Fuoco e Acqua

December 2019 - January 2020
Questi Islandesi sono proprio “fuori”... Read more
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  • Day 5

    Gran Gala al Grand Hotel ✨

    December 31, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 5 °C

    Oggi la cena è iniziata presto - e con presto intendo le 17:00 - perchè ci aspetta una serata movimentata: a metà della cena infatti partiremo con un autobus organizzato per andare a uno dei tanti falò di Capodanno della zona, poi torneremo per la fine della cena, il brindisi e i festeggiamenti.

    Prima di raccontare della cena occorre fare un piccolo flashback: qualche giorno fa, guardando il menu di questa sera, mi sono accorta che erano cinque portate, tutte a base di carne. Siccome alla sola idea mi stava venendo un coccolone, Matt (santo lui) mi ha convinto di chiedere a Pietyr di iscrivermi al menu vegetariano... e col senno di poi è stata una scelta non ottima, di più!!!

    Il contesto del Gala in realtà è molto meno ricercato di quanto non possa sembrare dal nome. La festa infatti è per soli turisti, che hanno variamente interpretato il dress code "elegant casual" suggerito dalla guida. Per dire che c'erano ragazze strizzate in miniabiti di paillettes e signori con il pile della Quechua e il papillon...
    Il Grand Hotel però è indubbiamente un luogo di classe: abbiamo iniziato con un aperitivo con calici di vino e frutta ricoperta di cioccolata (ottimo aperitivo, chissà perchè da noi lo servono solo con arachidi e patatine...) per poi sederci ai grandi tavoli della sala ristorante. Siccome i posti a sedere erano organizzati in base ai tour e noi eravamo tanti, siamo stati divisi in due diversi tavoli. Noi siamo finiti con Sara e Pietro (bolognesi), Trish e Jeff (Australiani) una coppia di giapponesi anche loro australiani, una giovane coppia originaria del South Carolina e con Marlon e Haila, brasiliani di San Paolo. La compagnia è stata di sicuro la parte migliore della cena, e visto che il cibo è stato eccezionale questo dà la misura di quanto siamo stati bene! Stare seduti al tavolo con persone provenienti da posti così lontani e diversi tra loro è stato bellissimo: parlare dei problemi e delle particolarità delle varie città, raccontarsi le varie tradizioni di Capodanno (per dire, a San Paolo si usa andare al mare a saltare sette onde, in South Carolina a mezzanotte si esce con la valigia a mezzanotte per fare un giro intorno alla casa in modo che il nuovo anno porti viaggi...) e chiacchierare del più e del meno in un inglese un po' imperfetto è stato divertente e stimolante! Anche se Trish, la signora australiana, pareva ostile alle imprecisioni linguistiche, tutti gli altri diventavano sempre più poliglotti via via che il vino scorreva...

    Per quanto riguarda il mangiare, le portate erano tutte elaborate e sfiziose (e fortunatamente porzioni umane e non "gourmet", ndMatt). Io ho adorato il mio intero menu vegetariano e Matt ha mangiato perfino la crema al cavolfiore (capendo solo dopo che era cavolfiore ndMatt), anche se il piatto migliore dice essere stata l'anatra in tre cotture!

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    EDIT (post bonfire): modifichiamo il post perchè Matt si corregge: il piatto più buono è quello arrivato dopo la pausa per andare a vedere il falò. Una volta rientrati infatti tutti hanno bevuto il caffè che veniva servito insieme a dolcetti e biscotti... e ci siamo detti che probabilmente la cena era finita. Invece questi strani Islandesi usano caffè e biscotti come noi usiamo il sorbetto, perchè un attimo dopo sulla tavola era comparso un immenso vassoio di assaggi di selvaggina affumicata e cruda - renna, blackbird e alce - e di ottimi formaggi islandesi (d'altronde qui oltre a pecore e mucche non è che abbiano molto...). Matt non è mai stato così felice di non amare il caffè e quindi di non averlo bevuto... io non sono mai stata così felice di aver preso il piatto vegetariano perchè nella sfida tra tofu speziato con frutta e la selvaggina affumicata direi che vince il primo su tutta la linea! 😋
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  • Day 5

