Guatemala
Municipio de Cobán

Discover travel destinations of travelers writing a travel journal on FindPenguins.
Travelers at this place
    • Day 31

      Rest day - Santa Cruz Verapaz

      December 3, 2023 in Guatemala ⋅ ☀️ 29 °C

      We are staying at an odd gated resort just on the outskirts of a pretty uninspiring town. There are quite large grounds - pictures taken by somebody else as John and me take the rest day literally and do nothing much at all other than eat and drink! We can be using as much as 4,000 calories a day and it’s just not possible to get enough food onboard to replenish what we are using - particularly as we are somewhat bored of the scrambled eggs, tortillas and black beans that are served at breakfast! We have a good coffee for once and then I have a pizza at lunch - first time I have felt like eating much in the last couple of days - no idea why. It takes an hour to arrive and I have to ask for it 3 times ! Everyone else has finished by the time I get mine. I clean my bike and don’t do an awful lot. I hadn’t slept well the night before as someone had been beeping their horn for about an hour from 1-2am - initially beep beep beep and then moving to a continual beep as they sat on their horn. I am assuming they were locked out of the complex and were trying to get someone to open up !Read more

    • Day 31

      Pensieri pesantiii

      September 21, 2022 in Guatemala ⋅ 🌧 19 °C

      Oggi sono stato invitato a prendere parte a una conferenza per sole donne indigene di etnia Q'eqchi'. Questa etnia è la più diffusa in questa zona del Guatemala e come la maggior parte delle varie etnie presenti in questo paese (più di 20 differenti), è anch'essa direttamente discendente degli antichi Maya. Questi popoli stanno lottando per poter formare una nazione Q'eqchi' e riprendere possesso delle loro terre che molto spesso il governo vende a compagnie internazionali per farne coltivazioni di palma da olio, o di canna da zucchero, o miniere di metalli preziosi. Non possiamo capire noi occidentali il tipo di rapporto che queste persone hanno con la terra, con la natura. Per loro è parte stessa dell'umanità e del loro corpo, un'estensione della loro anima. È facile quindi capire la disperazione quando la polizia o l'esercito arriva nelle loro case fatte di legno e lamiera e gli dice che se ne devono andare e che se non lo fanno allora useranno la violenza. E la usano, a costo di uccidere. Il governo dice che è per il bene comune, per il progresso del paese, per la crescita del PIL, ma c'è davvero qualche valido motivo che possa giustificare un tale abuso di potere e la sottrazione forzata di terre? Io non credo. Palma da olio, canna da zucchero, metalli preziosi, tutte risorse che non servono a questo popolo ma che servono a noi per farne prodotti da vendere al supermercato o pannelli solari e batterie per continuare in una transizione ecologica pericolosamente in bilico tra sostenibilità vera e sostenibilità di facciata. E lo sto dicendo io che sostengo una rapida transizione lontano da fonti fossili. Ma mi chiedo, c'è qualche soluzione che sia veramente sostenibile al 100%? è possibile sostenere la domanda globale di energia facendo affidamento a batterie e metalli la cui estrazione richieda un sopruso dal punto di vista dei diritti umani? qual è l'alternativa? andare inesorabilmente incontro all'aggravamento dell'emergenza climatica?
      Io sono stato invitato per spiegare a queste donne, in poche semplici parole, cos'è il cambiamento climatico e cosa si sta facendo in Italia per contrastarlo. Come glielo spiego che il cambiamento climatico l'abbiamo creato noi con il nostro stile di vita che sempre ricerca più benessere, più prodotti, più consumi, più energia, più viaggi, più e più e più e più? come glielo dico che le inondazioni, gli uragani anomali dell'anno scorso, gli incendi, le siccità e le pandemie sono direttamente correlate al nostro stile di vita capitalista? con che coraggio io dico loro che per vivere sostenibile devono fare la raccolta differenziata e non bruciare i rifiuti? con che coraggio spiego loro che le aziende che gli rubano la terra sono le stesse che gli daranno lavoro ma condannandoli a dipendere dai supermercati e quindi dal capitalismo e quindi ad entrare nello stesso sistema di produzione che gli sta portando via le case? come spiego loro che il miglior modo per essere sostenibile è accontentarsi di quello che hanno e non cercare di vivere con i comfort occidentali?
      Mi sono sentito molto a disagio perché l'unica soluzione che avevo da offrire alle loro sofferenze era: ci dovremmo pensare noi a voi. Ci dovremmo pensare noi a lottare perché i prodotti che acquistiamo rispettino i vostri diritti e le vostre terre. Ci dovremmo pensare noi a richiedere che il nostro sistema sociale non gravi sulle vostre spalle. Ci dovremmo pensare noi a darvi il sostegno economico per rimediare ai danni di alluvioni, cicloni, incendi e pandemie. Ci dovremmo pensare noi ad insegnarvi come riciclare. O forse ci dovreste insegnare voi come vivere in modo frugale, in modo rispettoso della natura, in modo rispettoso dei diritti altrui, in un modo che sia davvero sostenibile perché diciamolo, essere sostenibili in una società primo mondista è quasi impossibile. Essere rispettosi della natura e delle persone è un tentativo nobile che scade in un'ipocrisia ineluttabile, nascosta nella cultura e nei costumi di un mondo che non vuole rinunciare a nulla ma solo avere sempre di più.
      Cresciamo, e parlo per noi occidentali, con la consapevolezza che tutto è alla nostre portata, che non ci sono conseguenze alle nostre scelte d'acquisto, alle nostre scelte alimentari, alle nostre abitudini quotidiane, semplicemente perché quelle conseguenze sono troppo lontane da noi per essere notate e troppo dure per essere davvero concepite dalla nostra mente. A nessuno piace sentirsi il cattivo della situazione. A nessuno piace sentirsi ipocrita. A nessuno piace pensare che il suo stile di vita causi sofferenza. Eppure, io credo sia molto coraggioso prendere coscienza che non c'è sostenibilità senza la volontà di mettersi completamente in discussione. Non c'è sostenibilità senza andare oltre alle barriere culturali, ai confini nazionali, ai presunti principi morali, alle convinzioni personali, al "ma si è sempre fatto così", al "ma tanto se lo faccio solo io non cambia nulla". Svegliarsi dal grande sonno indotto dalla comodità e dalla cultura consumistica penso sia una delle sfide più difficili che l'umanità dovrà affrontare per salvarsi.
      Non c'è crescita economica che regga. Non c'è transizione ecologica che giustifichi questo stile di vita. Non ci sono aiuti internazionali che pongano rimedio all'egoismo di volere sempre di più.
      Cos'è quindi il cambiamento climatico? è la conseguenza ultima della necessità umana di massimizzare la sua ricchezza. È conseguenza diretta della ricerca della felicità in un'ottica consumistica. È l'effetto collaterale dell'aver abbandonato la ricerca di un equilibrio interiore a favore di un equilibrio esteriore, di apparenze, di cose. Ed è colpa nostra. Dei colonizzatori europei e di chi ha abbracciato la filosofia del "conquista e sfrutta". Perché questo facciamo. E lo facciamo indirettamente anche con queste donne Q'eqchi' a cui, dall'alto della mia formazione ottenuta in un paese del G8, spiego cosa significhi vivere in maniera sostenibile. Dovrebbe essere l'inverso. Dovrebbero loro spiegarci come vivere. In generale. Come vivere essendo appagati, felici, soddisfatti di avere il necessario per vivere e di avere il supporto di una comunità unita su cui poter sempre contare.
      Read more

