"We are all broken, that’s how the light gets in”
Viaggiatore nelle intenzioni.
Il Programma: non avere un Programma
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Sogno un giorno in cui non vivremo solo per pagare le bollette.
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Messina, Italia
  • Day 42

    Muxia e "Ancora Un'Altro Abbraccio"

    July 5, 2022 in Spain ⋅ 🌬 19 °C

    "Sin timón ni timonel
    Por mis sueños va, ligero de equipaje
    Sobre un cascarón de nuez, mi corazón de viaje"
    (Joaquin Sabina - Peces De Ciudad)

    L'albergue è completamente addormentato quando mi sveglio; sono le 7 della mattina e so che oggi mi aspetta una giornata davvero impegnativa.
    Guardo alla mia sinistra e un letto vuoto e spoglio mi annuncia che Simone è già partito: desidera vedere l'alba vicino al faro e prendere una strada alternativa per arrivare a Muxia, una via che si affaccia sulla "Praia Da Fora" la spiaggia nascosta di Finisterre che molti dicono sia la più bella.
    Auguro mentalmente al mio amico sardo buon viaggio e penso che per me Muxia è ancora lontana: ho un ennesimo addio da affrontare.
    Mi muovo in silenzio, quasi furtivamente, cercando di fare meno rumore possibile e mi dirigo al piano di sotto per una doccia; è il modo migliore per svegliarsi perchè di restare a letto non se ne parla più, anche se so che i miei amici non saranno mattinieri come me. L'autobus che si porterà via Megan per sempre è il solito, quello delle 9.40 che ieri ha fatto tornare Lukas a Santiago.
    Le 9.40...da oggi in poi in qualunque tempo futuro della mia vita quando nelle mie giornate farò caso a quest'orario mi rammenterò del bus di Finisterre e di tutti i sogni e quelle persone che nella mia vita arrivano, restano per un po' e ringraziando vanno via.
    Lo stesso Thomas, esattamente 4 anni e 6 giorni fa, prese il medesimo autobus anche se con tutta onestà non ricordo a quale ora della mattina.
    Era il 29 giugno del 2018 quando ho visto il più grande amico della mia vita andare via per sempre.
    Parodiando un celebre film dal titolo "Un Tram chiamato desiderio", qui abbiamo "Un autobus chiamato addio".
    Ma come sempre sto divagando, ed è anche un bene perchè, pulito e profumato, mi aggiro per una Finisterre ventosa in solitaria, aspettando che Megan o qualcun'altro attivi il bat-segnale che richieda la mia presenza.
    Faccio in tempo ad andare al bar in piazza per prendere un caffè e "godermi" impazientemente questa attesa e questa solitudine che mi stanno snervando.
    Se, a volte, l'attesa del piacere è il piacere stesso, in questo caso, per quanto sia brutto da confessare, voglio solo che tutto finisca e partire per Muxia, lasciarmi Megan alle spalle e tornare ad essere un po' più leggero.
    Non voglio essere frainteso, nè da te lettore fantasma nè da me stesso: sono grato per ogni minuto speso con gli altri ed in particolare con la mia amica dell'Oregon, e sarò grato anche per i prossimi minuti insieme, ma davvero il mio cuore e la mia mente sono saturi e ho bisogno di raggiungere un equilibrio emozionale che mi manca da tempo.
    Penso a tutto questo quando girovagando Megan risponde ad un mio messaggio dicendomi che sono quasi pronti.
    Mi faccio vedere fuori dal loro albergue, parlo un po' con Alessia, che come sempre mi invita ad entrare, e finalmente riuniti andiamo a fare colazione in quel bar trendy con la porta rosa.
    Il bar dove ho fatto colazione con Lukas polacco, quello dove ho scritto Viaje nella conchiglia che ho dato a Megan.
    Il bar è davvero particolare, il cibo è buonissimo ed i miei amici non badano a spese e prendono cose esotiche come una tostada di avocado, che già solo per l'aspetto merita ogni centesimo.
    Cerco di mantenere l'umore e la voglia di scherzare al livello massimo ma, come sempre mi accade, mi sento come un condannato che aspetta di dover salire sul patibolo.
    Nel locale risuona "La Bicicleta" di Shakira ed io non posso fare a meno di fantasticare su tutti i viaggi che vorrei fare seguendo la mia amica Americana.
    Come se non bastasse, perchè non c'è limite al peggio, è il turno di "Te esperarè toda una vida" di Dani Fernandez che con il suo testo pieno di amore e speranza per l'attesa della persona amata mi fa sorridere amaramente.
    "Si te esperé toda una vida qué más da un poco más? Si...ma qui si sta facendo la muffa e niente mi da una speranza per un cambiamento.
    Essere molto ferrato nelle canzoni spagnole oggi evidentemente non è una skill utile o di cui andar fieri.
    "It's time" dico dopo un po' ed effettivamente è proprio ora di andare.
    Ho scritto e raccontato molti addii sul cammino di Santiago e questo non fa eccezione, è simile a tutti gli altri ma doppiamente doloroso perchè mette un punto fermo su qualcosa che poteva essere e non è stata, a un'amicizia forse a senso unico, a milioni di buoni propositi che, ho il ragionevole dubbio, hanno creato più di qualche problema e hanno cambiato l'esperienza di entrambi, in particolare negli ultimi giorni.
    E' il famoso "The End" che conclude un film che mai uscirà nelle sale, un film in cui Marco cerca di fare breccia nel cuore di Megan e come sempre fallisce nel divenire una persona importante per lei.
    Trattiene a stento le lacrime mentre saluta gli altri, Axel e Matt, con cui ha legato moltissimo lungo la via, e gli abbracci sono lunghi e sentiti.
    Io ho gli occhi lucidi ma mi trattengo abbastanza bene, ormai sono cintura nera di "Addii sul cammino" e prima di abbracciarla, in quella maniera impacciata che solo noi sappiamo avere, dico soltanto: "Amazing woman, you know...i hope to see you again in my life".
    Lei commossa, più per la situazione che per le mie parole, risponde "me too" e si mette in coda per salire sul bus.
    Axel, evidentemente, non ne ha abbastanza e vuole avere gli ultimi secondi per scattare un'ultima foto tutti insieme.
    Facciamo il giro del piazzale e quindi del bus e ritroviamo Megan intenta a posizionare a fatica il suo zaino nel portabagagli.
    Dopo un'ultima foto rubata, lei un pò impacciata ed emozionata sussurra "ancora un'altro abbraccio" e mi ritrovo tra le sue braccia ancora una volta, stringendola più forte che posso eppure non abbastanza; perché certe cose non bastano mai e ne vorresti ancora e ancora. Cos'è un abbraccio se non un tentativo di esprimere teneramente col corpo quello che non riusciamo a dire a parole? E mi piacerebbe poter dire che in quest'abbraccio c'è di tutto: ogni emozione che non sono stato in grado di esprimerle in inglese ed ogni sguardo fugace che le ho dato di nascosto durante tutta questa strada, ogni bacio che non è esistito, tutte le carezze che non l'hanno mai sfiorata e ogni risata che abbiamo e non abbiamo avuto.
    Nella mia testa c'è di tutto ma ,in fin dei conti, è solo un'abbraccio veloce tra due persone che vivono agli antipodi dell'universo.
    E' davvero l'ultimo saluto, decidiamo di non voltarci indietro e conduco i miei amici lungo la strada che porta all'ufficio turistico dove contano di prendere la Fisterrana che certifica il loro viaggio a Finisterre.
    L'ufficio apre solo alle 10.30 ed io non mi posso permettere di aspettare così tanto; è tardissimo e rischio di non completare i 28 km che mi separano da Muxia di questo passo. Axel e Matt partiranno più tardi, divideranno nuovamente la tappa in due stage e si fermeranno a Lires: ormai il loro mood è quello del relax totale ma io preferisco passare un giorno in più a Muxia piuttosto che stare nel bel mezzo del nulla a metà strada.
    Inizio ad avere fretta per partire

    WORK IN PROGRESS
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  • Day 41

    Finisterre e ' Quante Cose Vorrei Dirti'

    July 4, 2022 in Spain ⋅ ☀️ 19 °C

    "Let me photograph you in this light
    In case it is the last time
    That we might be exactly like we were"
    (Adele - When We Were Young)

