Fuoco e Acqua

December 2019 - January 2020
Questi Islandesi sono proprio “fuori”... Read more
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  • Day 1

    4000km (e 12 ore) dopo...

    December 27, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 4 °C

    Partire per me è sempre un piccolo grande trauma. Tra l'ansia dei controlli (che mi sto impegnando a gestire con discreti risultati) e la questione "peso della valigia" mi è stato difficile rendermi conto di cosa stava succedendo e di dove stavamo andando per l'intera giornata. Per fortuna Matt è stato come sempre calmissimo, le valigie le avevamo già pesate a casa - e stavolta il pesavaligie l'abbiamo pure portato - e siamo arrivati a Malpensa in largo anticipo. Abbiamo avuto tutto il tempo per imbarcare i bagagli, fare i controlli e rilassarci un po' prima di decollare, iniziando a leggere qualcosa per cercare di realizzare che stavamo davvero per andare in Islanda!
    L'aeroporto di Malpensa era pienissimo di gente che come noi volava al nord, erano tutti in scarponi e tuta da sci! In coda con noi al check-in bagagli c'erano intere famiglie dirette in Lapponia e a Copenhagen, comitive di Avventure nel mondo che stavano andando a Tromso a cercare di fotografare l'aurora boreale, gente che sarebbe andata in Svezia a sciare...

    Siamo atterrati a Copenhagen in un modo talmente perfetto che nemmeno ci siamo resi conto di essere tornati a terra: è stato ufficialmente il miglior atterraggio della nostra vita! Lì ci attendevano sei ore di scalo e al pensiero di questa lunga attesa eravamo un po' preoccupati... in realtà alla fine ci è passata senza che ce ne siamo nemmeno resi conto! Abbiamo fatto un giretto del terminal, che ha davvero una marea di negozi carini in cui entrare, tra cui ben DUE Lego Store e ovviamente il localissimo Tiger. Ne abbiamo approfittato per comprare un quadernetto azzurro sbarluccicante su cui appuntarci il diario di viaggio giorno per giorno. E direi che azzurro e scintillante fa molto inverno al nord, no? ❄️❄️❄️ Ci siamo fermati anche a leggere la storia del "Baule volante" di Andersen, proprio in fondo al terminal, dove abbiamo scoperto che lo scrittore amava viaggiare: la sua valigia, contenuta nella teca accanto al racconto, era praticamente grande come un armadio!

    Per pranzo abbiamo scelto Gorm's, mangiando una buona pizza taleggio, patate e tartufo (per Matt ovviamente) e una Ceasar Salad al salmone (per me); da bere abbiamo optato per una buona birra di Natale... dopotutto siamo ancora in periodo di feste!

    Le ore del post-pranzo le abbiamo trascorse sui comodi sedili della zona dei gate guardando Scorpion, opportunamente messo sul tablet proprio per riempire questa attesa. E sarà che si stava comodi, sarà che il telefilm è stupendo, in realtà ci siamo ritrovati all'ora dell'imbarco come se niente fosse!

    Il secondo volo è stato con Icelandair, ed è stato piacevole nonostante le turbolenze.
    Grazie agli schermi abbiamo potuto fare un'altra delle nostre sessioni di cinema in volo, anche se stavolta con audio in inglese! Io ho visto il film sulla vita di Tolkien (bellissimo!) e Matt ha guardato per l'ennesima volta Ocean's Thirteen, che conosce talmente a memoria da non aver bisogno di traduzione... 😜

    Dopo l'ansia e angoscia al nastro del ritiro bagagli - dopotutto era il mio primo volo con scalo - siamo riusciti a raggiungere il terminal degli autobus con tutte le nostre cose al sicuro insieme a noi. Matt era scetticissimo a proposito dei trasferimenti con bus, visto che lui preferisce di gran lunga i transfer privati, ma anche lui ha dovuto ricredersi. Nonostante avessimo dovuto perfino cambiare da bus grande a navetta, i trasporti sono stati organizzati talmente bene che siamo arrivati in hotel senza nessun problema!

    Ora finalmente possiamo farci una bella dormita, in modo da poter essere pronti e carichi per iniziare il tour domani mattina! Islanda here we come!
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  • Day 2

    Partenza carica (forse troppo..)

