Cammino Del Nord 2022

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    Pobeña e Il Multiverso Del Cammino

    3 juin 2022, Espagne ⋅ ⛅ 17 °C

    "Io che esco di casa Renoir, e ritorno Lucio Fontana"
    (Gio Evan)

    Oggi ci alziamo alle 6.30 ma non inziamo a camminare prima delle 8, dopo un' abbondante colazione in una pasteleria del centro.
    Abbiamo il Nervion, il fiume che attraversa Bilbao, a farci da guida per lasciare la città, e so che probabilmente sarà per sempre. Inizialmente siamo accompagniati da una vista stupenda: splendidi ponti, parchi e il San Mames che si erge sullo sfondo. Ben presto, però, la pista ciclabile su cui stiamo camminando lascia il posto ad una zona periferica industriale che distrugge più la mente che il fisico.
    Dovremmo arrivare a Portugalete,dove abbiamo una prenotazione, ma passo dopo passo ci accorgiamo che arriveremo troppo presto; dopo tutte queste montagne e queste salite e discese, la velocità sull'asfalto ci sorprende e cambia i nostri piani. C'è anche un altra questione: i km segnalati verso Portugalete sembrano molti di più di quelli che sono in realtà.
    Quindi, detto fatto: prenotazione cancellata e si arriverà fino a Pobena.
    Non c'è tantissimo dialogo con i ragazzi e ognuno ha le cuffie per ascoltare la propria musica.
    Io non le ho e mentre 'I Want To Break Free' risuona nell'ambiente circostante, improvvisamente Megan mi dice che stiamo ascoltando la stessa canzone. Stento a crederci, una coincidenza da una su un milione, ma poi mi ricordo che è una grande fan dei Queen e allora tutto diventa plausibile.
    Mi piace passare del tempo con lei, anche se non riesco a esprimermi al meglio e sento di partire con un handicap.
    Arriviamo a Portugalete abbastanza presto e attraversiamo la sponda del fiume utilizzando il famosissimo ponte trasportatore di Vizcaya, molto atteso da Matthew e Megan.
    A me in realtà non me ne frega nulla ma sono contento di vederli felici e soddisfatti.
    Qui in città, facciamo una sosta mangiando le provviste comprate alla Lidl e ci accorgiamo che molte persone ci guardano sorprese, in maniera quasi schifata. Non mi è nuova questa cosa, già mi accadde a Burgos e Leon durante il mio primo cammino. La maggior parte della gente delle città non vede di buon occhio i pellegrini; situazione molto diversa dai piccoli paesi in cui, magari, il cammino è anche un aiuto economico. Risalendo la città, veniamo fermati da una signora che dice di essere un hospitalera che ci aiuta con dei consigli sugli albergue della zona. Rispondendo alla domanda di Alessandro, riguardante le occhiatacce della gente nei nostri confronti afferma ovviamente in spagnolo:' in questo mondo siamo tutti differenti, sapete come si dice, non tutti scopiamo alla stessa maniera'.
    Sto morendo per l'imbarazzo e non lo nascondo, queste cose mi mettono sempre in difficoltà. So di avere un problema, ma odio quando tutto viene sessualizato anche se la battuta può farti ridere.
    Fuori dal pueblo ci mancano soltanto altri 10km per Pobena e li percorriamo quasi tutti lungo una pista ciclabile e in seguito seguendo una strada asfaltata. Durante una sosta, ritroviamo Dina in compagnia di April, la ragazza di Adelaide coincittadina di Matthew. Dina però si ferma e continua con noi, è palese la stima e la predilizione per Alessandro e Matthew: ed ecco che così entra, almeno per stasera, un altro membro nella nostra compagnia.
    Attraversiamo una bellissima spiaggia, che sono convinto in alta stagione sia piena come un uovo di gente, e arriviamo finalmente al municipale dove ci attende una lunga coda.
    È pieno di pellegrini messi in fila e molti altri stanno per arrivare.
    Stanco e in attesa del mio turno, all'improvviso vedo in lontananza una persona scendere da quella che sembra la direzione sbagliata. È Marija! e quando la identifico esclamo ad alta voce 'finalmente è arrivato il sole'.
    Sono parole sicuramente fuori luogo ma mi escono spontanee, e la verità è che sono molto felice di vederla nuovamente, e la presento alla mia 'compagnia'.
    Ero sicuro di non rivederla più perché la immaginavo più avanti ma il destino mi ha voluto dare una mano.
    Io le offro il pugno per salutarla ma lei mi offre un abbraccio; questa cosa mi spiazza ma mi scalda il cuore: ovviamente sono sempre il solito impacciato. Adoro il suo modo di fare e sono contento che questa spontaneità sia rivolta a me, è un dono prezioso e per nulla scontato.
    Sembra molto stanca, probabilmente più di me, ma il suo piano è quello di continuare per avere meno km domani.
    Per un attimo decide di fermarsi, ma alla fine ritorna sui suoi passi e riparte dicendomi 'sei tu l'unica ragione per cui sarei rimasta'.
    Ancora una volta rimango felice per queste parole e sono sorpreso di come un amicizia possa nascere in così breve tempo.
    Non nego avrei voluto rimanesse in questo albergue a raccontarmi i suoi ultimi giorni ma sono contento abbia scelto di seguire il suo programma: che possa sempre essere libera di scegliere con la sua testa, senza condizionamenti e senza obblighi.
    In seguito, dopo aver trovato una sistemazione per domani, ci rechiamo alla spiaggia e per la prima volta immergo i piedi nell'oceano Atlantico per piu di 20 secondi: rimango piacevolmente sorpreso, l'acqua non è completamente fredda e si può fare una passeggiata sul bagnasciuga.
    Ma Megan ha bisogno di mangiare e quindi la prossima destinazione è il bar dove tutti prendiamo qualcosa da bere, ma il mio soggiorno è breve perché ho l'assoluta necessità di andare a lavare i miei vestiti ( che per inciso non si asciugheranno mai).
    Faccio il bucato e non so se sia qualcosa che ho visto, che ho sentito o qualcosa che è appena successa ma inizio a fare delle riflessioni.
    Si stanno creando dei gruppetti, ormai si capisce chi cammina con chi e quale persona si unisce ad una determinata compagnia.
    Il cammino, come la vita, è una questione al 50% di scelte e al 50% di avvenimenti più o meno casuali. L'unione di questi due elementi determina la buona riuscita e la qualità di questo viaggio.
    Cosa starei facendo adesso se non avessi incontrato Alessandro e gli altri ? Sarei qui adesso nello stesso albergue o forse sarei km avanti o km indietro? Oppure ancora, sarei nello stesso posto alla stessa ora ma seduto ad un'altro tavolo avendo legato con altre persone?
    Sarei riuscito ad aprirmi agli altri se non avessi avuto l'aiuto dei miei compagni ? O magari sarei stato solo e avrei avuto più occasioni per pensare ai miei problemi ?
    Sembra un ragionamento filosofico, ma vedete...basta un attimo per cambiare un cammino o cambiare una vita.
    Riguarda le scelte che fai, i bivi che decidi di prendere e le pause che decidi di fare.
    Spesso la differenza la fanno i millimetri, spesso la differenza la fanno i secondi.
    L'albergue cmq è pieno di pellegrini mai visti, molto giovani e molto rumorosi.
    Alla mostra tavolata per la cena si unisce tante gente appena conosciuta, come un altro John dall'Inghilterra, un professore di inglese che vive a Pamplona che sembra molto simpatico e molto in gamba.
    Ma io non partecipo molto, sono stanco e non ho voglia di sentire di chi ha viaggiato dove o di gesta mirabolanti; sono anche un po' stanco di tutta la questione dell'inglese e delle limitazioni nei rapporti che mi sta creando; e poco importa se siano reali o solo nella mia testa. Anche questa cosa dei posti limitati e di tutti i pellegrini che si devono accaparrare i letti mi pesa e non poco.
    Ho conosciuto bellissime persone ma mi sento trasportato dagli eventi, sempre in secondo piano e sempre col freno a mano tirato e col pilota automatico inserito.
    Il mondo è un posto troppo grande ed io probabilmente non so viverci.
    Fuori c'è una festa mentre scrivo queste parole ma non possiamo partecipare perché l'albergue chiude le porte alle 22.

    PS: C'è anche un concerto qui dentro per la verità.
    Dina se non la smetti di russare giuro che vengo e ti butto giù dal letto!!!😭😭😭
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  • Jour 11

    Islares and "Where Is The Fucking Camp?"

