinta che abbiamo tre bagagli imbarcati, mi spedisce il mio trolley super pesante... gratis!
    Togliamo il disturbo prima che si accorga dell'errore, ma poi mi rendo conto che nessuno ha preso i Boarding. Fortunatamente qualcuno ce li aveva tenuti da parte...
    A questo punto abbiamo un'oretta prima del decollo e ci stiamo già avviando verso il bar quando papà si accorge di aver dimenticato il cellulare nell'auto a noleggio. Chiamo subito l'ufficio e mi dicono che ce lo stanno già portando in aeroporto. Effettivamente dopo un minuto arriva una ragazza con telefono e cavo di alimentazione... ma manca il porta-telefono! E così salgo sul pullmino, torno al car rental, prendo il porta-telefono, risalgo sul pullmino, torno all'aeroporto e scopro che l'aereo ha mezz'ora di ritardo.
    Mi accomodo allora anche io al bar dell'aeroporto, dotato di ameno giardinetto esterno. Ovviamente anche qui nessun controllo... sarà dura riabituarsi agli standard di sicurezza europei!
    Il volo per Christchurch durerà poco più di mezz'ora e ci farà attraversare la parte più settentrionale delle Alpi Neozelandesi: la macchina fotografica è pronta!
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  • Christchurch to Kaikoura

    30 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ ⛅ 20 °C

    Dopo un bellissimo volo sulle montagne, atterriamo nella mia Christchurch. L'agenzia di car rental viene subito a prenderci con lo shuttle e sbrighiamo velocemente le pratiche, mentre la mamma riesce a trovare pure qui un'australiana di origini italiane.
    Partiamo subito con il nostro nuovo bolide alla volta di Kaikoura, non prima di essere passati per il mio vecchio liceo (Burnside High School) ed il quartiere di Bill e Diane.
    Prendiamo dunque la strada per Kaikoura attraverso le colline del Canterbury fino a raggiungere la costa. Qui i segni lasciati dal terremoto dello scorso anno sono ancora evidenti, ma la strada è comunque aperta seppur con qualche rallentamento. Hanno davvero fatto un grande lavoro!
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  • Kaikoura Peninsula

    30 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 19 °C

    Ed eccoci finalmente a Kaikoura!
    Con la luce della sera l'atmosfera è semplicemente magica e la montagna che si tuffa nell'oceano ha delle sfumature che non avevo mai visto. Le onde sono così forti che diffondono un fortissimo profumo di mare in tutta la città.
    Il nostro motel è proprio sul lungomare e la proprietaria ci ha lasciato le indicazioni per la nostra unit e persino per il parcheggio. Lasciati i bagagli in camera, partiamo subito per l'esplorazione della penisola sfruttando l'ultima ora di luce che ci resta.
    Oltre al paesaggio mozzafiato, il motivo per cui Kaikoura è famosa è la sua incredibile fauna marina: a poca distanza dalla costa è possibile ammirare balene, capodogli e delfini (e persino nuotare con loro), mentre sulla terraferma è presente una numerosissima colonia di foche. Memore dei miei ultimi viaggi in questa adorabile cittadina del Pacifico, guido sicura fino alla punta della penisola, dove dal ciglio della strada si estende un'immensa terrazza di rocce su cui si infrangono le onde spumeggianti dell'oceano in tempesta. E proprio su questi scogli troviamo le nostre amiche foche.
    Ne avvistiamo due esemplari enormi (e ben pasciuti) intenti a dormicchiare incuranti della nostra presenza. Persino quando un gruppo di rumorosissimi cinesi si avvicina e inizia a fotografarle da mezzo metro di distanza, questi paciosi mammiferi marini non sembrano troppo turbati.
    Soddisfatti, torniamo alla macchina, che nel frattempo è stata presa di mira da un altro tipico abitante delle coste, ma molto meno simpatico: i gabbiani!
    Dopo aver ripulito alla bell'è meglio la nostra povera auto, torniamo in paese e mostro ai miei il centro di questa piccola ma deliziosa cittadina. Ormai sono le 20 passate ed i negozi sono ovviamente tutti chiusi da tempo. Decidiamo dunque di fermarci a cena in un pub, dove ci servono uno dei migliori pasti che abbiamo avuto dal nostro arrivo in Nuova Zelanda: un croccantissimo fish&chips per me e due fantastici piatti di blue cod in agrodolce con noodles e verdure per i miei. E poi pure il dessert!
    Non c'è che dire: questa toccata e fuga a Kaikoura è stata un successo.
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  • Kaikoura to Christchurch

