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  • Day 6

    A passeggio nella Dorsale

    January 1, 2020 in Iceland ⋅ 🌧 1 °C

    Stamattina iniziamo a spingerci più all'interno dell'Islanda, e finalmente vediamo una spruzzatina di neve qua e là. Durante il viaggio Pietyr ci spiega cosa sia la dorsale medio-atlantica: è la più lunga catena montuosa/vulcanica al mondo e separa la placca nordamericana da quella euro-asiatica. Queste due placche sono in movimento e si stanno separando... e lo si può notare benissimo da qui, perchè tra noi, che siamo su un'altura, e l'altura di fronte a noi ci sono chilometri e chilometri (è così vasta che all'inizio io non avevo capito che era quella ma pensavo fosse il camminamento fatto a piedi, ndMatt)! Questo allargamento è dovuto ai movimenti della crosta terrestre sul magma ed è anche la causa dell'attività vulcanica islandese: i vulcani attivi più importanti dell'isola infatti sono sui rami di questa catena montuosa.

    La cosa più impressionante nel passeggiare tra le lame di roccia della dorsale è vedere che la roccia è a strati: allargandosi e separandosi, infatti, la roccia islandese mostra come sia stata formata da eruzioni susseguitesi una dopo l'altra, formando veri e propri strati che nel basalto si identificano benissimo... su alcuni si vede anche il muschio che è cresciuto tra un livello e l'altro!
    Matt è stato colpito da come si riuscivano a vedere tutti gli elementi naturali in una sola occhiata: c'era la roccia e l'acqua (dei fiumi, perchè se Dio vuole oggi non dovrebbe piovere), la neve e il ghiaccio... si percepiva davvero la forza della natura!

    Qui nella zona della dorsale, inoltre, ha avuto sede anche il più antico parlamento del mondo: la gente fuggita dalla penisola scandinava e arrivata qui, insofferente alla figura di un re che li aveva cacciati, decise di riorganizzarsi autonomamente (anche perchè erano quattro gatti, insomma, diciamocelo...) creando così il Thingvellir, il primo parlamento al mondo, che seppur molto modificatosi nel tempo è rimasto attivo con pochissime pause fino al giorno d'oggi!
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  • Day 6

    Fuochi e musica

    January 1, 2020 in Iceland ⋅ 🌧 4 °C

    Dopo il falò l'animatore della serata - un simpatico islandese sui 120kg - ci ha intrattenuto con qualche canzone e aneddoti divertenti sull'Islanda. È stata davvero un'animazione gradevole, semplice, divertente e per nulla invasiva... le 23:30 sono arrivate senza che nessuno se ne accorgesse, ed eravamo qui dalle 17:00!!!

    Qui i fuochi iniziano alle 23:30 (anche se in realtà nei giorni precedenti e anche oggi fin dal pomeriggio ad ogni ora se ne vedeva qualcuno, complice il buio.... ndMatt) e quindi anche se non era ancora tecnicamente Capodanno ci siamo precipitati sulla terrazza dell'hotel per vederli, perdendoci il conto alla rovescia. La terrazza dell'hotel è al quarto piano, ma siccome le case a Rejkyavik sono tutte a un solo livello da lì si potevano vedere i fuochi d'artificio di tutta la città!
    In più gli Islandesi in questo sono veramente dei folli, i fuochi sono andati avanti a nastro fino, e ancora continuano senza dare segno di rallentare... e sono così tanti che davvero, non sai più dove guardare! Sono stati tanti, alti, luminosi e belli, particolari, multicolori, vari... una cosa veramente seria! Praticamente ogni famiglia si dedicava a uno spettacolo pirotecnico degno di una festa di paese a casa... Matt era davvero un bambino felice 😍

    Dopo la mezzanotte siamo rientrati per un po' di festa: c'era la musica, qualcuno alticcio che animava la pista da ballo, calici di champagne sui davanzali con dolcetti al cioccolato bianco oppure crostini al salmone per attutire l'effetto dell'alcol... e abbiamo scoperto che è internazionale il fatto che mentre i mariti vogliono ballare e fare casino ignorando perfino la propria dignità le mogli tentino inutilmente di prendersi cura di loro cercando di impedirgli di rendersi ridicoli. Marlon, Pietro e Matt si sono scatenati sulla pista da ballo finchè noi mogli non siamo andati a recuperarli... 😋😋😋