    4 juin 2022, Espagne ⋅ 🌧 17 °C

    "Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna.
    E poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo?"
    (Lev Tolstoj - La Felicità Familiare)

    Ieri finisco di scrivere un po' amareggiato, la stanchezza non mi aveva dato il giusto mood per godermi la giornata.
    E considerando che in camera avevamo la nona sinfonia di Beethoven suonata dal vivo e con posto in prima fila, stamattina non sono certo il ritratto della felicità quando inizio a sistemare il mio zaino. Aggiungiamo a questo, che i vestiti lasciati ad asciugare sono tutt'altro che asciutti e potete capire come le premesse non siano delle migliori.
    Facciamo la solita colazione abbondante e dopo ci mettiamo in marcia destinazione Linares; sarà una camminata abbastanza lunga oggi ed inizia con una scalinata ripidissima che ci porta su una scogliera a costeggiare l'oceano.
    La chiamano 'Via Verde' ed è, fin ora, la parte più bella di questo cammino.
    Voglio dire, una persona potrebbe tranquillamente sedersi qui su una panchina e mettersi ad ammirare e ascoltare l'oceano per ore. A proposito, oggi il mare non è forte e tempestoso come quando abbiamo ammirato la spiaggia di Zarautz, ma è calmo e gentile; la sua voce è come qualcosa che ti rassicura, una presenza costante che ti fa stare bene e ti crea anche dipendenza.
    Sarà pure tutto il verde, l'oceano o le scogliere ma mi sento come se fossi nel Connemara Irlandese e la mia playlist vira in quella direzione: 'the fields of athenry' è d'obbligo e la canto a voce alta come una liberazione; adoro le vecchie canzoni popolari.
    Successivamente passiamo alcuni piccoli villaggi, ed intersechiamo un orribile autostrada, dove Megan rimane bloccata nel bagno di una stazione di servizio 😅 e penso che glielo ricorderò per il resto dei suoi giorni che sono il suo cavaliere senza macchia pronto a tirarla fuori dai guai. Ovviamente sto scherzando, ma è stato un momento divertente e me ne ricorderò per molto tempo, come ricorderò il suo modo di intercalare con 'weird' o 'funny'.
    È un po' addicted a queste parole🤭 ma la cosa mi diverte.
    Voglio specificare che i paesi baschi sono e saranno ormai un ricordo, siamo in Cantabria adesso; un altra regione della nostra piccola ma grande avventura.
    Percorro una parte dell'autostrada parlando con Dina, aprendo un po' il mio cuore anche se ieri avevo deciso di limitarmi ad ascoltare per un po' di tempo evitando le confidenze.
    Come se si potesse decidere qualcosa sul cammino; le emozioni sono amplificate e ti sbattono di qua e di la come la palla usata nella pelota basca che qui amano tanto praticare.
    Facciamo una piccola sosta e dopo qualche altro km arriviamo a Castro-Urdiales dove incontro Marija che mi arriva alle spalle all'improvviso, spaventandomi ma rendendomi davvero felice.
    Mi separo momentaneamente dai ragazzi, che ne approfittano per pranzare e mi siedo al tavolo con la mia amica e Jorge, un pellegrino spagnolo che ha incontrato ad Onton.
    Jorge è un Valenciano di quelli Doc, fieri e precisi, e inizia a parlare di quanto fosse sbagliata la paella dell'hospitalera della sera precedente.
    Per lui la Paella è una cosa seria, un po' come per Ale lo è la pasta.
    Tifa per il Valencia ma è uno di quelli scontenti che il calcio sia solo business.
    Tornando a Maria: mi racconta delle disavventure degli ultimi giorni, dell'insolazione e della puntura di un ape che le hanno portato un malessere che ha avuto a Bilbao, ed io sono dispisciuto di non esserci stato per darle una mano ( ovviamente non glielo potevo dire perché sarei stato fuori luogo, e anche perché lei è in grado di cavarsela da sola).
    Con lei è tutto naturale, non ho paura di essere me stesso, non cerco di fare colpo ed è tutto così divertente e pieno di tranquillità. Alessandro equivoca e pensa che io abbia secondi fini, ma l'amicizia è una cosa seria.
    Anche stavolta non so se ci rivedremo ancora, ma mi ostinerò a dire che il suo 'grazie mille' con accento croato è patrimonio dell'UNESCO e dovrebbe essere la mia sveglia come il 'tutto andrà bene' di Thomas. Sarebbe di sicuro un bel risveglio.
    Saluto Marija, che rimane a Castro, visitiamo velocemente il paese, facciamo provviste e siamo nuovamente sul cammino, parlando di country music. Fortunatamente oggi il tempo è dalla nostra parte ed il sole ha deciso di scomparire lasciano il posto ad una giornata grigia ma fresca e piacevole. Questo almeno fino agli ultimi due km quando una pioggia, nonostante sia attesa, ci coglie leggermente impreparati e ci accompagna per l'ultimo tratto di cammino che sembra non finire mai. 'Where Is the fucking camp?' dice Alessandro in maniera giocosa; ormai da quando John l'inglese ha fatto quella 'sfuriata' sui suoi acciacchi inserendo un casino di 'fucking' nel suo racconto, usiamo questo termine ormai per ogni cosa imitando John e il suo fervore nel racconto.
    Si perché dormiremo in un camping, in una grande tenda riservata a noi 5; un altra mia prima volta nel cammino.
    Arrivati a destinazione eseguiamo tutte le operazioni che un pellegrino deve compiere: lavare se stesso e i vestiti, pianificare il giorno seguente e cercare di riposare il più possibile. Al ristorante, aspettando di cenare, osservo Megan disegnare e sono totalmente impressionato della sua concentrazione. Il suo sguardo osserva veloce l'ambiente circostante e la sua mano riporta con piccoli e sicuri tratti tutto sulla carta. Questa è arte per me, e non quelle atrocità del Guggenheim. La cena al ristorante del camping è qualcosa di memorabile, ridiamo e scherziamo come se non ci fosse un domani e non ci facciamo problemi se esageriamo nei toni; e così che il mio 'triple putan' (riferito al viaggio in nuova Caledonia di Lucille per un mese) risuona spontaneamente dentro al locale. Ormai siamo un gruppo abbastanza affiatato,anche se siamo persone completamente diverse, un dream team che ha imparato a conoscersi bene e completiamo l'uno i pensieri e le battute dell'altro, ma so che questo non è destinato a durare nel tempo.
    In particolare vogliamo bene a Matthew( da noi ribattezzato Matteo) che ogni sera si trasforma grazie al potere di pochi bicchieri di birra.
    È qualcosa di quasi ineffabile spiegare le movenze, la gestualità e la cultura di quest' uomo ed io non ho le capacità narrative per farlo.
    Ricordo una frase che ha detto che tradotta suona più o meno così: 'non sento il bisogno di scattare sempre foto, ormai ho interiorizzato il paesaggio e mi sento parte di esso'.
    Ok questo è troppo filosofico anche per me, ma adoro il suo modo di fare e posso imparare qualcosa da lui anche se è più giovane.
    Tornando in camera, Ale e Matthew sono i primi a dormire, mentre Lucille e Megan stanno aggiornando i loro diari ed io ricevo un messaggio da Celestina che finalmente, dopo quattro anni, è arrivata a Santiago.
    Questo mi commuove e mi fa rivivere il periodo passato insieme, ormai così lontano nel tempo.
    Mentre aspetto che il telefono si carichi succede qualcosa di strano; un 'epifania' o una 'serendipity' ( come va di moda chiamarla adesso) si abbatte su di me e mi travolge e mi stravolge come un fiume in piena.
    Osservo Megan che scrive seduta nel silenzio della tenda appena illuminata, mentre vola rapida su quelle pagine col suo flusso di coscienza e all'improvviso capisco cosa voglio dalla vita. Un'esistenza semplice, e non importa se in giro per il mondo in tenda o in una piccola e accogliente casa, con mia moglie che scrive concentrata in veranda ed io che la osservo sfiorandola appena.
    Costa così poco la felicità?
    Probabilmente non è lo stesso per ogni persona, se tutti siamo sempre insoddisfatti e vogliamo sempre di più.
    E nella mia mente si fa largo un' altra domanda: se in appena una settimana noi abbiamo capito il valore di Megan, come fa una donna così intelligente e piena di talento ad essere nella sua vita da sola?
    È una scelta o solo sfortuna?
    In ogni caso 'what a fucking beautiful day'.

    PS: E voglio spezzare una lancia a favore dei miei amici che hanno avuto il coraggio di ordinare una pizza qua in Spagna.
    Questo cammino è solo per gente con il 'braveheart'.
    D'altronde camminiamo con una persona che di cognome va Wallace 🇪🇦🇬🇸🤭🤭🤭
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  • Jour 12

    Laredo and ' This Is A Convent..Of Nuns'

    5 juin 2022, Espagne ⋅ ⛅ 19 °C

    "Oh I'm a lonely painter, i live in a box of paints.
    I remember that time that you told me 'love Is touching souls'.
    Surely you touched mine"
    (Joni Mitchell - A Case Of You)