    Ieri, partita con premesse pessime, è stata una giornata da incorniciare.
    Voglio dire, ho sempre avuto in testa certi pensieri, ma la scelta di rivedere Lukas per l'ultima volta ha pagato davvero bene e sono contento che il mio cuore sia andato in quella direzione.
    Mi sveglio dopo un riposo rigererante; ieri notte sono crollato appena ho toccato il letto, sarà stata un po' la stanchezza, un po' la malattia, e sicuramente tutti gli eventi e le emozioni della giornata.
    Piccolo dettaglio importante, sto esagerando con lo spray nasale ma senza di quello non riesco a tenere il naso in funzione e vivrei in modo peggiore questi giorni alla fine del mondo.
    Questa malattia mi è venuta proprio nel momento sbagliato.
    Simone non è nel suo letto e sono sicuro sia andato in esplorazione.
    Mi siedo un attimo nella cucina dell'albergue e vengo raggiunto da Lukas.
    Mi da un regalo: due spargitori di sale e pepe che si abbracciano a vicenda. Per lui rappresentano l'abbraccio che gli ho dato in piazza a Santiago nel suo primo momento di 'malinconia'.
    Sono colpito da questo gesto, è qualcosa che mi spiazza, un dono che ha lo stesso valore, se non superiore, della conchiglia con scritto 'coraggio' che mi ha dato Megan a Aviles.
    Ho un attimo di pura commozione e me ne devo scappare in bagno per trattenermi.
    Non sono abituato al fatto che la gente faccia qualcosa per me e quando questo succede, l'inondazione è dietro l'angolo.
    Anche se non è facile avere questo tipo di emozionalità, spero che non vada via mai; se perdessi la capacità di meravigliarmi per queste 'piccole' cose, allora vorrebbe dire che la mia vita si è spenta ulteriormente.
    Andiamo in un caffè vicino alla fermata degli autobus.
    Manca poco e lui, Rainhart e Felix prenderanno il bus per Santiago, ritornando alla vita di tutti i giorni.
    Offro la colazione ai miei amici, ed è il minimo che posso fare per quanto mi hanno dato e per quanto ho accettato di prendere.
    Mi mancheranno tutti, Lukas ovviamente, ma anche Felix che ho appena conosciuto e Rainhart con cui sono grato di aver potuto praticare il mio spagnolo.
    Quando ci salutiamo, io sono commosso e Lukas mi assicura che ci rivedremo di nuovo. Il 'For Sure' con il suo accento tedesco è molto rassicurante, ma realisticamente so che passerà un bel po' prima che questo accada.
    Cerco di tornare al mio albergue per prenotare il mio letto anche per oggi, ma incontro Lukas dagli occhi azzurri che vuole fare colazione ed io sono in vena di offrirgli un caffè.
    Ci fermiamo allora in questo 'pink cafè' di cui non ricordo il nome; un luogo molto trendy e allo stesso tempo vintage, che fa della qualità la sua forza.
    E così davanti ad un buon caffè, cortado io e americano lui, iniziamo una lunga discussione sulla vita, sul coraggio e sul cammino. Più lo frequento e più mi piace Lukas, o 'Ukash' come si pronuncerebbe alla polacca, e il mio giudizio su di lui di qualche settimana fa è completamente errato.
    Ha 38 anni e parlandoci capisco che si tratta di una persona matura, onesta nelle intenzioni e anche molto intelligente e spiritosa.
    La conversazione è veramente importante e tutti e due sembriamo divertirci e apprezzare questo tempo speso insieme. Io pago i caffè e lui paga le cartoline che un venditore ambulante ci lascia al nostro tavolo.
    Ieri avevo trovato la conchiglia perfetta per Megan, e allora chiedo alla proprietaria del cafè se ha un pennarello per scriverci qualcosa sopra e fortunatamente ne trova uno dorato che fa al caso mio. Non so perché mi ostini a fare queste cose; forse dovrei fare come tutti e mandare a quel paese chi non è interessato a me.
    È chiaro che con questo gesto io non cerco di conquistarla ma solo di farle capire che ci tengo. Voglio dare indietro tutto quello che ho ricevuto; e poi dato che non gli sto comprando nulla non può appigliarsi a niente e non può arrabbiarsi nuovamente.
    Sono indeciso su quale parola scrivere; quante cose vorrei dirle e quante cose vorrei si avverassero per lei che una sola parola non basta.
    Scrivo 'Viaje' e spero che per lei questo sia solo uno dei tanti viaggi e cammini del resto della sua vita.
    Saluto Lukas numero 2, e mi ritrovo con Simone con cui ho una terza colazione, sempre offerta da me (a volte mi dovrei taturare sul braccio la frase 'tu non hai un lavoro, smettila') e così mi ritrovo a mangiare per la terza volta nel giro di due ore.
    Prendiamo la 'Fisterrana' al centro di informazioni e successivamente facciamo un giro in città passando per il porto e per i vicoli che ormai tanto amiamo.
    Troviamo anche una piccola gelateria gestita da un cileno Rodrigo e da un' italiana, Giovanna, che si sono conosciuti e amati nel cammino anni fa e hanno deciso di vivere insieme in Spagna. Il gelato è molto buono, e questa volta è Simone a ricambiare il favore.
    Gli pongo la stessa domanda che mi ha posto Lukas.
    'Cambieresti qualcosa in questo viaggio?'
    La risposta è negativa, come sempre le persone in gamba accettano le cose per come sono.
    Parliamo poi dei viaggi e di cosa significhi avere una casa; per Simone è importante avere delle radici a cui tornare perché, come tende a sottolineare, se sei sempre in movimento il viaggio diventa la normalità e non riesce più a stupirti.
    Scendiamo alla spiaggia aspettando l'arrivo della parte mancante dei miei amici, e del mio cuore.
    Anche loro passano per la spiaggia e ci ritroviamo alla fine della stessa; sembrano tutti contenti e soddisfatti, gli abbraccio e faccio loro i complimenti per essere arrivati fin qui, alla fine del mondo. Non parlo con Megan di quello che è successo perché è chiaro che la discussione è finita in quella stanza di Olveiroa e se avessi voluto dire di più ho perso l'occasione per sempre. Lei sembra tranquilla e questa è una delle cose più importanti. Matt mi regala una conchiglia ed io apprezzo il regalo; non può sapere che ne ho una borsa piena nello zaino.
    Vogliono andare a mangiare ma prima hanno bisogno di trovare una sistemazione.
    Provo a farli stare nel mio albergue ma la camminata e l'atteggiamento di Matt non piacciono a Diego che mente spudoratamente dicendo di non avere posti liberi.
    Poco male perchè avanti di solo 20 metri trovano una camera tripla e l'hospitalera Alessia, è una persona dolcissima e parla anche un po' di italiano.
    Li porto a mangiare in un ristorante locale a base di pesce che mi aveva consigliato Diego e tutti siamo di buon umore, ed io scherzo facendo l'esperto di Finisterre quando in realtà so soltanto poco più di loro.
    Torniamo all'albergue e l'idea di andare subito in spiaggia fallisce miseramente: Megan e Axel fanno una pennichella, mentre io torno nel mio ostello per scrivere un po' e vengo raggiunto da Diego che mi inizia a parlare dei suoi problemi, della mancanza di soldi e di come l'atteggiamento di Matthew non gli sia piaciuto. Peccato, entrambi hanno perso un occasione di conoscersi e di stimarsi.
    La chiacchierata con Diego, che a tratti è stata un monologo tanto lamentoso quanto duro e realista, dura molto più che una mezz'ora abbondante e quando arrivo alla spiaggia Matthew e Axel sono già in acqua nonostante il vento forte degli ultimi giorni. Non so se è l'astinenza prolungata dovuta alle fatiche del cammino, o il numero spropositato di birre che potrebbero aver bevuto, ma è la prima volta che li sento parlare di ragazze.
    Axel mi dice :' sto guardando il panorama'.
    'Quale panorama!?' gli chiedo io.
    'Ogni genere di panorama'.
    Non so proprio cosa stia succedendo🤭.
    Matt invece si è fissato con la ragazza tatuata davanti a noi dicendo: 'è la mia preferita'.
    In un attimo il vento porta via l'infradito di questa ragazza e Matt pensa a voce alta: ' forse dovrei dirglielo, andare da lei'.
    Inizialmente temporeggia e dopo inizia a urlare:' Ehi senorita, ehi le scarpe, senorita'.
    Ma Axel esce dall'acqua e gli porge l'infradito prima che Matthew possa essere sentito.
    La morale di tutto questo è che per aver titubato, 'l'eroe' della storia è Axel e non Matt.
    Faccio una risata e lo riprovero, ma in realtà vedo me stesso in questi errori.
    Salgo a farmi la doccia perché per me questo vento è troppo forte mentre loro fanno un salto all'Hippy bar concedendosi qualche birra di troppo. Giro un po' per il paese, compro un paio di cartoline ed una t-shirt e scrivo a Megan per sapere se è sveglia e se le va un gelato.
    La risposta sembra affermativa ma mi chiede dove sono gli altri.
    È passato molto tempo, e se non sono con lei e non sono con me, allora dove stanno!? La risposta è semplice e non ci sono obiezioni: sono ancora all'Hippy Bar.
    Ora, di quello che fanno questi due bambinoni cresciuti che quando sono sobri giocano a fare i superuomini, non me ne frega poi tanto.
    Quello che mi infastidisce è che Megan non fa un passo nella mia direzione se non ci sono loro.
    Bene, il gelato me lo prendo da solo e dopo vengo raggiunto da Simone con cui raddoppio lo 'sforzo' alla faccia di chi non vuole.
    Passo all'Hippy Bar nel momento esatto in cui i miei amici stanno uscendo; sono combinati male, Matthew è completamente ubriaco e Axel barcolla. Dovremmo andare a cena ma la situazione non è delle migliori. È l'ultima cena tutti insieme e cosa succede!? Mat va a dormire perché non si regge in piedi e potrebbe non farcela per il tramonto al faro più tardi.
    La cosa non mi va giù, non oggi non qui.
    Ma non mi devo scoraggiare, come mi dirà Simone 'nella tua vita ci sarà sempre un australiano ubriaco a rovinarti i programmi'.
    Aspettiamo la doccia di Axel e successivamente siamo pronti per la cena; un locale lungo la zona portuale è il prescelto.
    Alla cena si uniscono Simone e Lukas blue eyes che fortunatamente è l'unico che riesce a ravvivare una cena un po' morta. Io non me la godo appieno, prendo solo qualcosa per stuzzicare e non spendere troppo. L'argomento preponderante è 'le origini' di ognuno di noi, e per quanto mi riguarda io arrivo alla conclusione che sia un argomento senza senso perché se ci pensate bene tutti vengono prima o poi da un'altra parte.
    Il tempo scorre e si è fatto davvero tardi, per salire al faro dobbiamo svegliare Blondie e farlo tornare in vita in qualche modo. Mentre ripercorro per l'ennesima volta oggi la salita che ci riporta agli ostelli, mi avvicino a Megan e le dico: 'Dunque, ho una conchiglia per te'.
    'Really!?', mi risponde lei sorridendo.
    'Dici sempre che vuoi restituire tutto quello che il cammino ti ha dato ed io voglio fare lo stesso. Desidero molte cose per te, ma una più di tutte per questo ho scritto 'Viaje', beh eccetto l'amore ovviamente.'
    Sembra contenta ma come sempre so benissimo che il suo umore e le sue sensazioni cambiano veramente in fretta e non parliamo del gesto in sé ma di quanto sia bella la concha e di quanto tempo io ci abbia messo a trovarla.
    Matt e Axel sono due zombie viventi ma ci seguono lentamente da dietro mente io e Megan facciamo strada; Simone e Lukas sono chissà da qualche parte avanti o dietro.
    È tardi, troppo tardi ma sono contento di avere del tempo con lei, e di vedere, tra un discorso e l'altro, la meraviglia o il ricordo nei suoi occhi quando vede qualcosa di familiare dopo 7 anni. Sono grato per questo tempo da soli, l'ultimo del nostro cammino e ,con ogni probabilità, della nostra vita.
    Sentiamo un rumore continuo provenire da dietro: è Blondie che sta improvvisamente sta correndo e ci supera senza dire una parola.
    È il più ubriaco di tutti ma il primo ad arrivare a destinazione.
    Ci aspetta nel bar sopra al faro, con delle birre in mano pronto a festeggiare.
    'It's the fucking end of the world man' mi dice.
    Aspettiamo Axel e vediamo quel che resta del tramonto dalla terrazza del bar insieme a Lukas e ad altre tante persone.
    Dopo una foto tutti insieme, si abbracciano e Axel timidamente cerca di coinvolgermi, ma so che è una cosa a metà, poco spontanea da parte mia e da parte loro.
    Per il forte vento e il freddo ci spostiamo dentro al bar dove si formano gruppetti che parlano del più e del meno, quando io chiedo una foto tutti insieme al km 0.
    Cazzo, sta andando tutto così veloce, non mi sono goduto niente, troppo tardi e tutto troppo in fretta. Non era così che volevo chiudere un mese insieme.
    È come se importasse solo a me, ma forse è una mia mancanza cercare sempre di dare completamente un senso a tutto.
    È ormai tardi, e Axel non c'è la fa a tornare a piedi, a causa del ginocchio. Inizialmente voglio stare con loro e prendere il taxi, per questo rifiuto l'invito di Lukas di scendere a piedi con lui.
    Poi ci penso bene, è inutile forzare le cose, non è ancora tempo per me di prendere mezzi di trasporto. Cosa voglio? Passare del tempo con Megan, ma voglio anche ancora camminare a piedi.
    Simone, è il Deus ex machina che esce da chissà dove e mi fa prendere la decisione finale.
    'Megan, vi do la mia parte ma voglio andare a piedi."
    'Non serve, ti mando un messaggio domani quando siamo pronti' mi risponde lei, e dopo un attimo la portiera si chiude e li vedo sfrecciare giù verso Finisterre.
    È buio ed io e Simone scendiamo insieme; ha visto il tramonto un po' più giù del faro in un sentiero alternativo che domani percorrerà per andare a Muxia.
    Parliamo un po' di oggi e mi dice una cosa che mi fa pensare:' è un bene essere così preoccupati per gli altri come sei tu, ma se non hai un'armatura che faccia da schermo per quando loro sono in una giornata negativa allora anche tu finisci per stare male, va bene essere una spugna come dici ma devi anche avere la forza di trasformare la loro negatività dando in cambio qualcosa di positivo'.
    In pratica, quello che mi sta dicendo è che dovrei essere un dissipatore di negatività, una persona che loro possano ricordare per l'atteggiamento positivo ed il sorriso sempre sul viso.
    So che non è una cosa automatica, e mi toccherà lavorarci.
    Arriviamo all'ostello, salutiamo Lukas che è seduto fuori al buio e andiamo a dormire.
    Simone partirà presto mentre io voglio attendere la partenza di Megan che va via, e considerando che il primo autobus disponibile sarà alle 9.40, il mio viaggio di 28km verso Muxia inizierà davvero tardi.
    Penso un attimo a questo addio prima di andare a dormire, ma sono troppo stanco e per una volta, solo per una volta, la malinconia è rimandata e mi addormento subito.
    Quante cose vorrei dirle, ma forse ho già detto abbastanza.
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  • Day 40

    Finisterre e 'It's My End But Not Yours'

    July 3, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 20 °C

    "Vivere è cambiare,
    è questa la lezione che ci insegnano le stagioni"
    ( Paulo Coelho)

