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  • Day 11

    Santiago

    August 4, 2017 in Spain ⋅ ☁️ 19 °C

    Tre giorni non saranno tanti ma riescono a dare un'idea di cosa passere essere Santiago de Compostela; guardarsi intorno, muoversi per le strade trafficate riesce ugualmente a farti sentire parte di qualcosa di più grande, anche se il camino non l'hai davvero fatto.
    Guardi con un po' di invidia gli scarponi dei pellegrini e immagini cosa possa averli effettivamente spinti a provare l'impresa. Ti ritrovi a pensare cosa potrebbero spingere te a fare il camino: è solo voglia di impresa o c'è qualcosa di più? Ci sono pensieri che si accavallano e che non rendono facile il discernimento, ma rimane la nostalgia per qualcosa che non c'è e che non so come recuperare.
    C'è paura e, forse, un pizzico di presunzione di potercela fare lo stesso e che, in fondo, tutto va bene così, ma è solo illusione.
    Lo capisci quando ti guardi intorno: lo sguardo va inevitabilmente, verso coloro che il camino lo hanno fatto per uno scopo simile al tuo e il pensiero vola a momenti andati dove le cose non erano necessariamente migliori, ma si riusciva a gioire piu facilmente.
    Non è, forse, sentirsi parte di una comunità uno dei tanti scopi per il cristiano? Â La messa del pellegrino diventa occasione di raccoglimento, di preghiera, magari non come una volta, ma meglio di tanti altri tentativi, unisci la preghiera a quella di chi condivide il momento e con coloro che prima di te lo hanno fatto. Affidi il pensiero a San Giacomo, ma non gli chiedi il miracolo, gli chiedi solo di farti vedere le cose con occhi nuovi. Non si cerca forse questo a Santiago? Una nuova partenza? Ci sono pesi piu grandi di altri e altri che noi contribuiamo a ingigantire. E ci sono occasioni per provare a lasciarne per strada qualcuno.
    La strada mi è mancata, terribilmente, perché camminare per 800km relativizza tutto e Dio solo sa quanto ho bisogno di relativizzare. Ho bisogno di fare fatica, di mandare e mandarmi a quel paese per riprendere la giusta prospettiva delle cose.
    Aspettiamo la prossima occasione, capiremo se da soli o in compagnia capiremo se il prossimo anno o quando, ma sappiamo che è solo un arrivederci.
    Abbiamo detto arrivederci a San Giacomo e al suo Botafumeiro, arrivederci alle suore stonate con cui abbiamo pregato insieme e a chi deve ancora arrivare.
    Andiamo in Portogallo, speranzosi. Lasciamo la Galizia col suo verde e la sua pioggia così british e i volumi alti molto più latini. Respiriamo a pieni polmoni perché la paura di non farlo presto tornerà.
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  • Day 10

    London

    August 3, 2017 in England ⋅ ⛅ 19 °C

    Continua il viaggio e continua nella mia città, dove non posso mancare per più di qualche mese. Toccata e fuga, come spesso accade, ma respirare fa bene al cuore e allo spirito.
    Si torna a Londra, inizio reale della vacanza perché da qui tutto inizia e tutto prende forma.
    Si inizia con un appartamento che si affaccia sulla Tate Modern, con la gente che va a lavorare zaino in spalla e io, vacanziero, seduto alla finestra a sorseggiare caffè. Cielo plumbeo, ma qui la pioggia fa parte del quotidiano e non posso arrabbiarmi se un po' di acqua dispettosa decide di battezzare la mia giornata.
    C'è bisogna di questa parentesi per ricaricare le batterie e per aiutare la mente a sognare ancora. Come sempre finirò per incupirmi perché le toccate e fuga sono solo una parentesi e non la vita reale, ma, come letto, Londra è immutabile, ma, allo stesso tempo, mutante, non ostile, ma semplicemente in attesa di essere scoperta.
    Qui, dove la mia testa viaggia 10 volte più veloce che dalle altri parti, è il posto dove anche sorseggiare un caffè alla finestra fa acuire i sensi e fa guardare il mondo con rinnovata speranza.
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  • Day 9