    • Day 383

      Höhlenmenschen #2

      April 29, 2023 in Guatemala ⋅ ☁️ 37 °C

      Nach etwa einer Stunde verlassen wir die Höhle wieder und machen uns auf zur nächsten, die sich weitere 15 Min entfernt befindet. Dort erwartet uns eine riesige Einbuchtung in der Bergwand. Schwalben ziehen über unsere Köpfe hinweg und verleihen dem Anblick immense Tiefe. Abelino erklärt uns, dass diese Höhle mit der letzten verbunden sei und ein winziger Eingang in das Höhlensystem führt. Man könne da schon rein, so richtig motiviert scheint Abelino aber nicht zu sein. Wir fragen ob wir dennoch rein dürften und er willigt ein. Unsere Stirnlampe legen wir in die Innenseite des hüftgrossen Lochs und machen uns bereit uns hindurch zu zwängen. Abelino lässt uns vor. Durch den Engpass schaffen wir es nur
      indem wir einen Arm zuerst in die winzige Öffnung stecken und uns dann in Wurmmanier hindurchziehen. Auf der Innenseite erwarten uns bereits weisse Tausendfüssler und schöne Tropfsteine. Wir rufen Abelino zu, dass er sonst gerne auch draussen auf uns warten könne, während wir die Höhle für ein paar wenige Minuten selber erkunden. Abelino wirkt sehr
      erleichtert und freut sich sein Kleidung nicht schmutzig machen zu müssen. Zu zweit dringen wir ein paar Meter tiefer in den Berg hinein und
      verlassen die Dunkelheit durch den selben Flaschenhals, durch den wir sie betreten haben.
      Read more