    Oggi sono 22 o 23 i km che ci separano dalla nostra tappa successiva; dobbiamo arrivare a Laredo per dormire in un convento se riusciamo a trovare dei posti liberi.
    Ci svegliamo con calma e non lasciamo la nostra tenda prima delle 8 meno un quarto.
    Qui sorge il primo problema: Megan ha perso il suo bastone da trekking, il che è curioso, dato che come si fa a perdere un bastone in una tenda così all'improvviso!?
    Non avremo mai risposta e penso che per lei la giornata non inizi nel migliore dei modi.
    La mattina abbiamo tutti difficoltà a carburare e infatti non parliamo tantissimo, ci limitiamo a camminare lungo la strada asfaltata che costeggia il cammino.
    Ormai siamo allenati e nonostante qualche acciacco tutto procede bene e siamo favoriti dal percorso praticamente piatto che stiamo percorrendo in Cantabria.
    L'unico problema per me è l'assenza di caffè: non ci sono Bar o caffetterie per più di 15km ed il mio corpo ma soprattutto la mia mente ne risente e non riesco ad essere fluente in inglese con Megan. Oggi è peggio degli altri giorni.
    Quando riesco a mettere le mani sul primo caffè, mi sento come se stessi stringendo tra le mani il santo Graal di Gesù Cristo e la tortilla è l'ostia consacrata che mi fa sentire meglio.
    Sono blasfemo ma quei 15km hanno sfiancato più la mente che il mio corpo.
    Da qui inizia la seconda parte del cammino di oggi, e questa volta ci toccano molte salite e discese rocciose.
    Ale e Matthew sono spariti e sono rimasto solo con Megan, mentre Lucille è sempre un passo dietro di noi.
    Nonostante le difficoltà e la fatica per questa parte in salita, ne usciamo vincitori anche oggi ed arriviamo stanchi ma soddisfatti al convento, che non aprirà in meno di un'ora.
    Le camere sono ottime e abbiamo il bagno riservato, siamo io Ale e Metthew con l'aggiunta di Stefan, un tedesco di Amburgo.
    Dopo una doccia calda e rilassante andiamo in spiaggia dove parliamo e scherziamo come sempre di un po' di tutto e un po' di niente; a noi si aggiunge Lukas e tutto diventa ancora più divertente. È un ragazzo davvero intelligente e fuori dal comune, e tra le tante cose, compagno di bevute di Matthew anche se ha una predilizione per il Gin Tonic.
    Vinco anche una scommessa di 1€ con Ale riguardante se Mateo si faccia il bagno o meno e vinco la bet più facile che la storia dell'umanità abbia mai conosciuto.
    È uno spericolato e ,come si suol dire, io conosco i miei polli.
    Matthew racconta a Lukas che siamo in un convento di suore:' It Is a convent man...of nuns!' e iniziamo a ridere tutti perché un convento senza suore non credo si sia mai visto o si possa definire tale.
    Raggiungiamo Ale che intanto sta parlando con April e con un altro pellegrino di cui non ricordo il nome.
    A noi si aggiungono anche Matias( l'amico di Marija) e Philip anche lui tedesco.
    I miei amici si fermano a cenare qua, ma io non ho fame perché ho mangiato troppe schifezze durante la giornata.
    E poi c'è troppa gente e troppo rumore; è una di quelle giornate in cui ho bisogno di starmene per conto mio, decidere autonomamente e non seguire il gruppo.
    Torno alla spiaggia e assaggio il churro tanto decantato da Megan: non è male ma forse non me lo godo appieno.
    Può darsi mi sia perso aneddoti, risate a crepapelle, e qualche meraviglioso 'funny' o 'weird' di Megan, ma va bene così.
    Ogni cosa è una questione di equilibrio continuo, e questo non deve mancare mai.
    Sono in spiaggia mentre scrivo queste parole, e con un occhio do uno sguardo all'oceano e sento il mare respirare.
    Ancora il sole non ne vuole sapere di tramontare, spero di vedere un tramonto prima o poi sul cammino e magari non da solo.
    Mi chiedo se Marija ha avuto una bella giornata e se tutto sia andato bene!Le auguro il meglio.

    PS: Non tutti i giorni sono uguali e non tutto va sempre per il meglio; ma anche quando le cose non mi soddisfanno e non vanno come vorrei, anche quando le occasioni non le colgo e sbaglio il tempismo per essere migliore, mi ricordo che domani è sempre un foglio bianco da riempire.
    Sul cammino come nella vita, il domani è un percorso ancora inesplorato, e non sai mai se vedrai o farai qualcosa che ti sorprenderà.
    O magari se incontrerai qualcuno che sconvolgerà il tuo mondo...
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  • Jour 13

    Guemes e Il Racconto Di Ernesto

    6 juin 2022, Espagne ⋅ ⛅ 18 °C

    "Aunque tú no lo sepas me he acostado a tu espalda
    Y mi cama se queja fría cuando te marchas.
    Y aunque tu no lo sepas nos decíamos tanto
    Con las manos tan llena cada día más flacos."
    (Quique Gonzalez)

    Oggi lasciamo Laredo dopo aver bevuto un caffè e aver avuto una buona colazione in un locale chiamato 'Las Vegas'.
    Il percorso di oggi è pieno di bivi e noi scegliamo il percorso nell'interno che dovrebbe essere più corto. Anche se, piccola anticipazione, di corto non aveva nulla e siamo arrivati a destinazione solo 27km più tardi. Perdiamo Lucille che essendo molto avanti a noi, prende la strada opposta.
    I primi 4km sono tutti nel lungomare di Laredo per arrivare al puntale e prendere un imbarcadero( 2€ il costo) che ci porterà aldilà del mare a Santona. Sulla barca incontriamo Paolo ed Eva, padre e figlia che fanno il cammino insieme. Lei è al suo secondo mentre Paolo ha perso il conto dei suoi cammini.
    Sulla riva opposta, il percorso inizia con una lunga ciclabile, dove incontriamo Johan che si unisce a noi nel lungo cammino che ci attende oggi. Johan è di Amburgo e ha origini coreane, ma non completerà tutto il cammino perché non ha molti giorni a disposizione. Ha il mio stesso 'problema': ha 36 anni ma ne dimostra molti di meno come me; sembra un ragazzo di buon cuore ed è veramente molto tranquillo e anche divertente.
    "Siete un gruppo molto cool e domani resterò con voi"🤭🤭🤭
    ci dirà più tardi e a noi fa piacere la sua compagnia.
    Scherzo sul fatto che lui sia il sesto Ranger, quello bianco della prima serie, ma a lui non va poi tanto a genio e allora di comune accordo gli concedo il blu😅.
    Scherzi a parte, torniamo al racconto.
    Ci fermiamo in un supermercato per fare provviste e mentre mangiamo nel parcheggio, Matthew testa il livello di conoscenza degli stati Americani di Megan. Li ricorda tutti, tranne alcuni della parte orientale del paese perché 'east coast is boring' e lei è una 'sostenitrice' della maggiore bellezza della parte ovest degli Stati Uniti, ed io non conosco nulla per poterla contraddire.
    E poi a dirla tutta mi rendo conto che non la contraddirei in niente 😅. Questa cosa è pericolosa oltre ogni limite.
    Il percorso prosegue con una lunga autostrada, il cui lato destro pedonale è letteralmente pieno di merda, ed io lo percorro quasi tutto perché sono una persona talmente pigra e priva di intelligenza per passare semplicemente dall'altra parte 😅😅.
    "Feels like home" di Linda Ronstadt risuona nelle mie orecchie; uso finalmente le cuffie ma purtroppo perdo un gommino. La canzone me l'ha consigliata Megan ed è qualcosa di straordinario, da pelle d'oca.
    Ci fermiamo per il pranzo, e mi riempio di cibo al solito come se non ci fosse un domani e ridiamo e scherziamo accompagnati da una piccola cerveza, mentre il nostro amico Blondie prende un bel bicchiere di vino, ma sembra reggerlo bene. Si ride sul fatto che io sia troppo serio ma io non sono d'accordo: ci sono argomenti su cui non transigo ma credo di avere anche io la mia parte divertente da mostrare agli altri.
    Magari non sono l'anima della festa ma in questo cammino credo di essermi aperto oltre i miei limiti e di stare condividendo molto a mio rischio e pericolo.
    Ci sono due cose che odio profondamente: quando la gente dice che sono una persona pesante e quando dice che ho la faccia da ragazzino; e le odio ancora più profondamente se c'è Megan accanto a me che le può sentire.
    A proposito, passo tutta la seconda parte del tragitto con lei e mi fa una confidenza di un'amore nato sul suo primo cammino e poi finito, e della sua paura di ripensarci troppo spesso.
    Apprezzo la sua fiducia in me e sono onorato di poter esserle di aiuto in qualche modo ma ho la sensazione che sia anche un modo per dire 'non farò di nuovo lo stesso errore'.
    Capisco la situazione e va bene così.
    Amen e così sia.
    Ridiamo sul fatto che stavo canticchiando una canzone di LaLa Land perché lei ha tutto l'album nel telefono ma non conosce nessuno che le conosca o a cui piacciano.
    Una coincidenza incredibile.
    Arriviamo stanchi e sfiniti all'albergue e ho i principi di una leggera insolazione: bevo quattro bicchieri di acqua in meno di un minuto. Il posto è qualcosa di incredibile e sono sicuro che non posso descrivere tutto; c'é così tanto da dire e adesso ho capito perché ogni guida consiglia quest'albergue come tappa imprescindibile.
    Ci laviamo, facciamo una lavatrice in comune e un po' di pianificazione per l'indomani. Prima di cenare siamo tutti invitati al racconto di chi quest'albergue lo ha reso tale: Ernesto ha trasformato la casa di suo nonno in questo ostello dopo aver vissuto una vita piena come sacerdote e aver viaggiato tanto. La sua storia è troppo lunga per essere riportata qui fedelmente ma è stato il suo viaggio intorno al mondo dall'Europa, all'Africa, all'America Latina e ritorno che lo hanno aiutato nelle decisioni da prendere e nel cammino della vita. Non bisogna seguire le 'frecce gialle' vivendo sempre con lo sguardo rivolto verso il basso, si rischia solo di pensare alla destinazione e di non apprezzare tutto il resto. Un pellegrino gli chiede 'quante volte hai percorso il cammino?', e la sua riposta è 'ogni giorno'.
    Prima di andare a cenare incontro Lukas che mi dice: 'Marco non sembri tanto felice'. Ci risiamo, quest'oscurità che mi porto dentro ogni tanto riemerge ed è visibile senza filtri da molte persone, sarà per questo che spesso ho problemi con le relazioni.
    Ceno al tavolo vicino a Marija che ,nel frattempo, è arrivata dopo 34 km di marcia serrata, e sono molto contento di vederla. Ci siamo tutti, i miei amici ed i suoi, e nonostante una mia piccola gaffe, la sua compagnia è sempre piacevole e domani magari cammineremo insieme. Sento che posso parlare con lei senza filtri e di questo ne ho bisogno. Molto divertente è stato che il vecchio signor Paolo, dal nulla se n'è uscito con 'salute peregrinos' alzandosi e facendo casino con il bicchiere in mano pieno di vino; e non una sola volta.
    Prima di andare a dormire, Ernesto, per i pellegrini che lo vogliono, ci spiega una sequenza di murales disegnati in una stanza che lui definisce 'il punto più importante del cammino del nord'. Una sequenza di graffiti che raffigurano la via dell'uomo che va dalla schiavitù alla libertà, un percorso che l'uomo non raggiunge mai eternamente ma che deve compiere ogni giorno con gli occhi attenti, con i piedi a contatto con la terra ( e rendendo grazie) e con la consapevolezza di saper dare e ricevere allo stesso modo.
    Siamo tutti stanchissimi ma i suoi aneddoti sono veramente toccanti e non mi vergogno a dire che un paio di volte ero molto emozionato.
    Quella parte di me, tanto odiata da Tina, ogni tanto prende il sopravvento.
    Alla fine è tardissimo quando ci dirigiamo verso i dormitori, mi avvicino ad Ernesto per stringergli la mano e dire grazie. Lui mi chiede 'e tu dove arrivi?, aveva posto la stessa domanda a Megan, ed io rispondo 'A Santiago y despues muxia, con ella'.
    'Siete una coppia!?'
    'Non ho così tanta fortuna' e vado via.
    Probabilmente lei non mi ha sentito o ha fatto finta di non sentire.
    Marija invece ha sentito tutto e ha iniziato a prendermi in giro ridendo: 'Marco ma cosa ti chiede!?'
    Scrivo tutto questo da fuori il dormitorio, molti roncadores e mi è impossibile dormire o concentrarmi.
    Ma quanto è bello quest'albergue alla luce della luna e nella calma della notte?