    Leaving north

    August 2, 2017 in England ⋅ ⛅ 15 °C

    Si lascia il nord dell'Inghilterra, in treno, perchè ormai fa parte di me vedere paesaggi e persone alternarsi velocemente. La direzione, come giusto che sia, Londra.
    Si lascia una città a cui rimango sempre legato, pur nella sua cruda e non appariscente bellezza. La vedo cambiare, magari non rapidamente, ma rimane sempre un po' di malinconia nel pensare cosa c'era e adesso non c'è più: dicono che sia una città che sta morendo, forse è vero, ma si potrebbe sempre ripartire, o quantomeno provarci.
    Penso alle cose stupide che abbiamo da noi, ma che fanno impazzire la gente: basta un mercato fatto bene, un sagra dove la gente possa passare 2/3 ore spensierate e anche il paesino più sperduti diventa il centro del mondo.
    Eppure qui non funziona, o, semplicemente, non vogliono provarci.
    La memoria, però, vola sempre alla strada principale, ripassa i negozi uno ad uno con la consapevolezza che alcuni sarà l'ultima volta che li avrò visti, e si aggrappa alle certezze che invece ci saranno. Abbiamo tutti bisogno di certezze per non sentirci sradicati e stranieri e io, in questi anni, ne ho costruite diverse, in alcuni casi consapevolmente e in altri, forse, meno.
    E aspetterò l prossima volta con la speranza di non vedere il mondo capovolto e con la determinazione necessaria per rientrare dentro la vita cittadina e sentirmene sempre, ugualmente, parte.
    Anche per quest'anno niente Saints, ma non mi lamento del tempo trascorso: ho visto luoghi, persone che mi fanno sentire meno solo e un po' più apprezzato, parlato inglese e, come sempre, desiderato di trasferirmi. Ho guardato vetrine con lo stupore dei bambini, osservato gente e cercato di capirla un po' di più e portato il mio essere italiano, seppur nella sua strana peculiarità, in questa terra.
    Ora il treno viaggia spedito, le midlands ci fanno compagnia e la vacanza continua.
    In un paese dove, ovunque vada, mi sento a casa, lo sforzo grosso da fare è ricordarsi che posso stare così anche quando sono davvero a casa mia.
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  • Day 5

    Days in North England

    July 29, 2017 in England ⋅ ⛅ 15 °C

    Al terzo giorno ci si ambienta. Si riprende confidenza con il paesaggio circostante e si torna in armonia. Ritorna, come per magia, l'abitudine di guardare prima a destra e poi a sinistra quando si attraversa la strada, non si fa più caso alla coda per il caffè e anche i tuoi bioritmi prendono sfumature più nordiche e meno latine.
    Il pranzo diventa la classica "pie" e si inizia la ricerca spasmosdica di un raggio di sole, si iniziano a capire i commenti della gente intorno a te e si risponde in automatico quando qualcuno ti chiede qualcosa.
    È il paese dell'"early bird"; che poi un giorno dovrò effettivamente capire perchè mettere in mezzo quel povero uccellino per saziare la mia fame anticipata.
    È il paese del teatro, quello alle 19.30 che tanto amo, quello che ti da la possibilità di una birra post show se ne hai voglia o di bere il vino seduto al tuo posto mentre lo spettacolo va (ok... ammetto che su questo faccio ancora fatica).
    È il paese della totale assenza di stagioni: per uno cresciuto in Italia da fine luglio e fine agosto si è abituati a vedere il nulla più totale, negozi chiusi, lavori ovunque. Qui non cambia praticamente nulla, o quasi. I negozi sono aperti, i lavori ci sono, ma tanto ci sono anche a dicembre, magari non potrò sorseggiarmi uno spritz all'aperto, ma almeno alle 4 del pomeriggio posso uscire di casa.
    Pro e contro.
    In fondo la nostra vita è fatta di pro e contro. Li accettiamo costantemente cercando di aggiungere qualche "pro" in più alla nostra lista. O magari si tratta solo di vedere il bicchiere mezzo pieno, cosa che abitualmente io non faccio, ma che in Inghilterra, ogni tanto, mi riesce.
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  • Day 2