    • Day 22

      Intossicazione

      September 12, 2022 in Guatemala ⋅ 🌧 19 °C

      "Non resta che lasciare che la vita compia le sue magie" scrivevo più o meno. Forse l'intossicazione alimentare che mi sono preso è stata un po' magica in effetti, sbucata così, dal nulla come un cimice in autunno, o forse è stata semplicemente colpa dell'acqua. Spero di ricordarmi di non dare mai più per scontato il privilegio di poter usare l'acqua del rubinetto, e non tanto per bere, quello è un lusso anche in Italia, ma per esempio per lavarsi i denti. Fatto sta che, non so bene come, forse davvero l'acqua o forse qualche cibo avariato, giovedì scorso ho vomitato all'improvviso, a getto, su una moto parcheggiata fuori da un locale in cui stavo facendo serata con alcuni colleghi. Fortuna vuole che solo un bodyguard abbia visto la scena e si è pure messo a ridere, probabilmente pensando che fossi ubriaco, ma no, avevo a malapena bevuto una birra, giusto per non addormentarmi mentre giovani guatemaltechi cantavano a squarciagola le loro canzoni latine preferite al karaoke. Ma quella ormai è un'altra storia che rapidamente è diventata la storia di come un'intossicazione alimentare colpisce quando meno te l'aspetti. Tornato a casa ho iniziato a stare davvero male. Una notte non facile. Speravo di svegliarmi il giorno dopo e di stare meglio ma non è stato così. Il giorno dopo mi è salita la febbre e credo anche molto alta. La notte tra venerdì e sabato non c'era medicina in grado di abbassarmela ma grazie a dio il medico prima di partire mi aveva prescritto degli antibiotici proprio per queste occasioni. Quando si viaggia in luoghi non proprio all'avanguardia dal punto di vista igienico si rischiano intossicazioni, si sa, e ora ne sono l'esempio vivente. Sono passati ormai 4 giorni e sto un po' meglio ma non ancora benissimo. Fatico a stare troppo in piedi e a fare cose in generale, tipo scendere e salire la scale che dal letto mi porta al bagno o alla cucina. Non ho molto appetito e mangio poco, più o meno solo la mattina. Cerco di bere tanto e mangiare frutta. Almeno la disidratazione la vorrei evitare. La mia pancia e il mio stomaco non sono ancora sanissimi e a volte mi danno un po' di noia ma niente di insopportabile. Vedremo come andrà a finire.Read more

    • Day 383

      Höhlenmenschen #1

      April 29, 2023 in Guatemala ⋅ ☁️ 36 °C

      Fabienne schafft es irgendwie irgendwo irgendeine private Höhlentour zu organisieren und mit einer Stunde Verspätung trifft auch unser Guide Abelino am verabredeten Treffpunkt ein. Zu dritt machen wir uns auf den Weg ins guatemaltekische Hinterland. Die Hitze begleitet uns auf Schritt und Tritt durch Wälder und Maisfelder bis wir nach etwa 40 Min beim Eingang einer Höhle eintreffen, aus der kühle Luft in den Wald hinauf steigt. Etwas später befinden wir uns in einem imposanten Höhlensystem,
      das mit den bekannten Höhlenformationen und Lichtspielen prahlt. Abelino führt uns vorbei an verschiedensten Tropfsteinen. Manche glitzern, einige wachsen in die Horizontale und wieder andere sind innen hohl und erzeugen schöne Klänge wenn man auf sie klopft. Letzteres sollte man wahrscheinlich nicht tun, aber Abelino hat Freude daran...
      Read more