    Ora siamo rientrati in albergo, ma grazie alla piacevolezza della serata bisogna ammettere che non siamo comunque molto stanchi!
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  • Day 5

    Fuochi e falò

    December 31, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 4 °C

    La tradizione del falò di Capodanno è diffusa in tutta l'Islanda: ce ne sono sia di "comunali", come questo, sia più piccoli organizzati dalle varie famiglie. Pietyr ci ha raccontato che anche lui, con la moglie e le figlie, avrebbe acceso un piccolo falò nel giardino di casa. Come tutti i fuochi, anche questo è di buon auspicio, per scacciare la sfortuna e bruciare l'anno passato per agevolare il rinnovo in quello che sta per iniziare.

    Il pullman ci ha portati a quello che è uno dei più grandi falò di Capodanno dell'Islanda... e in effetti è veramente impressionante: è alto almeno quattro metri e largo almeno dieci!
    Ci siamo fermati piuttosto lontano, ma il calore e la luce del fuoco ci raggiungevano lo stesso! Attorno a noi è pienissimo di gente, soprattutto famiglie con i bambini, che sono venuti a vedere il falò senza curarsi della pioggia che scende a scrosci o dell'aria non del tutto mite... questi Islandesi non si fanno fermare proprio da niente! Forse perchè il clima qui è sempre rigido, forse perchè siccome è sempre buio non possono permettersi di aspettare il momento di sole per fare le cose, ma pare proprio che siano indifferenti alle condizioni climatiche!
    Un'altra cosa bella è stata la musica: al falò infatti c'era un palco che trasmetteva musica ed è stato carino vedere come tutti si ritrovavano a cantare e a ballare sotto la pioggia sulle note di successi internazionali tipo "I wanna dance with somebody" di Whitney Houston. È stato un momento carino che abbiamo condiviso con Sara e Pietro, con i ragazzi del brasile e anche con due ragazzi di Londra, Clare e Kevin, con cui ho potuto chiacchierare un po' anche di musical e teatro. Di sicuro l'internazionalità dei nostri compagni di viaggio è stato il valore aggiunto di questa vacanza, e ha dato una qualità al tour che la comitiva del giro in Canada non aveva neanche lontanamente (guida e Camilla e Salvatore esclusi, naturalmente)!

    Spettacolo nello spettacolo, alle 21:00 era stato organizzato anche uno show pirotecnico notevole. Matt sembrava un bambino davanti a quei fuochi d'artificio così grandi, vicini e durati così a lungo!
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  • Day 5

    Gran Gala al Grand Hotel ✨

    December 31, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 5 °C

    Oggi la cena è iniziata presto - e con presto intendo le 17:00 - perchè ci aspetta una serata movimentata: a metà della cena infatti partiremo con un autobus organizzato per andare a uno dei tanti falò di Capodanno della zona, poi torneremo per la fine della cena, il brindisi e i festeggiamenti.

    Prima di raccontare della cena occorre fare un piccolo flashback: qualche giorno fa, guardando il menu di questa sera, mi sono accorta che erano cinque portate, tutte a base di carne. Siccome alla sola idea mi stava venendo un coccolone, Matt (santo lui) mi ha convinto di chiedere a Pietyr di iscrivermi al menu vegetariano... e col senno di poi è stata una scelta non ottima, di più!!!

    Il contesto del Gala in realtà è molto meno ricercato di quanto non possa sembrare dal nome. La festa infatti è per soli turisti, che hanno variamente interpretato il dress code "elegant casual" suggerito dalla guida. Per dire che c'erano ragazze strizzate in miniabiti di paillettes e signori con il pile della Quechua e il papillon...
    Il Grand Hotel però è indubbiamente un luogo di classe: abbiamo iniziato con un aperitivo con calici di vino e frutta ricoperta di cioccolata (ottimo aperitivo, chissà perchè da noi lo servono solo con arachidi e patatine...) per poi sederci ai grandi tavoli della sala ristorante. Siccome i posti a sedere erano organizzati in base ai tour e noi eravamo tanti, siamo stati divisi in due diversi tavoli. Noi siamo finiti con Sara e Pietro (bolognesi), Trish e Jeff (Australiani) una coppia di giapponesi anche loro australiani, una giovane coppia originaria del South Carolina e con Marlon e Haila, brasiliani di San Paolo. La compagnia è stata di sicuro la parte migliore della cena, e visto che il cibo è stato eccezionale questo dà la misura di quanto siamo stati bene! Stare seduti al tavolo con persone provenienti da posti così lontani e diversi tra loro è stato bellissimo: parlare dei problemi e delle particolarità delle varie città, raccontarsi le varie tradizioni di Capodanno (per dire, a San Paolo si usa andare al mare a saltare sette onde, in South Carolina a mezzanotte si esce con la valigia a mezzanotte per fare un giro intorno alla casa in modo che il nuovo anno porti viaggi...) e chiacchierare del più e del meno in un inglese un po' imperfetto è stato divertente e stimolante! Anche se Trish, la signora australiana, pareva ostile alle imprecisioni linguistiche, tutti gli altri diventavano sempre più poliglotti via via che il vino scorreva...