    Fuochi e falò

    December 31, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 4 °C

    La tradizione del falò di Capodanno è diffusa in tutta l'Islanda: ce ne sono sia di "comunali", come questo, sia più piccoli organizzati dalle varie famiglie. Pietyr ci ha raccontato che anche lui, con la moglie e le figlie, avrebbe acceso un piccolo falò nel giardino di casa. Come tutti i fuochi, anche questo è di buon auspicio, per scacciare la sfortuna e bruciare l'anno passato per agevolare il rinnovo in quello che sta per iniziare.

    Il pullman ci ha portati a quello che è uno dei più grandi falò di Capodanno dell'Islanda... e in effetti è veramente impressionante: è alto almeno quattro metri e largo almeno dieci!
    Ci siamo fermati piuttosto lontano, ma il calore e la luce del fuoco ci raggiungevano lo stesso! Attorno a noi è pienissimo di gente, soprattutto famiglie con i bambini, che sono venuti a vedere il falò senza curarsi della pioggia che scende a scrosci o dell'aria non del tutto mite... questi Islandesi non si fanno fermare proprio da niente! Forse perchè il clima qui è sempre rigido, forse perchè siccome è sempre buio non possono permettersi di aspettare il momento di sole per fare le cose, ma pare proprio che siano indifferenti alle condizioni climatiche!
    Un'altra cosa bella è stata la musica: al falò infatti c'era un palco che trasmetteva musica ed è stato carino vedere come tutti si ritrovavano a cantare e a ballare sotto la pioggia sulle note di successi internazionali tipo "I wanna dance with somebody" di Whitney Houston. È stato un momento carino che abbiamo condiviso con Sara e Pietro, con i ragazzi del brasile e anche con due ragazzi di Londra, Clare e Kevin, con cui ho potuto chiacchierare un po' anche di musical e teatro. Di sicuro l'internazionalità dei nostri compagni di viaggio è stato il valore aggiunto di questa vacanza, e ha dato una qualità al tour che la comitiva del giro in Canada non aveva neanche lontanamente (guida e Camilla e Salvatore esclusi, naturalmente)!

    Spettacolo nello spettacolo, alle 21:00 era stato organizzato anche uno show pirotecnico notevole. Matt sembrava un bambino davanti a quei fuochi d'artificio così grandi, vicini e durati così a lungo!
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  • Day 6

    Fuochi e musica

    January 1, 2020 in Iceland ⋅ 🌧 4 °C

    Dopo il falò l'animatore della serata - un simpatico islandese sui 120kg - ci ha intrattenuto con qualche canzone e aneddoti divertenti sull'Islanda. È stata davvero un'animazione gradevole, semplice, divertente e per nulla invasiva... le 23:30 sono arrivate senza che nessuno se ne accorgesse, ed eravamo qui dalle 17:00!!!

    Qui i fuochi iniziano alle 23:30 (anche se in realtà nei giorni precedenti e anche oggi fin dal pomeriggio ad ogni ora se ne vedeva qualcuno, complice il buio.... ndMatt) e quindi anche se non era ancora tecnicamente Capodanno ci siamo precipitati sulla terrazza dell'hotel per vederli, perdendoci il conto alla rovescia. La terrazza dell'hotel è al quarto piano, ma siccome le case a Rejkyavik sono tutte a un solo livello da lì si potevano vedere i fuochi d'artificio di tutta la città!
    In più gli Islandesi in questo sono veramente dei folli, i fuochi sono andati avanti a nastro fino, e ancora continuano senza dare segno di rallentare... e sono così tanti che davvero, non sai più dove guardare! Sono stati tanti, alti, luminosi e belli, particolari, multicolori, vari... una cosa veramente seria! Praticamente ogni famiglia si dedicava a uno spettacolo pirotecnico degno di una festa di paese a casa... Matt era davvero un bambino felice 😍

