"We are all broken, that’s how the light gets in”
Viaggiatore nelle intenzioni.
Il Programma: non avere un Programma
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Sogno un giorno in cui non vivremo solo per pagare le bollette.
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Messina, Italia
  • Jour 22

    Gijon e L'Insalata Sulla Pasta

    15 juin 2022, Espagne ⋅ ☁️ 19 °C

    "Qual è il problema? Non pensi di meritare di essere salvato"
    (Castiel - Supernatural)

    Sono in dormiveglia quando Sergio decide di svegliare tutto l'albergue alle 6.30 con la cassa posta dentro al dormitorio, mettendo colonne sonore cinematografiche.
    È una musica che amo ascoltare, ma in questo momento l'unico desiderio è rimanere a letto per il resto della mia vita.
    In fin dei conti ogni mattina è la stessa storia, dormo male e alzarsi è la cosa più difficile del mondo.
    Oggi il mio malessere ha nome e cognome e sarò costretto ad aggiungere Chris alla blacklist dei roncadores.
    Anche Megan non ha dormito benissimo, Lucia Fernanda soprannominata Lucifer, il gattino dell'ostello si è intrufolata nel suo sacco a pelo e ha dormito per un po' insieme a lei, rendendola stanca ma felice.
    Adora questo gattino e lasciarlo indietro per sempre è una cosa che detesta; ma avere un gatto non si sposa bene con quello che sta facendo e con il desiderio di una vita itinerante.
    Abbiamo una buona colazione grazie a Sergio e successivamente è il tempo degli addii e salutiamo tra forti abbracci, il padrone di casa e i due Catalani che tanto ci hanno fatto ridere.
    Al bivio per Gijon o Oviedo, scelgiamo la prima opzione perché vogliamo completare questo fottuto cammino e anche Erika che si è aggiunta al gruppo decide di completare il cammino del norte.
    Oggi la tappa è molto lunga e ci aspetta un importante dislivello; è una dura prova e tento la scalata insieme a Megan così almeno cerchiamo di distrarci parlando.
    La verità è che siamo i più lenti del gruppo e i più affaticati, io per il peso dello zaino e lei per i dolorini a piede e ginocchio.
    Ok ok, rettifico di nuovo, sono distrutto ma sicuramente potrei tenere un ritmo più alto, è che adoro parlare con lei.
    Mi chiede di ieri, perché ha notato il mio malessere e vuole sapere se fossi triste, frustrato o depresso per qualcosa.
    Come dico sempre sono sincero al 99% e le dico dello scambio di opinioni con Alessandro anche se ometto l'argomento. Vorrei dire di più, ma il mio ruolo e le mie difficoltà linguistiche non me lo consentono.
    Parliamo di questo e di cosa ci aspetta a Santiago tra qualche settimana, mentre i nostri corpi sono pieni zeppi di sudore per il clima caldo e umido che rende peggiore il linguaggio colorito della mia amica statunitense: " Fuck all the Hills and the Mountains!"
    Proseguiamo insieme e facciamo due pit stop con gli atri cercando di riprenderci dal caldo atroce; uno di questi è un bar vecchio di 100 anni dove il proprietario Andres ci accoglie in maniera molto gentile. In realtà il bar non è un granché ma tutto ci appare piu bello perché siamo davvero distrutti e il cammino ha provveduto nuovamente per noi.
    Continuiamo tutti insieme e giochiamo a 'quale è il tuo...preferito?' Gioco in cui i puntini di sospensione appena espressi stanno per qualsiasi cosa venga in mente a Chris.
    Arriviamo nella periferia della città e ci separiamo da Erika che prende la strada per il suo ostello mentre noi cerchiamo il nostro appartamento da condividere.
    Lo troviamo dopo aver camminato per molto tempo nella città e dopo aver fatto la spesa: questa sera cucineremo ancora una volta un'amatriciana.
    L'appartamento è molto carino e accogliente, e mi viene in mente quanto sarebbe bello vivere così, in una piccola casa solo per te, che ti aspetta al ritorno dai tuoi viaggi.
    Dopo un piccolo riposo, io e Chris usciamo per vedere un po' la città e per comprare le cose mancanti per la cena di stasera, tra cui il gelato.
    Devo chiedere scusa a Gijon, entrando in città l'ho criticata senza motivo mentre adesso facendo un rapido giro devo dire che sembra una piccola bomboniera.
    È sicuramente una visione panoramica che non c'entra nulla con il viverci dentro, ma sembra una città a misura d'uomo come si suol dire e sono contento di non essere rimasto in appartamento.
    La spiaggia è molto bella e anche il lungomare ha un suo perché; i palazzi invece si dividono tra pezzi di antichità romane e arte moderna.
    Insomma è tutto un bel potpourri.
    Nel mentre, scrivo a Lukas che sembra essere di nuovo infortunato e non è arrivato a Gijon ma si è fermato qualche km più indietro con dei problemi al piede.
    Tornando all'appartamento accendo la televisione e la coincidenza che mi si pone davanti agli occhi mi sorprende: faccio zapping ed in un canale messo a caso appare la scritta 'Non è un paese per vecchi stasera alle 22.30'.
    È proprio il film di cui Chris ci parla da tre giorni in interrottamente, faccio una risata ed esclamo scherzando la frase del catalano di ieri: 'a volte il cammino ti dà quello di cui hai bisogno🤭'.
    A cena io e Alessandro cuciniamo la pasta e anche se tutto non è come vorremmo, riguardo agli ingredienti e la cucina, alla fine la serata passa molto bene e dopo qualche bicchiere di vino di troppo vinco la battaglia con Megan e vado a lavare i piatti come da rito. Lei si avvicina per asciugare, e anche se non parliamo troppo, mi piace molto questo lavoro di squadra.
    Piccolo aneddoto: Erika vuole mettere l'insalata sulla pasta ma Ale preoccupato come se fosse questione di vita o morte inizia a gridare scherzando 'cosa fai? Is forbidden! No se puede'. Gli stranieri non capiranno mai il nostro amore e la sacralità per la pasta.
    Alla fine l'umore è buono e mi dispiace solo, al solito, non poter capire tutto nelle discussioni tra Mat, Chris, Erika e ovviamente Megan.
    Mi avvicino a scrivere accanto a lei sul divano, mentre i ragazzi sono usciti per accompagnare Erika ( i maledetti faranno i push up giornalieri sulla spiaggia), ed è un altro momento che a me piace tanto perché possiamo ricordare la giornata e scambiare opinioni in merito.
    Parliamoci chiaro, so che è un momento importante solo per me perché lei è stanca e non vede l'ora di andare a dormire.
    Il divano sarà il suo letto.

    PS: altra coincidenza: il ragazzo dell'altro cammino si chiamava Mark. Danno il pane a chi non ha i denti.
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  • Jour 21

    Amandi and "All By Myself"

    14 juin 2022, Espagne ⋅ ☀️ 24 °C

    "Hai provato a far capire con tutta la tua voce
    Anche solo un pezzo di quello che sei.
    Quante vite non capisci
    E quindi non sopporti
    Perché ti sembra non capiscan te"
    (Luciano Ligabue - Metti in circolo il tuo amore)

    Oggi avremmo voluto svegliarci un po' più tardi, ma si sa come funziona, i veri pellegrini (non noi) si devono alzare prestissimo e di conseguenza devono svegliare tutti gli altri.
    Quando mi alzo i miei compagni sono ancora tutti addormentati, e faccio colazione con la coppia spagnola e la buon anima di sua maestà Valdemar.
    Faccio tutti i preparativi di quella che è diventata la mia routine e sono pronto a partire.
    Solo Ale e Megan sono pronti a partire mentre Blondie decide di aspettare Chris, ormai il suo degno compare di ritardi.
    Iniziamo noi 3 da soli ma Ale inizia di prima mattina a rompermi i coglioni sul fatto di allontanarmi da Megan e di non fare la persona oppressiva.
    Ora, il consiglio sarebbe anche valido e azzeccato, se non fosse che io non le parlo da ieri pomeriggio e oggi non ci siamo detti neanche buongiorno. Se ha i suoi cazzi non sono certo colpa mia.
    Stizzito e incazzato come una iena, per queste parole dette da chi ha una visione superficiale della situazione, accellero il passo all'ennesima potenza così gli altri due possono parlare da soli, dato che Ale mi dice che non ha potuto parlare mai faccia faccia con Megan.
    Cosa tra l'altro non vera ma evidentemente anche questa è colpa mia.
    Passo subito un piccolo paesino ma non mi fermo al bar perché è troppo presto: non lo avessi mai fatto, i prossimi 20km sono il deserto di sogni e speranze per un misero caffè.
    La prima parte è sull'asfalto, ma ben torno presto tra i sentieri fangosi di boschi e colline e passo il mio tempo cantando e correndo lungo le discese; c'è un discreto dislivello spalmato lungo tutta la tappa. Non posso fare altro, perché non c'è proprio niente in mezzo alla tappa di oggi, e sopratutto non c'è anima viva. È un cammino fantasma. Ligabue mi dà consigli nelle mie cuffie, ma la cosa non funziona e sono ancora incazzato nel mio essere più profondo.
    Dunque, non ho con chi parlare e non ho dove sedermi, l'unica soluzione è continuare. Ale mi telefona e dice che sono tutti al bar, proprio quello a cui non mi sono fermato ma non ho nessuna intenzione di tornare indietro.
    Sono troppi kilometri avanti.
    In tutto il giorno vedo e sorpasso solo Marjoleine, la coppia spagnola con cui scambio due parole al volo, la Malcolm Squad che evito molto velocemente, e Lukas con cui faccio l'ultimo tratto prima di Villaviciosa.
    Sono le 12.15 e mi mancano solo 3km all'albergue e non ho mangiato proprio niente.
    Lukas si ferma in città, è la sua destinazione finale per oggi.
    Io bevo un caffè perché ancora alcune cucine sono chiuse, e cerco un altro bar che abbia qualcosa di già pronto per mettere qualcosa sotto i denti.
    Lo trovo, e una tortilla una radler, seduto come un girovago sulla panchina del parco, mi salvano la vita più di qualsiasi altro cibo gourmet al mondo.
    Sono le 12.45 quando esco da Villaviciosa e percorro un piccolo parchetto lungo un fiume, segue una statale dove tra un po' di tempo dovrei trovare l'albergue. Mi telefona Chris, ma loro sono molto più indietro e quando arrivo all'ostello in realtà è ancora chiuso.
    Sergio, l'hospitalero è molto gentile e mi chiede se sono venuto in moto.
    Sono distrutto e con tutta la faccia bruciata, penso che si veda che oggi non ho giocato per niente.
    Faccio la mia doccia, fredda purtroppo, e dopo 'lavo' a mano i vestiti. Mi chiama Ale che vuole sapere dove sono; loro sono ancora a Villaviciosa. Credo che pranzino e bevino la.
    Sono le 15 e sono seduto su quest'altalena a scrivere di questo giorno passato talmente veloce e in solitaria.
    Alla fine non mi lamento, ho fatto quello che volevo quando lo volevo e sono contento di avercela fatta da solo. Oggi è stata una sorta di "palestra del distacco' per prepararmi agli addii imminenti e futuri. E poi non essere turbato dalle emozioni altrui, seppur limitante, a volte è la cosa più necessaria da fare.
    In lontananza ancora non si vede nessuno.