    Per quanto riguarda il mangiare, le portate erano tutte elaborate e sfiziose (e fortunatamente porzioni umane e non "gourmet", ndMatt). Io ho adorato il mio intero menu vegetariano e Matt ha mangiato perfino la crema al cavolfiore (capendo solo dopo che era cavolfiore ndMatt), anche se il piatto migliore dice essere stata l'anatra in tre cotture!

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    EDIT (post bonfire): modifichiamo il post perchè Matt si corregge: il piatto più buono è quello arrivato dopo la pausa per andare a vedere il falò. Una volta rientrati infatti tutti hanno bevuto il caffè che veniva servito insieme a dolcetti e biscotti... e ci siamo detti che probabilmente la cena era finita. Invece questi strani Islandesi usano caffè e biscotti come noi usiamo il sorbetto, perchè un attimo dopo sulla tavola era comparso un immenso vassoio di assaggi di selvaggina affumicata e cruda - renna, blackbird e alce - e di ottimi formaggi islandesi (d'altronde qui oltre a pecore e mucche non è che abbiano molto...). Matt non è mai stato così felice di non amare il caffè e quindi di non averlo bevuto... io non sono mai stata così felice di aver preso il piatto vegetariano perchè nella sfida tra tofu speziato con frutta e la selvaggina affumicata direi che vince il primo su tutta la linea! 😋
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  • Day 5

    Ultimo giorno dell'anno a Reykjavik

    December 31, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 3 °C

    Oggi la giornata è tutta per noi: fino alle 16:45 siamo liberi di girare e gestire il tempo come preferiamo!
    Ancora una volta ci stupisce come alle 10 del mattino sia completamente buio, tanto che nel girare per la città si vedono benissimo le luminarie e le luci esposte nelle finestre delle case, neanche fosse notte fonda! È assurdo sapere di essersi svegliati con calma, aver fatto colazione con calma... ed essere usciti in piena notte, o forse molto prima dell'alba... manda davvero in confusione! Facciamo tappa al porto per qualche foto, poi, mentre un timido chiarore inizia a riempire il cielo, rientriamo nella sala concerti della città, l'Harpa Concert Hall, dove troviamo riparo alla pioggia e facciamo un giro.
    Qui ci imbattiamo anche nella folkloristica gara podistica di fine anno, una tradizione locale a cui la gente ama partecipare mascherata. La cosa che mi ha colpito sopra ogni altra è che a casa a Carnevale tutte le bambine sono vestite da Elsa. Qui, invece, dove tutte le bambine sono bionde e vivono tra neve e ghiacci, erano tutte più vestite da Vaiana di Oceania. C'è dell'assurdità in questo... La maggior parte delle persone era comunque vestita a tema natalizio o animalesco: c'erano babbi e babbe Natale, folletti e gnomi. Un solo eroe era vestito da vero vichingo: nonostante la pioggia e il discreto freddo, correva nudo, con i capelli biondi lunghi e sciolti e indosso solo un paio di pantaloncini di pelliccia! 💪💪💪
    Proseguiamo la passeggiata verso il porto antico, facendo un giro tra piccoli moli ed enormi barche, tra i piccoli locali di souvenir e gli onnipresenti banchetti per le escursioni per turisti.

    Matt è rimasto colpito dai contrasti tra case ipermoderne e piccole, vecchie case colorate con l'aspetto di prefabbricati.
    Rientriamo in albergo attraversando le due vie più turistiche e colorate della città, quelle che abbiamo visto ieri sera alla ricerca di un posto per mangiare. La città è veramente colorata, ogni negozio ha il suo murales e perfino la strada è dipinta!