    December 28, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 3 °C

    Dopo una tipica colazione "da Matteo" abbiamo atteso la guida nella hall. In quel frangente - visto che l'ora della partenza era passata e di guide nemmeno l'ombra - facciamo la conoscenza di Sara e Pietro, una coppia di Bologna che avevamo già individuato ieri sera nel trasferimento in hotel. Nel mentre accade anche che una signora approccia Matt credendo che lui fosse la guida... 🤦‍♀️

    Quando arriva la nostra guida - Pietyr - si rende subito conto che tutta la nostra roba non ci potrà mai stare nel minipullman che ci dovrebbe portare in giro! Tentiamo una manovra di tetris supremo ma niente, è inutile, proprio non si riesce a stipare tutto nel bus. Ci tocca lasciare le valigie in hotel, dove la guida verrà a recuperarle con un autobus più grande mentre noi saremo alla prima tappa. E comunque ci credo che non ci sta tutto: ci sono coppie che hanno trentordici valigie!!!!
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  • Day 2

    Aurora Reykjavik Center

    December 28, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 3 °C

    Le prime due cose da segnare di questo tour appena iniziato sono:
    1 - sono quasi le 11 ed è ancora notte! (Le foto possono testimoniare quanto sto dicendo)
    2 - piove da morire, che manco i monsoni. E dire che siamo quasi al Circolo Polare Artico, non nella zona dei Tropici...

    Considerazioni a parte, ho trovato questa prima tappa davvero molto interessante! L'Aurora Reykjavik Center è infatti un piccolo museo dedicato interamente all'aurora boreale, dove una guida del posto ci ha raccontato per bene cosa siano queste famose "luci del nord" che tutti vogliono vedere, come si formano, perchè hanno questi colori, perchè si vedono solo qui... insomma, una mini-sessione scientifica a me davvero molto gradita! C'era una parte anche su miti e leggende dedicate a questo fenomeno, che da quanto leggevo dev'essere stato veramente inquietante per chi lo vedeva senza capire cosa fosse...
    Alla fine, dopo una sala cinematografica immensa, con uno schermo assurdamente grande in cui venivano proiettate immagini in time-lapse di aurore boreali riprese nell'ultimo anno nei cieli dell'Islanda, la guida ha dedicato del tempo per aiutare tutti a regolare le macchine per riuscire a fotografare l'aurora boreale.
    La cosa principale che ci ha detto, infatti, è che vedere l'aurora borale è difficilissimo. Non solo per le condizioni necessarie: cielo terso, poco inquinamento luminoso, pazienza (tanta!) e buona attività solare (che in questo momento è ai minimi storici... riprenderà nel 2024)... ma anche e soprattutto perchè ad occhio nudo è praticamente invisibile, quei colori meravigliosi che tutti hanno in mente sono catturati solo dagli obiettivi!
    Matt mi ha spiegato che è perchè l'otturatore di una macchina fotografica può stare aperto anche per qualche minuto, mentre l'occhio umano ha un "otturatore" che dura molto meno... perciò non fa entrare abbastanza luce da vedere i colori.

    Mentre Matt e i nostri nuovi compagni di viaggio regolano le macchine fotografiche io gioco con gli schermi interattivi della sala, cercando di capire se c'è almeno una remota possibilità di vedere le luci del nord durante questo viaggio. Purtroppo, oltre alla mancanza di attività solare, dagli schermi pare che abbiamo beccato una settimana di cielo coperto e le possibilità siano davvero molto molto scarse...

    Una piccola cosa particolare che abbiamo visto uscendo è stata la mappa del mondo, dove i visitatori erano invitati a lasciare uno spillo sulla propria nazione di provenienza. Il risultato era davvero impressionante!
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  • Day 2

    Alba per pigri

    December 28, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 2 °C

    Dopo il mattino buio e piovoso, finalmente riusciamo a vedere il sole!
    All'alba delle 12 (è proprio il caso di dirlo!) qualche timido raggio di sole riesce a scavalcare l'orizzonte e a bucare le nubi gonfie di pioggia per mostrarci il paesaggio.