    PS: Ale chiede a Megan qual è la ragione che la spingerà a fare l'hospitalera appena finito il cammino.
    Lei risponde : 'I Need to give back all of this'
    La gratitudine e la consapevolezza che ha mi spaventano e mi affascinano così tanto allo stesso tempo.
    Molte cose da scrivere e così tanto da ricordare.
    Non ho fatto un buon lavoro in questo giorno di diario.
    Sono un po' preoccupato per vari motivi.
    Domani sarà una lunga giornata.
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  • Jour 14

    Pielagos and 'The Long Way to Boo'

    7 juin 2022, Espagne ⋅ ☁️ 17 °C

    "When I look at myself I don't see the man I wanted to be.
    Somewhere along the line I slipped off track
    I'm caught movin' one step up and two steps back"
    (Bruce Springsteen - One Step Up)

    Il risveglio all'ostello di padre Ernesto non è dei migliori; non abbiamo dormito benissimo a causa dei roncadores che non riusciamo ad evitare in nessun modo. Megan era nervosa ieri sera a causa della stanchezza e stamattina non è da meno; si vede che fatica a carburare, e tra mancanza di sonno e acciacchi vari spero che per lei possa essere una buona giornata. Facciamo una colazione comune all'albergue, e Marija si siede accanto a me, e mangia di tutto e di più, e questa cosa mi fa piacere ma fa anche molto ridere.
    È 'funny' come direbbe la mia amica dell'Oregon.
    Quando sto per partire mi promette che mi raggiungerà ma non so perché ho la sensazione che questo non succederà.
    Ha molte vesciche per la lunga camminata di ieri e non so come andrà a finire.
    Scrivo un pensiero ad Ernesto nel libro delle dediche per rendere grazie, e dopo è giunto il momento di lasciare l'albergue per sempre.
    Tornati sul cammino la strada per il puntale di Somo ha un bivio molto importante; puoi scegliere se allungare e prendere la via che costeggia il mare oppure se tentare una via più corta ma che si affianca all'autostrada.
    Noi scegliamo la via della costa e ne rimaniamo completamente soddisfatti; una vista mozzafiato si estende dinnanzi a noi ed io mi sento felice ma anche malinconico perché non ho un legame stretto con cui condividere questo spettacolo. Anche Ale fa gli stessi pensieri, anche se i suoi magari hanno un connotato diverso e sono più rivolti all'immediato. Lucille oggi non cammina con noi perché si fermerà km prima a Santander, e mentre sono sulla via vedo una persona da sola che si fa il bagno alle 9 di mattina nell'Atlantico con cielo completamente nuvoloso in una spiaggia bellissima ma ben nascosta da tutto e tutti.
    È Lucille e non si può dire che non sappia come divertirsi.
    Matthew invece è molto più avanti e notiamo che ha iniziato a correre in lontananza senza nessun motivo apparente; nella corsa perderà anche un paio di pantaloni dallo zaino che saranno ritrovati da Axel.
    Una lunga spiaggia ci separa invece dell'imbarco, ed io e Ale cerchiamo di aggirarla senza successo, per non sprofondare e gravare maggiormente sulle articolazioni. Il risultato è solamente una perdita di tempo e alla fine ci tocca camminare sulla sabbia ugualmente e arriviamo per ultimi al bar dove sono già seduti tutti gli altri.
    Arriviamo al puntale come sempre in ritardo e perdiamo la barca un'altra volta all'ultimo secondo; sembra una maledizione e ci tocca aspettare 25 minuti per poter arrivare a Santander. Nel mentre Megan disegna qualcosa, Matthew si addormenta all'istante ( quest'uomo è un supereroe) ,io prendo il sole e Ale parla a voce alta con altri italiani, e penso che anche da Santander lo hanno sentito.
    Il viaggio in barca per i 7km che ci separano da Santander è interessante a parte per il discorso assurdo della mascherina, ma preferisco non entrare nel merito. In città prendo un caffè per poter utilizzare i servizi in un bar e dopo faccio una visita alle poste, dove compro dei francobolli per me e altri per Megan. Mi sono costati un botto, ma sono contento di aver fatto qualcosa per lei, anche se quando glieli ho dati stavo morendo per l'imbarazzo.
    Lei è un po' come me e difficilmente accetta qualcosa dagli altri, o perlomeno vuole ricambiare subito il favore.
    Questa cosa un po' mi rattrista, non voglio niente in cambio perché un dono non necessita un obbligo.
    Ehi..allora è vero che sono uno che 'fa troppo'?
    Questa frase mi fa ancora male; certe cose non si dimenticano.
    Seguiamo le frecce del cammino lungo un viale gigantesco, alberato e senza fine e alla fine di questo pranziamo in un ristorantino messicano dove non prendo niente ma spizzico qualcosa dal piatto di Megan.
    Vorrei dividere il conto ma non me lo permette, ci risiamo e la storia è punto e a capo😅.
    Usciamo da Santander e ci aspetta la parte più dura di tutta la giornata: una lunga periferia assolata che sfianca la mente, mentre l'asfalto di certo non fa carezze alle piante dei nostri piedi.
    Non ho molto da raccontare su questa parte, la stanchezza si fa sentire ed io mi divido tra un po' di musica, Megan e approfondire la conoscenza con Johann.
    È una persona spassosa e mi dispiace che questo fine settimana dovrà tornarsene a casa.
    Alessandro lo chiama 'Panda' (in senso affettuoso) e devo confermare che ha una camminata davvero insolita e molto divertente.
    A proposito di Megan, stanotte ha fatto un sogno riguardante me, Matthew e non ho capito bene se un orso o delle ciliegie (il nome in inglese è simile) e quindi nonostante i roncadores è riuscita a dormire un po' e a sognare qualcosa di divertente.
    Curioso, perché anche io ho fatto un sogno, con la differenza che il mio era un Incubo e riguarda sentimenti come la perdita e la disillusione; e non vi sto a dire nemmeno chi era la protagonista del mio viaggio onirico e psichedelico.
    Ci fermiamo in un prato ombroso per il riposo e ridiamo da matti per vari aneddoti, in particolare per quello del cartello di 'per favore non cagare qui' che abbiamo trovato nei primi giorni.
    Arriviamo all'albergue più di un'ora dopo, ed è la prima volta che arriviamo così tardi; ci dovremmo chiamare i 'pellegrini del tramonto' altro che i Power Rangers.
    La città si chiama Boo de Pielagos, e le battute e gli scherzi con la parola Boo si sprecano ( Matthew si porta la testa da due giorni) e l'albergue è qualcosa di meraviglioso: pulito, accogliente e con lenzuola fresche e profumate.
    In più in stanza ci siamo solo noi e ci sono spesse pareti vibranti che ci dividono dai Roncadores di ieri.
    Finalmente Megan può dormire🤭
    Alle 8 ceniamo grazie a Lukas che ha fatto da intermediario tra noi e i proprietari mentre eravamo ancora sul percorso, ed è un buon momento di condivisione e di felicità. Tutti sembrano felici e soddisfatti ed anche io sono tranquillo, anche se non lo sono stato lungo gran parte della giornata.
    Anche se non ho quello che voglio e so che ho poche frecce al mio arco rispetto alla media di questa gente esperta e avventurosa, sono grato di poter essere qua e creare ricordi nuovi. Noi della 'squadra' siamo un po' divisi all lunga tavolata: Ale fraternizza con una francese, che sono sempre contente di trovare qualcuno che parli la loro lingua, Matthew sta parlando con una ragazza bionda di cui non so nome e provenienza, mentre Johan e Megan sono vicino a me ma parlano di non so che con Lukas e il ragazzo rumeno.
    Io invece parlo un po' con Paolo ed Eva e condividiamo impressioni ed esperienze sul cammino.
    Eva mi racconta che il suo primo Francese è stato complicato per via del Covid e lo spirito che ha trovato in questa tavolata non è mai stato presente ( per forza maggiore) nella sua prima esperienza.
    Sono molto simpatici e se si va un po' più in fondo, lasciando stare la parte casinista e mattacchiona di Paolo, sembrano davvero brave persone.
    Io e Lukas ci promettiamo inoltre di camminare e parlare insieme quando potrà camminare al meglio ( ha un piede in cattive condizioni) perché è veramente una persona che osserva tanto e che ha una soluzione per tutto.
    È un novello Sherlock Holmes e ha capito che ho qualcosa che non va perché è la seconda volta che mi chiede se sono felice e se va tutto bene. Offro una birra a lui e al ragazzo rumeno, mente Blondie è fuori da qualche parte chissà dove.
    Scrivo una parte di queste parole nella veranda fuori dalla nostra stanza mentre osservo Megan aggiornare il diario e Matthew ascoltare, calmo e trasognante, un audiolibro, ma è appena scoccata la mezzanotte quando scrivo queste ultime parole che segnano la fine di un'altra lunga, faticosa e bellissima giornata in cammino.