    Mi sveglio frastornato, non perché abbia dormito male ma perché penso ancora a quello che è successo ieri. Col morale sotto i tacchi, cerco di non fare rumore e porto tutta la mia roba fuori dalla stanza.
    È il primo giorno che non parto insieme ad i ragazzi.
    Non mi sento bene nella maniera più assoluta, sia nella mente ovviamente, ma soprattutto nel corpo.
    È curioso come i primi giorni di malessere avvengano alla fine del mio cammino; credo che sia una cosa molto ingiusta, ma accetto quello che succede e vado avanti.
    Ho una buona colazione con Simone e siamo pronti per partire intorno alle 7 della mattina.
    Per un po' John cammina con noi ma ben presto i nostri ritmi sono diversi e ci separiamo.
    Devo ringraziare Simone, senza di lui la camminata sarebbe molto più difficile e mi concentrerei solo sui miei problemi fisici e psicologici.
    Mi distrae parlando di tutto, dal cambiamento ambientale, passando per l'argomento ragazze e poi parlando dei miei problemi e delle mie capacità.
    È una persona stupenda e spero che l'amicizia possa durare.
    Non sono concentrato sul paesaggio, ma sulla conversazione e non vengo affascinato da quello che mi circonda perché stiamo andando ad un buon ritmo per cercare di completare tutti questi km al meglio delle nostre capacità.
    Ricordo solo lo scorcio dove 4 anni fa vidi l'oceano per la prima volta dopo un mese di cammino francese e tutta la discesa che porta a Ce'e.
    Prendo il caffè nello stesso bar in piazza di 4 anni fa con accanto la stessa panaderia. Questa volta è il turno di una buon empanada e non trovo quei dolci con la crema che a me e Monica piacevano tanto. Inizio il buon Simone alle empanada e questo è un amore che avrà lunga vita nel tempo.
    Scorgiamo Bruno e Heidi in lontananza ma sono poco più avanti di noi mentre noi facciamo un giro nel mercato in piazza.
    Ci perdiamo uscendo da Corcubion e quando ritroviamo la strada rincontriamo John che ci dice:' com'è possibile che siate ancora qua!?"
    Ride sornione quando gli dico che ci siamo persi e allora esclama 'Follow my lead', ma è troppo rapido e lo perdiamo in un Amen.
    Passa un po' di tempo e qualche km ma, arrivati su un' altura, Finisterre e la scogliera con il faro in lontananza si presentano in tutta la loro bellezza ai nostri occhi. È un momento particolare, e per me inaspettato perché non avevo alcun ricordo di questo scorcio paesaggistico del paese.
    'Quella è Fisterra?' mi domanda un pellegrino.
    Il mio assenso è un cenno del capo ed un sorriso.
    Non ho altre parole da dire, la meraviglia parla da sé.
    Simone è ancora più impressionato di me e si siede sopra un masso in pura contemplazione; non è una persona di cui puoi capire sempre le emozioni, e quelle importanti, quelle vere e private le tiene molto per sé.
    La discesa per Finisterre è brutta e ripida come quella di Deba e si deve fare attenzione a non capitombolare giù, in quel caso la fine del mondo potrebbe essere anche la fine di qualcos'altro.
    Non passiamo dalla passerella che porta in città, ma percorriamo a piedi la ' Playa de Langosteira' in cerca di conchiglie e rimaniamo impressionati da quante ce ne siano.
    Eccoci li, due stronzi patentati e vaccinati che invece di godersi il mare e il paesaggio sperano ti trovare la conchiglia perfetta.
    Un'idea mi viene in mente: voglio dare a Megan quello che lei ha dato a me; una conchiglia con su scritto qualcosa.
    Che cosa carina direbbe qualcuno, ma non c'è modo più sbagliato di entrare a Finisterre raccogliendo conchiglie per una persona che non ti amerebbe mai.
    Stronzo due volte, bistronzo.
    Percorsa tutta la lunga spiaggia, risaliamo verso il paese e vicino al cruceiro troviamo Lukas ad attenderci e a a farci da guida verso l'albergue in cui dovremmo soggiornare.
    Nel frattempo Simone incontra Daniel, un ragazzo ungherese con cui ha camminato nei primi giorni e stavolta la sua felicità è palese e visibile.
    L'albergue turistico 'oceanus' è molto bello e pulito, ma da subito capiamo che con il proprietario non si scherza.
    Diego è una persona all'antica, piena di valori ma stressata dal continuo lavoro e dalla mancanza di denaro. Per lui è importante la prima impressione è da quello che scoprirò successivamente la pazienza non è il suo forte.
    Io, Simone, e Felix ( questo è il nome del pellegrino della domanda su Finisterre) prendiamo posto nei nostri letti e successivamente siamo pronti ad andare a pranzo con Reinhardt e Lukas che ci hanno aspettato con pazienza per mangiare.
    Andiamo in questo hippy bar tutto colorato e con tutto il soffitto disegnato; è un posto carino ma in fin dei conti è la compagnia che è importante; mangio un hamburger e una torta al cioccolato.
    Lukas ci offre il pranzo a tutti e mi sento molto in colpa per non poter ricambiare: è sempre un passo avanti a me, con il cuore, con la testa, e con l'esperienza.
    Il tempo onestamente non è dei migliori, il vento è assoluto protagonista e non mi fa godere il mio tempo in spiaggia.
    Lukas e Simone non hanno alcun timore e si buttano nell'Atlantico come se fosse la cosa più semplice di questo mondo. Effettivamente l'acqua non è freddissima, ma è il vento che rende tutto insopportabile.
    Mentre i miei amici nuotano, inizio a pensare che non posso mancare questa occasione di fare il bagno a Finisterre.
    Raccolgo tutto il mio coraggio ed entro in acqua con un tuffo rapido, goffo e disperato.
    Anche questa è fatta, e congelato ma felice, mi prometto che farò un altro bagno solo quando non ci sarà più vento.
    Tornato in albergue, faccio la doccia, lavo a mano i miei vestiti e mi preparo per la cena.
    In un locale Argentino, consigliato da Diego, raggiungiamo Bruno e Heidi, ultimi reduci della Malcolm Squad, e per la prima volta sono in una tavolata a maggioranza di lingua tedesca; d'altronde anche Felix è tedesco. È una serata molto divertente, e sono contento di essere qua e di aver scelto di rivedere Lukas staccandomi dai miei compagni. Averlo accanto è una sicurezza, e lui sa mischiare profondità e leggerezza come pochi.
    Bruno paga per tutti, e anche adesso mi sento a disagio ma grato per il pensiero che questa gente ha per gli altri.
    Ripenso a ieri e a quanto una stupida colazione pagata per tutti possa fare danno; capisco che alla fine il problema non è mio ma forse è lei che deve sistemare qualcosa nella sua testa.
    Saluto Bruno e Heidi con un buon abbraccio perché domani andranno a Muxia, mentre Rainhart va a dormire.
    Solo io, Felix e Lukas percorriamo i 2.5 km che ci separano dal faro; Simone e già la insieme al suo amico Daniel.
    Non è cambiato poi molto e il faro è sempre quello, e anche la mia vita infondo non è cambiata per niente.
    Facciamo le foto di rito al km 0 ma so già che questo non è il mio km 0 quindi sento che il mio cammino non è ancora ufficialmente finito.
    'This Is my end not yours' mi dice Lukas ed ha ragione, Muxia mi aspetta.
    Durante la foto lo guardo intensamente e non possiamo fare a meno di ridere, una sensazione a metà tra il divertimento e l'emozione.
    Scendiamo nella scogliera a strapiombo dietro al faro e ammiriamo il tramonto da quel punto insieme a Felix; i nostri sguardi sono rivolti a Ovest dove un sole coperto dalle nuvole segna la fine di un altro giorno lungo il nostro cammino e lungo il cammino di molti e molti pellegrini durante migliaia di anni e milioni di vite.
    Sono commosso, e sono contento di essere qua. Tutto quello che è accaduto mi ha portato a questo momento che è uno dei più preziosi dell'intera esperienza.
    Rimaniamo per lo più in silenzio mentro io sposto più volte il mio sguardo da ovest a sud cercando di scorgere la fine in quell'orizzonte così vasto e infinito.
    Ma è la fine del mondo, e la piccola imbarcazione che scorgiamo in acqua deve stare attenta, rischia di cadere nel vuoto assoluto se continua la sua corsa verso ovest🤭🤭🤭.
    Più in giù scorgo Simone con Daniel, e in lontananza ancora più in basso vedo John da Newcastle, il superpilgrim, bruciare qualcosa di indefinito. C'è l'ha fatta anche lui; anche lui è nell'esclusivo club dei Fisterra Heroes.
    Prima di tornare, facciamo un altra foto al km 0 con Simone e Daniel e così ci siamo tutti; beh più o meno perché non si sa da dove esce Lukas secondo, il ragazzo con gli occhi blu di origini polacche e ci dirigiamo tutti verso il paese.
    Faccio i 2.5km che mi separano dal paese insieme a Lukas e parliamo di molte cose, della nostra vita a casa, della famiglia, degli amici e di cosa ci vogliamo portare dietro da questa esperienza. Ho un attimo di panico quando mette il piede male e cade proprio davanti a me. La preoccupazione svanisce quando si rialza senza problemi e si trasforma in una lunga risata condivisa. Dopo più di 1000 km stava per succedere il dramma proprio alla fine.
    La squadra locale ha vinto una coppa in un torneo Galiziano e in piazza c'è un po' di gente( non tantissima) che festeggia, urla e fa casino.
    Il linguaggio della vittoria e della passione è universale e unisce tutto e tutti.
    Ancora per qualche minuto è il compleanno di Daniel e cerchiamo un bar per festeggiarlo.
    Felix ci fa morire dal ridere, quando tarda un quarto d'ora al bancone del bar e torna dicendoci:' ho provato ogni Gin presente nel bar per scegliere il più adatto per il miglior Gin Tonic'.
    Questi tedeschi malati della perfezione..gli adoro.
    E dunque giù di Gin Tonic, mentre parliamo delle nostre età e dei nostri progetti.
    Sembriamo tutti stanchi e stravolti dopo una giornata così piena di emozioni e di ricordi da custodire per sempre.
    Simone offre da bere a tutti e anche questa volta non ho pagato niente, oggi giornata gratis.
    Grazie ragazzi per la vostra generosità verso il prossimo.
    Dico al Lukas polacco, 'have a nice life' perché non sono sicuro di rivederlo ancora e lui sembra gradire molto il mio augurio.
    Ci siamo visti spesso lungo la strada ma non abbiamo mai approfondito la conoscenza più di tanto.
    Fortunatamente è nel nostro Albergue e potrò rivederlo domani.
    E domani sarà un'altra giornata complicata perché Lukas, l'originale, l'uomo senza eguali, domani andrà via e tornerà a casa.
    'This Is my end not yours'...e se fosse solo l'inizio per entrambi?
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  • Day 39

    Olveiroa e 'Un'importante decisione"

    July 2, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 18 °C

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    Stanotte non ho dormito molto, al contrario della notte precedente non riesco ad avere un sonno profondo continuo, a causa del freddo, dei roncadores e di Axel che continua a girarsi e rigirarsi nel letto vicino al mio.
    Solito morale della favola mi sveglio male e con la gola infiammata. Fatto divertente: Axel va a fare la doccia e una signora prende posto nel suo letto; cerco in tutte le maniere di farle capire che non è il suo posto, ma lo capisce solo dopo aver toccato tutta la roba possibile esclamando un 'madre mia'. Spero di non rincoglionirmi mai in quella maniera.
    Facciamo colazione nella pizzeria in cui abbiamo mangiato ieri e siamo pronti a percorrere ben 34km.
    Non ho nessun ricordo dei luoghi che ci passano davanti agli occhi: lunghe strade di campagna in mezzo ai campi di grano e qualche statale un po' più pericolosa. Insomma gli spazi sono ampi ed il panorama seppur monotono non mi dispiace.
    Mi domando come sia possibile che io non ricordi niente, solo un piccolo bar in cui io e Thomas abbiamo avuto la colazione o il pranzo. Probabilmente quei giorni dopo il primo arrivo a Santiago sono passati veloci e la stanchezza del mio amico non mi aveva fatto godere appieno il viaggio. Passiamo la prima parte cercando di dire a turno una frase che messa in sequenza componga una storia divertente, ma il mio inglese latita e mi perdo molti dettagli della storia. Ricordo solo la parte di Chris e Laurentz il monaco che fumano insieme.
    Oggi mi sento davvero strano, mi fa male tutto ed è il primo giorno su questo cammino che mi sento così a terra.
    Siamo indecisi su quale bar fermarci ma un fischio di John da Newcastle ci fa andare nella sua direzione. Appena arriviamo esce dal locale con una birra per ognuno di noi.
    È un gesto meraviglioso per il pensiero e per il tempismo, e la birra fresca in una giornata così ci sta alla perfezione.
    Purtroppo la birra bevuta inizialmente a stomaco vuoto penso che mi abbia distrutto lo stomaco e quando riparto sto peggio di prima. Faccio quasi tutto il tragitto da solo perché John e Blondie volano mentre Megan o è da sola o parla con Axel.
    Nessuno si ferma a vedere come sto o quanto sono indietro, ma la loro è un'altra cultura e sono preparato. E poi in fin dei conti non potrebbero fare niente, se non distrarmi.
    In particolare Megan dopo il gioco divertente della storia da inventare, sta molto sulle sue e ogni volta che mi avvicino al gruppo cambia strada. È una cosa che non si può non notare e mi dà molto fastidio perché la strada è quella e lei dovrebbe sapere che non apro bocca se non è lei la prima ad iniziare il discorso. Mi sento sul patibolo senza aver commesso un reato reale o consistente.
    Facciamo altre soste e questo diventa più evidente perché non ride alle mie battute o alle battute degli altri su di me e la mia condizione di salute.
    John per scherzare mi spinge lungo una salita perché sa che sono più morto che vivo. A parte il linguaggio è un uomo davvero divertente.
    Arriviamo all'albergue più o meno alle 18.30 e la prima cosa che faccio è bere il piu possibile, avere una doccia e prepararmi per la cena imminente che è dietro l'angolo.
    Arrivare così tardi è controproducente, ma per i km di oggi, la nostra velocità e le nostre condizioni credo fosse difficile fare di meglio.
    Simone è nello stesso albergue e ci raggiunge per la cena su mio invito.
    Io sto malissimo ma prendo lo stesso un menù del dia insieme ai miei amici per godermi un ultimo momento insieme.
    Avrò ancora tempo con Axel e Matt, ma non camminerò più con Megan.
    Il nostro tempo insieme è finito, ci rivedremo solo per il capo di Finisterre.
    Domani faranno solo una parte dei miei km ma io dovrò arrivare a Finisterre se voglio vedere Lukas per un'ultima volta.
    E non ho dubbi che lo voglio.
    Ho i battiti a 105 a riposo, mi sento affaticato e sento caldo quasi da sudare ma la serata passa benissimo perché Matt fa il suo solito One Man Show assistito dal buon John, e tutti ridiamo a metà tra l'imbarazzo e il divertimento.
    Quando beve è un bambino, uno di quelli divertenti ma rumorosi.
    Prendo un paracetamolo che mi dà Simone e spero che questo mi aiuti a tornare alla vita.
    Anche Megan partecipa molto e ogni tanto torna dopo molto tempo a ricambiare il mio sguardo ridendo per le stupidaggini del nostro fratello minore ed io sono contento come un bambino che ha ricevuto l'uovo di Pasqua, anzi tre uova di pasqua tutte insieme.
    Mi dà anche consigli per farmi passare il malessere.
    Paghiamo e faccio quello che avrei dovuto fare da molto tempo. E adesso col senno di poi mi domando se c'è un malessere perché non risolverlo subito.
    'Ehi posso parlarti un minuto?' le dico.
    'Stavolta è il mio turno di chiederti se ho fatto qualcosa di sbagliato perché ho notato che quando sono intorno tu non ti senti a tuo agio'.
    Quello che succede dopo queste mie parole mi lascia un po' basito, non mi spezza il cuore perché in fin dei conti non è niente di imprevedibile, ma mi lascia l'amaro in bocca.
    Mi dice che ha capito che io ho dei sentimenti e che è stata distante in questi giorni perché questa situazione le prendeva molta energia.
    Ammetto con tutta la tranquillità che non sapevo di avere, che è chiaro che mi piace ma che non le ho mai chiesto niente e che non mi sembra di aver fatto nulla di sbagliato. Le chiedo di spiegarmi i miei errori, e se per esempio pagarle la colazione l'altro giorno è stato uno di questi. Lei mi risponde che non le piace quando gli altri le comprano le cose.
    Cerco di spiegarle in tutti i modi che non era solo per lei, che non cercavo di impressionarla e che se faccio una cosa è perché la voglio e la posso fare. Le spiego che so che non ne ha bisogno ma che lei è una mia amica ed io mi comporto così con i miei amici.
    Nel mentre chiedo a Simone che ci stava aspettando di concederci un paio di minuti da soli ma questo è impossibile perché dal locale escono tutti gli altri e fanno un casino che non si può raccontare.
    Ci avviamo in camera per continuare la discussione ma già so che questo tempo è limitato.
    Mi dice che creare delle barriere, dei confini per questa cosa e anche con gli altri è molto difficile e le crea molti problemi energetici, anche perché siamo alla fine del cammino.
    Non è semplice per lei allontanare una persona la quale sa che ha dei sentimenti e che vorrebbe parlare o avere un contatto un po' più stretto.
    Io le dico che mi scuso se le ho arrecato danno, ma contrabbatto dicendo che le ho sempre dato i suoi spazi, che il gruppo e la strada sono sempre quelli, e le chiedo cosa avrebbe fatto lei se fosse stata nella mia situazione.
    Dai cazzo come al solito non ho fatto niente e ne devo pagare le conseguenze.
    Il suo problema è la consapevolezza dei miei sentimenti e il dover creare dei confini per arginarli, capisco questo quando mi dice che non sa spiegare bene. Però sono sempre io che metto le cose in chiaro e mentre sto scrivendo tutto questo sento un po' la delusione salire, perché avrebbe potuto parlarne anche lei.
    Le chiedo se quella volta che mi ha chiesto se io avessi messo della distanza tra di noi ed io le ho chiesto se l'avessi mai infastidita abbia mentito rispondendo di 'no'.
    Mi dice che non è una bugiarda e prima non sentiva questa cosa. Molto strano perché credo di essere stato molto presente e più esplicito all'inizio piuttosto che alla fine del viaggio.
    Le ripeto che non ho chiesto niente anche perché so che siamo due persone in periodi diversi della loro vita.
    'Tu vuoi viaggiare ed io per te magari sono solo il piccolo italiano.'
    'Non farlo, non dire così tu hai un cuore davvero grande' mi risponde.
    Wow, mi sta servendo a molto devo dire, tanto vale che il signore mi avrebbe potuto dare 20cm di altezza in più e me la sarei passata meglio.
    Veniamo interrotti dagli altri e dopo aver lavato i denti mi dice che è contenta di questa discussione che abbiamo avuto.
    Si ma grazie a chi?
    Le chiedo se sia più tranquilla e mi risponde di sì.
    'Poi immagino adesso che non ci vedremo per due giorni' scherzo e anche sta volta mi risponde di non dire così.
    Lei sarà contenta ma io mi sento come il solito uccellino schiacciato sotto un camion.
    Mi guardo indietro, alla sera a cui ha accellerato per l'albergue, ai silenzi tra di noi mentre condividevamo la stessa strada, alle risate e i sorrisi che non abbiamo condiviso più.
    Come posso essere tanto terribile pur dandole i suoi spazi ( non le ho mai parlato quando mette le cuffie) avrei dovuto solo sparire…scegliere un altro cammino e cambiare gruppo?.
    Mi dispiace aver creato problemi che non sapevo di avere creato.
    Le chiedo di non sparire dopo il cammino ma mi dice solo che saremo tutti dei whippersnapper per sempre. Non era quello che le ho chiesto.
    Blondie mi passa accanto, sa che domani non ci sarò ma lui è una rockstar e mezzo ubriaco e mezzo sorridente mi dice soltanto 'ci vediamo in giro amico'.
    Wow, quanta poesia.
    Spero di dormire un po', ma Matt ha già iniziato a russare e Megan lo colpisce con un cuscino.
    Sarà una notte lunga e domani sarà una giornata ancora più lunga.
    La luce sembra sparita dal mio cammino come mi ha detto il mio grande amico tedesco.
    E anche il sonno stanotte latiterà.
    Penso a quante cose avrei potuto dirle per fare valere le mie ragioni, tutte le cose che provo per lei, ma non ne ho avuto l'occasione e non sarebbe cambiato niente.
    Il diario di oggi è scritto davvero malissimo, non ha una forma ne una direzione, è solo una massa incolta, un accozzaglia di pensieri carpiti mente stavo cercando di non collassarle davanti e rispecchia esattamente il casino che ho in testa e nel cuore.
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  • Day 38