    • Day 330

      Von Cobán nach Chichi

      May 31, 2023 in Guatemala ⋅ ⛅ 28 °C

      Unsere 4 stündige Fahrt über die Bergpässe von Guatemala nach Chichicastenango (Chichi), führte uns nach einer halben Stunde auf eine Schotterstraße. Während wir noch debattierten, ob wir 4 Stunden Schotterpiste bis zu unserem Ziel fahren müssten, sahen wir junge Männer die etwas Schotter von rechts nach links schaufelten. Als wir näher kamen, hörten sie auf und fingen an lautstark zu rufen und immer wieder ihre Hand zum Mund zu führen. Sie hatten Hunger! Wir fuhren langsam an ihnen vorbei, aber schon ein paar Meter weiter standen die Nächsten. Während ein Müllberg im Hintergrund brannte, knieten sich diesmal zwei junge Männer rechts und links der Fahrbahn auf den staubigen Boden und hielten ihre Hände in Gebetshaltung zum Himmel. Ab und zu führten sie eine Hand zum Mund, um zu zeigen, dass sie Hunger hatten. Wir waren quasi allein auf dieser Straße, schwiegen uns an und wussten ehrlich nicht, wie wir mit der Situation umgehen sollten... In unserer Mitte lagen noch Brötchen und wir hätten locker etwas abgeben können, aber was dann? Wären sie damit zufrieden gewesen oder hätten sie sichs vors Auto gestellt und Geld verlangt? Man spielt ja solche, nicht unwahrscheinlichen, Szenarien durchaus durch... Also fuhren wir im Schritttempo weiter. Eine Frau mit zwei Kindern bettelte ebenfalls ein paar Meter weiter um Essen und dann waren wir bald wieder auf einer befestigten Straße. Immernoch etwas still und nachdenklich...

      Diese Bergpässe nach Chichi hatten es wirklich in sich: Es ging rauf auf über 2000m und dann wieder runter auf 800m und das mehrere Male. In den steilen Kurven überholten die Einheimischen ganz selbstverständlich, egal ob man den Gegenverkehr sah oder nicht. Dafür wurde ja gehupt... Es ist auch egal, ob es sich hierbei um Tuctucs, Chicken-Busse (bunte Reisebusse) oder LKWs handelt. 😱

      Die Aussicht war dafür toll und wir staunten nicht schlecht über die vielen, kleinen Bergdörfer in denen fleißig neue, hübsche Häuser gebaut wurden. Auch die Straßen waren in einem viel besseren Zustand, als wir erwartet hatten. Trotzdem möchte man wirklich nicht auf diesen Bergpässen bei Starkregen oder Erdbeben unterwegs sein. Die Felsen- und der Sandwände neben der Fahrbahn sahen eher weniger vertrauenswürdig aus.
      Read more

    • Day 384

      Interlude: wieder einmal Fahrzeugkummer

      April 30, 2023 in Guatemala

      Es ist immer noch heiss. Und es wird noch heisser, denn das Rohr unserer Kühlflüssigkeit entscheidet sich während der Fahrt dafür, sich an einer Verbindungsstelle komplett zu öffnen. Wir erfahren davon, weil die Motorkontrollleuchte visuell und akustisch eine Überhitzung des Motors bei uns anmeldet. Also halten wir an. Ein Blick unter die Motorhaube offenbart einen leeren Kühlwassertank. Dafür plätschert es genüsslich unter dem Auto. Etwa anderthalb Stunden später schaffen wir es endlich die Verbindung mit sehr viel Kraft wieder zu schliessen und füllen den Kühlwassertank mit hauptsächlich Trinkwasser wieder auf.
      Zwei Tage später gehen wir bei einem Mechaniker in Coban vorbei, damit der sich das einmal anschauen kann. Unser „Kühlwasser“ wird ratzfatz abgelassen, die Verbindung geschlossen und wieder neues eingefüllt. Später kommt ein anderer Mechaniker vorbei, der uns sagt, dass wahrscheinlich ein gravierender Schaden vorliegt und wir den Motor womöglich ausbauen und zur Überprüfung irgendwohin einschicken müssten, was mindestens zwei Wochen dauern würde. Wir haben aber alle Emotionen, die für die Verarbeitung solcher Nachrichten nötig wären, bereits aufgebraucht und gehen aus Frust Fastfood essen. Die Nacht verbringen wir wie gewohnt in der Werkstatt. Am Abend sorgen zwei riesige und todliebe pyrenäische Berghunde, die zur Bewachung der Werkstatt angestellt sind, für Aufmunterung. Am nächsten Tag meint dann der Werkstattchef, dass die anderen Mechaniker keine Ahnung hätten und mit unserem Fahrzeug alles in Ordnung sei. Uns gefällt diese Meinung besser und so fahren wir guten Mutes weiter.

      Randbemerkung: wir haben aber festgestellt, dass unsere Solaranlage nicht mehr funktioniert bzw. kaum mehr Leistung generiert. Diese Büchse der Pandorra ignorieren wir aber fürs erste und kümmern uns irgendwann später darum.
      Read more

    • Day 69

      8. Tag Tikal

      March 11 in Guatemala ⋅ ☁️ 16 °C

      Frühstück 07.00
      Abfahrt. 08.00
      Unterkunft: Jungle Lodge
      1 Nacht
      Strom nur zu bestimmten Zeiten.