    PS: Uscendo da Santander, Megan è stata colpita dalla cacca di un uccello. Sostiene che é la seconda volta in questo cammino.
    Sono sicuro che d'ora in poi avrà una vita ancora più fortunata🤭😄
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  • Jour 15

    Santillana Del Mar Whitout El Mar

    8 juin 2022, Espagne ⋅ ☁️ 18 °C

    "Ogni volta che ci sentiamo molto infelici è perché ci stiamo opponendo a quello che è. Il trucco è accettare la realtà per come è. Noi falliremo. Il punto è se saremo in grado di fallire con grazia, e se saremo in grado di imparare qualcosa da quell'esperienza"
    (Elizabeth Day - L'arte di saper fallire)

    Monica mi manda questa citazione in un calendario con segnata la mia data di compleanno.
    Questa cosa mi rende felice e un po' mi commuove; il cammino supera le distanze del tempo e dello spazio.
    È come avere un promemoria continuo che le cose non devono andare male per forza, e che c'è sempre una speranza che qualcosa in questa vita possa (r)esistere.
    Grazie! Ne avevo bisogno, nonostante la giornata sia andata piuttosto bene ed il morale non sia sotto i tacchi come al solito. La situazione è anche abbastanza curiosa, perché in mattinata ho avuto gli stessi pensieri che la citazione esprime sicuramente in maniera più ordinata e diretta.
    Oggi pensavo questo, rifacendomi anche alla citazione di Ghandi di qualche giorno fa: io sono come sono e devo accettare che non posso essere una versione di me stesso completamente diversa, devo accettarmi e accettare che certe cose non sono fatte per accadere. Quando non hai più paura di perdere relazioni, oggetti e occasioni sei davvero libero; e solo allora puoi essere grato delle cose che succedono intorno a te, grandi o piccole che siano.
    Ma ovviamente come spesso accade sto divagando ed ho abbastanza da ricordare.
    Ci svegliamo all'albergue di Boo e l'unica cosa che non vogliamo fare è alzarci e iniziare a camminare. Io vorrei portare per sempre con me il letto in cui ho dormito, sapeva di pulito e sarà difficile trovare altrove un'accoglienza uguale.
    Per non parlare della colazione, inclusa e abbondante; tutto promosso a pieni voti. Megan esclama :'qua siamo nel lusso'.
    In realtà piove e la prima cosa che dobbiamo fare è prendere un treno, per solo tre minuti, perché è vietato ed illegale attraversare il prossimo ponte a piedi. Ok, siamo nel 'cammino' di Santiago e siamo costretti a prendere un mezzo di trasporto. Fare un ponte anche per gli uomini invece che solo per i treni? Ma non poniamoci domande senza risposta e andiamo avanti.
    C'è solo una stazione di differenza e non paghiamo il biglietto. E' come avere un piccolo trauma tornare a viaggiare a velocità sostenute; certo, abbiamo già preso vari imbarcaderi ma in acqua questa differenza è meno visibile e meno marcata.
    La pioggia per me non è un problema, mi ricordo ancora Pamplona e la sua tempesta, e per quanto mi riguarda questa è solo una pioggerella estiva che mi bagna i capelli.
    Con Johann scherziamo e balliamo perché... è solo pioggia!
    Ovviamente sto esagerando, ma con chiunque parlo la pioggia è un nemico temibile e da evitare.
    Con noi cammina Elise, l'amica francese di Alessandro ma si fermerà alla prima sosta al primo bar, semplicemente ritmi diversi. Davanti al più bel caffè che il cammino ricordi, prenotiamo l'albergue per oggi e quello per domani: ormai questo è il mindset e tutti sono più contenti e sicuri.
    Procediamo nel nostro viaggio, e siamo accompagnati per vari km da alcuni tubi giganteschi e non bene identificati che, onestamente parlando, sono come un gancio al fegato dato dal miglior pugile che la storia possa mai ricordare.
    Anche oggi il panorama non offre molto, qualche fabbrica qua e là, strade e piccole vie di campagnia che non rimarranno per molto nella nostra memoria.
    Sono le nostre conversazioni ciò che riempie la nostra giornata, e se faremo attenzione saranno queste i ricordi più preziosi di questi giorni che porteremo per sempre con noi.
    Parlo molto con Ale, e non sembra molto contento per quello che sta succedendo a casa recentemente; e tra un consiglio e l'altro mi ricorda sempre che se voglio fare una cosa la devo fare, che devo essere sempre me stesso e non importa il resto.
    Mi spiega inoltre assurdità dello stato italiano per quanto riguarda l'agricoltura che non sto qua a ripetere; ma c'è veramente da chiedersi se questa mondo stia prendendo una direzione senza via d'uscita.
    Dopo il pranzo parlo molto anche con Megan di sogni e di futuro, e questa è la parte della giornata che preferisco perché è quella in cui cresco di più. Alla fine di quest'anno farà un viaggio in America del sud, e che sogno sarebbe fare questo viaggio anche io; ma come ho detto prima la devo smettere di sognare cose impossibili. Vorrebbe essere una nomade digitale ma le regole riguardo questo genere di lavoro sono differenti da paese a paese e le normative non sono semplici.
    Lei ha timori per il suo futuro e per ciò che accadrà più avanti, ma se fossi ricco scommetterei ogni centesimo su di lei e sulla realizzazione dei suoi sogni.
    E se perdessi, sarebbe solo per un brutto scherzo del destino.
    Se voi sapeste come sa rendere interessante il racconto di un viaggio in macchina attraverso gli stati più monotoni e noiosi d'America potreste rimanere sconvolti e capireste i motivi della mia scommessa.
    Voglio dire, lei è qua da sola, ha fatto molti viaggi e molti altri l'attendono: e quale altra parola se non 'coraggiosa' la caratterizza perfettamente? Una persona che lascia tutto, casa, lavoro e affetti è qualcosa di estremamente raro e di estremamente meraviglioso.
    Brindo alla sua vita e alla realizzazione dei suoi progetti.
    Patagonia, una bella persona ti aspetta😄
    Arriviamo a Santillana del Mar solo che abbiamo un problema, non c'è il mar😅, ma solo un antico e caratteristico borgo medievale pieno di turisti che comprano souvenir e che pranzano nelle vie piene di ristoranti. È una Taormina in miniatura, meno affollata e meno famosa. Ogni giorno diciamo che dobbiamo fare mille cose, ma poi la stanchezza prende sempre il sopravvento. Addio cave di Altamura, sarà per una prossima volta!
    Ci registriamo nell'albergue, facciamo una doccia e dopo siamo pronti a pranzare anche se ormai sono le 4 del pomeriggio; un boccadillo è la nostra scelta per toglierci di mezzo la fame, seguito da ,finalmente, un churro con cioccolata calda condiviso tra me e Megan. È un buon momento di condivisione, uno di quelli in cui il team da il meglio di sé e le risate sono assicurate: punzecchio Alessandro chiamandolo 'vjejo' e tutti non possiamo fare a meno che ridere. Mi aspetto la sua vendetta da un momento all'altro.
    Successivamente il gruppo si divide, c'è chi va in albergue e chi resta in giro per le strade ad esplorare; io necessito instantaneamente di un atm e con mia amara sorpresa devo pagare una commissione di 5€ per poter ritirare. Se continuo così posso tornare in Sicilia a nuoto.
    Veniamo raggiunti da Axel, che sembra contento e rilassato.
    Non l'ho mai visto così felice. Che il rapporto con Valdemar stia migliorando? È il mio desiderio più grande per lui.
    Compro una piccola maglietta ed infine torno all'albergue dove adesso sto scrivendo nella sala comune mente fuori la pioggia continua incessante, e non mi fa venire voglia di uscire.
    Megan è davanti a me e sta aggiornando il suo diario, prima o poi riuscirà a mettersi in pari.
    Ale sta cenando con Paolo ed Eva, ma noi non abbiamo fame.
    Infine Matteo...non è completamente rientrato e non so a quale numero di birre sia arrivato.
    Sono preoccupato ma mi conforta sapere che Johann e Lukas sono sicuramente con lui.
    Spero solo di non doverlo raccattare ubriaco in qualche bar.
    Ma è così intelligente e grande abbastanza per potersela cavare da solo.
    Il bene che gli voglio è incommensurabile.