    EDIT: Sono quasi le 4 quando i primi a spuntare sono Megan e Chris. Sono nel letto mezzo addormentato quando entrano e li saluto abbastanza formalmente, non ho voglia di condividere.
    E secondo me neanche loro.
    Parlo per lo più in italiano con Chris mentre con Megan c'è solamente un ciao ricambiato a stento dal sottoscritto.
    La mia idea di dormire passa in fretta quando sento in lontananza Matthew e la sua voce perentoria fare amicizia con Sergio. Quando quest'ultimo mi chiede se ho riposato gli rispondo che 'quando c'è l'australiano di mezzo è impossibile'.
    Ci racconta un po' della sua storia, di come ha aperto quest'albergue e di quando qualche hanno fa si è separato.
    Gli rispondo 'el amor es una enfermedad, cuando te despierte es muy tarde' e lui è completamente d'accordo con me.
    Parliamo anche di musica e film, e proprio adesso lo sento cantare Sabina mentre prepara la cena per tutti.
    Gioco anche con suo figlio Axel, c'è sempre un Axel nel nostro cammino, e sudo e mi sporco tutto dopo essermi già lavato.
    Non sono felice o tranquillo e mentre tutti parlano e scherzano sul prato con una ragazza, Erika, mezza inglese e mezza spagnola me ne sto in silenzio sull'altalena ad ascoltare.
    Mi sento svuotato e completamente apatico, e mente loro giocano a briscola, non ho voglia di fare niente.
    Credo che ho un principio di insolazione ma non è per questo che mi sento così.
    La cena preparata da Sergio è buonissima e a noi si aggiungono anche due catalani simpaticissimi, Juan e Michelangel, che neanche a dirlo fanno amicizia con Matthew.
    La scena è tutta sua, e il suo modo di parlare, intrattenere, ridere sempre e anche rendersi ridicolo conquista tutti.
    Anche Chris è di quella pasta la, e il suo modo di parlare mezzo inglese, un po' in Italiano e mezzo in finto spagnolo intrattiene tutti.
    Non nascondo che sono un po' invidioso del loro modo di fare.
    Io in tutto questo sto nel mio, seduto un po' in disparte.
    Preparate una tavola imbandita, mettete gente che beve vino e fa festa e state sicuri che, non si sa come ne perché, sarò all'ultimo posto all'estremità del tavolo. Voglio dire, non lo faccio apposta, mi ci ritrovo, è un indole naturale, un modo di essere intrinseco, un superpotere al contrario.
    E poi alla fine non ho niente da dire, c'è già Matthew che parla per tutti quanti. Queste cene sono tutte un susseguirsi di 'ho fatto questo… ho fatto quello...devi andare là è bellissimo…sono stato qui e ho mangiato la'.
    Non ce la posso fare, per me sta diventando troppo, quasi come il problema della lingua.
    È come se stessimo giocando a carte, come a briscola i ragazzi oggi, ed io avessi in mano carte senza alcun valore e loro avessero tutti gli assi da 11 punti.
    In effetti la metafora calza a pennello perché in un momento imprecisato Matthew e i catalani filosofeggiano sulla frase "la vita è una partita a carte' e alcuni danno la loro opinione in merito. Matthew chiede la mia ed io rispondo semplicemente 'non lo so' perché non ho le forze per fare questi discorsi in inglese adesso, e Megan sembra infastidita. Oggi non ci troviamo proprio.
    Mica avrei potuto dire che per me se nasci con delle carte di merda puoi solo cercare di limitare i danni sperando di cogliere dal mazzo l'occasione giusta con la tua perseveranza e quel pizzico di culo che fa tutta la differenza del mondo.
    Facciamo i complimenti a Sergio per tutto questo e tutti gli dicono che è l'albergue più bello fin ora nel cammino.
    Io evito simili sviolinate ma mi trovo d'accordo, e gli stringo la mano quando mi dice che 'Y sin Embargo' di Sabina è la sua preferita perché parla esattamente della sua vita.
    Ci spostiamo fuori e Erika canta due canzoni alla chitarra, dove Matt cerca di fare il solista ma è terribile quanto me, e in seguito giochiamo al panuelo (rubabandiera) ma cadiamo più o meno tutti perché l'erba è umida e pericolosa.
    La prima a cadere è Megan e per la prima volta oggi le chiedo se sta bene o se si sia fatta male. Mi sono preoccupato davvero. Risponde di no, non so se sia vero o meno perché dopo la prima partita non gioca più.
    Probabilmente gran parte del mio malessere dipende da questa distanza tra me e lei che è solo il preludio di questo problema più grande fatto di barriere, possibilità e capacità.
    Il fatto di non poter essere naturale, di non poter scherzare con facilità nella sua lingua e di poter essere coinvolto e coinvolgere mi fa sentire a disagio, quasi escluso e di conseguenza mi autoescludo io stesso.
    Già ho problemi nella mia lingua, figurarsi nella loro: e sono invidioso di chi invece questo ' privilegio' ce l'ha.
    Megan dice 'per quanto ho riso mi fa male la pancia' ma nessuna di quelle risate è stata merito mio.
    Meno male che non legge questo diario, perche agli occhi di una persona poco interessata sarei solo un lamentoso che ha bisogno di andare in analisi; e lei è stanca di uomini estenuanti.
    Durante la cena Michelangel dice una cosa in catalano ' il cammino ti dà quello di cui hai bisogno e a volte quelle che meriti'.
    Ma se conosco cosa ho bisogno e non posso averlo, invece cos'è che merito?



    PS: "Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
    e ad ogni sosta c’era sempre qualcuno
    e quasi sempre tu hai provato a parlare
    ma non sentiva nessuno!"
    (Luciano Ligabue - Il Peso Della Valigia)

    PS2: 'pero si estas cansado nel Kansas donde te desKansis'😅😅😅
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  • Jour 20

    La Isla e Le 18 Birre Di Matthew

    13 juin 2022, Espagne ⋅ ⛅ 17 °C

    "E quando tornerai a casa ti mangerai il fegato per non esserti sforzato di tirare fuori il bello da ogni cosa.
    Per non aver mangiato la vita che ti dona il cammino"
    (Monica Passigato da Gazzo Veronese)