    Oltre al sorgere del sole a quest'ora assurda, anche il paesaggio è abbastanza surreale: da quando siamo riusciti a scorgere qualcosa ai due lati della Hringvegur - l'unica strada degna di questo nome in questa terra desolata - non abbiamo visto altro che sterminate distese di terra scura, erba gialla e fango. Per chilometri non ci sono villaggi nè forme di vita, solo qualche sparuta casetta qua e là spersa nel nulla più assoluto.
    Se da una parte l'assenza di neve e ghiaccio, che io mi aspettavo venendo così tanto a nord, è una delusione, dall'altra parte la peculiarità del paesaggio, così scarno e spoglio, senza alberi nè cespugli nè case nè forme di vita, mantiene per lo meno il suo fascino...
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  • Day 2

    Sosta al Lava Center

    December 28, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 2 °C

    Siccome il nostro tour si chiama "Hidden Powers & Northern Lights", dopo la fermata al centro dell'aurora boreale ci fermiamo al Lava Center, museo interattivo su vulcani, terremoti ed attività geotermica. Anche qui il centro è molto piccolo, e come accennavo nel footprint precedente... sorge nel nulla più assoluto!

    Durante la visita al Centro - piccolo ma davvero molto bello e interessante! - abbiamo visto delle impressionanti immagini sulle eruzioni dei vulcani islandesi, soprattutto dell'ultima, quella dell'impronunciabile Eyjafjallajökull che nel 2010 ha paralizzato il traffico aereo di mezza europa. Nelle altre sale ci sono schermi interattivi che mostrano le diverse dinamiche eruttive: sotto il ghiacciaio, esplosiva, con lava viscosa, con lava più o meno fredda... davvero molto istruttivo e interessante! Ci sono stanze in cui si possono conoscere tutti i vulcani e i rilievi più importanti della nazione, un corridoio in cui si vedono le pozze ribollenti dei geyser, un passaggio dove sperimentare un terremoto (anche no!!!)... In una enorme sala si può vedere una riproduzione dell'hotspot localizzato sotto l'isola: l'Islanda infatti è uno dei punti in cui la crosta terrestre è più sottile al mondo, ed è per questo che è una terra così inquieta! Una delle sale più interessanti è quella in cui, girando un corrimano che scorre attorno allo schermo inserito nel pavimento, si può vedere la formazione dell'Islanda nel tempo: è la terra emersa più giovane del pianeta!

    Al termine della visita Matt ha avuto modo di sperimentare una delle specialità locali: lo Skyr. Con la consistenza e il sapore di uno yogurt greco, è in realtà un formaggio vero e proprio, ricco di proteine e con pochissimi grassi. È uno dei cibi più tipici e amati dagli Islandesi, e in effetti ha un suo perchè!
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  • Day 2

    Cascata #1

    December 28, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 4 °C

    La prima fermata naturalistica del tour è alla Seljalandsfoss, una delle molte cascate di questa terra. La cosa più particolare dell'Islanda è infatti che ha una zona montuosa all'interno, creata soprattutto dalle eruzioni vulcaniche, che si arresta all'improvviso per lasciare posto alla terra emersa dal mare. Questo gradino fa sì che i molti ghiacciai e corsi d'acqua che partono dalle montagne arrivino al mare facendo salti spettacolari.

    Dunque, per dire tutta la verità la sottoscritta si aspettava di vedere questi salti spettacolari incorniciati da roccia nera, stalattiti scintillanti di ghiaccio e distese di neve in cui l'acqua cristallina scavava fiumi gelati. Ritrovarsi davanti a questa cascata, sì alta, okay, ma miserevole, con un contorno di rocce nude e fango è stata una delusione. In più il sole sta già tramontando e i colori stanno virando rapidamente al grigio... il che di certo non aiuta! Ho avuto anche l'infelice idea di paragonarla alla cascata che il Lambro fa di fronte alla stazione di Canzo, dicendo che non occorre fare tutta questa strada per vedere una cascata. Matt diciamo che ha espresso il suo disappunto a questa mia opinione...
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  • Day 2

    Cascata #2

    December 28, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 4 °C

    Seconda tappa naturalistica, seconda cascata: la Skogafoss.
    Inizialmente mi sembrava il bis della cascata precedente: scarna e pallida in mezzo alla steppa e al fango. In realtà questa cascata aveva dei dettagli in più: innanzitutto era possibile salire in quota fino al livello del salto dell'acqua, con una scalinata decisamente ripida che mi ha fatto arrivare in cima senza fiato (più per la fatica che per la meraviglia). La vista dall'alto non era davvero niente male, però, soprattutto perchè dalle prime alture l'isola è così piana e desertica che si può arrivare lontanissimo con lo sguardo. Da questa scalinata ho scoperto che d'estate si può partire per uno dei trekking più belli della nazione, chiuso d'inverno per la pericolosità di alcuni passaggi.