    PS: io e Megan nella hall iniziamo a ridere per una questione riguardante Dina.
    Love Is in the air 🤭🤭🤭🦁🦁🦁
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  • Jour 16

    Comillas and 'I Love Jabba The Hutt'

    9 juin 2022, Espagne ⋅ 🌙 17 °C

    "Mi sta accadendo qualcosa, non sono il jedi che dovrei essere. Voglio di più… e so che non dovrei"
    (Anakin Skywalker)

    Mi trovo sdraiato nel mio letto, in questo ottimo Albergue a Comillas e senza successo cerco di scrivere queste parole.
    Oggi ho il blocco dello scrittore; non so proprio da dove cominciare e considerando che io di blocchi ne ho già abbastanza, la situazione mi fa venire i nervi.
    Indosso per la prima volta nella mia vita i tappi per le orecchie che mi ha regalato Christopher cercando di mantenere alto il livello di concentrazione e soprattutto voglio evitare i temibili roncadores che si sono presentati puntuali all'ormai consueto appuntamento notturno.
    La loro è come una missione: non fare dormire Megan🤭🤭🤭.
    Un lettore più attento potrebbe dire: 'ehi stai correndo troppo, chi diavolo è Christopher!?".
    Questa è una domanda legittima e allora mi tocca partire dall'inizio; cari lettori fantasma, preparatevi ad un viaggio esclusivo sulle montagne russe delle mie emozioni.
    Perché se fossi normale, andrei a letto e lascerei perdere tutto questo. Lasciamo Santillana dopo una buona e abbandonante colazione e dopo aver scoperto a tavola i 'tre buoni motivi' di Alessandro sul perché il bidet è una cosa seria, e non se ne può fare senza. Il tempismo e la location sono proprio eccezionali devo dire!
    Fuori piove, e molti pellegrini lasciano l'albergue nel nostro stesso momento; si forma una coda di viaggiatori che indossano i loro poncho e piu che pellegrini sembriamo monaci o maniaci con l'impermeabile, a voi l'ardua sentenza.
    Mentre scendiamo giù da una strada di campagna e Ale parla a voce alta con tutti gli altri, si palesa il ragazzone alto e in tenuta da calcio che ieri parlava nella hall con la nostra guerriera dell'Oregon.
    'Italiani!?'
    Si chiama Christopher e sente subito da lontano l'accento marcato di Ale; d'altronde è un po' più semplice, per lui che è italiano ma di madre lingua Inglese, ed insegna questo maledetto idioma al liceo.
    Un altro professore d'inglese. Ok, dopo Matthew e John ora abbiamo anche Chris che fa questo per vivere.
    Una volta era il cammino di Santiago, adesso è diventato il cammino degli insegnanti di Inglese😅.
    Ha iniziato a Santander e spera di arrivare a Santiago in 20 giorni; c'è subito quel feeling a pelle, che seppur superficiale, non guasta mai, e il risultato è che camminerà con noi anche domani. Facciamo una pausa, ed un altro caffè è il giusto carburante per il corpo ormai assuefatto e dipendente dalla caffeina. Quando riprendiamo, mi passa la mente un pensiero curioso. Oggi, nonostante l'asfalto, il paesaggio sembra migliore ma io non riesco a godermelo e a memorizzarlo. Se Matthew ormai lo ha metabolizzato e come ha detto, si sente un tutt'uno con la natura, io invece mi sento avulso, estraneo e confuso. Confesso che mi sono sentito un po' annoiato e sarà così per tutto il giorno.
    Ormai il paesaggio è una macchia confusa di verde e azzurro, a seconda del tipo di vegetazione che si palesa ai nostri occhi. E saranno i miei pensieri o sarà che sono anche un po' stanco in generale, ma il senso di meraviglia ha attraversato il mio corpo e so che lo ha lasciato per un po' di tempo.
    Sapete,questa è una cosa davvero pericolosa.
    Se non riesci a provare meraviglia per posti del genere allora li dai per scontati, e di scontato non c'è nulla dato che probabilmente non lì rivedrò mai più.
    È un po' come quando si viaggia in aereo; dovremmo essere tutti felici di fare una cosa così straordinaria a km di distanza dal suolo, ma ormai è talmente mainstream che la nostra unica meraviglia è quando il nostro vicino di posto non ci infastidisce o quando riusciamo a dormire senza nemmeno provare a guardare fuori dal finestrino.
    Dopo la pausa si riprende a camminare ed io scambio due parole con il danese Casper, o per gli amici più stretti (noi) chiamato anche il 'roncadores della notte passata' dato che era nella nostra stanza e ha dato il meglio di sé esagerando un po' con i decibel.
    Parliamo del più e del meno, e devo dire che secondo me non è poi così male come persona.
    Successivamente mi si affianca Megan ed è la prima a parlare del messaggio che mi ha mandato stamattina per telefono.
    Ha letto il mio diario di ieri(su mio suggerimento)e mi dice che sono un bravo scrittore e che devo continuare a scrivere.
    Io le confesso che non le ho risposto perché volevo dirle grazie guardandola negli occhi e le cito anche una frase della sua storia che ha pubblicato qualche anno fa perché concordo con lei e...beh non potrebbe essere altrimenti.
    Non nego che ho un momento di difficoltà.
    Mi chiede riferendosi alle mie parole 'quali cose credi siano impossibili?'.
    Per la prima volta in questo cammino la mia soglia della sincerità scende sotto il 100% e, anche se non mento su niente, capisco che non posso dire proprio tutto.
    Sono davvero stanco di essere sempre il piccolo italiano con la baby face senza una storia e senza qualcosa da offrire; è come avere sempre brutte mani a poker o poche frecce al mio arco.
    E diciamoci la verità? Chi lo vuole un Robin Hood che non sa tirare con l'arco ?
    Non parleremo più da soli durante la giornata e mi va bene così, a volte anche i silenzi hanno i loro motivi e le cose taciute fanno più rumore di quelle dette; almeno nel cuore di chi le tiene dentro di sé.
    Ci fermiamo in un bar sulla spiaggia e recuperiamo le energie, mentre Mateo è scomparso un altra volta nell'aire e Chris si fa il bagno sulla spiaggia.
    Quando riprendiamo, una bella radura verde, pulita e spaziosa ci introduce ad una collina che ci fa ammirare il mare nuovamente dall'alto. Giocando con Johann usando il bastone di Megan come spada laser di Star Wars, lei se ne esce con 'da grandi poteri derivano grandi responsabilità'.
    Ok film sbagliato, ma citazione potentissima.
    Ed io vorrei scherzare dicendo 'posso essere il tuo Spider-Man e tu la mia Gwen?'🤭🤭🤭
    Ma lei in questo momento sta dormendo nel letto sopra al mio, quindi come potete immaginare non ho fatto il cazzone e la mia amicizia è ancora intatta.
    Il tempo migliora e il cammino procede senza problemi, solo che ci aspettiamo di stare vicino alla spiaggia ma in realtà l'albergue è 1.5 km dal mare dopo un'altra ennesima e lunga salita.
    Il posto è veramente bello, e i letti sono come delle cuccette confortevoli in cui puoi anche tirare la tenda per dormire meglio.
    Pranziamo sporchi e puzzolenti insieme al francese Alan, che ha iniziato il suo cammino a Le Mans,in un ristorante nelle vicinanze, che effettivamente non è un posto abituale per pellegrini, ed i miei compagni si trattano davvero bene.
    Pesce e vino per riprendersi al meglio dalla fatica di oggi, mentre io vado di semplice boccadillo e va bene così.
    Il cibo Gourmet lo lascio a chi lo sa apprezzare e a chi se lo può permettere 🤭. Il prossimo step è la spiaggia, e c'è la dobbiamo guadagnare ulteriormente camminando ancora, ma quando arriviamo sono il primo a buttarsi senza esitazioni, seguito da Johann in stile tuffo Banzai e da Blondie e Chris.
    Megan è l'ultima ad entrare, dopo aver desiderato tanto il mare adesso non riesce ad entrarci perche l'acqua è abbastanza fredda.
    Come on!? Dove è finito tutto il tuo coraggio? Ma alla fine riesce a nuotare un po' e anche questo desiderio può essere depennato dalla lista del giorno. Torniamo all'ostello è la doccia è la cosa più bella dopo una giornata di sudore, fatica e sale marino.
    Dopo aver 'lavato' i vestiti, mi preparo per andare a vedere 'Il Capricho' di Gaudî mentre gli altri preferiscono restare in camera. Non capisco niente di architettura ma non voglio avere rimpianti e so già che i miei piedi e la mia mente saranno in Comillas solo oggi nella mia vita e non voglio perdermi l'opportunità.
    Pago il biglietto e mi prendo il mio tempo per esplorare l'edificio. All'interno è abbastanza spoglio anche se é molto bello e molto raffinato, ma mi mancano sempre le basi per poterlo apprezzare veramente.
    Vengo raggiunto da Metthew, e lui invece ne capisce di più e viene affascinato maggiormente da tutto questo. Mi scatta una foto con la statua di Gaudí, e alcuni pensieri passano nella mia mente. Quest'uomo è immortale, una leggenda e verrà ricordato per sempre nei secoli a venire.
    Ma chi era? Chi amava? A cosa era devoto oltre all'architettura? Inizio a ricordarmi del momento ad Islares quando osservai Megan scrivere.
    Non mi importa della fama e non mi interessa dell'immortalità, forse è davvero la condivisione della propria vita con qualcuno di speciale che da un senso a tutto questo incredibile, caotico, e dispersivo casino chiamato 'vita'.
    Essere importante per qualcuno.
    Raggiungo gli altri seduti in un parco bellissimo in cui ritrovo anche Lukas e mi unisco ai loro discorsi e bevo anche una birra offerta da Chris. Devo dire che si è ambientato benissimo e che è già ben voluto da tutti. Non cenerà con noi perché preferisce prendere qualcosa al supermercato; lui è sicuramente più intelligente di noi.
    La cena a base di patate e uova fritti è perfetta e il casino che facciamo in questo locale in piazza è memorabile. C'è anche Axel con noi e un argomento, tra i tanti, sono le parolacce in altre lingue, specialmente in greco.
    Quando la conversazione vira su Star Wars (piace a tutti tranne ad Ale) scopro che Johann è affascinato da Jabba The Hutt e le risate mie e di Alessandro per questi insoliti gusti sono infinite ma sincere e piene di gioia.
    Forse mi vede un po' giù e mi avverte nuovamente 'tu sogni cose impossbili'. Ma se questa piccola cosa è impossibile allora cosa devo sognare?
    Rifacciamo nuovamente per l'ennesima volta la salita che porta all'albergue ed è tempo di dormire.
    Il mio umore è proprio così, fatto di alti e bassi, gioia e sconforto, come la salita di questo ostello in culo al mondo fatta cento volte, dove si è spesa un'altra giornata della mia vita in cammino.