    Pineres non è stato il miglior posto in cui dormire in questo cammino. Non per l'ostello in sé, ma perché alle 5 di mattina tutta la banda di Malcolm lo scozzese ha iniziato a fare casino passando davanti al mio letto migliaia di volte. Grido un 'porca puttana' bonario e me ne resto nel mio sacco a pelo, ma tra tutto questo e il freddo che sento nelle ossa rimango in dormiveglia fino alle 6.30. Mi alzo e prendo un caffè insieme a Megan, lei è l'altra mattiniera del gruppo, anche se tocca a me ogni volta svegliare Ale. Sono una sorta di allarme umano, se hai problemi a svegliarti stai sicuro che faccio un buon lavoro.
    Un po' come Malcolm, solo che lui non è richiesto.
    Dopo due parole nel libro delle dediche firmate anche da Chris ( figurati se scrive di suo pugno🤭) saluto per sempre il vecchio e buon hospitalero che farà volontariato in questo parrocchiale fino ad Ottobre.
    Oggi ci toccano 27km fino a La Isla, una bella località di mare che probabilmente non potremmo apprezzare in pieno perché il tempo è nuvoloso.
    Per fortuna non piove ed in fin dei conti camminare in questo clima temperato è come una passeggiata. A detta di tutti, questa è una delle tappe più belle e caratteristiche di tutto il Cammino; io concordo ma non sono del tutto concentrato sul paesaggio.
    Molte cose mi passano per la testa.
    La prima parte del tracciato la passo con Megan: è molto loquace e allegra stamattina sin dall'albergue. Anzi quasi quasi devo dire che non l'ho mai vista così tanto gioiosa e spontanea di prima mattina.
    Per lei oggi sembra un giorno buono, e per questo le chiedo se vuole parlare dell'altra volta in cui sembrava molto giù di morale. Mi spiega di una situazione che ha a casa e che le da pensieri estenuanti, di una relazione con una persona che ancora l'aspetta. Qui c'è un solo problema: lei non vuole essere aspettata, ed io capisco e compiango questo fratello lontano che non può fare niente per avere la donna che ama.
    Credo che sia davvero una cosa terrificante avere la consapevolezza che, per quanto tu possa migliore, imparare, amare ed essere il più perfetto possibile, lei non ti amerà mai. Ci sono passato, e anche se la vita è fatta di altre cose più importanti, questo genere di cognizione ti lascia a pezzi e senza fiato; è una cosa di cui non hai il controllo.
    Capisco anche il punto di vista di lei, che vuole viaggiare e non essere legata ad una persona e ad un posto che non sente più suoi.
    'É una persona dolce e non voglio farlo soffrire, ma mi sento esausta, e ora a distanza la situazione mi disturba perché sono stanca e non c'è un momento giusto per parlarne'
    Metabolizzo queste informazioni, che mi allontanano definitivamente dalla remota speranza che un giorno io possa valere mezzo centesimo per lei e vado avanti nel mio cammino, districandomi al solito tra asfalto e bellissimi boschi di eucalipto.
    Abbiamo la nostra colazione a Ribadasella e dopo costeggiamo il mare increspato e agitato per un tratto molto lungo. Molte belle spiagge si estendono davanti a noi, vuote e solitarie: solo qualche surfista qua e là.
    Quando sono fuori dalla cittadina Marija risponde ad un mio messaggio e mi dice che può raggiungermi tra una ventina di minuti ma che poi non si muoverà da Ribadasella.
    Ancora non è in piena forma.
    La Isla è troppo lontana e non posso prendermi ore di pausa, e questo mi dispiace molto perché oggi vorrei vedere Marija con tutto il mio cuore. Mi manca quella piccola complicità che si è creata tra di noi quel primo giorno, e penso anche che, in realtà, per lei sia un po' svanita.
    Ale e Chris oggi sono in formissima e spariscono letteralmente all'orizzonte, quindi faccio tutta la restante parte con gli M&M's ( Megan e Matthew) e devo dire che parlano allegramente più del solito mentre io continuo con le mie difficoltà linguistiche. Parliamo specialmente di visti e passaporti e di come un documento di una nazione valga di più di un passaporto di un'altra.
    Quando non parliamo, il silenzio del bosco è turbato solo dal rumore dei nostri passi e dal suono lasciato dal bastone da Gandalf della mia guerriera dell'Oregon.
    Chiedo a Matthew se gli manca il Sud Corea e mi risponde che si sta divertendo qua, che è grato per il passato ma che ha buone opportunità future.
    Insomma un modo per dire che quello che è stato è stato, e ancora una volta dovrei imparare da lui e dal suo modo di vivere. Il 'mira adelante' non mi riesce sempre bene.
    Abbiamo il pranzo in uno spiazale lungo la statale e in seguito scegliamo a turno una canzone da ascoltare tutti insieme.
    'Jolene' di Dolly Parton è la mia pick, e sono sicuro che i miei compagni di viaggio hanno apprezzato. Dopo una lunga scogliera che divide il verde dei prati dal blu dell'oceano arriviamo a La Isla, e dopo esserci fermati poco intelligentemente a meno di 1km dalla fine per bere qualcosa finalmente arriviamo all'albergue.
    Al solito Ale mi rimprovera perché crede che sto troppo sotto a Megan, ma anche oggi sono stato nel mio spazio e non ho rotto i coglioni a nessuno.
    Oggi doccia veloce e poi giù alla tenda a comprare da bere e a parlare insieme anche con Fabian e Sandra una coppia che ogni anno fa due settimane di cammino, e Marjoleine l'amica francese di Alessandro che sta sempre sulle sue e questo non mi dispiace.
    Tutti adorano Matthew e il suo modo di fare, il suo modo di discutere con chiunque come se fosse davvero interessato a tutto ciò che lo circonda e agli affari degli altri.
    Chissà magari è proprio così.
    Si parla di politica, di nazionalità diverse e di come sia solo un utopia che un giorno si possa raggiungere la pace nel mondo.
    Il discorso è molto più ampio e tocca anche fondamenta sociologiche, filosofiche e culturali ma riassumo il tutto con una frase che mi esce un po' a caso.
    'Allora possiamo dire che questa piccola tavolata è una sorta di piccolo miracolo'
    Marjoleine asserisce che sono un tipo che non parla molto ma che quando apro bocca sono poetico.
    Beh...di sicuro è vera la prima affermazione.
    Matthew ci fa distruggere dalle risate quando se ne esce all'improvviso con 18 birre perché, come al solito, non avendo i contanti è stato costretto a pagare con la carta (ammessa solo per acquisti da 15€ in su).
    Ok magari ormai è assodato che ha un problema con l'alcol ma nessuno ci fa e ci farà mai ridere come lui.
    Si aggiungono anche Axel e suo padre a bere e Megan torna da una telefonata un po' più rabbuiata.
    Io mi assento un quarto d'ora per parlare con Monica (finalmente!) e d'altra parte della strada sento tutto il tavolo fare casino e ridere di gusto.
    A cena mangio solo un boccadillo e sto per lo più in silenzio ascoltando tutte le esperienze degli altri e in seguito quelle finanziarie di Axel sotto il porticato dell'albergue.
    Domani mi piacerebbe fare tutto per conto mio,ma come sempre non ho idea di cosa succederà.

    PS: Fatti divertenti del giorno: Ale che nasconde le scarpe a Matthew e Chris che chiama tutti hombre🤭🤭
    Questo è un covo di matti itinerante.
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  • Jour 19

    Piñeres e Il Cammino Della Noia

    12 juin 2022, Espagne ⋅ ⛅ 19 °C

    "He abierto mis ojos...
    ...cancelando mis enojos"
    (Vanesa Martin - 90 minutos)

    Mi sveglio nel mio letto a Llanes ancora colpito per quello che è successo ieri. La mia sveglia ormai suona puntuale alle 6.30 ma la ignoro e rimango sdraiato in coma, non ho voglia di alzarmi. Oggi dovremmo fare solo 20km e penso che potrei partire un po' più tardi, ma poi il richiamo della colazione è forte e mi alzo insieme a tutti gli altri. Nonostante tutto non ho dormito male se non fosse che alle 3 di notte Matt ha iniziato a dondolare con le gambe nel vuoto dal letto di sopra.
    Conoscendo il personaggio non vado a chiedermi il perché.
    Mi ripropongo oggi di essere allegro e di lasciare la tristezza a chi ha davvero problemi più grandi.
    A colazione e durante la giornata se qualcuno mi chiederà come sto, avranno solo sorrisi ed un 'sto bene'.
    Alla fine certe domande lasciano il tempo che trovano e fanno parte solo di un gioco di cortesia.
    Come stai non significa niente, magari si dovrebbe chiedere agli altri 'sei felice?'. In questo mi piace molto Lukas perché è diretto e non fa troppi giri di parole.
    Oggi cerco di tenere il mio ritmo, il mio ritmo vero.
    Per questo faccio moltissima strada per conto mio tra vari boschi di eucalipto e passo il tempo cantando a voce alta e pensando agli affari miei.
    Tutto questo col sorriso sulla faccia; non è un modo per allontanarsi definitamente dai ragazzi ma per avere il mio spazio.
    Monica mi dice che empatizzo troppo con gli altri, forse il mio equilibrio viene turbato dall'umore delle altre persone e mi fa vivere i miei giorni sulle montagne russe. Sono come una spugna, il Peter Petrelli di Heroes, solo che invece di assorbire superpoteri assorbo emozioni.
    Lo scambio di energie tanto decantato da Alessandro a volte a me dà il problema inverso, e mi svuota completamente e mi rende apatico. Perché magari quest'energia va in una sola direzione.
    Non voglio che un'altra persona sia il mio carburante su questo cammino e a volte è importante imparare anche il distacco. A volte mi condiziono troppo.
    Ma quello che è successo ieri mi ha ricordato una cosa: sono qua per camminare.
    Il paesaggio non è niente male ma è una giornata noiosa ma talmente noiosa che non posso non rendere omaggio a tutta questa noia e intitolare in questo modo l'episodio di oggi.
    Vedo un paesaggio incredibile di una spiaggia ai piedi di una scogliera e tutta la mia velocità e la mia 'fretta' spariscono.
    Passo qua 10 minuti a guardare il mare e nel mentre vengo raggiunto da tutti gli altri che mi chiedono se va tutto bene.
    Ovviamente la risposta è affermativa e sono contento di vederli tutti felici e sereni. La camminata di oggi è davvero una passeggiata senza fatica, senza grandi dislivelli, e per quanto mi riguarda ( a parte qualche piccolo scorcio) senza meraviglia.
    Ale sembra avere le mie stesse sensazioni, mentre l'umore di Megan oggi sembra essere di nuovo in equilibrio anche se non parliamo mai da soli e non ci scambiamo mai nessuna parola direttamente.
    È tempo per lei di aprirsi con tutti gli altri, del gruppo e non, ed il mio lavoro di confidente 'temo' sia finito per sempre.
    Va bene così, il cammino insegna anche a lasciare andare ogni attaccamento e d'altronde siamo tutti pellegrini verso Santiago. Ognuno di noi vale uno, e raramente nasce qualcosa di davvero speciale.
    Manca poco all'albergue, e decidiamo di fermarci per pranzare dato che non aprirà prima delle 14.30.
    Mangio il mio hamburger mentre ascolto gli scherzi degli altri, raramente domando o racconto aneddoti.
    L'ostello è letteralmente in mezzo al nulla accanto ad una piccola chiesa di passaggio. Non esiste nulla qua, ne supermercato ne bar ne ristoranti, ma la vista sulla valle sottostante non è niente male.
    L'hospitalero ci racconta quanto è difficile farsi aiutare da queste parti e fa il paragone con Guemes; li è facile aiutare e fare festa, qui non ci vuole finire nessuno.
    Sono appoggiato sul muretto della chiesa mentre scrivo queste parole mentre tutti sono dentro chissà con chi o a fare cosa, ma non mi importa.
    Non so come mangerò sta sera ma non mi importa neanche questo.
    Oggi mi fermo in quest'attimo, dove il verde della valle incontra il marrone delle montagne coperte dalle nuvole.
    Quest'attimo è solo mio.