    31 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 15 °C

    Mattina a Kaikoura prima di ripartire alla volta di Christchurch!
    Dopo esserci alzati con calma e fatto il giro delle docce, andiamo alla "paua factory", una vera e propria istituzione di Kaikoura. Oltre alle conchiglie e a oggetti realizzati con la paua, hanno anche bellissimi ciondoli di giada e di osso. Compriamo così alcuni dei regali sulla lista.
    È ormai mezzogiorno e Christchurch ci chiama: oggi pomeriggio abbiamo l'agenda piena!
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  • Christchurch

    31 de diciembre de 2017, Nueva Zelanda ⋅ ☁️ 15 °C

    Dopo un piacevole viaggio di due ore e mezza, arriviamo a Christchurch. Faccio vedere ai miei dove si trova la casa di Diane e poi proseguiamo per il motel, appena a nord del centro.
    Ho giusto il tempo di cambiarmi prima che venga a prendermi Sarah. Andiamo in un bar vicino a casa di Diane e chiacchieriamo per un'oretta e mezza: lei e Joey stanno per adottare un bambino!
    Alle 4.45 pm mi lascia a casa di Diane: è esattamente come l'ultima volta che l'ho vista. La casa è deliziosa come sempre ed ha mille decorazioni natalizie. Alle 6 arrivano anche i miei e, dopo una chiacchierata, andiamo a cena in un posticino vietnamita.
    Passiamo davvero una bella serata e poi torniamo tutti a casa di Diane, che ha ovviamente preparato una super pavlova e sparkling grape juice. Nel frattempo sono rientrati anche Hamish e Cloe. La bimba è davvero cresciuta, mentre Hamish è maturato tantissimo. Si siede addirittura in salotto con noi a chiacchierare. Ha ragione Shiho: è diventato un uomo. Diane mi ha spiegato che quest'anno ha finalmente conosciuto i suoi genitori naturali ed ha un ottimo rapporto con loro.
    Verso le 22 decidiamo di togliere il disturbo, ma prima di partire Diane ci riempie di regalini. È davvero un tesoro!
    Torniamo dunque al motel e verso le 23 usciamo a piedi attraversando tutto il centro fino a Hagley Park, dove a mezzanotte partono i fuochi d'artificio. Un nuovo anno è iniziato!
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  • Christchurch (Riccarton)

    1 de enero de 2018, Nueva Zelanda ⋅ ☁️ 19 °C

    Dopo la nottata di Capodanno ci concediamo un risveglio tranquillo e partiamo con tutta calma per Riccarton Mall, il mega centro commerciale diventato mia meta tradizionale del dopo scuola ai tempi del liceo.
    Dopo un giretto esplorativo, ci fermiamo in un negozio di sport per prendere dei pensierini marchiati All Blacks e le proteine per me. Dopo una pausa cappuccino, andiamo da Macpac, noto marchio di abbigliamento sportivo della Nuova Zelanda. Ci sono ancora i saldi e ci lasciamo tentare a prendere un gilet per me e una giacca per la mamma.
    È ormai l'una passata ed è il momento di partire per la Banks Peninsula. Per ora è nuvoloso ma sono previste schiarite per il pomeriggio...
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  • Akaroa