    Dopo la mezzanotte siamo rientrati per un po' di festa: c'era la musica, qualcuno alticcio che animava la pista da ballo, calici di champagne sui davanzali con dolcetti al cioccolato bianco oppure crostini al salmone per attutire l'effetto dell'alcol... e abbiamo scoperto che è internazionale il fatto che mentre i mariti vogliono ballare e fare casino ignorando perfino la propria dignità le mogli tentino inutilmente di prendersi cura di loro cercando di impedirgli di rendersi ridicoli. Marlon, Pietro e Matt si sono scatenati sulla pista da ballo finchè noi mogli non siamo andati a recuperarli... 😋😋😋

    Ora siamo rientrati in albergo, ma grazie alla piacevolezza della serata bisogna ammettere che non siamo comunque molto stanchi!
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  • Day 6

    A passeggio nella Dorsale

    January 1, 2020 in Iceland ⋅ 🌧 1 °C

    Stamattina iniziamo a spingerci più all'interno dell'Islanda, e finalmente vediamo una spruzzatina di neve qua e là. Durante il viaggio Pietyr ci spiega cosa sia la dorsale medio-atlantica: è la più lunga catena montuosa/vulcanica al mondo e separa la placca nordamericana da quella euro-asiatica. Queste due placche sono in movimento e si stanno separando... e lo si può notare benissimo da qui, perchè tra noi, che siamo su un'altura, e l'altura di fronte a noi ci sono chilometri e chilometri (è così vasta che all'inizio io non avevo capito che era quella ma pensavo fosse il camminamento fatto a piedi, ndMatt)! Questo allargamento è dovuto ai movimenti della crosta terrestre sul magma ed è anche la causa dell'attività vulcanica islandese: i vulcani attivi più importanti dell'isola infatti sono sui rami di questa catena montuosa.

    La cosa più impressionante nel passeggiare tra le lame di roccia della dorsale è vedere che la roccia è a strati: allargandosi e separandosi, infatti, la roccia islandese mostra come sia stata formata da eruzioni susseguitesi una dopo l'altra, formando veri e propri strati che nel basalto si identificano benissimo... su alcuni si vede anche il muschio che è cresciuto tra un livello e l'altro!
    Matt è stato colpito da come si riuscivano a vedere tutti gli elementi naturali in una sola occhiata: c'era la roccia e l'acqua (dei fiumi, perchè se Dio vuole oggi non dovrebbe piovere), la neve e il ghiaccio... si percepiva davvero la forza della natura!

    Qui nella zona della dorsale, inoltre, ha avuto sede anche il più antico parlamento del mondo: la gente fuggita dalla penisola scandinava e arrivata qui, insofferente alla figura di un re che li aveva cacciati, decise di riorganizzarsi autonomamente (anche perchè erano quattro gatti, insomma, diciamocelo...) creando così il Thingvellir, il primo parlamento al mondo, che seppur molto modificatosi nel tempo è rimasto attivo con pochissime pause fino al giorno d'oggi!
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  • Day 6

    Una panetteria davvero "fuori"

    January 1, 2020 in Iceland ⋅ 🌧 2 °C

    Questa crediamo sarà la cosa più assurda e particolare vista in questo viaggio!
    Praticamente Pietyr ci ha portato in questo posto, che noi chiameremmo "agriturismo", che sorge accanto a un lago. Qui l'attività geotermica è talmente spiccata che annessa all'agriturismo c'è una piscina d'acqua scaldata appunto dall'energia del sottosuolo... ma non è l'unico uso che fanno del vapore!