    EDIT: Non abbiamo una vera e propria cena ma ognuno mangia le cose comprate il giorno prima. Io butto tutti i miei soldi al distributore automatico.
    Chris, che è un buon insegnante in tutto, prova ad insegnare a Megan, Axel, April e al Chris tedesco a giocare a briscola in 5 e alla fine i ragazzi rimangono quasi tutti soddisfatti.
    È divertente notare la differenza di entusiasmo tra Axel e Megan: il primo sembra annoiato mentre Megan sembra una bambina felice a cui hanno regalato un gioco nuovo e non riesce a togliersi il sorriso dal suo bel volto.
    Cioè, ma seriamente proprio briscola!?🤭
    In seguito mi pone qualche domanda ( anche se io non sono particolarmente disposto e l'inglese non mi esce) e sembra felice e rilassata; i pensieri di ieri sembrano svaniti finalmente.
    Noto questa somiglianza nel nostro carattere ma lei gestisce meglio i momenti di sconforto per la maggiore esperienza.
    Domani sarà dura e non so quanta voglia di camminare mi è rimasta, quando Monica leggerà queste parole sono sicuro che mi vorrà uccidere.
    Ma nel cammino come nella vita non tutti i giorni sono uguali.

    PS: Johann mi manchi!
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  • Jour 18

    Llanes e La Legge Di Murphy

    11 juin 2022, Espagne ⋅ ☁️ 18 °C

    "Ne io ne tu, nessuno può colpire duro come fa la vita perciò andando avanti non è importante come colpisci.
    L'importante è come sai resistere ai colpi,come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti...così sei un vincente!"
    (Rocky Balboa)

    Oggi giornata completamente senza senso, scialba, noiosa fino alla fine, quando il senso arriva attraverso un messaggio whatsapp che mi fa stare così male come non credevo fosse possibile.
    È stata una giornata di decostruzione dei rapporti per quanto mi riguarda, e non ho aggiunto molto al mio album dei ricordi o alla mia crescita personale.
    In breve, tutto inizia con una giornata piovosa.
    Piove fuori ma anche un po' dentro di noi perché diciamo addio a Johann ed io non riesco a trattenermi. E' Il primo amico del cammino che ci lascia davvero: con Lucille non avevamo legato in questo modo. Vederlo prendere la direzione opposta alla nostra e osservarlo in lontananza camminare con quel suo modo, allo stesso tempo tenero e sicuro, mi dà un colpo al cuore.
    'I'm not so good at Goodbyes' canterebbe Sam Smith.
    Oggi siamo sulla costa e il paesaggio è mozzafiato nonostante il tempo, anzi viene impreziosito da queste nuvole che portano la pioggia. Chris ha i miei stessi pensieri, che sono un po' i pensieri di tutti ed esclama:'ma cazzo è l'Irlanda'.
    Bene, nemmeno cinque secondi e 'Molly Malone' risuona dalla mia voce afona e sguaiata.
    Arriviamo in una sidreria ed è tempo di un altra mia prima volta nel cammino: bere il sidro asturiano dopo aver provato la tecnica dell'escanciada, miseramente fallita.
    Restiamo al locale molto tempo perché veniamo raggiunti da un acquazzone estivo improvviso e abbastanza veloce, che ci consiglia caldamente di starcene dentro all'asciutto.
    Ale è molto avanti ed ha acchiappato un gruppo di francesi con cui pranzare, ed io onestamente con gli altri non parlo molto. La discussione piu interessante riguarda i Pokémon perché sia Chris che Matthew con questi ci sono cresciuti da bambini. Insomma, siamo messi bene.
    Oggi Megan sembra avere in testa i suoi problemi e non mi spiaccica mezza parola, ne adesso ne lo farà a cena.
    È il suo cammino e sono le sue regole, se avrà bisogno ci sarò.
    Spero solo di non averle fatto niente perché da ieri il suo umore e anche il suo modo di fare nei miei confronti è totalmente cambiato. Parliamo solo quando col GPS dobbiamo trovare l'albergue,per il resto siamo stati come due fantasmi o come due sconosciuti nel mondo fuori dal cammino.
    In albergue Ale dice che è colpa mia che ci sto troppo attaccato. Amen, il maestro ha parlato ed io posso solo chinare il capo in senso di devozione.
    Lascio andare gli altri a fare compere per domani e a scegliere un ristorante mentre scrivo un po' e mi occupo di lavatrice e asciugatrice.
    Li raggiungo per la cena ad una tavolata gigantesca di gente di cui non me ne frega un cazzo, dove mangio solo delle patate ali oli per risparmiare mentre loro vanno di menù strameritato per le fatiche di questi giorni.
    Parlo con Axel dopo settimane e si apre maggiormente dopo aver bevuto un gin Martini. Scopro che la relazione ed il cammino con suo padre Valdemar lo stressano tantissimo e che è contento di essere per stasera in libertà. Mi dice inoltre che è felice di questa pausa dalla sua vita, dai problemi, dal pensare alle cose materiali, ai soldi e allo stress familiare e lavorativo. Alla fine, forse il modo di vivere semplice che sto ricercando non sembra così sbagliato.
    Ascolto tutto questo, e tutti gli altri ridere e scherzare quando mi arriva il messaggio che mi ha ucciso dentro.
    Lory e Carola hanno perso il bambino.
    Ora, caro lettore fantasma, mi potrai drire che è una cosa normale e che non è inusuale che una coppia possa perdere il bambino in procinto di nascere.
    Gli scherzi del destino possono accedere, no?
    Ma quando una coppia che senza alcun problema di sorta non riesce ad avere figli, spende migliaia di euro in trattamenti e alla fine per quattro fottuti mesi quella speranza cresce e divampa e poi muore come dovrei sentirmi? E come dovrebbero sentirsi sopratutto loro?
    È come se stessi spegnendo le candeline e ad un tratto la torta scomparisse senza alcuna ragione, senza alcuna spiegazione.
    Mi alzo e corro via, non posso stare più in quella tavolata, devo fare subito quella telefonata.
    Penso a quanto tempo spreco per i miei piccoli problemi, a pensare a quello che mi manca invece di apprezzare il poco che ho.
    Penso al tempo sprecato a immaginare la persona che non sono invece di migliorare l'io che sono già.
    'Se qualcosa può andare storto, lo farà' riassume la legge di Murphy ed oggi è andata proprio così.

    PS: scrivo queste parole nel mio letto. La musica nelle cuffie di Matthew è troppo alta ed io percepisco che sta ascoltando 'Il cielo è sempre più blu' di Rino Gaetano. Gli insegnamenti musicali di Chris avranno fatto colpo.
    Ma oggi il cielo non è stato blu, ne fuori ne dentro di me.
    Ma se ad ogni azione c'è una reazione uguale e contraria, domani sarà una giornata meravigliosa.
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  • Jour 17

    Colombres & 'Where Is the F.ing Camp?' 2

    10 juin 2022, Espagne ⋅ ⛅ 20 °C

    "Y Yo casi te rozo'
    (Vanesa Martin)