    Ne approfittiamo per curiosare in qualche negozio alla ricerca di souvenir: il nostro ditale in primis e poi qualche pensiero per i genitori. Restiamo annichiliti dal costo delle cose: un braccialetto di perline di lava costa 68€!!! Un negozio vende maglioni in tipico stile Islanda fatti a mano, alla modica cifra di 250€ (però sulla targhetta puoi leggere il nome della signora islandese che te l'ha confezionato...), mentre se ti basta un solo gomitolo come ricordo devi essere disposto a spendere almeno 60€.
    Per fortuna troviamo l'Icelandic Shop, che pare essere l'Eurospin dei negozi di souvenir perchè troviamo praticamente le stesse cose a prezzi molto più onesti. Matt riesce a trovare un gomitolo di lana a un prezzo adeguato in modo da poterlo portare a sua mamma e io riesco a comprare il bicchierino ai miei e un paio di calzini con i puffin a mia sorella senza lasciarci metà dello stipendio...
    Per seguire l'inclinazione culinaria di Matt abbiamo deciso di portare a casa anche un vasettino di sale aromatizzato alle erbe artiche e uno di sale aromatizzato alla lava... che per le ricettine sfiziose del marito saranno di sicuro un tocco di classe! ❤️
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  • Day 4

    Cena con vista

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 2 °C

    Rientrati a Reykjavik, ci organizziamo con Sara e Pietro per mangiare un boccone.
    La capitale dell'Islanda è una piccola città (l'unica degna di questo nome sull'isola, a detta di Pietyr) di 120mila abitanti; la sua zona turistica è quella del porto antico e di due vie principali, dove sorgono locali e negozi per turisti.
    Sapendo che le cucine chiudono presto (molte alle 21) e che mangiare è piuttosto caro dovunque in città decidiamo di non ragionarci troppo ed entriamo in un piccolo locale proprio davanti alla chiesa, il Cafè Loki: non molto tipico nel look, ma il menu sembra ricco e appetitoso.

    Matt sceglie un piatto di sapori tipici islandesi, tra cui anche lo squalo, io invece vado su un sandwich di trota affumicata con contorno di insalata, che comprende nel piatto anche una scodellina di "gelato al pane di segale" che di tutta la cena era la cosa che più mi interessava! 🍨

    La cameriera, molto gentile, ci ha raccontato il contenuto del piatto di sapori tipici e ha spiegato a Matt come si mangia lo squalo.
    Praticamente questo pesce, urinando attraverso la pelle, è tossico perchè ricco di urea. Viene quindi fatto marcire sottoterra finchè l'urea non si decompone ad ammoniaca e rende la carne mangiabile... se si riesce a superare l'odore di candeggina, ovviamente. La consistenza è morbida, il sapore quello di uno zola piccante o di un roquefort francese. I cubetti di squalo vanno masticati a lungo e poi, quando non si riesce più a masticarli, vanno buttati giù con un sorso di Brennivin, opportunamente ordinato da Matt accanto alla portata principale. Di sicuro una cosa da provare, ma di certo non per tutti... e di sicuro solo da assaggiare, non da scegliere come cena! (ndMatt)
    Il mio sandwich era piuttosto impegnativo, la trota aveva la consistenza di un baccalà mantecato molto forte di sapore. L'insalata ha aiutato a stemperare il sapore forte e a pulire la bocca prima del dolce. Il gelato al pane di segale era ottimo, denso e goloso, con le briciole che davano irregolarità al gelato ed essendo dolci ci sposavano perfettamente bene. Mi vergogno un po' a dire che la cosa più buona che ho mangiato in Islanda (e in inverno) è il gelato... ma è proprio così! 😂
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  • Day 4