    Negreira and " To Walk or Not To Walk'

    July 1, 2022 in Spain ⋅ 🌙 15 °C

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    Ieri sono crollato così istantaneamente che vorrei tanto che questo accadesse ogni sera.
    Tuttavia mi sveglio con un orribile dolore alla cervicale che non mi darà pace per qualche ora.
    Le cose non migliorano, quando andando verso la cattedrale,
    Megan mi dice che ha dormito malissimo e mi parla di un dibattito di cui non capisco bene il senso.
    Le chiedo di spiegarmi meglio e mi dice decisa 'non so se voglio ancora camminare! Ma non voglio stare in Santiago'.
    Quindi il dibattito di cui parlava era con se stessa e non ha chiuso occhio fino alle 4 di notte.
    Come sempre mi perdo molto quando parla e non capisco un cazzo, specialmente la mattina.
    Mi cade il mondo addosso; perché diavolo tutti continuano inesorabilmente a cambiare i loro piani ogni stramaledettissimo giorno.
    Sono tutti bipolari e indecisi😅😅.
    Va bene non avere obblighi o programmi, è così che mi piacerebbe vivere, ma se per tutto il viaggio dici di volere arrivare ad un certo punto e poi quando sei lì per lì per raggiungerlo ti tiri indietro, io non lo capisco.
    Le rispondo solo ' when It's done, it's done', se il corpo dice basta, forse è meglio darci un taglio. La cosa mi mette di cattivo umore e mi sembra davvero un dejavu: è come se fossi tornato indietro di 4 anni e stessi vedendo Thomas che non riesce a godersi gli ultimi giorni verso Finisterre.
    All'epoca lui continuò solo per stare con me, ma quei giorni furono solo vera sofferenza per lui; era completamente saturo a livello mentale.
    Voglio dire, la situazione è simile ma di certo lei non sta camminando per me o per farmi compagnia.
    Vuole solo allontanarsi da Santiago e stare con Matt e Axel, ma si nota che non c'è la fa più.
    Arrivati alla cattedrale ci dirigiamo al bar vicino all'officina del pellegrino, ed io offro una 'costosa' colazione a tutti in attesa che arrivi Blondie.
    Axel non fa storie ma Megan non è contenta e vuole ridarmi i soldi.
    Mi dice:' non voglio che spendi i tuoi ultimi risparmi per me'.
    Ci risiamo, cerco di farle capire che era un regalo per tutti ma la cosa non sembra funzionare, mi dice che me li darà ma io faccio orecchie da mercante e mi giro dall'altra parte.
    Questa cosa mi rende frustrato, perché lei non mi reputa un suo pari. E anche se non è così, è quello che sento io e fa male lo stesso.
    Arriva dal nulla Marjoleine e fa le congratulazioni ai miei amici, e come sempre nel modo in cui arriva va via.
    Oggi fa caldo e la camminata, che già parte in ritardo, so che non sarà facile.
    Uscire da Santiago è facilissimo, la pietra miliare che segna il kilometraggio per Muxia e Finisterre ci porta nella giusta direzione e noi rincontriamo dopo un po' i boschi di eucalipto che tanto abbiamo amato nel cammino del norte. Forse questi boschi sono più radi e meno folti, ma a me piacciono lo stesso e sembrano profumare di più.
    Il paesaggio bene o male è questo, e si alterna con strade assolate di piccoli puebli del circondario di Santiago.
    In una di queste vediamo un pellegrino fare il cammino al contrario. Matt lo ferma per puro caso e il destino vuole che sia John del Newzeland, o meglio John dell'Olanda che non vediamo da Deba. La cosa buffa è che Matt e John non si riconoscono subito nonostante siano stati abbastanza in confidenza nei primi giorni. Io lo riconosco immediatamente ma dato che sembrano non conoscersi penso che la mia mente si sbagli. Ad un tratto John dice a Blondie ' hai un aspetto familiare' ed io inizio a ridere tantissimo. Lui tra il soddisfatto e il sorpreso risponde semplicemente con 'John!'.
    Un'altra curiosa storia sul cammino che mi fa capire quanta vita ci sia in un singolo mese in questo viaggio, e quante persone e ricordi collezioni ogni giorno, così tanti che spesso pochi giorni sembrano lunghi come mesi e mesi.
    Cammino con Matthew mentre Axel è con Megan un quarto d'ora più indietro.
    Il primo Bar disponibile è quasi dopo 10 km e Megan ricorda di esserci già stata. Sette anni fa una donna le aveva chiesto dei pantaloni perché poeticamente 'se l'era fatta addosso'.
    Questa cosa che lei ricorda un sacco di bar ma non molti paesaggi mi fa morire dal ridere, e mi conferma che quello che ricordiamo di più sono i momenti con le persone e tutto quello che il nostro cuore condivide. O in molti casi quello che condivide il nostro stomaco.
    Abbiamo una seconda colazione ed io ho un caffè gigantesco.
    Non c'è molto da vedere prima del bel ponte di Maceira, in cui Blondie e Axel rimangono un po' con i piedi a mollo tra le rapide.
    Megan va veloce in avanti alla ricerca di un bagno, ed io percorro gran parte del tragitto che porta nella cittadina di Negreira da solo. Quando la ritrovo è nel bar in cui ho mangiato con Thomas 4 anni fa e anche lei ha ricordi di questo posto e dei boccadillo lunghi quanto il suo braccio.
    Ora come dico sempre le dimensioni non sono importanti 😅😅😅ma il fatto che il boccadillo di 45 centimetri di questo bar venga così tanto pubblicizzato mi fa davvero ridere. E Megan che mette il suo braccio accanto al panino per misurare la dimensione è a metà tra il divertente e l'inquietante.
    C'è sempre distanza quando siamo soli e questo mi infastidisce.
    I miei amici fanno un breve recap dei giorni che mancano e probabilmente ci vorrà un giorno in più per arrivare a Finisterre perché in queste condizioni fare due giorni da più di 30km non è semplice. In questo modo Megan non arriverà a Muxia, e dice che va bene così che non ne ha bisogno, e la cosa non mi fa piacere. È il mio posto preferito e mi piacerebbe molto che lo vedesse. Ma amen, io non lo mancherò per niente al mondo.
    Nel mentre Matt e Axel hanno, invece, un menù del dia molto invitante e veniamo quasi 'buttati' fuori perché è tardi ed è orario della siesta.
    Decidiamo di rimanere in città e l'albergue è veramente vicino a questo bar e ci sistemiamo subito e in fretta.
    Faccio la doccia, una lavatrice e stendo i miei vestiti. Fa caldo ed è pieno di mosche, non è sicuramente il miglior posto in cui sono stato. I miei amici dormono tutti ed io passo il mio tempo nella living room cercando di fare un recap mentale di quello che è successo ieri mettendo per iscritto il più possibile. Successivamente vado al super a comprare qualche schifezza e vedo Megan che ha già terminato la sua spesa.
    Mi siedo per un poco in una panchina in mezzo alla strada e noto che questa città è piena di statue ma non ho voglia di esplorarle più di tanto. Sono certo che Negreira non sarà tra le cose che ricorderò in futuro.
    Rientro giusto un attimo per vedere tutti intenti nelle loro cose, c'è chi scrive e chi sta al telefono, e in poco tempo siamo tutti pronti a uscire e andare in pizzeria. Prendiamo due pizze da dividere in quattro, e Megan ci mette sopra la rucola che ha comprato al supermercato.
    Penso che la metterebbe dovunque e la mangerebbe su qualsiasi superficie.
    La pizza non è malaccio ma ovviamente non è pizza, e la serata passa tranquilla senza bevute esagerate o discussioni memorabili. O perlomeno io non le ho colte.
    Torniamo in albergue e ci prepariamo a dormire, mentre scrivo nella living room un gruppo di francesi parla a voce alta e ridono di me quando passo tra di loro. Ovviamente non so ne saprò mai il motivo.
    Quando ritorno una stangona di queste mi fa segno se voglio bere, ma io perentoriamente rifiuto e forse ho perso un'occasione.
    Ma non bevo, non conosco il francese e non mi piace questa gente così rumorosa.
    Quando ritornano sono peggio di prima e parlano a voce alta, e queste due ragazze e un ragazzo hanno un atteggiamento molto promiscuo e sembrano usciti da ' The Dreamers'.
    Boh, magari è solo la mia immaginazione.
    Oggi è stato un giorno poco proficuo, e abbastanza piatto per non dire negativo.
    I miei poteri di spugna hanno funzionato e ho assorbito la stanchezza mentale e fisica dei miei compagni, soeriamo che domani sia migliore, ma ne dubito fortemente.
    Non voglio che il cammino finisca, ma certe dinamiche e certi pensieri hanno saturato anche me.
    Ho bisogno di un nuovo inizio.