    Ridiscesi ai piedi della cascata per qualche foto da sotto, riusciamo a fare qualche scatto cogliendo la riva del fiume ghiacciata, che dà un tocco un po' più "nordico" a questa sosta, almeno rispetto alla precedente.
    Per mia curiosità mi sono avvicinata per allungare le mani nell'acqua e nonostante fossimo all 66° parallelo nord e il fiume scorresse dai ghiacciai dell'entroterra lungo una banchina ghiacciata... l'acqua della Val di Mello era decisamente più fredda! 😅
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  • Day 2

    Sabbia, onde e rocce

    December 28, 2019 in Iceland ⋅ ⛅ 5 °C

    Questa è stata la prima tappa naturalistica degna di un tour in Islanda, accidenti!

    Il sole è già sceso sotto l'orizzonte, il cielo è tornato scuro e coperto, ma Pietyr non si è formalizzato e ci ha portato alla spiaggia di Reynisfjara, famosa per la sua sabbia nera e le sue onde altissime. Qui si alza anche una scogliera di basalto a strapiombo sul mare, dove - prima che il riscaldamento climatico le spingesse più a nord - venivano a nidificare i Puffin, le "pulcinelle di mare", uno dei simboli di questa isola.

    Dopo un breve tratto in salita, affondando nella sabbia spessa e scura, arriviamo a una lunga lingua di sabbia nera. Le onde in lontananza, anche nella penombra del crepuscolo, sono alte, rabbiose e schiumeggianti. La guida e i cartelli ci hanno avvisato più volte di non avvicinarsi troppo alla riva, perchè anche se le onde sembrano lontane - la battigia era lunga almeno dieci metri - non si può mai sapere quando arriverà l'onda anomala che ti potrebbe portare via!
    Qui in effetti si inizia ad assaporare quanto selvaggia e indomabile sia la natura di questa terra: il rumore delle onde, la loro altezza al largo, la forza con cui investono la sabbia, la lunghezza di questa spiaggia nera... Forse questo viaggio inizia a stupirmi!
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  • Day 2

    Just a "small hike"!

    December 28, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 3 °C

    Arriviamo all'hotel Klaustur per cena, stupendoci di come qui le case siano fatte tutte di compensato e lamierino... sono tutti prefabbricati, eppure all'interno fa sempre molto (troppo?) caldo!

    La cena secondo Matt si può riassumere in "poco ma buono", tanto che lui e Pietro hanno seriamente meditato di chiedere come dessert il mega hamburger con patatine che hanno preso i ragazzi latinoamericani seduti vicino a noi... la cosa è stata impedita da un pronto intervento mio e di Sara perchè dai, insomma, non ci sembrava proprio il caso!!!