    Day 2

    July 26, 2017 in England ⋅ 🌧 18 °C

    La sera ci si lascia andare a pensieri più lunghi del solito. Accade normalmente anche quando si è bevuto un po' più del solito e si cerca di mettere insieme le idee.
    L'Inghilterra è anche il paese dove non importa quando torno, trovo sempre qualcuno che vuole invitarmi a cena. Amici conosciuti negli anni, ma che è sempre bello vedere perchè ti fanno sentire accolto.
    In queste occasioni si riesce a gioire di una partita a biliardo, o di una a domino, di qualche chiacchiera sul futuro di un adolescente e in cuor tuo ti fanno, costantemente, nascere quella drammatica domanda: perchè diamine non è sempre cosi?
    Forse perchè a casa sei più stressato, forse perchè non sei davvero socievole come spesso racconti... non so. Me lo chiedo, ma allo stesso tempo ringrazio per il buono che c'è in giro e perchè, nonostante tutto, anche io ne faccio parte.
    Forse la routine lavorativa potrebbe rovinare pensieri ed emozioni o magari potrebbe renderli più reali. Forse potrei semplicemente essere me stesso e tornare a ridere di gusto.
    Forse potrei guardare la vita con occhi diversi, forse sempre meno disincantati, ma sicuramente più aperti verso gli altri.
    E questo mi manca!!! Terribilmente!!!
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  • Day 1

    St Helens

    July 25, 2017 in England ⋅ ⛅ 17 °C

    "Ti sei reso conto anche della sua pigrizia antica, tenace, quasi commovente, pari soltanto alla curiosità di fare nuove esperienze"

    Si parte per questa nuova esperienza con Brizzi da leggere e credo che non esista frase migliore per partire. Perchè, a ben guardarci, l'unica vera vittoria contro la mia pigrizia è proprio il desiderio, scoperto forse in leggero ritardo, di fare nuove scoperte.
    Scoprire significa mettersi in gioco e lasciare perdere il mio folle desiderio di controllo.' Certo, pianifico, prenoto in anticipo, ma l'aereo due ore in ritardo non puoi pianificarlo e allora ti lasci andare a qualche respiro per non farti travolgere dalla rabbia e vai avanti.

    Guardiamo verso il Regno Unito, prima tappa del viaggio, forse la più semplice, sicuramente la più amata. Andremo in Spagna e Portogallo per scoprire e scoprirci allo stesso tempo. Per uscire un po' da noi per trovarci più centrati.
    E, intanto, pianificare la prossima scoperta, magari oziando tenacemente aspettando la scossa che tutto farà muovere. Nuovamente!
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  • Day 1

    Paris

    July 17, 2017 in France ⋅ ⛅ 25 °C

    Strano associare i Coldplay a Parigi anche se loro sembrano esserci particolarmente legati.

    Torno a Parigi per la seconda volta, un po' perché piacevolmente costretto e un po' con il desiderio di cambiare il mio pensiero sulla città.
    L'impressione rimane: una bella donna che si guarda allo specchio. Non è necessariamente un'offesa, anche se tale può sembrare, ma forse meglio di tutto descrive quello stato di alta contemplazione che si ha quando si cammina per le sue strade.

    Ho la sensazione, sempre, di attraversare vicoli, strade e boulevards che siano, in qualche modo più grandi di me. Sento il peso di Parigi, la sua storia, le persone che prima di me ci hanno camminato e le aspettative che io, da italiano, non posso (o magari non voglio) attendere.

    Chiariamoci, è una città spettacolare. Pere Lachiaise è uno dei più bei cimiteri in cui sia stato e Notre Dame rimane un'icona nell'architettura sacra. Se pittori, poeti se ne sono innamorati è perché qui, più che altrove c'è quella musa ispiratrice che fa muovere dentro. Adoro camminare tra brasserie e bistrot e magari fermarmi in qualcuno di questi. La cucina francese rimane molto interessante forse perché più segnata dal gusto mediterraneo che da quello del mar del Nord.

    Però abbiamo Viva la Vida che ci unisce ed intrigante è il trittico che si crea: un italiano poco innamorato dei francesi ma che, grazie a degli inglesi, riesce a sentirsi più a suo agio. La vita è veramente ironica quando ci si mette.

    Ringraziamo comunque Parigi perché senza di lei mancherebbe tanto alla nostra Europa e lasciamoci affascinare così come lo furono tanti prima di noi.

    Ringraziamo anche a Sky full of stars che ci ricorda che se alziamo gli occhi siamo tutti un po' più uniti e, se every teardrop is waterfall, allora non dobbiamo temere neanche di sentirci un po' più fragili e vulnerabili.
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  • Day 1

    Day trip

    May 20, 2017 in Belgium ⋅ ⛅ 15 °C

    Il nord Europa porta sempre con se un fascino a cui difficilmente riesco a resistere. Brussels è forse diversa da come immaginavo, ma non necessariamente peggiore.