    Bianco, azzurro... e nero

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ ⛅ 3 °C

    Le terme islandesi non si potevano evitare: per la gente di questa terra sono un luogo dove ci si incontra, ci si confronta, si chiacchiera, ci si innamora e si fanno perfino affari. Per due come noi che amano vivere come i locali non si potevano evitare!
    La Blue Lagoon è in realtà un posto proprio per turisti, ma per quanto possa essere mainstream è davvero una roba da non perdere!
    Non sono terme ma neanche piscine, sono una cosa difficile da descrivere, unica nel suo genere. Il complesso è del tutto simile a uno stabilimento termale, con i suoi spogliatoi, le saune e le sale massaggio (e le file assurde per entrare... che fortunatamente abbiamo evitato grazie al tour organizzato), ma la cosa particolare è tutta fuori: l'acqua è lattiginosa, azzurro chiaro, con una sfumatura che è difficile da descrivere e impossibile da ricreare. Ricca di silice, lascia tracce bianche candide sulle rocce nere che circondano le vasche, da cui sale un vapore candido che rende tutto fiabesco (sì ma questo vuol dire che l'acqua è a 50°C! ndMatt).
    In effetti la temperatura dell'acqua va tra i 28°C e i 38°C ed è un misto tra acqua dolce ed acqua salata, arricchita dalla silice di cui l'acqua di questa zona abbonda. Non è acqua geotermica sorgiva, ma è riscaldata dal vapore proveniente dal vicino impianto geotermico. La silice che le dà il colore lattiginoso e opaco si deposita negli incavi delle rocce come sabbia morbida e bianca e asciuga la pelle da ogni impurità. Con il biglietto di ingresso è compresa anche una maschera alla silice e per poterla fare bisogna nuotare nell'acqua calda e bassa fino ad una delle casettine immerse nella nebbia. Io e Sara non vedevamo l'ora, mentre Matt e Pietro si sono rifiutati. Contenti loro... 😜

    Molto più interessante, a detta di Matt, era invece la casetta-bar, dove abbiamo potuto prendere un buon drink. Io e Sara ci siamo date a centrifugati di frutta, mentre Matt ha voluto fare come suo solito il milanese imbruttito ed è andato su un calice di prosecco. Faceva uno strano effetto sorseggiare il drink nell'acqua caldissima e opaca, tra le volute di vapore. La cosa più particolare in assoluto è che il posto è molto grande, quindi la gente - che entra in numero chiuso - si disperde facilmente, la nebbia e il buio fanno il resto. Vista la folla assurda all'ingresso non avremmo mai creduto che a un certo punto noi quattro ci saremmo ritrovati da soli in una quieta e silenziosa insenatura della laguna!
    Nell'ultima mezz'ora la notte è scesa in fretta, rendendo ancora diverso l'ambente: le luci dorate diffondevano soffuse il loro chiarore tra il vapore, l'acqua diventava nera e densa, il cielo si scuriva rapidamente... e ha (ovviamente) ricominciato a piovere.

    Alla fine del pomeriggio posso dire che sì, è stata una vera esperienza da provare. L'acqua calda era gradevole al punto giusto e la silice lascia una sensazione di liscio e puro sulla pelle davvero intensa... peccato però che secca terribilmente pelle e capelli e quindi adesso anelo disperatamente a un po' di crema per il corpo! 😂
    Matt invece ha apprezzato soprattutto il fatto che essendo con un tour organizzato il tempo a nostra disposizione era limitato a due ore e non di più! 😅
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  • Day 4

    Merenda fuori programma (e fuori strada)

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ ⛅ 3 °C

    Prima di raggiungere la Laguna Blu Pietyr decide di farci fermare a Grindavik, paese in cui abita Anna. L'occasione è perfetta per vedere un piccolo paese di mare, con le sue spiagge nere, le sue lunghe onde... e senza un porto. Per quanto possa sembrare assurdo, essendo l'Islanda un'isola, la maggior parte dei suoi paesi di mare non ha affatto un porto! I porti sono pochi e accentrati nei paesi più grandi, usati per lo più per il commercio. Ciononostante alle porte del paese sorge uno stabilimento per l'essicazione e l'affumicatura del pesce, attività economica molto diffusa sulle coste dell'Islanda. Per fotografare il paesaggio abbiamo dovuto scalare un pendio di rocce tonde come proiettili, brune e porose: pietra lavica in grande stile! Era strano vedere come sassi più grossi della mia mano fossero in realtà incredibilmente leggeri!
    Un'altra particolarità del paesaggio islandese sono le rocce tonde coperte di muschio, talmente pittoresche che non stento a credere che la gente di qui si sia immaginata di vederli animarsi e diventare troll dalla pelle grigia e ricoperti di muschio!
    A questo proposito durante la strada Anna ci ha mostrato una roccia che sorge nel bel mezzo del complesso di affumicatura del pesce: praticamente la roccia è sempre stata lì e quando hanno ampliato la fabbrica hanno dovuto girarci intorno, dato che "non si poteva spostarla o toglierla, perchè ci vivono gli elfi!". Un'altra cosa bella e particolare di questo popolo è il suo contatto con la natura, così radicato e intenso che nessuno si stupisce se si crede ad elfi, troll e esseri magici in generale!