    PS: Johann, ma con tutti i personaggi disponibili, proprio Jabba The Hutt!?🤭
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  • Jour 17

    Colombres & 'Where Is the F.ing Camp?' 2

    10 juin 2022, Espagne ⋅ ⛅ 20 °C

    "Y Yo casi te rozo'
    (Vanesa Martin)

    Mi sveglio nel mio letto a Comillas e l'umore non è dei migliori; un altro roncadores ha dato il meglio di sé nella notte dalle 9 alle 5 della mattina, così tanto che mi sembrava di essere nella canzone di Dolly Parton.
    Sistemo tutto lo schifo nel mio zaino e sono pronto per la colazione comune.
    Sono in un tavolo diverso da quello degli altri e parlo solo con Johann. Oggi è una giornata no, e lo capisco subito dai primi metri. Percorriamo un lungo viale alberato ma non riesco a stare al passo con gli altri e non mi va nemmeno di fare troppa conversazione. Segue una scorciatoia che ci porta in un bosco molto bello dove possiamo ammirare anche un elegante Golf Club. Chiedo a Megan se va tutto bene ma mi risponde che è normale per lei essere silenziosa la mattina.
    Capisco l'antifona, rifiuto l'offerta del dottore e vado avanti per i cazzi miei.
    A San Vicente lo scorcio naturale non è per niente male e i miei compagni si fermano per uno spuntino, anche se la deviazione ci fa perdere 40 minuti del nostro tempo, considerando anche che ci perdiamo per ritrovare il cammino.
    Ognuno è per i fatti suoi con la propria musica e abbiamo ritmi completamente diversi lungo questa strada assolata e senza fine. Oggi siamo rette parallele che non si incontrano mai.
    E poi a dirla tutta sto iniziando a non capirli più quando parlano in gruppo tutti insieme e la mia voglia di impegnarmi non è più al massimo livello. Le differenze culturali e di esperienza stanno emergendo in maniera perentoria.
    Mi devo fermare, per la prima volta mi sento a pezzi e svuotato da ogni tipo di energia ed il sole contribuisce a farmi stare peggio. Mi siedo sulla prima panchina disponibile e vengo superato da ogni altro maledetto pellegrino su questa strada di merda. Prendo 5 minuti per me e poi provo a ripartire. Ma il corpo non parte e la mente sta peggio: è il mio primo breakdown lungo il cammino dai tempi dell'albergue di Mazarife dove Monica, io e Thomas ci siamo detti di tutto.
    È un blocco totale e non riguarda solo i sentimenti di questo cammino, ma la mia vita in generale e tutti problemi che mi hanno sempre caratterizzato. Vorrei piangere, urlare, prendere a pugni qualche albero, ma faccio l'unica cosa che devo fare e che posso fare: camminare.
    Quando pensi di non farcela l'importante è non fermarsi ma mettere un passo dopo l'altro e cercare di limitare i danni.
    Come ho detto nelle puntate precedenti, può sempre succedere qualcosa di meraviglioso, no?
    Forse oggi non è la giornata giusta per essere ottimisti.
    Raggiungo gli altri che non tengono più un buon ritmo e ci ritroviamo tutti in un paese sperduto tra i boschi dove abbiamo finalmente il nostro pranzo. Prendo due boccadillo giganteschi e per questo vengo preso in giro per tutta la giornata, ma ho un problema col cibo e non ho nessun problema ad ammetterlo.
    A pranzo si parla di appuntamenti e di differenze di età nella coppia, per Megan va bene anche 10 anni più vecchio, Ale invece preferisce frequentare gente più giovane. Io non ho niente da dire in merito e sinceramente non mi interessa più di tanto l'argomento.
    Quando ripartiamo scorgiamo dopo un po' i Picos De Europa e questo significa che le Asturie sono davanti a noi e ci aspettano. Cara Cantabria, il tuo slogan sarà anche Cantabria Infinita, ma sei finita davvero presto e te ne sarò davvero grato per questo.
    Mi accodo a Megan che è rimasta indietro come me e tra una parola e l'altra sotto il sole cocente e la strada senza fine, il suo umore e anche il mio migliorano un po'.
    È vero che non parliamo tantissimo, ma adoro quando si apre con me ed inizia a fare i monologhi sulla sua vita, sui problemi a casa e sulle sue speranze.
    Uno dei problemi è la richiesta dei genitori per un nipotino, ma lei nonostante l'età non vuole forzare la cosa ed io la sostengo in pieno. Se dovrà accadere, allora succederà. Ognuno è come è, la nostra vita ci appartiene e non dobbiamo rendere conto a nessuno.
    Parliamo anche delle volte nella sua vita in cui è stata arrabbiata e di quella volta sul suo posto di lavoro.
    È come me, ce ne vuole per farla arrabbiare ma quando succede, diventa un terremoto e fa valere le sue ragioni.
    Mi dice anche che questo cammino le sembra migliore dell'altro, per via del suo momento difficile dell'epoca e dei suoi continui up and down emozionali di allora.
    Se solo sapesse quanti ne ho io adesso; è evidentemente un problema comune.
    Mi confida inoltre che avrebbe voluto lasciare il gruppo del suo primo cammino per evitare di cascare in quella relazione che poi è effettivamente successa.
    Spero di arrivare a Santiago con lei e con gli altri, ma ho il presentimento che ciò potrebbe non accadere.
    Che ognuno faccia come gli pare.
    Stiamo percorrendo Colombres, quando in una città completamente fantasma un uomo completamente vivo e vegeto tra le altisonanti note di funiculi funicula ci chiede se vogliamo dell'acqua. Rifiutiamo gentilmente, ma rimaniamo sempre sorpresi di quante gentilezza ci riservi il popolo di questa terra.
    Oggi dormiremo in un camping fuori Colombres e percorrendo le ultime colline piene di salite dopo una giornata con così tanti chilometri Megan esclama 'fuck the Hills and where is the fucking camp!?'. Adoro quando si lascia andare.
    Ci risiamo la maledizione del camping colpisce ancora, e sta diventando una saga come Star Wars o Harry Potter, solo più faticosa e meno divertente.
    Ma il posto alla fine è stupendo e abbiamo pure la piscina.
    Risuonano nella mia mente le parole di Gotzon, l'hospitalero di Zarautz:'voi non siete veri pellegrini'. Inizio a pensare che potrebbe avere ragione.
    Dopo la piscina e la doccia è il momento della cena, offerta da Megan e cucinata da Johann.
    È una pasta davvero buona nonostante le battute si sprechino.
    Ma è l'ultima serata di Johann con noi, e non abbiamo intenzione di trattenerci o avere freni. Beviamo troppo ed inizia una battaglia karaoke con musica italiana e inglese tra i miei compagni di viaggio, tra Vasco, Max Pezzali ed i Backstreet Boys. Tutto finisce miseramente quando vengono rimproverati dai padroni del camping🤭. Io sono costretto ad andare a letto prima, ho bevuto più del mio limite e non mi sento bene. Non sono ubriaco ma mi gira la testa. Alla fine Megan ha insistito per il divano, secondo me non si fida completamente di noi.
    Johann hai avuto una bella serata di addio e te la sei meritata tutta.

    PS: Chris insiste per fare insieme una via ferrata nel suo paese ad agosto. Mi piacerebbe rivedere tutti, ma anche se ne avessi la possibilità si sa come funziona, le promesse sul cammino sono solo aria che esce dalla bocca. Dico bene, Thomas?
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  • Jour 18

    Llanes e La Legge Di Murphy

    11 juin 2022, Espagne ⋅ ☁️ 18 °C

    "Ne io ne tu, nessuno può colpire duro come fa la vita perciò andando avanti non è importante come colpisci.
    L'importante è come sai resistere ai colpi,come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti...così sei un vincente!"
    (Rocky Balboa)