    1 de enero de 2018, Nueva Zelanda ⋅ ⛅ 18 °C

    Ed eccoci in viaggio per Akaroa!
    Ci sono due strade per raggiungere questa deliziosa ex colonia francese situata all'inizio di un grande fiordo: una più panoramica lungo Diamond Harbour ed una più veloce che passa intorno alla Banks Peninsula. Visto che è ancora nuvoloso, scegliamo la strada breve per l'andata e quella panoramica per il ritorno.
    Appena parcheggiato il nostro bolide, porto i miei all'attrazione più celebre di Akaroa nonché polo di attrazione per visitatori da tutto il globo: il fish&chips restaurant!
    Conoscendo le dosi per giocatori di rugby, ordino una porzione di blue cod con metà Kumara chips e metà beer battered chips... e i miei faticano a finirlo!
    Per digerire andiamo sul molo da cui partono le crociere nel fiordo. Tra un attracco di barche e l'altro si trovano gli allevamenti di paua shells, la nota conchiglia neozelandese dai colori dell'iride. Un negozio specializzato espone anche le perle di paua: tanto belle quanto inavvicinabili...
    Torniamo dunque sulla terraferma per ammirare i colori dell'acqua: è finalmente uscito il sole e il fiordo ha assunto la tonalità turchese che ricordavo. Mostrando un coraggio davvero invidiabile, i miei decidono di avventurarsi in un bar locale a prendere un espresso: le espressioni di disgusto al primo sorso credo rimarranno negli annali...
    Superato lo shock del caffé, proviamo a visitare il giardino dei mosaici ma purtroppo è già chiuso. Peccato!
    Decidiamo di ripartire: la giornata prevede infatti ancora molto altro...
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  • Diamond Bay

    1 de enero de 2018, Nueva Zelanda ⋅ ⛅ 20 °C

    Per tornare a Christchurch abbiamo due possibilità: ripercorrere la strada dell'andata oppure costeggiare Diamond Bay. Optiamo ovviamente per la seconda opzione e, complice il sole, che è finalmente spuntato tra le nuvole, possiamo ammirare le acque turchesi delle mille insenature della banks Peninsula.
    Diamond Bay era una delle destinazione preferite di Bill per i pic nic domenicali. E come dargli torto: il panorama è spettacolare!
    Dopo poco più di un'ora di auto arriviamo a Lyttelton, il porto di Chrisrchurch. Si trova dalla parte opposta delle colline rispetto alla città, a cui è stato collegato tramite un tunnel. In questo modo il traffico portuale non disturba la quiete dei cittadini di Christchurch, anche se il centro abitato di Lyttelton non si può esattamente considerare caotico...
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  • Cashmere Hills

    1 de enero de 2018, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 18 °C

    Giunti a Lyttelton, prendiamo il tunnel per Christchurch e poi proseguiamo lungo Centaurus Road, costeggiando i piedi delle colline e attraversando il sobborgo di Cashmere, uno dei più esclusivi della città... nonché mia sede di lavoro ai tempi dello stage alla Camera di Commercio!
    Saliamo dunque sulla collina all'inizio di Colombo Street per giungere al noto lookout sulla città. Ci sono venuta infinite volte durante i miei soggiorni a Christchurch, ma soprattutto è stato il primo posto in assoluto che ho visto della città: Bill mi ci portò subito dopo il mio arrivo... ormai ben 12 anni fa!
    Percorrendo un sentiero nascosto dietro ad un edificio storico si arriva ad un belvedere da cui si può ammirare l'intera città dalle spiagge lungo il Pacifico ad est fino alle Southern Alps ad ovest. La vista su Christchurch è come sempre spettacolare e dà una chiara idea delle dimensioni della città. Peccato solo che le montagne siano coperte dalla foschia...
    Dopo aver scattato qualche foto, abbandoniamo il lookout per salire ancora fino al Dryers Pass ed al mio amato "Sign of the Kiwi". Mi attende una bella (e davvero insperata) sorpresa: il locale ha riaperto! Dopo il terremoto era purtroppo stato ridotto in rovine...
    Continuiamo a salire sulla collina lasciando il passo alla nostra destra. Un mio amico mi portò sulla cima una sera e il panorama mi conquistò. Da allora ci sono tornata più volte, ma l'emozione resta sempre la stessa: Christchurch da un lato e le acque turchesi della Diamond Bay dall'altro, il tutto reso ancora più magico dalle luci rossastre del tramonto.
    È una vista che non può lasciare indifferenti e mi lascia un po' di malinconia...
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  • Christchurch (Quake City)