      Heute geht es für 2 Tage nach Tikal.
      Ziel sind die Candelaria-Höhlen.

      Die Candelaria-Höhlen sind eine Höhlenformation in der guatemaltekischen Provinz Alta Verapaz zwischen den Städten Chisec und Raxruhá gelegen. Sie sind bedeutend für die Geschichte der Mayas.

      Die große Handelsroute der Maya-Klassik, die das heutige guatemaltekische Hochland mit den Mayastaaten des Petén verband, kreuzte das Gebiet der Candelaria-Höhlen. Anhand von zahlreichen Keramikfunden wurde nachgewiesen, dass die Händler die Höhlen für Zeremonien nutzten.[2] Im Popol Vuh der spätklassischen Quiche-Maya werden die Höhlen als Eingang zur Unterwelt bezeichnet.[3]

      Es handelt sich um Karsthöhlen mit Speläothemen wie Stalagmiten, Stalaktiten, Stalagnaten und Sinterfahnen. Durch Deckeneinbrüche entstandene Höhlenfenster lassen Licht ins Höhlensystem fallen. Der Haupttunnel ist 22 km lang und wird auf einer Länge von insgesamt 12,5 km vom Candelaria-Fluss durchströmt. Das gesamte Höhlensystem ist etwa 80 km lang und damit eines der größten Lateinamerikas.

      Die Candelaria-Höhlen wurden von der guatemaltekischen Regierung im Jahr 1999 zum Nationalpark erklärt. Nach längeren Auseinandersetzungen mit den Behörden ist es den ortsansässigen Q'eqchi-Maya gelungen, die Kontrolle über die Höhlen und ihre touristische Nutzung zu erlangen.[4]
      Read more

    • Day 328

      Coffee Tour in Chicoj

      May 29, 2023 in Guatemala ⋅ ☁️ 22 °C

      Unser Ziel war nicht Cobán selbst, sondern ein kleines Nachbarörtchen namens Chicoj. Guatemala ist nämlich bekannt für Kaffee und hier auf 1300m ist das Klima perfekt für den Anbau. Bei unserer Ankunft wurden wir freundlich begrüßt und 2 Stunden später machten wir uns mit Glades, unserem Guide, auf zur Coffee Tour. 🤗

      Sie zeigte uns die Kaffee Plantage rund um die Finca, erklärte uns den Anbau und deren Weiterverarbeitung. Wir lernten, dass die Kaffee-Pflänzchen die noch die Bohnen auf den Setzlingen tragen 'Soldiers' (Soldaten) heißen und die Pflänzchen die bereits Blätter haben 'Butterflies' (Schmetterling) genannt werden. Später kann man, unter anderen, an der Färbung der Blätter erkennen wie alt die Kaffee-Pflanzen sind.
      Nur die roten Früchte werden geerntet! Derzeit ist aber keine Kaffee-Saison, weshalb die meisten Pflanzen grüne Früchte oder weiße Blüten tragen. Gerade mal 2% der Kaffeebohnen von Chicoj bleiben in Guatemala, der Rest wird exportiert. Für die Einheimischen ist der Kaffee zu teuer, daher kaufen sie lieber den billigen Discounter-Kaffee. Die größten Abnehmer sind neben den USA, Europa und Asien.
      Am Ende gab es noch eine Verkostung und wir probierten zwei Kaffeesorten, die auf Grund unterschiedlicher Herstellung, unterschiedliches Aroma hatten. Der Kaffee schmeckte, war aber deutlich wässriger als ich ihn mir vorgestellt hatte. 😄

      Die Nacht war fantastisch!! Wir hatten wochenlang ohne Decke und mit Ventilatoren schlafen müssen, aber hier oben in den Bergen waren es deutlich kühler... ♥️😴
      Read more

    • Day 45

      Atitlan to Semuc Champey

      September 24, 2022 in Guatemala ⋅ 🌧 21 °C

      Today was a long drive. We set out at Atitlán at 7:00 for a boat to the main town again and then boarded a Tourist shuttle that would drive us into the heart of Guatemala: Semuc Champey.
      8h driving. Not much to say apart from: Could have been worse...Read more

    You might also know this place by the following names:

    Municipio de Cobán, Municipio de Coban

    Join us:

    FindPenguins for iOSFindPenguins for Android