    Quando arriviamo infatti compare dall'agriturismo un ragazzo con un grosso badile in mano. Ci accompagna ad una spiaggetta di sabbia nera e ci racconta come loro, e la gente di Laugarvatn in generale, utilizzino la spiaggia per cucinare. Scava un po' con il badile e ci accorgiamo subito che l'acqua sotto la sabbia è talmente calda che ribolle e fuma! ll ragazzo - che tra l'altro è di Bologna pure lui, ha 25 anni e si è appena trasferito lì per restarci - ci racconta che d'estate si porta due uova, un pentolino e si cucina la colazione direttamente in spiaggia!

    Noi però siamo lì per assaggiare il pane di segale cotto sottoterra. Praticamente l'impasto viene messo in una pentola sigillata con la pellicola, che viene seppellita in spiaggia. La sabbia ha un naturale effetto isolante che permette la cottura del pane in modo lento e costante: perchè sia pronto ci vogliono circa 24 ore. E in effetti, proprio davanti ai nostri occhi, scava e tira fuori una pentola, taglia via la pellicola e scoperchia davanti ai nostri occhi un pane dorato e scuro che fa venire una voglia matta di assaggiarlo!

    È questione di minuti, però, perchè poco dopo siamo tutti nell'ingresso dell'agriturismo e il ragazzo ha tagliato il pane in quattro grossi quarti, densi, sodi e ancora fumanti. Sui piattini ci sono fettine di burro islandese, che compare insieme al pane su ogni tavola a cui ci si accosta per mangiare, che sia colazione, pranzo o cena. E in effetti la combo pane di segale caldo + burro islandese credo non abbia eguali al mondo... perchè non so se è l'aria, se è il pane, se è quello che mangiano o respirano le bestie, se è il modo in cui viene fatto, ma io un burro così dolce, cremoso e saporito non l'ho mai mangiato!

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    HOTSPRING BAKED RYE-BREAD recipe form Laugarvatn

    - 4 cups di farina di segale
    - 2 cups di farina 00
    - 2 cups di zucchero
    - 4 tea-spoons di lievito
    - 1 tea-spoon di sale
    - 1 lt di latte

    Unire il tutto in una ciotola e mischiare. Imburrare una pentola, riempirla con l'impasto e chiuderla saldamente, in modo che l'acqua bollente non possa entrare. Fare un buco nella sabbia bollente e lasciarci la pentola per 24 ore. In mancanza di una hotspring, il pane può essere cotto in forno a 100/120°C per 12 ore!
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  • Day 6

    Acqua bollente... sottozero!

    January 1, 2020 in Iceland ⋅ ❄️ 0 °C

    E finalmente - FINALMENTE!!!! - vediamo un pochino di neve! Ecchecaspita, una va nell'estremo nord, nella notte artica, nel pieno dell'inverno e non vede neanche un fiochetto di neve per l'intera durata della vacanza? Può essere possibile? Forse no, perchè il tempo ci dona una bella nevicata, fitta fitta, di fiocchi grossi e morbidi! 🌨

    La strada è imbiancata, il vento soffia con tutta la sua energia... ma il posto non è così freddo come si possa pensare: sotto di noi infatti la terra ribolle di vapore! Per tutto il percorso all'interno del parco vediamo lungo il sentiero piccole pozzanghere che ribollono, proprio come la pentola per la pasta! Colpisce il contrasto tra il freddo, la neve, e queste pozzanghere di acqua caldissima!

    Geysir, il geyser da cui tutti gli altri del mondo prendono il nome (in islandese significa "eruzione intermittente"), purtroppo è al momento quiescente, a seguito di un terremoto che ha variato le correnti di acqua calda sotto di lui e che causa spruzzi molto diradati e imprevedibili. Al suo posto, a dare spettacolo ogni 10-15 minuti, ci pensa Strokkur, un geyser poco lontano. È più basso e meno potente di Geysir, ma per lo meno abbiamo la certezza di vederlo in azione anche se rimaniamo qui solo una mezz'oretta!