    Dopo la cena Pietyr ci ha proposto una "small hike". ll cielo sarebbe stato coperto, quindi la possibilità di vedere aurore borali era proprio lo 0%, però poteva essere un'occasione per fare due passi fino a un laghetto ghiacciato lì vicino.
    Cogliamo l'occasione, sia perchè stiamo veramente troppo tempo seduti in pullman sia perchè io ho voglia di un po' di avventura. Ci copriamo bene e raggiungiamo Pietyr nella hall, che dà a tutti una luce da fronte e un paio di ramponi... perchè "non si sa mai".
    Iniziamo la passeggiata che ha davvero il sapore di una piccola avventura: se già nel 90% delle strade Islandesi non c'è illuminazine, figurarsi su un sentiero sperso nel nulla... le luci da fronte sono indispensabili, anche per evitare di scivolare sui torrenti di fango e acqua che ricoprono il sentiero. La strada non è lunga, ma è ripida e scivolosa, si arrampica sul fianco dell'altura fino a un laghetto che, alla fioca luce della torcia, è fatto di lastroni di spesso ghiaccio. Pietyr ci racconta che, prima che iniziasse la persecuzione dei cattolici, qui c'era un convento di suore, che venivano a fare il bagno in questo lago, da cui ha preso il nome. Arriviamo al prato che fiancheggia il lago, da cui si ha una bella vista del piccolo agglomerato di case sotto di noi, e siccome il cielo è davvero tutto coperto Pietyr ci intrattiene con una storia di paura islandese, con tanto di morti annegati in fiumi ghiacciati, scheletri a cavallo e tombe sigillate da massi per tenerci i fantasmi dentro.
    Prima di rientrare, Pietyr ci propone una piccola allungatoia fino alla "grotta che canta", un luogo dove si racconta che le suore e i frati del chiostro vicino si incontrassero per cantare gli inni. Il sentiero si fa ancora più stretto e scivoloso del precedente, tanto che Pietyr invita tutti a infilare i ramponi. La maggior parte della gente decide quindi di rientrare, tranne me, Matt e una coppia di latinoamericani. Il sentiero è ghiacciato solo in piccoli tratti e diventa più largo e pianeggiante verso la fine, quando arriviamo a una grotta piccola con un'acustica eccezionale, nascosta talmente bene sotto uno sperone di roccia da essere invisibile a chi non la conosce.
    Scendendo dalla passeggiata superiamo "l'albero più alto d'Islanda", un larice di 16 metri. Questo giustifica il detto che 'se in Islanda ti perdi nel bosco, basta che ti alzi in piedi'...

    Rientrati in albergo, un po' stanchi ma decisamente soddisfatti di questa passeggiata avventurosa, riflettiamo sul fatto che gli Islandesi non si fanno fermare da nulla: ghiaccio, freddo, ora tarda, buio... se si vuole andare a fare la passeggiata si prende, ci si attrezza e si va!
    Nella hall troviamo una piccola, gradevole sopresa: un enorme thermos di ottima cioccolata calda, perfetta per terminare la serata prima di una buona dormita!
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  • Day 3

    Addio ghiacci...

    December 29, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 2 °C

    La prima cosa che vediamo, appena scesi dall'autobus alla laguna glaciale di Jokulsarlon, è un mezzo di trasporto dall'aspetto decisamente inusuale, tanto che Matt si è subito fermato a guardarlo e a fotografarlo (ricordiamo i servizi fotografici fatti ai mezzi della polizia di NYC...). Pietyr così si è fermato a spiegargli un sistema tipico che hanno i fuoristrada islandesi: attraverso un sistema di cavi collegati alle ruote il pilota può gonfiare o sgonfiare ogni singolo pneumatico direttamente dall'abitacolo. Questo aiuta gli islandesi a gestire i cambiamenti di terreno ed evita di rimanere impantanati! ll meccanismo è molto utile viste le distanze assurde tra un posto abitato e l'altro, e con questa desolazione rimanere bloccati può voler dire non sapere quando si potrà ricevere aiuto...

    Il posto turistico dove ci siamo fermati è una immensa laguna su cui galleggiano, pigri e malinconici, enormi iceberg che veleggiano lentamente verso il mare. I blocchi di ghiaccio sono meravigliosi, di zaffiro, diamante e cristallo, talmente puri e perfetti che sembrano brillare dall'interno, con questi azzurri incredibili, luminosi e luccicanti... e pensare che sta piovendo forte, quindi non è questione di riflessi o di raggi di sole. Gli iceberg sembrano illuminati dall'interno, non c'è altro modo per descriverli.

    Questo spettacolo meraviglioso però cela un però: questo luogo era un ghiacciaio... che non c'è più. A causa del cambiamento climatico si sta lascando alle spalle questi iceberg isolati, che sembrano una processione di persone tristi che vanno a morire in mare. Forse è un paragone un po' forte, ma sinceramente la consapevolezza che tra qualche anno qui non ci sarà più niente, unita alla pioggia battente che rendeva tutto ancora più drammatico, mi ha fatto proprio prendere male male...
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