    Mi sveglio nel mio letto a Comillas e l'umore non è dei migliori; un altro roncadores ha dato il meglio di sé nella notte dalle 9 alle 5 della mattina, così tanto che mi sembrava di essere nella canzone di Dolly Parton.
    Sistemo tutto lo schifo nel mio zaino e sono pronto per la colazione comune.
    Sono in un tavolo diverso da quello degli altri e parlo solo con Johann. Oggi è una giornata no, e lo capisco subito dai primi metri. Percorriamo un lungo viale alberato ma non riesco a stare al passo con gli altri e non mi va nemmeno di fare troppa conversazione. Segue una scorciatoia che ci porta in un bosco molto bello dove possiamo ammirare anche un elegante Golf Club. Chiedo a Megan se va tutto bene ma mi risponde che è normale per lei essere silenziosa la mattina.
    Capisco l'antifona, rifiuto l'offerta del dottore e vado avanti per i cazzi miei.
    A San Vicente lo scorcio naturale non è per niente male e i miei compagni si fermano per uno spuntino, anche se la deviazione ci fa perdere 40 minuti del nostro tempo, considerando anche che ci perdiamo per ritrovare il cammino.
    Ognuno è per i fatti suoi con la propria musica e abbiamo ritmi completamente diversi lungo questa strada assolata e senza fine. Oggi siamo rette parallele che non si incontrano mai.
    E poi a dirla tutta sto iniziando a non capirli più quando parlano in gruppo tutti insieme e la mia voglia di impegnarmi non è più al massimo livello. Le differenze culturali e di esperienza stanno emergendo in maniera perentoria.
    Mi devo fermare, per la prima volta mi sento a pezzi e svuotato da ogni tipo di energia ed il sole contribuisce a farmi stare peggio. Mi siedo sulla prima panchina disponibile e vengo superato da ogni altro maledetto pellegrino su questa strada di merda. Prendo 5 minuti per me e poi provo a ripartire. Ma il corpo non parte e la mente sta peggio: è il mio primo breakdown lungo il cammino dai tempi dell'albergue di Mazarife dove Monica, io e Thomas ci siamo detti di tutto.
    È un blocco totale e non riguarda solo i sentimenti di questo cammino, ma la mia vita in generale e tutti problemi che mi hanno sempre caratterizzato. Vorrei piangere, urlare, prendere a pugni qualche albero, ma faccio l'unica cosa che devo fare e che posso fare: camminare.
    Quando pensi di non farcela l'importante è non fermarsi ma mettere un passo dopo l'altro e cercare di limitare i danni.
    Come ho detto nelle puntate precedenti, può sempre succedere qualcosa di meraviglioso, no?
    Forse oggi non è la giornata giusta per essere ottimisti.
    Raggiungo gli altri che non tengono più un buon ritmo e ci ritroviamo tutti in un paese sperduto tra i boschi dove abbiamo finalmente il nostro pranzo. Prendo due boccadillo giganteschi e per questo vengo preso in giro per tutta la giornata, ma ho un problema col cibo e non ho nessun problema ad ammetterlo.
    A pranzo si parla di appuntamenti e di differenze di età nella coppia, per Megan va bene anche 10 anni più vecchio, Ale invece preferisce frequentare gente più giovane. Io non ho niente da dire in merito e sinceramente non mi interessa più di tanto l'argomento.
    Quando ripartiamo scorgiamo dopo un po' i Picos De Europa e questo significa che le Asturie sono davanti a noi e ci aspettano. Cara Cantabria, il tuo slogan sarà anche Cantabria Infinita, ma sei finita davvero presto e te ne sarò davvero grato per questo.
    Mi accodo a Megan che è rimasta indietro come me e tra una parola e l'altra sotto il sole cocente e la strada senza fine, il suo umore e anche il mio migliorano un po'.
    È vero che non parliamo tantissimo, ma adoro quando si apre con me ed inizia a fare i monologhi sulla sua vita, sui problemi a casa e sulle sue speranze.
    Uno dei problemi è la richiesta dei genitori per un nipotino, ma lei nonostante l'età non vuole forzare la cosa ed io la sostengo in pieno. Se dovrà accadere, allora succederà. Ognuno è come è, la nostra vita ci appartiene e non dobbiamo rendere conto a nessuno.
    Parliamo anche delle volte nella sua vita in cui è stata arrabbiata e di quella volta sul suo posto di lavoro.
    È come me, ce ne vuole per farla arrabbiare ma quando succede, diventa un terremoto e fa valere le sue ragioni.
    Mi dice anche che questo cammino le sembra migliore dell'altro, per via del suo momento difficile dell'epoca e dei suoi continui up and down emozionali di allora.
    Se solo sapesse quanti ne ho io adesso; è evidentemente un problema comune.
    Mi confida inoltre che avrebbe voluto lasciare il gruppo del suo primo cammino per evitare di cascare in quella relazione che poi è effettivamente successa.
    Spero di arrivare a Santiago con lei e con gli altri, ma ho il presentimento che ciò potrebbe non accadere.
    Che ognuno faccia come gli pare.
    Stiamo percorrendo Colombres, quando in una città completamente fantasma un uomo completamente vivo e vegeto tra le altisonanti note di funiculi funicula ci chiede se vogliamo dell'acqua. Rifiutiamo gentilmente, ma rimaniamo sempre sorpresi di quante gentilezza ci riservi il popolo di questa terra.
    Oggi dormiremo in un camping fuori Colombres e percorrendo le ultime colline piene di salite dopo una giornata con così tanti chilometri Megan esclama 'fuck the Hills and where is the fucking camp!?'. Adoro quando si lascia andare.
    Ci risiamo la maledizione del camping colpisce ancora, e sta diventando una saga come Star Wars o Harry Potter, solo più faticosa e meno divertente.
    Ma il posto alla fine è stupendo e abbiamo pure la piscina.
    Risuonano nella mia mente le parole di Gotzon, l'hospitalero di Zarautz:'voi non siete veri pellegrini'. Inizio a pensare che potrebbe avere ragione.
    Dopo la piscina e la doccia è il momento della cena, offerta da Megan e cucinata da Johann.
    È una pasta davvero buona nonostante le battute si sprechino.
    Ma è l'ultima serata di Johann con noi, e non abbiamo intenzione di trattenerci o avere freni. Beviamo troppo ed inizia una battaglia karaoke con musica italiana e inglese tra i miei compagni di viaggio, tra Vasco, Max Pezzali ed i Backstreet Boys. Tutto finisce miseramente quando vengono rimproverati dai padroni del camping🤭. Io sono costretto ad andare a letto prima, ho bevuto più del mio limite e non mi sento bene. Non sono ubriaco ma mi gira la testa. Alla fine Megan ha insistito per il divano, secondo me non si fida completamente di noi.
    Johann hai avuto una bella serata di addio e te la sei meritata tutta.

    PS: Chris insiste per fare insieme una via ferrata nel suo paese ad agosto. Mi piacerebbe rivedere tutti, ma anche se ne avessi la possibilità si sa come funziona, le promesse sul cammino sono solo aria che esce dalla bocca. Dico bene, Thomas?
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  • Jour 16

    Comillas and 'I Love Jabba The Hutt'

    9 juin 2022, Espagne ⋅ 🌙 17 °C

    "Mi sta accadendo qualcosa, non sono il jedi che dovrei essere. Voglio di più… e so che non dovrei"
    (Anakin Skywalker)

    Mi trovo sdraiato nel mio letto, in questo ottimo Albergue a Comillas e senza successo cerco di scrivere queste parole.
    Oggi ho il blocco dello scrittore; non so proprio da dove cominciare e considerando che io di blocchi ne ho già abbastanza, la situazione mi fa venire i nervi.
    Indosso per la prima volta nella mia vita i tappi per le orecchie che mi ha regalato Christopher cercando di mantenere alto il livello di concentrazione e soprattutto voglio evitare i temibili roncadores che si sono presentati puntuali all'ormai consueto appuntamento notturno.
    La loro è come una missione: non fare dormire Megan🤭🤭🤭.
    Un lettore più attento potrebbe dire: 'ehi stai correndo troppo, chi diavolo è Christopher!?".
    Questa è una domanda legittima e allora mi tocca partire dall'inizio; cari lettori fantasma, preparatevi ad un viaggio esclusivo sulle montagne russe delle mie emozioni.
    Perché se fossi normale, andrei a letto e lascerei perdere tutto questo. Lasciamo Santillana dopo una buona e abbandonante colazione e dopo aver scoperto a tavola i 'tre buoni motivi' di Alessandro sul perché il bidet è una cosa seria, e non se ne può fare senza. Il tempismo e la location sono proprio eccezionali devo dire!
    Fuori piove, e molti pellegrini lasciano l'albergue nel nostro stesso momento; si forma una coda di viaggiatori che indossano i loro poncho e piu che pellegrini sembriamo monaci o maniaci con l'impermeabile, a voi l'ardua sentenza.
    Mentre scendiamo giù da una strada di campagna e Ale parla a voce alta con tutti gli altri, si palesa il ragazzone alto e in tenuta da calcio che ieri parlava nella hall con la nostra guerriera dell'Oregon.
    'Italiani!?'
    Si chiama Christopher e sente subito da lontano l'accento marcato di Ale; d'altronde è un po' più semplice, per lui che è italiano ma di madre lingua Inglese, ed insegna questo maledetto idioma al liceo.
    Un altro professore d'inglese. Ok, dopo Matthew e John ora abbiamo anche Chris che fa questo per vivere.
    Una volta era il cammino di Santiago, adesso è diventato il cammino degli insegnanti di Inglese😅.
    Ha iniziato a Santander e spera di arrivare a Santiago in 20 giorni; c'è subito quel feeling a pelle, che seppur superficiale, non guasta mai, e il risultato è che camminerà con noi anche domani. Facciamo una pausa, ed un altro caffè è il giusto carburante per il corpo ormai assuefatto e dipendente dalla caffeina. Quando riprendiamo, mi passa la mente un pensiero curioso. Oggi, nonostante l'asfalto, il paesaggio sembra migliore ma io non riesco a godermelo e a memorizzarlo. Se Matthew ormai lo ha metabolizzato e come ha detto, si sente un tutt'uno con la natura, io invece mi sento avulso, estraneo e confuso. Confesso che mi sono sentito un po' annoiato e sarà così per tutto il giorno.
    Ormai il paesaggio è una macchia confusa di verde e azzurro, a seconda del tipo di vegetazione che si palesa ai nostri occhi. E saranno i miei pensieri o sarà che sono anche un po' stanco in generale, ma il senso di meraviglia ha attraversato il mio corpo e so che lo ha lasciato per un po' di tempo.
    Sapete,questa è una cosa davvero pericolosa.
    Se non riesci a provare meraviglia per posti del genere allora li dai per scontati, e di scontato non c'è nulla dato che probabilmente non lì rivedrò mai più.
    È un po' come quando si viaggia in aereo; dovremmo essere tutti felici di fare una cosa così straordinaria a km di distanza dal suolo, ma ormai è talmente mainstream che la nostra unica meraviglia è quando il nostro vicino di posto non ci infastidisce o quando riusciamo a dormire senza nemmeno provare a guardare fuori dal finestrino.
    Dopo la pausa si riprende a camminare ed io scambio due parole con il danese Casper, o per gli amici più stretti (noi) chiamato anche il 'roncadores della notte passata' dato che era nella nostra stanza e ha dato il meglio di sé esagerando un po' con i decibel.
    Parliamo del più e del meno, e devo dire che secondo me non è poi così male come persona.
    Successivamente mi si affianca Megan ed è la prima a parlare del messaggio che mi ha mandato stamattina per telefono.
    Ha letto il mio diario di ieri(su mio suggerimento)e mi dice che sono un bravo scrittore e che devo continuare a scrivere.
    Io le confesso che non le ho risposto perché volevo dirle grazie guardandola negli occhi e le cito anche una frase della sua storia che ha pubblicato qualche anno fa perché concordo con lei e...beh non potrebbe essere altrimenti.
    Non nego che ho un momento di difficoltà.
    Mi chiede riferendosi alle mie parole 'quali cose credi siano impossibili?'.
    Per la prima volta in questo cammino la mia soglia della sincerità scende sotto il 100% e, anche se non mento su niente, capisco che non posso dire proprio tutto.
    Sono davvero stanco di essere sempre il piccolo italiano con la baby face senza una storia e senza qualcosa da offrire; è come avere sempre brutte mani a poker o poche frecce al mio arco.
    E diciamoci la verità? Chi lo vuole un Robin Hood che non sa tirare con l'arco ?
    Non parleremo più da soli durante la giornata e mi va bene così, a volte anche i silenzi hanno i loro motivi e le cose taciute fanno più rumore di quelle dette; almeno nel cuore di chi le tiene dentro di sé.
    Ci fermiamo in un bar sulla spiaggia e recuperiamo le energie, mentre Mateo è scomparso un altra volta nell'aire e Chris si fa il bagno sulla spiaggia.
    Quando riprendiamo, una bella radura verde, pulita e spaziosa ci introduce ad una collina che ci fa ammirare il mare nuovamente dall'alto. Giocando con Johann usando il bastone di Megan come spada laser di Star Wars, lei se ne esce con 'da grandi poteri derivano grandi responsabilità'.
    Ok film sbagliato, ma citazione potentissima.
    Ed io vorrei scherzare dicendo 'posso essere il tuo Spider-Man e tu la mia Gwen?'🤭🤭🤭
    Ma lei in questo momento sta dormendo nel letto sopra al mio, quindi come potete immaginare non ho fatto il cazzone e la mia amicizia è ancora intatta.
    Il tempo migliora e il cammino procede senza problemi, solo che ci aspettiamo di stare vicino alla spiaggia ma in realtà l'albergue è 1.5 km dal mare dopo un'altra ennesima e lunga salita.
    Il posto è veramente bello, e i letti sono come delle cuccette confortevoli in cui puoi anche tirare la tenda per dormire meglio.
    Pranziamo sporchi e puzzolenti insieme al francese Alan, che ha iniziato il suo cammino a Le Mans,in un ristorante nelle vicinanze, che effettivamente non è un posto abituale per pellegrini, ed i miei compagni si trattano davvero bene.
    Pesce e vino per riprendersi al meglio dalla fatica di oggi, mentre io vado di semplice boccadillo e va bene così.
    Il cibo Gourmet lo lascio a chi lo sa apprezzare e a chi se lo può permettere 🤭. Il prossimo step è la spiaggia, e c'è la dobbiamo guadagnare ulteriormente camminando ancora, ma quando arriviamo sono il primo a buttarsi senza esitazioni, seguito da Johann in stile tuffo Banzai e da Blondie e Chris.
    Megan è l'ultima ad entrare, dopo aver desiderato tanto il mare adesso non riesce ad entrarci perche l'acqua è abbastanza fredda.
    Come on!? Dove è finito tutto il tuo coraggio? Ma alla fine riesce a nuotare un po' e anche questo desiderio può essere depennato dalla lista del giorno. Torniamo all'ostello è la doccia è la cosa più bella dopo una giornata di sudore, fatica e sale marino.
    Dopo aver 'lavato' i vestiti, mi preparo per andare a vedere 'Il Capricho' di Gaudî mentre gli altri preferiscono restare in camera. Non capisco niente di architettura ma non voglio avere rimpianti e so già che i miei piedi e la mia mente saranno in Comillas solo oggi nella mia vita e non voglio perdermi l'opportunità.
    Pago il biglietto e mi prendo il mio tempo per esplorare l'edificio. All'interno è abbastanza spoglio anche se é molto bello e molto raffinato, ma mi mancano sempre le basi per poterlo apprezzare veramente.
    Vengo raggiunto da Metthew, e lui invece ne capisce di più e viene affascinato maggiormente da tutto questo. Mi scatta una foto con la statua di Gaudí, e alcuni pensieri passano nella mia mente. Quest'uomo è immortale, una leggenda e verrà ricordato per sempre nei secoli a venire.
    Ma chi era? Chi amava? A cosa era devoto oltre all'architettura? Inizio a ricordarmi del momento ad Islares quando osservai Megan scrivere.
    Non mi importa della fama e non mi interessa dell'immortalità, forse è davvero la condivisione della propria vita con qualcuno di speciale che da un senso a tutto questo incredibile, caotico, e dispersivo casino chiamato 'vita'.
    Essere importante per qualcuno.
    Raggiungo gli altri seduti in un parco bellissimo in cui ritrovo anche Lukas e mi unisco ai loro discorsi e bevo anche una birra offerta da Chris. Devo dire che si è ambientato benissimo e che è già ben voluto da tutti. Non cenerà con noi perché preferisce prendere qualcosa al supermercato; lui è sicuramente più intelligente di noi.
    La cena a base di patate e uova fritti è perfetta e il casino che facciamo in questo locale in piazza è memorabile. C'è anche Axel con noi e un argomento, tra i tanti, sono le parolacce in altre lingue, specialmente in greco.
    Quando la conversazione vira su Star Wars (piace a tutti tranne ad Ale) scopro che Johann è affascinato da Jabba The Hutt e le risate mie e di Alessandro per questi insoliti gusti sono infinite ma sincere e piene di gioia.
    Forse mi vede un po' giù e mi avverte nuovamente 'tu sogni cose impossbili'. Ma se questa piccola cosa è impossibile allora cosa devo sognare?
    Rifacciamo nuovamente per l'ennesima volta la salita che porta all'albergue ed è tempo di dormire.
    Il mio umore è proprio così, fatto di alti e bassi, gioia e sconforto, come la salita di questo ostello in culo al mondo fatta cento volte, dove si è spesa un'altra giornata della mia vita in cammino.