    PS: Grazie al miracoloso incontro con John ritrovo anche il numero di Drew e così rientro in contatto con la Oregon Family. Nonostante tutto, questo cammino non smette mai di stupirmi
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  • Day 37

    Santiago e 'I Pezzi Del Puzzle'

    June 30, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 19 °C

    "Sono il re di chi ama troppo
    Sono il re di chi perdona
    Condannato dal difetto di chi, pensa sempre nero
    Solo perché ama per davvero'
    (Fiorella Mannoia - Il Re Di Chi Ama Troppo)

    Questa cosa di dover scrivere ogni giorno mi sta distruggendo, ma me lo sono imposto e voglio portare a termine il mio compito. Dormo solo da meno di due ore quando la mia sveglia suona per dire addio ad Alessandro.
    Lui mi vede e mi fa segno di restare a letto, ma come ormai si è capito io non sono bravo a seguire gli ordini e faccio sempre di testa mia. Scendiamo giù in cucina e aspettiamo che il taxi si presenti alla porta; sono talmente stanco che non connetto bene i pensieri ma di una cosa sono certo, vorrei che il taxi non arrivasse mai. Mentre restiamo in silenzio come condannati al patibolo, arriva Megan ed io non avevo alcun dubbio che questo sarebbe accaduto. In fin dei conti, anche se lei non lo sa, è un po' come me e ci tiene a fare le cose per bene anche se la sua corazza di donna forte difficilmente si lascia scalfire in superfice. Ma dentro di sé è tutta un altra storia.
    Ci comunica che il taxi è arrivato,; lei sempre così bella ma in questo caso portatrice di cattive notizie.
    Si abbracciano di nuovo, e quando viene il mio turno un po' per il frastuono che ho in testa e un po' nel cuore cerco in tutti i modi di trattenermi. Questi addii mi stanno uccidendo, e ogni volta non riesco a dire quello che voglio o niente di significativo perché l'emozione mi assale.
    Ale e la sua mochilla nella buffa scatola di cartone si allontanano per sempre dalla mia vista e dalla mia vita, e il taxi che si fa largo tra i vicoli di Santiago sarà una cosa che mi porterò sempre.
    Torniamo a letto e cerco di dormire al meglio che posso, ma qualche ora più tardi Megan sta per cadere goffamente dal letto e quel capitombolo appena mancato mi fa svegliare di soprassalto. Lei esce per andare chissà dove senza dire una parola ed io mi rigiro nel mio letto cercando di riprendere sonno ma con scarsi risultati.
    Passa una mezz'oretta abbondante e mi alzo per fare un ulteriore doccia e sistemare tutto lo zaino.
    Qualcuno nel gruppo ha letto il mio diario di ieri sera e la cosa mi sorprende perché era davvero molto lungo e snervante.
    Spero che almeno qualcuno abbia capito quanta anima ci ho messo.
    Scendo nella celebre piazza e trovo Simone a gironzolare, scambio qualche parola e poi cerco di raggiungere Megan al bar. Non faccio in tempo a scendere le scale che la vedo salire con Erika verso la mia direzione. Mi ha comprato una piccola Napolitana e questo mi rende pieno di gioia; i piccoli pensieri sono sempre quelli più graditi. Erika invece ha ottenuto quello che voleva: essere tra i primi 10 ad ottenere la Compostela e il pranzo gratis al Parador vicino la cattedrale. Complimenti ai suoi nervi saldi e alla sua tenacia incrollabile. Mentre facciamo un giro intorno alla cattedrale mi arriva un messaggio inaspettato: è Lucille, che non vediamo da non so più quanto giorni ormai. Erika va alla messa in inglese e noi aspettiamo la prima bionda del nostro cammino seduti in piazza.
    Quando arriva, la camminata è inconfondibile ed io le batto le mani per festeggiare il suo traguardo, lei che ha camminato dalla Francia per 88 giorni.
    E' sempre la stessa, sempre la solita Lucille, forte e incrollabile con il telefono sempre pronto a immortalare per i posteri ed i social la sua bellezza.
    Mi fa piacere pensare, anche se non abbiamo legato tantissimo, che si ricorderà di noi per molto tempo perché siamo stati i primi ad accoglierla e celebrarla durante il suo arrivo in piazza.
    Le scatto qualche foto ma che, come da pronostico, boccia all'istante e con una bottiglia di birra usata come cavalletto scatta il suo selfie perfetto.
    Ingegnosa quanto vanitosa, o forse semplicemente molto giovane.
    Quando va via per prendere la Compostela, per noi va via per sempre e ci saluta scuotendo i capelli e dicendo: ' so che vi mancherà la mia perfezione'.
    Hasta luego Lucille, forse la tua perfezione non ci mancherà ma la tua ironia e il tuo coraggio sicuramente.
    La cosa che amo di più di questa giornata è che Megan sembra allegra e piena di energia, dopo due giorni vissuti un po' con un profilo energetico molto basso, oggi sembra un'altra persona. Metterei una firma affinché questo possa accadere sempre.
    Santiago riserva sempre piccole sorprese inimmaginabili, e dalla piccola scalinata che porta in piazza vedo scendere improvvisamente un'altra leggenda del cammino: John da Newcastle. Quante volte ci siamo chiesti dove fosse finito e con chi, e adesso eccolo arrivare davanti ai nostri occhi.
    'No Way' esclamo, mi giro verso Megan e ridiamo insieme stupefatti.
    È dimagrito, ha il viso scavato e sempre davvero stanco, il che non è una novità perché lui sembra sempre stanco o dolorante.
    Ci racconta un po' di tutto quello che è successo ma io non capisco tutto perché il suo accento inglese è troppo marcato ed io non mi permetto di chiedere di ripetere ogni cosa.
    Capisco solo i suoi celebri 'fucking' che usa per intercalare tre quarti del discorso e capisco che ha avuto una buona esperienza con quel tizio del ponte che Chris ha ribattezzato 'river juniper'.
    È incredibile come le esperienze cambino a seconda di chi le vive: tutto è nella mente delle persone, e tutti noi siamo così diversi.
    Veniamo raggiunti da Axel e Matthew e decidiamo di andare alla messa delle 12, ma purtroppo Blondie non ha la mascherina ed è costretto a rimanere fuori.
    L'esperienza in sé è molto bella, i canti sono belli e si respira una buona atmosfera, se non fosse che ho un sonno terribile e mi sforzo per non cadere addormentato ogni 5 minuti.
    Sono seduto accanto a John, Axel e Megan, mentre la Malcolm Squad è sparsa qua e là lungo tutta la chiesa.
    Axel è molto devoto e segue la messa con molto fervore, John ha gli occhi lucidi ( lui che vivrebbe sempre in cammino), mentre io e Megan siamo, almeno esteriormente, quelli meno impressionati.
    Ad un tratto la vedo con gli occhi lucidi, ma credo che sia solo l'incenso del botafumeiro che la fa stare molto male.
    Quindi non sembra commozione ma malessere😅.
    Che poi a proposito, sono andato due volte nella mia vita alla messa del pellegrino e per ben due volte ho visto il botafumeiro in azione.
    Se avessi questa fortuna nelle scommesse o con le donne sarei ricco sfondato o sicuramente più felice🤭.
    Andiamo a pranzo in un locale a base di pesce ma io prendo solo una tortilla più la seconda sangria di tutta la mia vita.
    Anche stavolta a Santiago.
    Quindi Santiago uguale Sangria, è come un'equazione matematica infallibile.
    Torniamo a prendere gli zaini nell'ostello di ieri e cerchiamo un altro posto dove stare. Megan ha scelto quello in cui dorme Matthew, ma nonostante la prenotazione l'ostello è pieno e rimaniamo in mano con un pugno di mosche. Lei vuole chiamare il seminario Minor dove dormono Matias( che l'ha invitata) e gli amici di Marija ma che non accetta prenotazioni, e se ne esce con 'ma non so se è nel tuo range di prezzo'.
    Non lo do a vedere ma questa cosa mi lascia l'amaro in bocca perché per me puoi anche dormire dove vuoi ma almeno cerca di non sminuirmi.
    Ora, non voglio essere frainteso, so che lo ha detto per il mio bene ma detto da lei mi fa abbastanza male perché non voglio essere trattato da ragazzino.
    Non da lei e non in questo stramaledettissimo viaggio.
    Sono un fottutissimo disoccupato e ho meno anni di lei, ma ho fatto tutta questa strada senza avere nessun problema e anche io sono sopreso della mia forza.
    Fortunatamente, siamo a Santiago e in ogni angolo esiste un albergue pronto a fagocitarti al suo interno per prendere i tuoi soldi e darti un misero letto su cui dormire.
    Letteralmente 30 metri dopo l'ostello di Matthew, troviamo un albergue gestito da un italiano, Luca.
    Luca è molto disponibile, sicuro di sé, ma anche molto fuori luogo nel suo modo di scherzare.
    Ma in fin dei conti, per il poco tempo in cui parlo con lui, sembra un bravo ragazzo e mi dà qualche consiglio su dove mangiare e sulla vita lavorativa in generale.
    Quando esco, dopo la mia pennichella pomeridiana, purtroppo necessaria, è probabilmente l'ultima volta che lo vedo nella mia vita a meno che io non ritorni nel suo ostello quando sarò a Santiago per prendere l'aereo.
    Matthew è al museo del pellegrino, mente Megan al solito è uscita senza dirmi niente e sarà a disegnare o a scrivere qualcosa davanti alla cattedrale.
    Mentre mi vesto e inizio a incamminarmi verso la piazza, che dista però più di un km dal nuovo albergue, ricevo un messaggio laconico di Marija:' I'm there'.
    Finalmente è arrivata, finalmente è in piazza, lei che ne ha passate tante sicuramente più di quanto io possa immaginare.
    Le scrivo che sono lontano e che ritarderò ma che sono già sui miei passi.
    Ho timore di questo momento: la voglia di vederla è intatta ma la paura di vederla è altrettanto forte.
    Perché Marco e Marija, quell'amicizia forte che era nata improvvisamente in una giornata assolata prima di Markina so che si è persa chi sa dove, nelle nostre scelte opposte, nei nostri cammini diversi e nelle differenti persone che abbiamo incontrato.
    Prima della scalinata che porta in piazza incontro Marjoleine: non avrei mai pensato di rivederla e anche se non abbiamo nessun tipo di rapporto, ci abbracciamo e ci facciamo le congratulazioni.
    Entro in piazza e vedo Erika e Megan appoggiate ad un pilastro in fondo attente a scrivere qualcosa; quando Erika mi vede mi fa cenno di guardare alla sua destra dove poco più in là si trova Marija. Ora non so perché Erika mi abbia fatto questo cenno, non so se Marija le abbia chiesto dove fossi o se Megan le abbia parlato di questa amica che non vedo da tanto. Insomma rimango sorpreso.
    L'abbraccio con Marija non è caldo come al solito, ma me lo aspettavo e lei sembra molto stanca come tutti i suoi amici che hanno scelto di intraprendere il primitivo.
    Siamo entrambi un po' impacciati, ma cerco di essere il più divertente e spontaneo possibile. Ci raccontiamo le nostre sensazioni ed io alla fine mi trattengo dal piangere quando le spiego come mi sono sentito. Lei non mi spiega cosa le è successo, mi accenna solo di sentirsi più forte e di aver legato, in un momento di difficoltà, moltissimo con Jean-Terese.
    Non mi racconta questa 'lunga storia' di cui parla ed io non insistito e in fin dei conti non importa, quello che conta è che sia arrivata finalmente a Santiago anche lei. La saluto dicendo che l'avrei lasciata alla sua famiglia del cammino, Matias, Javier e tutti gli altri. Lei mi dice 'anche tu fai parte della famiglia', ma sappiamo entrambi che la verità è un'altra.
    Quando ci diciamo addio ho l'assoluta certezza che non la rivedrò mai più e che quella lunga storia non raggiungerà mai le mie orecchie.
    Mi siedo un po' abbattuto vicino ad Erika mentre Megan va via, e osservo la cattedrale.
    Quanti addii e quante lacrime deve aver visto, sempre là, maestosa e immobile durante secoli interminabili.
    Ci alziamo per raggiungere tutti gli altri in un bar vicino alla cattedrale, ed Erika si complimenta con me per tutto quello che ho scritto la notte precedente.
    Tutto questo ancor oggi mi sorprende e se qualcuno ha gradito tutta la mia onestà per la giornata di ieri non posso che essere felice.
    Al bar ci sono tutti e abbiamo davvero dei bei momenti con Holly, Bettina e Tony. Quest'ultimo regala a tutti un segnalibro, l'ennesimo regalo da una persona straordinaria.
    E come se non bastasse paga anche il conto, perché come lui stesso ci tiene a dirci 'I love you all'.
    Santiago ti odio perché mi fai piangere sempre.
    Il cuore di alcuni uomini è davvero grande, ma la gente fatica ad apprezzarlo perché tutto questo può mettere a disagio.
    Andiamo a cena in un tapas bar che vende Pinchos buonissimi, e in cui paghi il conto a seconda di quanti piccoli stecchini ti rimangono nel piatto. Provo varie combinazioni di sapori e tutto sommato la cena mi soddisfa, e in più bevo la terza Sangria della mia vita offerta da Matt e Axel.
    Faccio un brindisi improvvisato ' To Tony, a beautiful and sexy man' e tutti a ridere per il pensiero del meme sul sexy-Javier.
    In tutto questo Valdemar mette in sottofondo 'con te partirò', canzone bellissima ma sicuramente fuori luogo.
    Ma è Valdemar, e a Valdemar posso perdonare ogni cosa.
    È tempo di un altro addio: Erika deve andare e l'ultimo saluto con tutti è davvero sentito e pieno di lacrime.
    Lei non si trattiene e anche Megan non riesce ad evitare di commuoversi, è la prima volta che la vedo piangere sul serio ed io sono talmente emozionato per loro che mi verrebbe di piangere a dirotto come se non dovessi far altro nella mia vita.
    Stavolta non è l'incenso, non ha nessun moscerino negli occhi e non sta soffrendo di alcuna allergia: quelle sono proprio lacrime al 100 per cento.
    Non ha pianto per Chris, non ha pianto per Ale nonostante sia stato un addio molto sentito, non piangerà sicuramente per me, forse per Blondie, ma piange adesso per Erika.
    La sua piccola sorellina di questo cammino, l'unica altra donna in un gruppo di soli uomini; chissà probabilmente lei le ricorda la ragazza che ha incontrato nel suo primo cammino.
    Come ho detto a volte il tempo è un sistema circolare e la storia tende a ripetersi.
    Solo lei sa quello che prova e va bene così.
    Ci spostiamo in un altro bar per bere qualcosa mentre Santiago sta per essere illuminata dalla luce del crepuscolo.
    È un bar molto carino, la cameriera sembra molto self-confident e la musica rock che risuona è eccezionale.
    Offro qualcosa da bere a Tony, Axel e Matthew per sdebitarmi e la serata passa così, tra una birra e un'altra con Blondie mezzo ubriaco ad ascoltare le storie di Malcolm, sua figlia e Tony sui diversi accenti delle lingue. Diciamo addio a gran parte della Malcolm Squad, che non continuerà per Finisterre, tra cui il loro capitano che deve tornare in patria a sistemare la chiesa che ha comprato per usarla come casa.
    Ma ci pensate!? In Italia sarebbe impossible.
    Abbraccio tutti più e più volte perché nessuno se ne vuole andare e Holly esclama:' ormai per quante volte ho abbracciato Tony ho il suo profumo addosso'. Mi viene da ridere ma è la pura verità.
    Alla fine è proprio lui a porre fine a tutto andando via dopo aver versato tante lacrime, adesso e prima nel bar precedente.
    Quanti bar e quanti sconosciuti stanno vedendo le nostre lacrime.
    Tony che esce dal locale senza voltarsi e senza guardarsi indietro è un'altra di quelle cose che non potrò dimenticare mai.
    Vi capita mai di ricordare solo l'inizio e il finale dei film che avete visto? A me capita spesso; e quando il finale è deludente anche tutto il resto diventa tale.
    Niente di più sbagliato. Non voglio ricordare solo l'addio o il primo luogo dove l'ho incontrato, ma ho bisogno di ricordare tutto. Ogni piccola risata, ogni piccolo sorriso lungo la strada.
    Dello svolgimento del film nessuno ricorda niente, ma è tutto quello che c'è in mezzo tra l'inizio e la fine di questa storia che vale la pena di essere ricordato.
    Blondie è mezzo ubriaco ed accellera barcollando verso il suo albergue, e Megan forse infastidita da questo cerca di andarsene a letto nella maniera più veloce possibile.
    Il km che ci separa dall'albergue lo fa praticamente correndo.
    Sono a Santiago, una città che adoro per tutto quello che il cammino mi ha dato in cui il mio tempo è limitato, e sto sfrecciando tra i vicoli senza godermi la camminata.
    Glielo faccio notare ma non sembra interessarle.
    Voglio starle vicino ma questi sbalzi di umore hanno il solito effetto spugna su di me, e per la prima volta nella giornata mi sento davvero amareggiato.
    Forse se ne accorge e mi chiede se sono stanco. Le dico solo che mi stavo guardando indietro pensando a quello che è successo oggi.
    Annuisce, mette il codice della porta e finalmente è nel letto che tanto desidera. Io crollo per la prima volta dopo un mese e tutto quello che sto scrivendo lo sto scrivendo il giorno dopo.
    Intanto Erika ci manda un video dal treno in cui finalmente può ammirare un tramonto uscendo da Santiago.
    Forse il sole è tramontato sulla sua giornata e sul suo cammino, ma la sua vita avrà un'aurora eccezionale.
    O come dice John da Newcastle 'a fucking sunrise'.