    Anche se ravvicinate, le eruzioni sono piuttosto imprevedibili, quindi non è che proprio ogni 15 minuti di orologio spruzza. Il risultato è che nell'esatto momento in cui ti stufi di aspettare oppure abbassi le mani che reggono la macchina fotografica... Strokkur soffia! Oppure mentre ti lamenti di non essere riuscito a riprenderlo in tempo decide di eruttare una seconda volta a distanza di due minuti e tu ci rimani male perchè sembra che ti prenda in giro!!! Sara era delusissima perchè non riusciva proprio a fargli una foto decente, supplicandoci continuamente di restare per un altra eruzione, mentre Pietro si lamentava per il freddo e per l'attesa che non si poteva prevedere quanto sarebbe durata... 😂 😂 😂

    Anche se più piccolo, è comunque impressionante: la colonna di acqua e vapore si alza parecchio e il rumore dello spruzzo, quando non te lo aspetti, ti fa sobbalzare. Ancora una volta la potenza della natura e la forza di ciò che non vediamo e non prendiamo troppo in considerazione si rivela incredibile!
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  • Day 6

    Non chiamateli pony!

    January 1, 2020 in Iceland ⋅ ❄️ 0 °C

    Questa è una di quelle piccole tappe che ti perdi se ti organizzi un fly&drive senza guida locale. Pietyr conosceva questa specie di agriturismo/cascina (che però era chiuso quindi non ci siamo potuti fermare a visitarlo) che permette ai turisti di conoscere più da vicino la vita nella campagna islandese. Anche se la cascina era chiusa, però, quelli che ci abitavano stavano continuando a condurre la loro vita come sempre... ignari del periodo, della mancanza di clienti e soprattutto della neve!
    Pietyr ha chiesto all'allevatore se potevamo vedere da vicino questi adorabili cavallini islandesi, piccoli, pelosi, mansueti e pacifici, che abbiamo visto punteggiare la campagna per tutti i tratti di strada che abbiamo fatto in questo viaggio. L'allevatore ci ha dato un po' di "horse candy" da dare ai cavalli e li ha fatti avvicinare allo steccato: e niente, se anche si offendono se li si chiama pony è di sicuro il modo più rapido ed efficace per descriverli! 🐴
    Io ho avuto questi quindici minuti di felicità con una combo di cavallini+neve che davvero, sembravo tornata più o meno in età prescolare.. 😋
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  • Day 6

    Cascata #3

    January 1, 2020 in Iceland ⋅ ❄️ 0 °C

    E finalmente l'Islanda vera, quella che ti vendono in agenzia quando prenoti tra novembre e marzo, compare davanti a noi! Distese sterminate di bianco, la neve con fiocchi grossi come noci, il cielo argentato e il vento che soffia forte e tagliente. Manco il freddo riesce a rovinare questo pomeriggio!

    Questa è decisamente la cascata più bella di quelle che abbiamo visto qui. È particolare per la sua portata (niente a che vedere con le Niagara Falls ma notevole comunque) ma soprattutto per il suo coreografico doppio salto, scavato in mezzo a due muraglioni di roccia scura. Per Matt è stata la cascata più bella che abbia mai visto, e in effetti è impossibile rimanere indifferenti davanti alla sua potenza. Tra l'altro si dice che sia chiamata Gullfoss, "cascata dell'oro" perchè pare che un ricco islandese ci abbia gettato tutto il suo oro perchè non finisse nelle mani di altri alla sua morte... e questo oro perduto è indicato dagli enormi arcobaleni che si possono vedere d'estate, quando il sole la illumina! Anche se non abbiamo visto gli arcobaleni devo dire che stavolta l'inverno ha avuto il suo fascino, in questo posto, tra la neve, il ghiaccio e il bianco e nero naturale delle rocce. Il vento tirava forte, soprattutto quando siamo saliti in cima al sentiero che portava alla sommità della cascata, al punto tale che ho visto Matt bardatissimo contro il freddo e alla mia domanda "senti freddo?" mi ha risposto "sì, agli occhi".... 😂😂😂
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  • Day 6

    Ultima tappa...