    PS: Johann, ma con tutti i personaggi disponibili, proprio Jabba The Hutt!?🤭
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  • Jour 15

    Santillana Del Mar Whitout El Mar

    8 juin 2022, Espagne ⋅ ☁️ 18 °C

    "Ogni volta che ci sentiamo molto infelici è perché ci stiamo opponendo a quello che è. Il trucco è accettare la realtà per come è. Noi falliremo. Il punto è se saremo in grado di fallire con grazia, e se saremo in grado di imparare qualcosa da quell'esperienza"
    (Elizabeth Day - L'arte di saper fallire)

    Monica mi manda questa citazione in un calendario con segnata la mia data di compleanno.
    Questa cosa mi rende felice e un po' mi commuove; il cammino supera le distanze del tempo e dello spazio.
    È come avere un promemoria continuo che le cose non devono andare male per forza, e che c'è sempre una speranza che qualcosa in questa vita possa (r)esistere.
    Grazie! Ne avevo bisogno, nonostante la giornata sia andata piuttosto bene ed il morale non sia sotto i tacchi come al solito. La situazione è anche abbastanza curiosa, perché in mattinata ho avuto gli stessi pensieri che la citazione esprime sicuramente in maniera più ordinata e diretta.
    Oggi pensavo questo, rifacendomi anche alla citazione di Ghandi di qualche giorno fa: io sono come sono e devo accettare che non posso essere una versione di me stesso completamente diversa, devo accettarmi e accettare che certe cose non sono fatte per accadere. Quando non hai più paura di perdere relazioni, oggetti e occasioni sei davvero libero; e solo allora puoi essere grato delle cose che succedono intorno a te, grandi o piccole che siano.
    Ma ovviamente come spesso accade sto divagando ed ho abbastanza da ricordare.
    Ci svegliamo all'albergue di Boo e l'unica cosa che non vogliamo fare è alzarci e iniziare a camminare. Io vorrei portare per sempre con me il letto in cui ho dormito, sapeva di pulito e sarà difficile trovare altrove un'accoglienza uguale.
    Per non parlare della colazione, inclusa e abbondante; tutto promosso a pieni voti. Megan esclama :'qua siamo nel lusso'.
    In realtà piove e la prima cosa che dobbiamo fare è prendere un treno, per solo tre minuti, perché è vietato ed illegale attraversare il prossimo ponte a piedi. Ok, siamo nel 'cammino' di Santiago e siamo costretti a prendere un mezzo di trasporto. Fare un ponte anche per gli uomini invece che solo per i treni? Ma non poniamoci domande senza risposta e andiamo avanti.
    C'è solo una stazione di differenza e non paghiamo il biglietto. E' come avere un piccolo trauma tornare a viaggiare a velocità sostenute; certo, abbiamo già preso vari imbarcaderi ma in acqua questa differenza è meno visibile e meno marcata.
    La pioggia per me non è un problema, mi ricordo ancora Pamplona e la sua tempesta, e per quanto mi riguarda questa è solo una pioggerella estiva che mi bagna i capelli.
    Con Johann scherziamo e balliamo perché... è solo pioggia!
    Ovviamente sto esagerando, ma con chiunque parlo la pioggia è un nemico temibile e da evitare.
    Con noi cammina Elise, l'amica francese di Alessandro ma si fermerà alla prima sosta al primo bar, semplicemente ritmi diversi. Davanti al più bel caffè che il cammino ricordi, prenotiamo l'albergue per oggi e quello per domani: ormai questo è il mindset e tutti sono più contenti e sicuri.
    Procediamo nel nostro viaggio, e siamo accompagnati per vari km da alcuni tubi giganteschi e non bene identificati che, onestamente parlando, sono come un gancio al fegato dato dal miglior pugile che la storia possa mai ricordare.
    Anche oggi il panorama non offre molto, qualche fabbrica qua e là, strade e piccole vie di campagnia che non rimarranno per molto nella nostra memoria.
    Sono le nostre conversazioni ciò che riempie la nostra giornata, e se faremo attenzione saranno queste i ricordi più preziosi di questi giorni che porteremo per sempre con noi.
    Parlo molto con Ale, e non sembra molto contento per quello che sta succedendo a casa recentemente; e tra un consiglio e l'altro mi ricorda sempre che se voglio fare una cosa la devo fare, che devo essere sempre me stesso e non importa il resto.
    Mi spiega inoltre assurdità dello stato italiano per quanto riguarda l'agricoltura che non sto qua a ripetere; ma c'è veramente da chiedersi se questa mondo stia prendendo una direzione senza via d'uscita.
    Dopo il pranzo parlo molto anche con Megan di sogni e di futuro, e questa è la parte della giornata che preferisco perché è quella in cui cresco di più. Alla fine di quest'anno farà un viaggio in America del sud, e che sogno sarebbe fare questo viaggio anche io; ma come ho detto prima la devo smettere di sognare cose impossibili. Vorrebbe essere una nomade digitale ma le regole riguardo questo genere di lavoro sono differenti da paese a paese e le normative non sono semplici.
    Lei ha timori per il suo futuro e per ciò che accadrà più avanti, ma se fossi ricco scommetterei ogni centesimo su di lei e sulla realizzazione dei suoi sogni.
    E se perdessi, sarebbe solo per un brutto scherzo del destino.
    Se voi sapeste come sa rendere interessante il racconto di un viaggio in macchina attraverso gli stati più monotoni e noiosi d'America potreste rimanere sconvolti e capireste i motivi della mia scommessa.
    Voglio dire, lei è qua da sola, ha fatto molti viaggi e molti altri l'attendono: e quale altra parola se non 'coraggiosa' la caratterizza perfettamente? Una persona che lascia tutto, casa, lavoro e affetti è qualcosa di estremamente raro e di estremamente meraviglioso.
    Brindo alla sua vita e alla realizzazione dei suoi progetti.
    Patagonia, una bella persona ti aspetta😄
    Arriviamo a Santillana del Mar solo che abbiamo un problema, non c'è il mar😅, ma solo un antico e caratteristico borgo medievale pieno di turisti che comprano souvenir e che pranzano nelle vie piene di ristoranti. È una Taormina in miniatura, meno affollata e meno famosa. Ogni giorno diciamo che dobbiamo fare mille cose, ma poi la stanchezza prende sempre il sopravvento. Addio cave di Altamura, sarà per una prossima volta!
    Ci registriamo nell'albergue, facciamo una doccia e dopo siamo pronti a pranzare anche se ormai sono le 4 del pomeriggio; un boccadillo è la nostra scelta per toglierci di mezzo la fame, seguito da ,finalmente, un churro con cioccolata calda condiviso tra me e Megan. È un buon momento di condivisione, uno di quelli in cui il team da il meglio di sé e le risate sono assicurate: punzecchio Alessandro chiamandolo 'vjejo' e tutti non possiamo fare a meno che ridere. Mi aspetto la sua vendetta da un momento all'altro.
    Successivamente il gruppo si divide, c'è chi va in albergue e chi resta in giro per le strade ad esplorare; io necessito instantaneamente di un atm e con mia amara sorpresa devo pagare una commissione di 5€ per poter ritirare. Se continuo così posso tornare in Sicilia a nuoto.
    Veniamo raggiunti da Axel, che sembra contento e rilassato.
    Non l'ho mai visto così felice. Che il rapporto con Valdemar stia migliorando? È il mio desiderio più grande per lui.
    Compro una piccola maglietta ed infine torno all'albergue dove adesso sto scrivendo nella sala comune mente fuori la pioggia continua incessante, e non mi fa venire voglia di uscire.
    Megan è davanti a me e sta aggiornando il suo diario, prima o poi riuscirà a mettersi in pari.
    Ale sta cenando con Paolo ed Eva, ma noi non abbiamo fame.
    Infine Matteo...non è completamente rientrato e non so a quale numero di birre sia arrivato.
    Sono preoccupato ma mi conforta sapere che Johann e Lukas sono sicuramente con lui.
    Spero solo di non doverlo raccattare ubriaco in qualche bar.
    Ma è così intelligente e grande abbastanza per potersela cavare da solo.
    Il bene che gli voglio è incommensurabile.