    PS: Tony told us:' Last year i didn't want to back in my house, this time i want to back to my home'
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  • Day 36

    Santiago e 'Ci Rivedremo nel 2042'

    June 29, 2022 in Spain ⋅ ☁️ 10 °C

    "Non piangere perché è finito, sorridi perché è successo'

    È quasi mezza notte e oggi è il giorno più difficile per scrivere qualsiasi cosa. Ma ci provo lo stesso perché so che dormire sarebbe un impresa titanica, più faticoso di ogni km speso su questo maledetto e meraviglioso cammino.
    Ehi, Santiago sei proprio tu?
    Sono nella piazza che tanto amo, illuminata da tenui lampioni e animata da molta gente seduta per terra e da un piccolo concerto di musica tradizionale spagnola che non mi dispiacerebbe se non fosse per il fatto che ho bisogno di concentrazione.
    Guardo la cattedrale e mi viene in mente l'ultima sera di quattro anni fa quando nella piazza completamente deserta dicevo addio per sempre a Giulia che mi aveva spezzato il cuore.
    Ciao vecchia amica, è un piacere rivederti.
    Alla fine non è cambiato molto, sono stati 4 anni di paralisi in cui ho dimenticato come si fa a respirare.
    Ma tu sei cambiata, adesso sei più bella e non c'è più nessuna impalcatura a ricordarci che anche tu hai una certa età.
    Anche sta volta c'è l'ho fatta, senza alcun problema fisico se non quelli che hai creato tu nella mia mente e nel mio cuore, che adesso è completamente trafitto da milioni di pensieri ed emozioni.
    Quanto mi stai dando e quanto mi stai togliendo solo io lo so.
    Nessuno lo capirebbe.
    Come? Mi chiedi come ti ho raggiunto?
    Rewind...
    Tutto è iniziato da Irun quando...
    Come dici? Dovrei parlare di oggi?
    Ok, riavvolgo ancora il nastro e vado un po' più avanti.
    Oggi ci svegliamo freschi e riposati nella nostra camera a O pedrouzo pronti per l'assalto finale.
    L'avamposto delle legioni del nord è già alle porte di Santiago pronto a conquistarla e noi non vogliamo essere da meno.
    Chris, Matthew e Lukas sono gia a destinazione e si stanno godendo la meta del loro viaggio.
    Oggi Megan sta meglio, e il lungo sonno l'ha sicuramente aiutata a recuperare le energie anche se sono sicuro che il problema era anche nella sua testa.
    Nonostante tutto questo non abbiamo fretta e partiamo alla volta di Compostela solo dopo le 8.30.
    Può esistere errore più grande? Il cammino è pieno di gente di ogni tipo e per andare avanti dobbiamo fare quasi slalom tra tutta questa massa indistinta di pellegrini e non.
    Auguro a tutti 'buen camino' per l'ultima volta come ho fatto con Chris ieri, ma ben presto il gruppo si divide: non dovremmo avere fretta ma Alessandro ha le ali ai piedi e sparisce tra la calca di persone mente Megan e Axel parlano tra di loro delle loro cose ed io non so che fare.
    Accelero, e mi trovo esattamente nel mezzo di una squadra che è troppo distante tra le sue parti.
    Sarà tutta questa situazione, sarà che sono nel bel mezzo di centinaia di persone che non conosco e con cui non ho cosa condividere, sarà che ho il pensiero della 'paura' dell'arrivo, sarà questo o mille altre cose ma ho un primo grave momento di sconforto.
    Mi devo fermare e respirare un attimo perché così non posso continuare.
    Voglio passare così l'ultimo giorno sul cammino canonico?
    E sopratutto, voglio passarlo da solo?
    La risposta è semplice: manco per il cazzo.
    Mi fermo e aspetto che la parte anglofona del nostro gruppo mi raggiunga; Ale va troppo veloce e per me oggi non è questo il modo giusto per il mio cammino.
    Megan mi chiede se va tutto bene, eseguo solo un cenno col capo che puzza di bugia piu di quanto puzzi il mio zaino e posso assicurare che niente ha mai puzzato così tanto.
    Forse questa incapacità di comunicare che si sta instaurando tra noi è anche colpa mia.
    Ho questi pensieri mente inizio a concentrarmi sul paesaggio, che per la prima volta si mostra familiare ai miei occhi.
    I boschi lasciano il posto a stradine di campagna piene di bar e in seguito ad un autostrada che dà inizio alla periferia della città.
    Ci fermiamo in uno di questi bar intorno al km 10 per riposare e mangiare qualcosa, ed io offro la colazione a quella leggenda straordinaria che è Axel, che con quel sorriso sempre spontaneo e quel modo di dire 'Marcooooo' ogni volta che mi vede si meriterebbe molto di più.
    Tutto questo per la gioia di Ale che ci maledice perché sta a 4 km più avanti e non ha nessuna voglia di fermarsi ad aspettare.
    Per lui i giorni più duri sono passati ed oggi ha fatto il pieno di carburante.
    Lo raggiungiamo e, mentre Erika fa un "wc stop' prima di entrare in città, chiedo a Megan se si sente meglio e quali siano le sue sensazioni per tutto questo.
    Mi dice che è contenta e che l'atmosfera triste e pesante del suo primo cammino è solo un ricordo: era entrata in città mano nella mano con una persona che avrebbe dovuto lasciare da lì a poco.
    Io non so cosa dire, o per la verità lo so, ma preferisco tacere.
    È un po' quello che mi ha detto Tony, si è chiuso un cerchio e in questo cammino ha trovato finalmente soddisfazione.
    Passano alcuni secondi e istintivamente mi guardo la mano.
    Magari le mie mani non hanno tenuto nessuno come avrei voluto, ma i loro cuori, se solo lo sapessero, li ho stretti tutti e tenuti con me, dal primo all'ultimo come se fossero il tesoro più prezioso che ho.
    Passiamo attraverso Monte De Gouzo e milioni di ricordi mi attraversano la mente, fu il mio ultimo giorno sul cammino insieme a Thomas e Johanna e rivedere un posto così familiare mi strappa un sorriso e mi riempie di nostalgia.
    Sto vicino ad Axel che è sofferente per il suo ginocchio e deve rallentare il passo ed io non lo lascerei da solo per niente al mondo, non perché ne abbia bisogno ma perché so che avere qualcuno che potenzialmente non ti fa pensare solo alla strada e al dolore può essere davvero d'aiuto.
    La città si snoda per un paio di km prima di porter scorgere la cattedrale, per la gioia di Ale che inizia a lamentarsi della mancanza di un'adeguata segnaletica di frecce gialle.
    Non cambierà mai 🤭 ma lo si adora anche per questo.
    L'arrivo in piazza obradoiro mi sconvolge.
    Immagini questo momento per l'intero stramaledetto cammino e quando arrivi non riesci a realizzare cosa sta succedendo.
    Tutto va troppo veloce, troppa gente, troppe cose da vedere e troppe cose da fare. Non sai a cosa dedicare il tuo sguardo e la tua attenzione, non sai come e chi salutare per primo.
    La piazza, ma anche la mia testa è un putpourri di sentimenti contrastanti, un vortice indefinito in cui sto annegando.
    Vedo Chris e Matthew che ci fanno cenno da lontano, ed io corro verso di loro e li abbraccio nella maniera più goffa che l'umanità possa ricordare. Sarei voluto arrivare anche insieme a loro e forse sarebbe stata la cosa più intelligente da fare, ma è andata così e vederli adesso mi riempie di gioia e gratitudine.
    Saluto tutta la Malcolm Squad, che è qualche metro più dietro e faccio le congratulazioni anche a loro stringendogli la mano e sussurrando i loro nomi. Anche a loro va l'onore delle armi, ed hanno rappresentato il nord nella maniera migliore delle loro possibilità.
    Tutto il mondo sembra confluire in Santiago e tutto nello stesso momento, tutti i multiversi del cammino e tutte le dimensioni parallele sono finalmente riunite in questo momento nello spazio tempo che ricorderemo per sempre.
    Mi congratulo anche con i miei compagni di oggi e con Megan ho un altro abbraccio davvero impacciato e pessimo, mentre Ale mi stringe forte come per dirmi 'l'abbiamo iniziato e finito insieme'.
    Entriamo un attimo in cattedrale, ma tutti siamo diversi e abbiamo tempistiche diverse, e sopratutto interessi differenti.
    Matt e Toby restano in fila per il sepolcro mentre molti di noi fanno un giro e poi escono perché la fame ed il ristorante scelto da Chris ci stanno chiamando a gran voce.
    Lasciamo gli zaini all'albergue, che è molto vicino alla cattedrale e ci dirigiamo a mangiare.
    Ci siamo proprio tutti, più Tobias, Tony, Simone, e Waldemar.
    La squadra al completo con titolari e riserve, pronta a mangiare di tutto.
    E anche a bere di tutto per dir la verità. Ricorderemo per sempre Alessandro che versa di nascosto da sotto il tavolo le nostre lattine di birra nei bicchieri del locale facendo in modo di non doverne comparare altre.
    'Sono di Roma, ti pare che mi spavento a fare una cosa del genere'
    Ha vinto tutto e mi tolgo il cappello dinnanzi a cotanto charme.
    Finito il pranzo, Waldemar mi dice addio e io gli auguro buon cammino nella sua vita. É Il primo pellegrino con cui ho parlato e ricorderò per sempre anche lui. É tempo di una doccia e successivamente raggiungo Chris in piazza perché tra poco dovrà andare via.
    Veniamo raggiunti da tutti e anche da Lukas che sembra stanco e provato quanto me, se non di più.
    Vedo una lacrima solcare il suo viso e lo abbraccio spontaneamente come se fosse mio fratello o come se lo conoscessi da sempre.
    Gli dico 'per favore non piangere perché in caso contrario inizio anche io', ma in realtà io mi trattengo a fatica dall'inizio della giornata, e sotto la doccia tutta la mia mascolinità è stata messa a dura prova.
    Gli traduco una parola: 'soprafatto'.
    Ecco come mi sento, ecco come si sente lui.
    È la parola giusta che racchiude tutto.
    Questo caleidoscopio di emozioni mi acceca e fa girare la testa.
    Scrivo un po' a Monica che mi sostiene sempre e sento anche Johan che è una delle poche persone che mi capisce davvero e questo mi aiuta a stare un po' meglio.
    Sento anche Marija dopo molto tempo, ma il suo messaggio mi spaventa perché sembra stanca e con poche energie.
    E quel rapporto un po' speciale che si era creato sembra essersi perso tra i suoi problemi; deve aver avuto gironi complicati.
    Faccio in tempo a prenderere la Compostela più rapida e inutile della storia e accompagno Chris alla fermata del bus dopo un addio strappalacrime con l'intera squadra.
    Sono contento di poter camminare ancora per poche centinaia di metri da solo con lui, e quello che mi dice durante l'attesa alla fermata mi fa riflettere molto.
    Forse lungo il mio cammino ho sbagliato più di qualcosa pur avendo le migliori intenzioni.
    'Come è quella cosa che avete detto di rivedersi nel 2042? Beh, spero non debba aspettare vent'anni per rivederti ancora'
    Non mi trattengo quando l'autobus se lo porta via, e so che lui potrebbe non gradire queste emozioni facilmente espresse, lui così razionale. lui così forte e deciso.
    Torno in centro città correndo per raggiungere gli altri a cena,e per una serie di strane coincidenze che, se ci pensate non ci sorprendono più, finiamo a mangiare in una lunga tavolata con tutta la Malcolm Squad più Tony e altri pellegrini.
    Io non ho molto da raccontare e come sempre mi limito ad ascoltare chi di storie e di posti ne ha visti più che abbastanza.
    Chris ci fa emozionare a distanza con un messaggio molto toccante sul nostro gruppo, e si vede che l'attesa in areoporto lo sta snervando. Se anche lui scrive cose del genere, anzi se anche lui scrive e basta 🤭🤭, allora il mondo sta per finire e presto l'apocalisse ci distruggerà tutti.
    Ale mi dice:'non lo leggere adesso che inizi a piangere'.
    Lui mi conosce davvero bene e mi dispiace fare la figura del debole, ma anche se a volte l'emozione mi tira facilmente brutti scherzi io non mi reputo debole per niente.
    Una volta Tina mi ha detto: 'tu sei una persona statica e fragile'.
    Ma cosa c'è di statico in un animo che vuole appendere, e che percorre km a piedi solo per vedere posti e culture diverse?
    Spesso si disprezza ciò che non si capisce appieno.
    Paghiamo il conto un po' a fatica e successivamente ci dirigiamo verso l'albergue, ma Santiago è viva ed il suo cuore pulsante ci fa vivere un piccolo concerto lungo la calle.
    Saluto Lukas con una abbraccio fortissimo e spero di poterlo vedere ancora una volta a Finisterre, anzi non è una speranza ma una certezza.
    Odio non poter andare con lui, ma con Rainhart è in buona compagnia ed io sono stato costretto a dover compiere una scelta.
    Ma so che spesso a seguire il proprio cuore si possono fare le scelte sbagliate.
    Riesco di nuovo e raggiungo Monica e Valentina nella piazza per un altro addio; mi diverto molto in loro compagnia e mi invitano nel nord italia il prossimo anno per una festa medievale a tema 'Romeo e Giulietta'. Le faccio incontrare con Alessandro e passiamo un buon quarto d'ora a ridere e scherzare con spontaneità.
    Anche Erika scrive nel gruppo un pensiero molto emozionante e sono contento che si sia goduta il cammino, ma sono sicuro che anche lei sia felice che tutto sia finito dopo un mese in giro per la Spagna.
    In albergue assisto ad un momento molto emozionante; l'ultimo saluto tra Ale e Megan mi fa venire la pelle d'oca e quasi quasi viene più da piangere a me che a loro.
    Questo doppio abbraccio che c'è stato tra loro, è come un piccolo miracolo e loro sono l'incarnazione di chi sa prendere, dire grazie e lasciare andare che tutto scorra senza problemi.
    Un po' come Chris, un po' come Matthew, forse dovrei imparare da loro e accettare che tutto magari è solo di passaggio in questa vita.
    Quello che ho iniziato a scrivere in piazza adesso lo sto finendo in albergue; sono le 3 della notte e tra poco mi dovrò alzare per dire addio ad Alessandro anche se lui non vorrebbe che mi svegliassi così presto.
    Ma è una cosa che non posso mancare.
    Come ho già detto lui è stato il mio primo bivio lungo questo cammino, e adesso quella strada intrapresa finisce.
    Quello che succederà da domani in poi sarà diverso e completamente ignoto.
    So che ho raccontato solo un millesimo di tutto quello che è successo e di tutto quello che è accaduto nella mia mente.
    Spesso le parole fanno ordine ma non sono mai abbastanza.
    Questo è stato solo il mio punto di vista, il mio modo di vivere questa giornata, che è stata 'troppo' in tutti i sensi possibili e immaginabili.
    Vorrei sapere cosa passa nella mente dei miei amici, se stanno riuscendo a dormire, o se passano la notte insonne come sto facendo io. Sento Megan girarsi e respirare piano nel letto opposto al mio, e mi chiedo come stia Blondie con cui oggi ho parlato davvero poco.
    Di Ale non ho alcun dubbio, lui sta dormendo beatamente e quella faccia da bambino felice che sogna cose belle non cambierà mai.
    Questa è la nostra storia, una storia meravigliosa non perché sia bella o particolare, ma appunto perché è nostra e solo nostra.

