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- Mar 24, 2023
- ☀️ 31 °C
- Altitude: 9 m
- VietnamTỉnh Quảng NamHoi An15°52’47” N 108°19’39” E
Le risaie di Hoi An
March 24, 2023 in Vietnam ⋅ ☀️ 31 °C
È la prima mattina dall’inizio del viaggio che facciamo colazione con calma.
Abbiamo deciso di saltare a piè pari le lezioni di cucina o le barchette a mezza sfera che proponeva l’albergo. Pensiamo sia saggio rallentare un po’ il ritmo del viaggio, dopo aver visto come gli ultimi giorni di corsa hanno ridotto lo stomaco di Poli (domandandoci se non fosse stato l’hamburger discutibile mangiato la prima sera a Tam Coc). Non è ancora al cento per cento e mentre noi ci sfondiamo di omelettes, croissant e fagioli al pomodoro, lui si accontenta di un the caldo.
Non avendo programmi particolari, ma proponendoci di fare comunque qualcosa, decidiamo di noleggiare le solite due moto a 4€ e ci spostiamo di qualche chilometro a nord della città, per visitare le Marble Mountains.
Durante il percorso non possiamo che notare i cantieri di alberghi enormi e nuovissimi che danno sul mare, spesso accanto a palazzi giganti mai finiti e disabitati. Avvicinandoci poi alla montagna cominciano ad apparire per strada alcuni negozi di statue di marmo raffiguranti Buddha, dei indù e leoni cinesi, dalle statuette piccoline da giardino a bestie enormi alte quattro metri.
L’entrata alle Marble Mountains è presidiata da signore locali che, pur di farci parcheggiare accanto al loro baracchino e mangiare qualcosa, si lanciano di prepotenza in strada, seguendoci di corsa e rischiando di essere investite. Cediamo alla fine ad una di queste: le diamo neanche il corrispettivo di un euro per parcheggiare le moto ed entriamo nella montagna.
La grotta che si apre di fronte a noi è stupenda: alta, maestosa, ricorda una cattedrale naturale, con piccoli santuari qua e là.
Anche qui però il turismo di massa è arrivato, tanto da farci scappare in fretta sgusciando tra una comitiva di giapponesi chiassosi e un'altra.
Torniamo delusi in hotel e, senza sentirci in colpa, ci buttiamo in piscina a rilassarci fino a pranzo. Mangiamo un club sandwich al volo e riprendiamo i motorini per tornare nel negozio delle sarte, per provare i modelli dei nostri vestiti su misura probabilmente cuciti durante la notte. Facciamo un po’ i fashion blogger nei camerini, ci facciamo aggiustare qualche punto e usciamo increduli alla notizia che le sarte ci avrebbero fatto recapitare tutto finito in albergo entro sera.
Inforchiamo nuovamente i motorini e ci spostiamo appena fuori dalla parte abitata di Hoi An, dove si apre una distesa di risaie bellissima. Sono quasi le quattro, e ormai non ci facciamo più fregare dalla golden hour anticipata.
Percorriamo così una stradina sterrata tra le risaie e ci fermiamo a scattare foto accanto ad uno stagno, rovinando la tranquillità di un paio di bufali in ammollo.
Ci dirigiamo quindi verso il mare. Il sole è scomparso tra la foschia umida quando arriviamo in spiaggia: ci sono poche persone ancora, varie barchette semisferiche a riva, qualche bambino che gioca sul bagnasciuga, un padre e un figlio che dislegano una rete da pesca. È una situazione strana, rilassata, quasi malinconica. Immersi nel vento che viene dal mar cinese del sud, camminiamo senza quasi dirci una parola. Forse perché Poli aveva di nuovo stimoli da cagotto, ma alla fine il momento era anche magico così.
Beviamo una birra al volo in un bar su palafitte poco lontano dal mare e poi di nuovo in albergo per un’altra doccia prima di cena in centro, illuminato un’altra volta dalle lanterne colorate. Facciamo volare il drone sopra il canale e passiamo in rassegna il mercato, facendoci pregare dalle negozianti di comprare qualsiasi cosa a prezzo stracciato.
Finiamo la serata in un ristorante vegano, mangiando tutti benissimo tranne Poli, solito sfortunato che si ordina un piatto di riso con il tofu che sa da pesce.Read more