    January 1, 2020 in Iceland ⋅ ❄️ 1 °C

    Prima di rientrare definitivamente a Reykjavik, Pietyr e Anna ci fanno fermare a Skalholt, sede dell'antica capitale islandese prima del Medioevo. La chiesa del paese è molto semplice e graziosa, dalle linee pulite come tutte le costruzioni di quest'isola, con una struttura che - anche se non è più quella originale - rievoca in tutto e per tutto la prima chiesa cattolica che era stata costruita qui tanto tempo prima, interamente in legno. Ora è una chiesa evangelica, ma ha ancora il tetto di legno e le pareti spoglie come allora.

    La tappa è l'occasione per Pietyr per raccontarci di come nascono i nomi in Islanda: ogni persona ha il suo nome di battesimo e per cognome il nome di suo padre+son se è maschio, +dottir se è femmina. Questo fa sì che non ci sia una vera "dinastia" di persone, non può esistere il "cognome famoso" come in Italia! Non ci sarebbero i "Ferrari", gli "Agnelli"... addirittura per questo motivo in Islanda tutti, Presidente compreso, vengono chiamati solo con il nome di battesimo!
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  • Day 6

    Cena e chiacchiere

    January 1, 2020 in Iceland ⋅ ❄️ 0 °C

    Se l'altra cena a Reykjavik era stata molto tipica in un locale molto normale... questa si è rivelata tutto il contrario! Su suggerimento di Sara abbiamo deciso di sperimentare il Cafe Babalu, un posto molto caratteristico. Il locale è piccolo e colorato sia fuori che dentro, ci siamo seduti al primo piano dove - oltre all'onnipresente rifornimento eterno e gratuito di acqua buonissima - l'ambiente è davvero incredibile! Bandierine e banconote pendono dal soffitto, i muri sono pieni di firme, date e dediche scritte con il gessetto, ci sono quadri astratti, lampioncini e lanterne appese al soffitto, uno scaffale di libri, cuscini e arazzi... È tutto esotico, colorato, eclettico e molto, molto artistico! A far parte dell'ambiente c'è perfino una ragazza, allungata sui cuscini del divanetto nell'angolo, che disegna a carboncino sul blocco per gli appunti, con il cappuccio tirato sulla testa, una tracolla semidistrutta accanto e le cuffie alle orecchie. È tutto molto bohemien!!!

    Pietro, Sara e Matt vanno di french toast - tutto sommato buono - e io sperimento la famosa zuppa al pomodoro che nella sua assurdità è tipica di qui. In effetti è molto buona, super cremosa, servita ovviamente con burro e pane. La cosa particolare è che ha un sapore denso e intenso, penso che oltre al pomodoro nella ricetta ci sia lo skyr o qualche formaggio... Non mi fa impazzire (una delle cose che detesto di più è la combo pomodoro+formaggio) ma è calda e densa e, anche se un po' a fatica, riesco a finirla...
    Matt mi dice di segnare che le cameriere di qui non sopravviverebbero mai a Milano, perchè hanno proprio altri ritmi! Quando sono andati a pagare sono state lente, chiacchieravano tra un pagamento e l'altro, si prendevano i loro tempi... forse è per questo che qui riescono a vivere felici e ad accogliere tutti con un sorriso anche se vivono sperduti, nel freddo e nel buio!

    La cena diventa anche il momento in cui chiacchierare e raccontarsi un po' delle reciproche vite... Pietro e Sara ci raccontano come si sono conosciuti, noi facciamo lo stesso, diamo i voti alla vacanza che sta per terminare... credo sia stato un bel momento di condivisione!
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