    Work in progress
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  • Day 35

    O Pedrouzo and 'The North is coming'

    June 28, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 22 °C

    "Vorrei tornare nei posti dove son stato
    Spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
    E per farmi da te spiegare cos'è cambiato
    e quale sapore nuovo abbia l'universo.
    Per raccontarti e farmi raccontare
    Il senso d'un rabbuiarsi o del tuo gioire"
    (Francesco Guccini - Vorrei)

    Oggi mi sveglio in fretta e furia, non ho dormito male ma mi sento a terra. Per la fretta di sistemare lo zaino dimentico una busta con i vesti sporchi del giorno precedente sotto al mio letto; e me ne accorgo strada facendo dopo aver fatto una buona colazione ad Arzuá.
    Non so cosa mi sta accadendo, ieri il marsupio ed oggi i vestiti; evidentemente il mio tempo è arrivato.
    Fortunatamente Tobias e ancora in ostello e riesco a rintracciarlo appena in tempo, e anche stavolta vengo 'salvato' da qualcun altro.
    Oggi è l'ultimo giorno che cammino con Chris e gli auguro buon cammino per l'ultima volta mentre ci accingiamo a percorrere quello che ormai è il cammino francese, il cammino 'canonico'.
    È totalmente un mondo a parte, siamo stati catapultati in questa nuova dimensione piena di pellegrini dove, se sei di animo predisposto, potresti dire 'buen camino' ogni 5 secondi.
    I miei amici sono tutti allegri, a parte me che sono abbastanza silenzioso ma non triste o giù di morale, semplicemente tranquillo. Scherziamo che 'the Norte Is coming' in formazione compatta così da abbattere tutto il cammino francese perché i pellegrini del francese sono di serie B. E così mentre Chris e Matthew riempiono l'aria di cazzate, quelle che ormai ho imparato a chiamare 'bullshit', io sto un po' per i cazzi miei pensando alle mie cose.
    In particolare una cosa mi colpisce: non ho nessun ricordo di questo luogo, niente mi sembra familiare o mi porta alla mente qualcosa. È semplicemente un'altra strada, una delle tante che ho percorso e di cui non ricordo nulla, un po' come Arzuá. Chiedo a Megan se ricorda luoghi o sensazioni del suo primo cammino, ma anche lei a parte un Bar in cui ci sediamo e in cui ha ambientato uno sketch grafico del suo primo viaggio non ricorda molto o perlomeno non vuole condividerlo con me. Oggi è difficile parlarle, si nota subito che non si sente bene, e non so se sia il corpo, la mente o entrambi. Come spesso accade, la terza opzione potrebbe essere quella corretta. Spero che non abbia troppi ricordi negativi di questo posto, so che nel suo primo cammino questa parte fu molto difficile a livello emozionale.
    Forse è meglio non ricordare niente come sta capitando a me.
    È una persona forte e non ha bisogno di aiuti, ma se solo potessi le direi 'ehi andiamo, il passato è andato, creiamo nuovi ricordi per rendere questo posto meraviglioso'.
    Pensieri di un folle.
    In ogni caso non è proprio la sua giornata, un po' come per Alessandro ieri mattina.
    Gli altri sono troppo rapidi e li perdo strada facendo, lei è troppo lenta e la perdo da qualche parte dietro di me.
    Siccome sono sempre un coglione che non cambia mai, le compro un Aquarius e l'aspetto per cercare di aiutarla come posso.
    Le dico in spagnolo:' non mi piace che oggi non ti stai godendo il viaggio', e le do l'aquarius.
    Che poi da che pulpito, io sono il maestro per eccellenza nel non godersi le cose, il maestro delle occasioni mancate e dei giorni sprecati.
    Cmq sia riaccelero di nuovo, e ancora una volta sono senza nessuno dei miei compagni. Ovviamente la strada è piena di gente ma non mi va di fare pubbliche relazioni.
    Il paesaggio è piatto e si divide tra stradine di campagna, piccoli scavallamenti di autostrade, e i soliti boschi bellissimi ma che dopo un po' ti stufano.
    Voglio dire, la loro bellezza è sempre immutata ma il tuo animo stanco, 'sporco' di emozione e malinconia ti farebbe dire basta all'istante.
    Inizio a ricordare qualche scorcio sperduto tra i recessi della mia mente come il bar con tutte le bottiglie vuote appese e capovolte all'esterno o la parte dove mi sono perso in cerca dell'albergue prenotato da Thomas, dove incontrai Ewelina e Robert.
    O pedrouzo è davvero vicina, e questa è una delle tappe più corte di tutto il cammino.
    Raggiungo i miei amici in un bar dove sono già seduti da un po' di tempo, insieme a Simone un ragazzo sardo che ha fatto gran parte del tragitto di oggi con Ale.
    Prendo due boccadillos, e aspettiamo tutti Megan a cui sembra non funzionare il telefono. Allora vado a cercarla per il paese ma fortunatamente non è lontana. Il pranzo non è male e mentre salutiamo Chris e Matthew che oggi arriveranno a Santiago ci dirigiamo all'ostello.
    Si tratta di due camere separate; io con Ale e Megan con Erika.
    Il costo è di 45€ per camera e mi va bene anche se effettivamente lo spazio è davvero ristretto.
    Faccio una doccia, mi cambio ed esco per incontrare Tobias che sta per arrivare in città; è un po' in ritardo sulla tabella di marcia e continuerà a camminare fino a Monte De Gouzo.
    Finalmente ho i miei vestiti ed il ragazzo si merita una bella birra per il disturbo.
    Alla fine per questo disguido ho la possibilità di parlare un po' con lui, dato che fin'ora aveva stretto più che altro con Chris e Matthew. È un ragazzo molto solare, sorridente e finito il cammino andrà in Marocco per un mese.
    Ma com'è questa storia che tutti vanno ovunque ed io me ne devo ritornare in quel buco merdoso da dove provengo?😅😅
    Amen, cause di forza maggiore.
    Saluto il buon Tobias che deve continuare e cerco un ATM per prelevare i miei ultimi 300€ che mi devono bastare per i prossimi 10 giorni, sarà dura ma ce la farò.
    È sempre una questione di sopravvivenza per la gente come me.
    Il pueblo non è niente di speciale, probabilmente offre meno di Arzuá e infatti nel mio breve giro non vedo niente a parte tantissimi bar e qualche solito negozio di shopping di souvenir. È una città di passaggio, pochi abitanti e molti pellegrini. Ogni giorno sempre persone diverse, nessuno lascia niente a parte denaro e qualche risata che si consuma nell'attimo di una giornata come tutte le altre per chi in questo paesino.
    Adesso sono nella living room di questo ostello/pensione/ albergue, insomma non so proprio cosa sia e aspetto che qualcuno si svegli per fare qualcosa, ma mi sembrano tutti presi dalle loro cose e con poca voglia di uscire nell'immediato.
    EDIT:
    Alla fine esco per conto mio e compro qualcosa da mangiare al super in attesa della cena. Vedo Tony seduto al bar con Holly e Bettina e chiedo se possono unirmi a loro. Al tavolo c'è anche quella coppia che ho sempre visto ma con cui non ho mai interagito. Scopro che sono padre e figlia dal Brasile, ed i loro nomi sono Rodrigo e Manuela ma vanno via davvero molto presto. Mi trovo bene con Tony, Holly e Bettina e stranamente con loro il gap linguistico non lo sento, o perlomeno molto meno accentuato, e riesco anche ad essere spontaneo e spiritoso.
    I casi sono essenzialmente due: o con Megan e Matthew soffro di ansia di prestazione e non riesco a sbloccarmi o abbiamo un senso dell'umorismo completamente diverso ed io sono molto più affine a queste altre persone.
    Ai posteri l'ardua sentenza.
    Raggiungo Ale e Simone per la cena insieme ad Axel, Tony ed Erika ed è un momento di condivisione divertente e a tratti interessante. Stasera stranamente non c'è molto spazio per la malinconia o per il sentore che tutto questo sta finendo e ne sono sopreso. Anche io riesco ad esprimermi meglio e la comprensione del mio inglese è leggermente migliorata.
    Tony dice una cosa che mi colpisce:' probabilmente non farò nell'immediato un nuovo cammino, e come se finalmente questa cosa che ho iniziato abbia avuto una conclusione, come se avessi avuto tutto quello che cercavo, cosa che non sentivo nell'ultimo cammino'.
    Io penso alla mia situazione e credo che ancora sono in work in progress, che il mio cerchio non si sia ancora chiuso, che la mia lampadina non si sia ancora accesa e che il mio cuore e la mia mente non siano in pace con se stessi.
    Megan non c'è, non si sente bene e questo mi dispiace; dice che è solo stanchezza ed io le voglio credere.
    Le mando il video di Axel che canta volare e spero abbia avuto un mezzo sorriso in questa giornata difficile.
    Ale continua a dire che sono troppo oppressivo ma anche stavolta non mi trovo d'accordo.
    Ricordo una cosa che ci ha raccontato Axel qualche giorno fa sul fatto che in passato era diventato come un drogato di adrenalina per sentirsi vivo.
    Ecco forse io non ho bisogno di fare bunjee jumping per esistere e sentirmi parte di qualcosa, forse il mio modo di sentirmi vivo è semplicemente quello di amare al meglio delle mie possibilità facendo il massimo per gli altri.
    Magari questa è un'altra lezione del cammino.
    Ok..ma che modo di merda e pieno di fatica per sentirsi vivi!
    Domani ho la certezza che sarà una giornata lunga e complicata, e ho 'paura' per ogni cosa che succederà, che sia un addio o una risata a crepapelle, che sia un pranzo insieme o una foto davanti alla cattedrale.
    Santiago fa anche di questi scherzi: ti fa odiare la felicità perché in un attimo te la porta via.
    Sta a noi accettare che la vita va così, e che ciò che viene, ciò che prendiamo non ci appartiene per sempre e come arriva vola via