    Oggi giornata completamente senza senso, scialba, noiosa fino alla fine, quando il senso arriva attraverso un messaggio whatsapp che mi fa stare così male come non credevo fosse possibile.
    È stata una giornata di decostruzione dei rapporti per quanto mi riguarda, e non ho aggiunto molto al mio album dei ricordi o alla mia crescita personale.
    In breve, tutto inizia con una giornata piovosa.
    Piove fuori ma anche un po' dentro di noi perché diciamo addio a Johann ed io non riesco a trattenermi. E' Il primo amico del cammino che ci lascia davvero: con Lucille non avevamo legato in questo modo. Vederlo prendere la direzione opposta alla nostra e osservarlo in lontananza camminare con quel suo modo, allo stesso tempo tenero e sicuro, mi dà un colpo al cuore.
    'I'm not so good at Goodbyes' canterebbe Sam Smith.
    Oggi siamo sulla costa e il paesaggio è mozzafiato nonostante il tempo, anzi viene impreziosito da queste nuvole che portano la pioggia. Chris ha i miei stessi pensieri, che sono un po' i pensieri di tutti ed esclama:'ma cazzo è l'Irlanda'.
    Bene, nemmeno cinque secondi e 'Molly Malone' risuona dalla mia voce afona e sguaiata.
    Arriviamo in una sidreria ed è tempo di un altra mia prima volta nel cammino: bere il sidro asturiano dopo aver provato la tecnica dell'escanciada, miseramente fallita.
    Restiamo al locale molto tempo perché veniamo raggiunti da un acquazzone estivo improvviso e abbastanza veloce, che ci consiglia caldamente di starcene dentro all'asciutto.
    Ale è molto avanti ed ha acchiappato un gruppo di francesi con cui pranzare, ed io onestamente con gli altri non parlo molto. La discussione piu interessante riguarda i Pokémon perché sia Chris che Matthew con questi ci sono cresciuti da bambini. Insomma, siamo messi bene.
    Oggi Megan sembra avere in testa i suoi problemi e non mi spiaccica mezza parola, ne adesso ne lo farà a cena.
    È il suo cammino e sono le sue regole, se avrà bisogno ci sarò.
    Spero solo di non averle fatto niente perché da ieri il suo umore e anche il suo modo di fare nei miei confronti è totalmente cambiato. Parliamo solo quando col GPS dobbiamo trovare l'albergue,per il resto siamo stati come due fantasmi o come due sconosciuti nel mondo fuori dal cammino.
    In albergue Ale dice che è colpa mia che ci sto troppo attaccato. Amen, il maestro ha parlato ed io posso solo chinare il capo in senso di devozione.
    Lascio andare gli altri a fare compere per domani e a scegliere un ristorante mentre scrivo un po' e mi occupo di lavatrice e asciugatrice.
    Li raggiungo per la cena ad una tavolata gigantesca di gente di cui non me ne frega un cazzo, dove mangio solo delle patate ali oli per risparmiare mentre loro vanno di menù strameritato per le fatiche di questi giorni.
    Parlo con Axel dopo settimane e si apre maggiormente dopo aver bevuto un gin Martini. Scopro che la relazione ed il cammino con suo padre Valdemar lo stressano tantissimo e che è contento di essere per stasera in libertà. Mi dice inoltre che è felice di questa pausa dalla sua vita, dai problemi, dal pensare alle cose materiali, ai soldi e allo stress familiare e lavorativo. Alla fine, forse il modo di vivere semplice che sto ricercando non sembra così sbagliato.
    Ascolto tutto questo, e tutti gli altri ridere e scherzare quando mi arriva il messaggio che mi ha ucciso dentro.
    Lory e Carola hanno perso il bambino.
    Ora, caro lettore fantasma, mi potrai drire che è una cosa normale e che non è inusuale che una coppia possa perdere il bambino in procinto di nascere.
    Gli scherzi del destino possono accedere, no?
    Ma quando una coppia che senza alcun problema di sorta non riesce ad avere figli, spende migliaia di euro in trattamenti e alla fine per quattro fottuti mesi quella speranza cresce e divampa e poi muore come dovrei sentirmi? E come dovrebbero sentirsi sopratutto loro?
    È come se stessi spegnendo le candeline e ad un tratto la torta scomparisse senza alcuna ragione, senza alcuna spiegazione.
    Mi alzo e corro via, non posso stare più in quella tavolata, devo fare subito quella telefonata.
    Penso a quanto tempo spreco per i miei piccoli problemi, a pensare a quello che mi manca invece di apprezzare il poco che ho.
    Penso al tempo sprecato a immaginare la persona che non sono invece di migliorare l'io che sono già.
    'Se qualcosa può andare storto, lo farà' riassume la legge di Murphy ed oggi è andata proprio così.

    PS: scrivo queste parole nel mio letto. La musica nelle cuffie di Matthew è troppo alta ed io percepisco che sta ascoltando 'Il cielo è sempre più blu' di Rino Gaetano. Gli insegnamenti musicali di Chris avranno fatto colpo.
    Ma oggi il cielo non è stato blu, ne fuori ne dentro di me.
    Ma se ad ogni azione c'è una reazione uguale e contraria, domani sarà una giornata meravigliosa.
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  • Jour 19

    Piñeres e Il Cammino Della Noia

    12 juin 2022, Espagne ⋅ ⛅ 19 °C

    "He abierto mis ojos...
    ...cancelando mis enojos"
    (Vanesa Martin - 90 minutos)

    Mi sveglio nel mio letto a Llanes ancora colpito per quello che è successo ieri. La mia sveglia ormai suona puntuale alle 6.30 ma la ignoro e rimango sdraiato in coma, non ho voglia di alzarmi. Oggi dovremmo fare solo 20km e penso che potrei partire un po' più tardi, ma poi il richiamo della colazione è forte e mi alzo insieme a tutti gli altri. Nonostante tutto non ho dormito male se non fosse che alle 3 di notte Matt ha iniziato a dondolare con le gambe nel vuoto dal letto di sopra.
    Conoscendo il personaggio non vado a chiedermi il perché.
    Mi ripropongo oggi di essere allegro e di lasciare la tristezza a chi ha davvero problemi più grandi.
    A colazione e durante la giornata se qualcuno mi chiederà come sto, avranno solo sorrisi ed un 'sto bene'.
    Alla fine certe domande lasciano il tempo che trovano e fanno parte solo di un gioco di cortesia.
    Come stai non significa niente, magari si dovrebbe chiedere agli altri 'sei felice?'. In questo mi piace molto Lukas perché è diretto e non fa troppi giri di parole.
    Oggi cerco di tenere il mio ritmo, il mio ritmo vero.
    Per questo faccio moltissima strada per conto mio tra vari boschi di eucalipto e passo il tempo cantando a voce alta e pensando agli affari miei.
    Tutto questo col sorriso sulla faccia; non è un modo per allontanarsi definitamente dai ragazzi ma per avere il mio spazio.
    Monica mi dice che empatizzo troppo con gli altri, forse il mio equilibrio viene turbato dall'umore delle altre persone e mi fa vivere i miei giorni sulle montagne russe. Sono come una spugna, il Peter Petrelli di Heroes, solo che invece di assorbire superpoteri assorbo emozioni.
    Lo scambio di energie tanto decantato da Alessandro a volte a me dà il problema inverso, e mi svuota completamente e mi rende apatico. Perché magari quest'energia va in una sola direzione.
    Non voglio che un'altra persona sia il mio carburante su questo cammino e a volte è importante imparare anche il distacco. A volte mi condiziono troppo.
    Ma quello che è successo ieri mi ha ricordato una cosa: sono qua per camminare.
    Il paesaggio non è niente male ma è una giornata noiosa ma talmente noiosa che non posso non rendere omaggio a tutta questa noia e intitolare in questo modo l'episodio di oggi.
    Vedo un paesaggio incredibile di una spiaggia ai piedi di una scogliera e tutta la mia velocità e la mia 'fretta' spariscono.
    Passo qua 10 minuti a guardare il mare e nel mentre vengo raggiunto da tutti gli altri che mi chiedono se va tutto bene.
    Ovviamente la risposta è affermativa e sono contento di vederli tutti felici e sereni. La camminata di oggi è davvero una passeggiata senza fatica, senza grandi dislivelli, e per quanto mi riguarda ( a parte qualche piccolo scorcio) senza meraviglia.
    Ale sembra avere le mie stesse sensazioni, mentre l'umore di Megan oggi sembra essere di nuovo in equilibrio anche se non parliamo mai da soli e non ci scambiamo mai nessuna parola direttamente.
    È tempo per lei di aprirsi con tutti gli altri, del gruppo e non, ed il mio lavoro di confidente 'temo' sia finito per sempre.
    Va bene così, il cammino insegna anche a lasciare andare ogni attaccamento e d'altronde siamo tutti pellegrini verso Santiago. Ognuno di noi vale uno, e raramente nasce qualcosa di davvero speciale.
    Manca poco all'albergue, e decidiamo di fermarci per pranzare dato che non aprirà prima delle 14.30.
    Mangio il mio hamburger mentre ascolto gli scherzi degli altri, raramente domando o racconto aneddoti.
    L'ostello è letteralmente in mezzo al nulla accanto ad una piccola chiesa di passaggio. Non esiste nulla qua, ne supermercato ne bar ne ristoranti, ma la vista sulla valle sottostante non è niente male.
    L'hospitalero ci racconta quanto è difficile farsi aiutare da queste parti e fa il paragone con Guemes; li è facile aiutare e fare festa, qui non ci vuole finire nessuno.
    Sono appoggiato sul muretto della chiesa mentre scrivo queste parole mentre tutti sono dentro chissà con chi o a fare cosa, ma non mi importa.
    Non so come mangerò sta sera ma non mi importa neanche questo.
    Oggi mi fermo in quest'attimo, dove il verde della valle incontra il marrone delle montagne coperte dalle nuvole.
    Quest'attimo è solo mio.

    EDIT: Non abbiamo una vera e propria cena ma ognuno mangia le cose comprate il giorno prima. Io butto tutti i miei soldi al distributore automatico.
    Chris, che è un buon insegnante in tutto, prova ad insegnare a Megan, Axel, April e al Chris tedesco a giocare a briscola in 5 e alla fine i ragazzi rimangono quasi tutti soddisfatti.
    È divertente notare la differenza di entusiasmo tra Axel e Megan: il primo sembra annoiato mentre Megan sembra una bambina felice a cui hanno regalato un gioco nuovo e non riesce a togliersi il sorriso dal suo bel volto.
    Cioè, ma seriamente proprio briscola!?🤭
    In seguito mi pone qualche domanda ( anche se io non sono particolarmente disposto e l'inglese non mi esce) e sembra felice e rilassata; i pensieri di ieri sembrano svaniti finalmente.
    Noto questa somiglianza nel nostro carattere ma lei gestisce meglio i momenti di sconforto per la maggiore esperienza.
    Domani sarà dura e non so quanta voglia di camminare mi è rimasta, quando Monica leggerà queste parole sono sicuro che mi vorrà uccidere.
    Ma nel cammino come nella vita non tutti i giorni sono uguali.

    PS: Johann mi manchi!
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