    PS: io e Megan nella hall iniziamo a ridere per una questione riguardante Dina.
    Love Is in the air 🤭🤭🤭🦁🦁🦁
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  • Jour 14

    Pielagos and 'The Long Way to Boo'

    7 juin 2022, Espagne ⋅ ☁️ 17 °C

    "When I look at myself I don't see the man I wanted to be.
    Somewhere along the line I slipped off track
    I'm caught movin' one step up and two steps back"
    (Bruce Springsteen - One Step Up)

    Il risveglio all'ostello di padre Ernesto non è dei migliori; non abbiamo dormito benissimo a causa dei roncadores che non riusciamo ad evitare in nessun modo. Megan era nervosa ieri sera a causa della stanchezza e stamattina non è da meno; si vede che fatica a carburare, e tra mancanza di sonno e acciacchi vari spero che per lei possa essere una buona giornata. Facciamo una colazione comune all'albergue, e Marija si siede accanto a me, e mangia di tutto e di più, e questa cosa mi fa piacere ma fa anche molto ridere.
    È 'funny' come direbbe la mia amica dell'Oregon.
    Quando sto per partire mi promette che mi raggiungerà ma non so perché ho la sensazione che questo non succederà.
    Ha molte vesciche per la lunga camminata di ieri e non so come andrà a finire.
    Scrivo un pensiero ad Ernesto nel libro delle dediche per rendere grazie, e dopo è giunto il momento di lasciare l'albergue per sempre.
    Tornati sul cammino la strada per il puntale di Somo ha un bivio molto importante; puoi scegliere se allungare e prendere la via che costeggia il mare oppure se tentare una via più corta ma che si affianca all'autostrada.
    Noi scegliamo la via della costa e ne rimaniamo completamente soddisfatti; una vista mozzafiato si estende dinnanzi a noi ed io mi sento felice ma anche malinconico perché non ho un legame stretto con cui condividere questo spettacolo. Anche Ale fa gli stessi pensieri, anche se i suoi magari hanno un connotato diverso e sono più rivolti all'immediato. Lucille oggi non cammina con noi perché si fermerà km prima a Santander, e mentre sono sulla via vedo una persona da sola che si fa il bagno alle 9 di mattina nell'Atlantico con cielo completamente nuvoloso in una spiaggia bellissima ma ben nascosta da tutto e tutti.
    È Lucille e non si può dire che non sappia come divertirsi.
    Matthew invece è molto più avanti e notiamo che ha iniziato a correre in lontananza senza nessun motivo apparente; nella corsa perderà anche un paio di pantaloni dallo zaino che saranno ritrovati da Axel.
    Una lunga spiaggia ci separa invece dell'imbarco, ed io e Ale cerchiamo di aggirarla senza successo, per non sprofondare e gravare maggiormente sulle articolazioni. Il risultato è solamente una perdita di tempo e alla fine ci tocca camminare sulla sabbia ugualmente e arriviamo per ultimi al bar dove sono già seduti tutti gli altri.
    Arriviamo al puntale come sempre in ritardo e perdiamo la barca un'altra volta all'ultimo secondo; sembra una maledizione e ci tocca aspettare 25 minuti per poter arrivare a Santander. Nel mentre Megan disegna qualcosa, Matthew si addormenta all'istante ( quest'uomo è un supereroe) ,io prendo il sole e Ale parla a voce alta con altri italiani, e penso che anche da Santander lo hanno sentito.
    Il viaggio in barca per i 7km che ci separano da Santander è interessante a parte per il discorso assurdo della mascherina, ma preferisco non entrare nel merito. In città prendo un caffè per poter utilizzare i servizi in un bar e dopo faccio una visita alle poste, dove compro dei francobolli per me e altri per Megan. Mi sono costati un botto, ma sono contento di aver fatto qualcosa per lei, anche se quando glieli ho dati stavo morendo per l'imbarazzo.
    Lei è un po' come me e difficilmente accetta qualcosa dagli altri, o perlomeno vuole ricambiare subito il favore.
    Questa cosa un po' mi rattrista, non voglio niente in cambio perché un dono non necessita un obbligo.
    Ehi..allora è vero che sono uno che 'fa troppo'?
    Questa frase mi fa ancora male; certe cose non si dimenticano.
    Seguiamo le frecce del cammino lungo un viale gigantesco, alberato e senza fine e alla fine di questo pranziamo in un ristorantino messicano dove non prendo niente ma spizzico qualcosa dal piatto di Megan.
    Vorrei dividere il conto ma non me lo permette, ci risiamo e la storia è punto e a capo😅.
    Usciamo da Santander e ci aspetta la parte più dura di tutta la giornata: una lunga periferia assolata che sfianca la mente, mentre l'asfalto di certo non fa carezze alle piante dei nostri piedi.
    Non ho molto da raccontare su questa parte, la stanchezza si fa sentire ed io mi divido tra un po' di musica, Megan e approfondire la conoscenza con Johann.
    È una persona spassosa e mi dispiace che questo fine settimana dovrà tornarsene a casa.
    Alessandro lo chiama 'Panda' (in senso affettuoso) e devo confermare che ha una camminata davvero insolita e molto divertente.
    A proposito di Megan, stanotte ha fatto un sogno riguardante me, Matthew e non ho capito bene se un orso o delle ciliegie (il nome in inglese è simile) e quindi nonostante i roncadores è riuscita a dormire un po' e a sognare qualcosa di divertente.
    Curioso, perché anche io ho fatto un sogno, con la differenza che il mio era un Incubo e riguarda sentimenti come la perdita e la disillusione; e non vi sto a dire nemmeno chi era la protagonista del mio viaggio onirico e psichedelico.
    Ci fermiamo in un prato ombroso per il riposo e ridiamo da matti per vari aneddoti, in particolare per quello del cartello di 'per favore non cagare qui' che abbiamo trovato nei primi giorni.
    Arriviamo all'albergue più di un'ora dopo, ed è la prima volta che arriviamo così tardi; ci dovremmo chiamare i 'pellegrini del tramonto' altro che i Power Rangers.
    La città si chiama Boo de Pielagos, e le battute e gli scherzi con la parola Boo si sprecano ( Matthew si porta la testa da due giorni) e l'albergue è qualcosa di meraviglioso: pulito, accogliente e con lenzuola fresche e profumate.
    In più in stanza ci siamo solo noi e ci sono spesse pareti vibranti che ci dividono dai Roncadores di ieri.
    Finalmente Megan può dormire🤭
    Alle 8 ceniamo grazie a Lukas che ha fatto da intermediario tra noi e i proprietari mentre eravamo ancora sul percorso, ed è un buon momento di condivisione e di felicità. Tutti sembrano felici e soddisfatti ed anche io sono tranquillo, anche se non lo sono stato lungo gran parte della giornata.
    Anche se non ho quello che voglio e so che ho poche frecce al mio arco rispetto alla media di questa gente esperta e avventurosa, sono grato di poter essere qua e creare ricordi nuovi. Noi della 'squadra' siamo un po' divisi all lunga tavolata: Ale fraternizza con una francese, che sono sempre contente di trovare qualcuno che parli la loro lingua, Matthew sta parlando con una ragazza bionda di cui non so nome e provenienza, mentre Johan e Megan sono vicino a me ma parlano di non so che con Lukas e il ragazzo rumeno.
    Io invece parlo un po' con Paolo ed Eva e condividiamo impressioni ed esperienze sul cammino.
    Eva mi racconta che il suo primo Francese è stato complicato per via del Covid e lo spirito che ha trovato in questa tavolata non è mai stato presente ( per forza maggiore) nella sua prima esperienza.
    Sono molto simpatici e se si va un po' più in fondo, lasciando stare la parte casinista e mattacchiona di Paolo, sembrano davvero brave persone.
    Io e Lukas ci promettiamo inoltre di camminare e parlare insieme quando potrà camminare al meglio ( ha un piede in cattive condizioni) perché è veramente una persona che osserva tanto e che ha una soluzione per tutto.
    È un novello Sherlock Holmes e ha capito che ho qualcosa che non va perché è la seconda volta che mi chiede se sono felice e se va tutto bene. Offro una birra a lui e al ragazzo rumeno, mente Blondie è fuori da qualche parte chissà dove.
    Scrivo una parte di queste parole nella veranda fuori dalla nostra stanza mentre osservo Megan aggiornare il diario e Matthew ascoltare, calmo e trasognante, un audiolibro, ma è appena scoccata la mezzanotte quando scrivo queste ultime parole che segnano la fine di un'altra lunga, faticosa e bellissima giornata in cammino.