    Con l'occasione della sosta, Pietyr e Anna ci offrono una merenda in pieno stile Islandese: stoccafisso sotto sale e Brennivin (noto anche come "la morte nera", una grappa locale aromatizzata al cumino artico). La grappa non è affatto forte come sembra dal nome, anzi è molto gradevole. Lo stoccafisso è buonissimo e super croccante, (proprio come una patatina ndMatt)!
    Durante la sosta Matt coglie l'occasione per chiedere ad Anna com'è vivere così isolati dal resto del mondo. Lei sorprendentemente risponde che non è affatto isolata, dato che a "solo" un'ora di macchina raggiunge Reykjavik e l'aeroporto di Keflavik, da cui in "solo" due ore può raggiungere Londra, che tanto ama. È proprio vero che in questi posti le distanze sono relative...
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  • Day 4

    Il paese dei fiori

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ ⛅ -3 °C

    Facciamo un passaggio in questa cittadina molto particolare, che però vediamo solo dall'autobus. Hveragerdi è uno dei pochi paesi (più di 2mila abitanti, attenzione!!!) costruiti interamente nel mezzo di un'area geotermica. Tuttavia un terremoto di non molti anni fa ha causato lo spostamento della fuoriuscita di gas geotermici più a nord, lungo le pendici delle colline che circondano la città, creando un paesaggio suggestivo di fumi bianchi sullo sfondo di prati e rocce. Il calore geotermico è comunque ancora trattenuto sotto la superficie del paese, tanto che viene chiamato "il paese dei fiori" visto che è quasi per intero ricoperto di serre, che coltivano fiori e verdura tutto l'anno grazie al calore naturale: sembra assurdo, ma vengono coltivati moltissimi pomodori! E questo ci spiega come mai uno dei piatti tipici dell'Islanda sia proprio la zuppa di pomodoro, cosa che fino a ieri a me e Matt sembrava assurda! 😋
    Se il calore non manca, la luce non è certo una costante: durante il giro in autobus della città si vede infatti come tutte le serre siano illuminate dall'interno. Pietyr ci ha spiegato che la luce viene tenuta accesa fino a 17 ore al giorno, durante l'inverno... ma che da marzo a ottobre le serre - interamente in vetro - ricevono così tanta luce naturale che per mesi possono risparmiare sull'elettricità!
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  • Day 4

    Fuoco e acqua

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ 🌙 0 °C

    Durante il trasferimento l'alba ci sorprende ancora alle 10:45, facendoci meravigliare per quanto tutto il paesaggio diventi caldo e dorato grazie alla luce di queste albe tardive.

    Facciamo una piccola sosta fotografica davanti al paesaggio del massiccio dell'Eyjafjallajokull, dove ammiriamo le cime imbiancante del famoso vulcano e del suo vicino, il Katla. Quest'ultimo vulcano è un osservato speciale, perchè si attende la sua eruzione da un momento all'altro, dato che erutta ogni secolo e la sua ultima eruzione è di più di cento anni fa. Una piccola curiosità è che il sistema di comunicazione telefonica islandese è organizzato in modo tale che avverte con un messaggio tutti coloro che si trovano in quel momento nell'area in cui sta avvenendo una eruzione, a prescindere dal loro operatore o dalla loro provenienza geografica. Sono pochi, ma sono ben organizzati!
    Anna, l'autista, ci racconta anche che ogni famiglia ha una sua assicurazione contro i disastri ambientali e anche come nazione hanno un fondo speciale a questo scopo. E ci dice anche che le case che vediamo sono davvero prefabbricati: sono talmente in balia di eruzioni, inondazioni e terremoti che non vale la pena costruire cose che sono fatte per durare per sempre!

    Lungo la strada facciamo qualche altra sosta fotografica ammirando i corsi d'acqua, le pozzanghere coperte di ghiaccio sottile e cristallino come vetro, le distese di terra scura e di erba bruciata dal freddo, i cieli immensi, sterminati, dorati e sfumati come acquerelli...
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