    Si respira l'aria della capitale, multi etnica, multi culturale e aggiungiamoci tutti i multi che ci vengono in mente. È, però, una bellezza che non salta all'occhio: non hai un Big Ben da mostrare in tutte le salse o un circo dove fantasticare su gladiatori, l'influenza francese è grande. Ha una identità "in progress" e, come tale, la gente si comporta.

    Il bimbo nudo più famoso del Belgio è alto poco più di mezzo metro, messo dove a malapena lo noteresti, ma, in compenso, per il gay pride modificano le luci di tutto il centro. D'altronde non si può rischiare di essere omofobi anche se i fratelli" valloni meglio se ne stiano a casa propria.

    3 lingue ufficiali, ma non permettetevi di non sapere il francese.

    E se mangiare patate è forse fin troppo scontato, meglio lasciarsi andare ad influenze francesi che raramente si sbaglia.
    I belgi sembrano un po' noi italiani, ma mi riservo di vederli ancora prima di sbilanciarmi con un complimento così grande. Li osserverò attentamente per capire e magari imparerò qualche parola di francese per facilitare il lavoro.

    Prenderò qualche ostrica, un po' di Foie Gras, sorseggiando una della centinaia di birre, per godermi un paese che ha qualcosa della Francia, qualcosa della Germania, qualcosa dell'Italia ma che, a breve, sarà solamente belga.
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  • Day 1

    Back

    May 11, 2017 in England ⋅ ☀️ 17 °C

    Ci sono volte dove, semplicemente, ti prendi il tempo di guardare. A Londra devi farlo con precisione certosina perché quello che ora c'è, potresti non ritrovarlo la prossima volta che verrai.
    Ok, non è che non ti ritroverai più st Paul o il Big Ben, ma Londra e i londinesi cambiano: guardi i vestiti, i tagli di capelli, i visi. Pensi alle vite delle migliaia di persone che ti sono accanto e senti il bisogno di entrarci, furtivamente, ma con discrezione.
    Un taccuino con una matita come unico compagno, una camicia con i gemelli o un velo in testa sono parte del cuore pulsante della città.
    Chissà quanti vivono realmente qui e quanti hanno viaggi più lunghi da raccontare? Londra è vita, anche di passaggio, e chi si ferma, spesso, non lo fa per scelta. Però è così, prendere o lasciare.
    Io non rinuncio al mio zaino pieno di cose; non sono londinese. Non rinuncio al giubbotto in inverno, ma cedo al richiamo viscerale di superare a sinistra sulle scale mobili e di prendermi un cappuccino da asporto e di gustarmelo mentre cammino.
    Cedo al sandwich per pranzo ma ancora non lo pago con la carta di credito.

    C'è tempo per crescere, anche a Londra
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  • Day 1

    May

    May 11, 2017 in England ⋅ ☀️ 14 °C

    A Londra si scrive in metro perché niente più della metro segna la vita di Londra è dei suoi abitanti.
    Si gioca, si legge, in religioso silenzio si attende il proprio turno e si macinano chilometri, anzi miglia, perché gli inglesi amano essere diversi.
    È la mia città, dove tutti possono trovare uno spazio e riempirlo di ciò che più ritengono opportuno: è di chi, in suit and tie, va al lavoro o di chi, in pantaloncini e maglietta corre a casa.
    È di chi è Londoner e di chi, a malapena, conosce qualche vocabolo di inglese.

    Si corre, ma si fa anche giardinaggio imparando che tutto ha un suo tempo.
    Si prende un sandwich, ma Ducasse ha deciso che, più di Parigi, qui valesse la pena fermarsi.

    C'è Michelangelo insieme a Tiziano, e Warhol che lavora con Modigliani.

    E seguendo la
    Metro bisogna anche scrivere veloci perché il tempo è poco e a Londra ancora meno, eppure si riesce sempre a fare tutto.

    Canary Wharf arriva veloce; per fortuna che ci sono le poltrone dell'hotel per fermarsi un attimo, metter insieme i pensieri e buttare giù, tutto d'un fiato. L'amore per Londra è riempire lo spazio che, gentilmente, gli altri mi hanno lasciato.
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