    PS: Uscendo da Santander, Megan è stata colpita dalla cacca di un uccello. Sostiene che é la seconda volta in questo cammino.
    Sono sicuro che d'ora in poi avrà una vita ancora più fortunata🤭😄
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  • Jour 13

    Guemes e Il Racconto Di Ernesto

    6 juin 2022, Espagne ⋅ ⛅ 18 °C

    "Aunque tú no lo sepas me he acostado a tu espalda
    Y mi cama se queja fría cuando te marchas.
    Y aunque tu no lo sepas nos decíamos tanto
    Con las manos tan llena cada día más flacos."
    (Quique Gonzalez)

    Oggi lasciamo Laredo dopo aver bevuto un caffè e aver avuto una buona colazione in un locale chiamato 'Las Vegas'.
    Il percorso di oggi è pieno di bivi e noi scegliamo il percorso nell'interno che dovrebbe essere più corto. Anche se, piccola anticipazione, di corto non aveva nulla e siamo arrivati a destinazione solo 27km più tardi. Perdiamo Lucille che essendo molto avanti a noi, prende la strada opposta.
    I primi 4km sono tutti nel lungomare di Laredo per arrivare al puntale e prendere un imbarcadero( 2€ il costo) che ci porterà aldilà del mare a Santona. Sulla barca incontriamo Paolo ed Eva, padre e figlia che fanno il cammino insieme. Lei è al suo secondo mentre Paolo ha perso il conto dei suoi cammini.
    Sulla riva opposta, il percorso inizia con una lunga ciclabile, dove incontriamo Johan che si unisce a noi nel lungo cammino che ci attende oggi. Johan è di Amburgo e ha origini coreane, ma non completerà tutto il cammino perché non ha molti giorni a disposizione. Ha il mio stesso 'problema': ha 36 anni ma ne dimostra molti di meno come me; sembra un ragazzo di buon cuore ed è veramente molto tranquillo e anche divertente.
    "Siete un gruppo molto cool e domani resterò con voi"🤭🤭🤭
    ci dirà più tardi e a noi fa piacere la sua compagnia.
    Scherzo sul fatto che lui sia il sesto Ranger, quello bianco della prima serie, ma a lui non va poi tanto a genio e allora di comune accordo gli concedo il blu😅.
    Scherzi a parte, torniamo al racconto.
    Ci fermiamo in un supermercato per fare provviste e mentre mangiamo nel parcheggio, Matthew testa il livello di conoscenza degli stati Americani di Megan. Li ricorda tutti, tranne alcuni della parte orientale del paese perché 'east coast is boring' e lei è una 'sostenitrice' della maggiore bellezza della parte ovest degli Stati Uniti, ed io non conosco nulla per poterla contraddire.
    E poi a dirla tutta mi rendo conto che non la contraddirei in niente 😅. Questa cosa è pericolosa oltre ogni limite.
    Il percorso prosegue con una lunga autostrada, il cui lato destro pedonale è letteralmente pieno di merda, ed io lo percorro quasi tutto perché sono una persona talmente pigra e priva di intelligenza per passare semplicemente dall'altra parte 😅😅.
    "Feels like home" di Linda Ronstadt risuona nelle mie orecchie; uso finalmente le cuffie ma purtroppo perdo un gommino. La canzone me l'ha consigliata Megan ed è qualcosa di straordinario, da pelle d'oca.
    Ci fermiamo per il pranzo, e mi riempio di cibo al solito come se non ci fosse un domani e ridiamo e scherziamo accompagnati da una piccola cerveza, mentre il nostro amico Blondie prende un bel bicchiere di vino, ma sembra reggerlo bene. Si ride sul fatto che io sia troppo serio ma io non sono d'accordo: ci sono argomenti su cui non transigo ma credo di avere anche io la mia parte divertente da mostrare agli altri.
    Magari non sono l'anima della festa ma in questo cammino credo di essermi aperto oltre i miei limiti e di stare condividendo molto a mio rischio e pericolo.
    Ci sono due cose che odio profondamente: quando la gente dice che sono una persona pesante e quando dice che ho la faccia da ragazzino; e le odio ancora più profondamente se c'è Megan accanto a me che le può sentire.
    A proposito, passo tutta la seconda parte del tragitto con lei e mi fa una confidenza di un'amore nato sul suo primo cammino e poi finito, e della sua paura di ripensarci troppo spesso.
    Apprezzo la sua fiducia in me e sono onorato di poter esserle di aiuto in qualche modo ma ho la sensazione che sia anche un modo per dire 'non farò di nuovo lo stesso errore'.
    Capisco la situazione e va bene così.
    Amen e così sia.
    Ridiamo sul fatto che stavo canticchiando una canzone di LaLa Land perché lei ha tutto l'album nel telefono ma non conosce nessuno che le conosca o a cui piacciano.
    Una coincidenza incredibile.
    Arriviamo stanchi e sfiniti all'albergue e ho i principi di una leggera insolazione: bevo quattro bicchieri di acqua in meno di un minuto. Il posto è qualcosa di incredibile e sono sicuro che non posso descrivere tutto; c'é così tanto da dire e adesso ho capito perché ogni guida consiglia quest'albergue come tappa imprescindibile.
    Ci laviamo, facciamo una lavatrice in comune e un po' di pianificazione per l'indomani. Prima di cenare siamo tutti invitati al racconto di chi quest'albergue lo ha reso tale: Ernesto ha trasformato la casa di suo nonno in questo ostello dopo aver vissuto una vita piena come sacerdote e aver viaggiato tanto. La sua storia è troppo lunga per essere riportata qui fedelmente ma è stato il suo viaggio intorno al mondo dall'Europa, all'Africa, all'America Latina e ritorno che lo hanno aiutato nelle decisioni da prendere e nel cammino della vita. Non bisogna seguire le 'frecce gialle' vivendo sempre con lo sguardo rivolto verso il basso, si rischia solo di pensare alla destinazione e di non apprezzare tutto il resto. Un pellegrino gli chiede 'quante volte hai percorso il cammino?', e la sua riposta è 'ogni giorno'.
    Prima di andare a cenare incontro Lukas che mi dice: 'Marco non sembri tanto felice'. Ci risiamo, quest'oscurità che mi porto dentro ogni tanto riemerge ed è visibile senza filtri da molte persone, sarà per questo che spesso ho problemi con le relazioni.
    Ceno al tavolo vicino a Marija che ,nel frattempo, è arrivata dopo 34 km di marcia serrata, e sono molto contento di vederla. Ci siamo tutti, i miei amici ed i suoi, e nonostante una mia piccola gaffe, la sua compagnia è sempre piacevole e domani magari cammineremo insieme. Sento che posso parlare con lei senza filtri e di questo ne ho bisogno. Molto divertente è stato che il vecchio signor Paolo, dal nulla se n'è uscito con 'salute peregrinos' alzandosi e facendo casino con il bicchiere in mano pieno di vino; e non una sola volta.
    Prima di andare a dormire, Ernesto, per i pellegrini che lo vogliono, ci spiega una sequenza di murales disegnati in una stanza che lui definisce 'il punto più importante del cammino del nord'. Una sequenza di graffiti che raffigurano la via dell'uomo che va dalla schiavitù alla libertà, un percorso che l'uomo non raggiunge mai eternamente ma che deve compiere ogni giorno con gli occhi attenti, con i piedi a contatto con la terra ( e rendendo grazie) e con la consapevolezza di saper dare e ricevere allo stesso modo.
    Siamo tutti stanchissimi ma i suoi aneddoti sono veramente toccanti e non mi vergogno a dire che un paio di volte ero molto emozionato.
    Quella parte di me, tanto odiata da Tina, ogni tanto prende il sopravvento.
    Alla fine è tardissimo quando ci dirigiamo verso i dormitori, mi avvicino ad Ernesto per stringergli la mano e dire grazie. Lui mi chiede 'e tu dove arrivi?, aveva posto la stessa domanda a Megan, ed io rispondo 'A Santiago y despues muxia, con ella'.
    'Siete una coppia!?'
    'Non ho così tanta fortuna' e vado via.
    Probabilmente lei non mi ha sentito o ha fatto finta di non sentire.
    Marija invece ha sentito tutto e ha iniziato a prendermi in giro ridendo: 'Marco ma cosa ti chiede!?'
    Scrivo tutto questo da fuori il dormitorio, molti roncadores e mi è impossibile dormire o concentrarmi.
    Ma quanto è bello quest'albergue alla luce della luna e nella calma della notte?

    PS: Ale chiede a Megan qual è la ragione che la spingerà a fare l'hospitalera appena finito il cammino.
    Lei risponde : 'I Need to give back all of this'
    La gratitudine e la consapevolezza che ha mi spaventano e mi affascinano così tanto allo stesso tempo.
    Molte cose da scrivere e così tanto da ricordare.
    Non ho fatto un buon lavoro in questo giorno di diario.
    Sono un po' preoccupato per vari motivi.
    Domani sarà una lunga giornata.
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