    1 de enero de 2018, Nueva Zelanda ⋅ ☁️ 16 °C

    Il sole sta ormai tramontando e scendiamo dunque in città. Sulla strada per il nostro motel passo per Sydenham e mostro ai miei la casetta dove ho vissuto per quasi un anno. Proseguo fino a uno dei simboli del disastro causato dal terremoto del settembre 2010 e, soprattutto, del febbraio 2011: la basilica cattolica. Vederla ancora dilaniata a oltre sette anni dalla prima scossa è davvero impressionante...
    Dopo una breve sosta al motel per lasciare in camera le cose più ingombranti, ripartiamo subito per il centro. Parcheggio vicino a Cathedral Square e riporto poi i miei nei luoghi visitati ieri di notte.
    Rispetto a cinque anni fa è cambiato molto: le carcasse degli edifici pericolanti o distrutti sono state rimosse e molto è stato ricostruito, senza contare che buona parte delle strade del centro è ora finalmente aperta. La cattedrale rimane però ancora in rovina: stringe davvero il cuore vedere il cuore della città che cade a pezzi...
    Passeggiamo lungo le vie del centro fino all'Arts Centre passando per la Galleria d'Arte Moderna. E' ormai tardi e proviamo ad entrare in un locale, ma senza successo. Dobbiamo dunque ripiegare su un pub piuttosto caro che ci offre solo il menù "snack" vista la tarda ora. Alla fine, tra minestra di cavolfiore e patatine, il pancino è comunque pieno...
    E ora tutti a nanna: domani ci attende la traversata del profondo sud fino a Quenstown!
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  • Lake Tekapo

    2 de enero de 2018, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 19 °C

    Partiti!!!
    Da oggi si fa sul serio: finalmente entriamo nel profondo Sud! La strada per Queenstown è lunga, ma ho previsto tre pause per spezzare il viaggio.
    La prima tappa è Geraldine, cittadina abbastanza anonima a due ore da Christchurch e nota per un unico motivo: è l'unica "sosta carburante" possibile prima di addentrarsi nelle terre selvagge della South Island!
    Mentre i miei vanno ad un bar per il classico cappuccino di metà mattina, io decido di preparare la macchina fotografica per la tappa successiva e... mi accorgo che è sparita! Presa dal panico, guardo ovunque, arrivando ad aprire le valigie in mezzo alla strada. Niente!
    A quel punto chiamo il motel di Christchurch, dove mi assicurano di non aver trovato nulla.
    Con il morale a terra, guido fino a Lake Tekapo, una delle meraviglie naturali dell'Isola del Sud: le acque cristalline di questo specchio d'acqua mutano colore a seconda delle condizioni meterologiche e dell'aspetto delle montagne che vi si specchiano. C'è poi una chiesetta in pietra con una finestra sul lago dietro all'altare che sembra una cartolina.
    Dopo aver di nuovo aperto tutte le valigie alla disperata ricerca della mia macchina fotografica, facciamo un po' di foto prima che arrivino orde di turisti e proseguiamo poi per un café per pausa cappuccino (obviously) e bagno.
    Pronti per ripartire. Prossima tappa: Lake Pukaki!
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  • Lake Pukaki

    2 de enero de 2018, Nueva Zelanda ⋅ ☀️ 19 °C

    Siamo partiti da pochi minuti da Lake Tekapo, alla guida c'è la mamma e io mi appisolo un attimo... quand'ecco che squilla il mio cellulare: è la padrona del motel di Christchurch... hanno "trovato" la mia macchina fotografica! Fortunatamente ripasseremo tra pochi giorni.
    Decisamente sollevata, intravedo Lake Pukaki, il mio preferito. Le acque color azzurro lattiginoso sono quasi irreali e la buona sorte ci concede una vista spettacolare di Mount Cook specchiato nel lago. Con i suoi quasi 4.000 metri è la montagna più elevata della Nuova Zelanda, ma sembra molto più alto con le sue rocce a vista e la neve perenne. Sono stata qui più volte ma non ho mai visto Aoraki (questo è il suo vero nome) così nitido.
    Insomma, uno spettacolo!
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