    PS: Devo dire a Lukas che forse non potrò camminare con lui verso finisterre e questa cosa mi distrugge il cuore. Lui è sempre buono con me e io lo stimo molto perché è una persona che non gira intorno alle cose ma va dritto al punto.
    Tutti gli altri hanno cambiato idea e vogliono stare due giorni a Santiago per aspettare Axel ed io adesso non so cosa fare.
    Che ingiustizia.
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  • Day 34

    Arzuá e L'Incontro Con Il Francese

    June 27, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 19 °C

    "Quando piango senza un grido
    Quando sogno dietro a frasi di canzoni
    Dietro a libri e aquiloni...
    ...dietro a ciò che non sarà"
    (Francesco Guccini - Vedi Cara)

    La notte non passa benissimo perché l'accoppiata vino e posizione a schiena in giù fanno russare Matthew come non ha mai russato durante tutto il cammino. Se qualcuno ha mai avuto mezzo problema con la Malcolm Squad adesso è vendicato per i secoli a venire. Erano nella nostra camera e hanno dormito malissimo.
    Ci riuniamo tutti allo stesso bar della cena precedente e dopo un veloce caffè con leche partiamo tutti insieme tranne Megan. Le chiedo se vuole aspettare Axel e le sue risposte sono sempre 'non so, forse, vediamo, chissà'.
    Mi sono stancato della gente che non risponde chiaro alle mie domande; non chiedo certo spiegazioni solo non essere preso in giro. Questa cosa di girare intorno alle domande mi fa andare sutte le furie; ma è una cosa particolarmente angolofona perché anche Matthew fa lo stesso.
    Dei 'Si' o 'No' sarebbero davvero graditi.
    Cerco di tenere il ritmo di Chris e Matthew ma questo mi riesce solo per un po'; quando incontrano Tony loro accellerano ed io non riesco a tenerli più. Ci rincontriamo tutti allo stesso bar dove ho colazione e pranzo insieme.
    Aspetto Ale che intanto è l'ultimo della fila e decido di proseguire con lui, oggi è in difficoltà come non è mai stato.
    È spento, non ha voglia, si sente male e deve andare in bagno ogni due per tre. Credo che la testa faccia la sua parte per il mio vecchietto preferito. Voglio camminare con lui perché il nostro tempo sta finendo e questi tre giorni rimanenti sono gli ultimi che faremo insieme. Siamo 4 km indietro quando Chris ci chiama per sapere cos'è successo.
    Cerco di tirarlo su come posso ma oggi è impossibile, quindi gli ultimi due km li faccio da solo ed entro ad Arzuá in solitaria.
    Un anziano mi augura 'buen camino hermano' e la mia giornata cambia veramente, e sorrido in maniera spontanea.
    Dirigendomi verso l'albergue, inizio a pensare che non ho alcun ricordo di questo posto nonostante io ci sia già passato, nulla mi ricorda niente e ciò significa che Arzuá era solo un'altra strada senza nome nel mio primo cammino.
    Effettivamente non è un pueblo insignificante ma è pieno di bar e di negozi di souvenir; l'aria gravitazionale di Santiago inizia a farsi sentire e fagocita tutto e tutti come se fosse un enorme buco nero. Sono ufficialmente di nuovo sul francese dopo 4 anni.
    Il Norte è solo un ricordo, vivido ma ormai passato. Santiago ha inghiottito anche noi e abbiamo passato quel wormhole, abbiamo varcato quella porta e adesso siamo in un altra dimensione. Non più sentieri solitari, non più tanti km per vedere un singolo pellegrino; anche l'oceano, nostro compagno di un mese di avventure, ci ha lasciato definitivamente ed è stato sostituito da una massa rumorosa e frenetica di centinaia di pellegrini che cercando di arrivare a Santiago facendo gli ultimi 100 km da Sarria.
    Vedo gente di ogni tipo, scuole, famiglie, tanti giovani e tante persone anziane. Ancora non riesco ad abituarmi e so che magari anche Santiago stessa sarà un trauma.
    All'albergue sono il secondo ad arrivare dopo Erika e faccio subito una doccia, gli altri sono tutti in un imprecisato Bar.
    Il posto non è male e la doccia è una delle migliori dell'intera esperienza. Qui conosco Monica e Valentina due professoresse del Veneto, con cui subito mi trovo bene e con cui vado a bere qualcosa. Mi trovo molto a mio agio e sono contento di passare del tempo con loro perché sono molto affabili e simpatiche e sopratutto sembra che la cosa sia reciproca anche per loro. Le invito per la cena ma hanno già altri programmi, messa e poi sicuramente rivedranno qualche amico. In attesa della cena parlo un po' con Ana l'hospitalera e mi ricorda un po' Marisol per l'energia ma con meno anni di sopra e più spigliata e chiacchierona.
    Alla cena non partecipano Alessandro che rimane nel letto a riposare e non se la sente di fare il kilometro e mezzo per raggiungere il ristorante ( l'unico con posti liberi) e Matthew che è andato in bus a Santiago per fare riparare il cellulare.
    La cena è una delle migliori, per quanto riguarda il cibo, di tutta l'esperienza del cammino, mangio tortellini e lasagne e una zuppa inglese( una torta de la abuela) che mi ricorda quella che ha sempre fatto mia mamma. Purtroppo l'umore risente delle persone mancanti e per questo è una delle cene più calme a cui abbiamo mai preso parte; anche la foto di rito scattata dal sottoscritto è una delle peggiori. Quando c'è ne andiamo dimentico il marsupio e se non fosse stato per tony stasera sarei senza credenziale e senza alcuni documenti.
    Ci incamminiamo di nuovo, infreddoliti, per l'albergue e non spiaccico parola con Megan perché non mi va e non la coinvolgo minimamente quando siamo vicini ad aggiornare i nostri diari.
    Scambio due parole con una signora italiana di Salerno che è partita da Saint Jean e che sembra stanca quanto noi e sicuramente molto più mal messa. Alla fine ci facciamo i complimenti a vicenda.
    Sono seduto qua ad un tavolo della living room dell'albergue, e guardo fuori dalla finestra le macchine che passano veloci sulla strada principale; a pochi metri vedo la freccia gialla che dovrò seguire domani.
    Sono immobile ma mi sento come se fossi al finestrino di un treno ad alta velocità, solo che a correre veloci sono i miei pensieri.
    In un attimo di sconforto ma anche di assoluta e pura realtà prenoto l'aereo e adesso ho una data di scadenza anche io.
    Giorno 9 Luglio ho il primo volo e per allora tutta la magia sarà finita.
    Spero di arrivarci con i soldi fino a quel giorno.
    Tornare a casa sarà il peggior trauma della mia vita.

    PS: Chris:' che peccato che Nicole non abbia tutte le ferie che ho, quante cose potremmo fare insieme...vabbè le farò io'
    Ahhhh l'ammmmmoreeeee.😅😅😅😅
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  • Day 33

    Sobrado and 'The Heavy Joy'

    June 26, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 15 °C

    "Ese barco velero cargado de sueños
    Cruzo la bahía
    Me dejo aquella tarde agitando el pañuelo
    Sentada en la orilla…"
    (Isabel Pantoja - Marinero De Luces)

    La notte passa tranquilla e il risveglio non è traumatico.
    Vado a riprendere le scarpe fuori ed il freddo mi sconvolge.
    In Sicilia abbiamo queste temperature solo in Gennaio o Febbraio.
    Siamo quasi a Luglio ed i 7 gradi di umidità che sento nell'aria mi ricordano quanto sia bello essere qui e non nella mia terra martoriata da incendi e caldo atroce.
    Faccio una colazione in ostello offerta dagli ospitalieri e quel burro d'arachidi che metto sul pane sarà la mia salvezza per il giorno che devo affrontare; tra il punto di partenza ed il punto di arrivo c'è poco o niente, solo qualche albergue che fa da Bar abusivamente.
    Partiamo tutti insieme ma ben presto i ritmi si mostrano ben diversi: Chris e Ale volano sulla strada mentre io, Megan, Matthew e Axel rimaniamo molto indietro.
    Il paesaggio è sempre lo stesso, l'unica variazione è una radura vasta e rocciosa all'inizio che si mostra all'improvviso e mi fa pensare:'ehi higlands scozzesi siete voi?'
    La prima parte la passo con Axel e mi racconta che il rapporto con Valdemar non è migliorato. Lui sembra accettare la cosa e mi dice che è grato di questa opportunità e che spera che suo padre lo accetti per com'è come lui ha accettato che il loro rapporto non può cambiare.
    Credo che stare con noi, e con noi intendo più che altro Megan e Matthew sia per lui una sorta di rinascita, una sorta di cammino nel cammino, la parte migliore che allevia tutti i pensieri.
    L'umore di tutti cmq è alle stelle e durante la camminata siamo veramente sorridenti e tranquilli come poche altre volte. Oggi Megan è felice e quando questo accade diventa sempre più bella e radiosa; e poi adoro la sua comicità.
    Non c'è niente di più bello di una donna che sta bene e che sa ridere e fare ridere con una sorta di 'eleganza'.
    Facciamo molte pause, e per passare il tempo faccio ai miei amici gli indovinelli che Gollum fa a Bilbo ne 'Lo Hobbit'.
    Paradossalmente hanno problemi negli indovinelli più facili.
    Successivamente parlo di finanza generale con Axel e questo mi fa capire che devo studiare per cercare di investire qualcosa per il mio futuro; sembra più facile a dirsi ma ci devo provare.
    Nella seconda parte prendiamo tutto il fango che non abbiamo preso in un mese, perché d'altronde Gotzon aveva ragione e se non soffri non sei un vero pellegrino.
    Pensavo di averla scampata e invece no; ecco che le mie scarpe tutte piene di buchi possono infangarsi per bene.
    Una parte è abbastanza impraticabile e dobbiamo saltare per superarla. Io e Matthew saltiamo e Megan non riesce a smettere di ridere, d'ora in poi Matt sarà conosciuto nei secoli avvenire come 'Matthew Lightfoot' roba che 'Skywalker spostate'.
    Arriviamo a Sobrado e i miei amici fanno una veloce pennichella davanti al lago mente io cerco di non morire di freddo camminando avanti e indietro.
    L'albergue non è altro che il monastero ma dato che siamo arrivati tardi non riesco a godermelo appieno e ho una visione panoramica e superficiale. L'accoglienza di padre Laurence e lenta e snervante, e l'unica cosa che voglio è fare una doccia il più presto possibile. Divido la lavatrice con due ragazzi americani, Mason e Shana (molto carini), e successivamente mi unisco alla cena in uno dei due bar che ci sono nella piazza del paese. Siamo 12 pellegrini meno Erika che per impazienza va via. Ci sono tutti da Tony ad Axel, da Lukas al suo degno compare, da Holly a Bettina.
    Prima che si inizi a mangiare e bere vino come se non esistesse un domani l'argomento principale è che tutto questo sta finendo; una sorta di 'heavy joy' come la definisce Chris, ma io non ho voglia di partecipare all'argomento.
    Vorrei avere le orecchie tappate, come d'altronde gli occhi quando passo vicino alle pietre miliari che mi ricordano questo snervante countdown.
    Mancano 3 giorni e mi sembra presto per pensare alla fine; non voglio pensare a cosa dire, a come sarà, agli addi, a chi piangerà per primo e a tutto quello che la fine di un ciclo comporti. Ma sembra non si parli d'altro.
    Qua iniziano a scambiarsi promesse:'ne faremo un altro', andremo di qua, andremo di la.
    Una delle prime cose che ho imparato è che non si fanno promesse quando si è felici e pieni di entusiasmo, è troppo facile e troppo irreale.
    La vita non funziona così, ci porterà tutti da un altra parte, per percorsi differenti e luoghi altrettanto lontani e distanti gli uni dagli altri.
    Sopratutto ad Ale dico:' stai attento, non fare promesse'. Ma il mood è ben diverso e quello che dico non è visto di buon occhio.
    Matthew è la star della serata come sempre e posso confermare che tutto il vino che ha bevuto lo sta smaltendo adesso russando come non mai, e la Malcolm Squad che è in camera con noi sicuramente (non) ringrazia.
    Siamo sempre il gruppo più numeroso e questo fa rima con rumoroso, ma in senso buono, e sono contento che Lukas, Tony ed Axel si siano uniti alla 'festa'.
    Guardo Megan a cui oggi brillano gli occhi per tutta la felicità, e mi ricordo della mia epifania di Islares.
    Maledico gli italiani che non hanno mai colonizzato niente, a quest'ora si parlerebbe italiano in tutto il mondo e Marco sarebbe Marco con lei e non una pessima imitazione di se stesso. Dobbiamo rientrare prima delle 22 e il postre ce lo godiamo in fretta e furia, domani sarà l'ultimo giorno tutti insieme, poi alcuni arriveranno a Santiago prima di altri: Chris per il volo e Matthew per il problema al telefono.
    Oggi ho scritto di meno e in maniera meno dettagliata, ma siamo alla fine e mi mancano energie e tempo.
    Domani ci ricongiungeremo al cammino francese e mi aspetto molti pellegrini e molto traffico sul cammino.
    La quiete è terminata e la tempesta è in arrivo.

    PS: le solite battute su pollo e polla si sprecano fin quando Megan dice 'è solo un altro tipo di carne'😅😅🤭🤭🤭
    E niente, sono morto.

    Work in progress
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