"We are all broken, that’s how the light gets in”
Viaggiatore nelle intenzioni.
Il Programma: non avere un Programma
🎒✈️💚☘️🎾👟🇮🇹🇪🇦🍦🥘🍝
Sogno un giorno in cui non vivremo solo per pagare le bollette.
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Messina, Italia
  • Day 32

    Miraz e 'The Two Door Riddle'

    June 25, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 15 °C

    "Ti donerei i miei occhi
    perché tu possa vedere
    Il buio antico del mio cuore"
    (Fiorella Mannoia - Se solo mi guardassi)

    Oggi sveglia presto (almeno per i nostri standard), alle 5.45 tutti iniziano ad alzarsi e a fare rumore.
    Ci aspettano 34km ed è ufficialmente la giornata più lunga di tutto il nostro cammino.
    Bene, non mi resta che fare lo stesso e a malincuore lascio un altro bellissimo letto che non vedrò mai più.
    Sono in ritardo e mentre prendo il mio caffè gli altri decidono di partire su mio consiglio, io non ho fretta e per me loro possono andare.
    Solo Matt mi aspetta, più che altro perché è col telefono di Axel e sta sfruttando il WiFi. Il suo telefono lo ha abbandonato completamente e ora è preoccupato per il lavoro, i contatti che ha perso e ogni piccola grande cosa che ormai facciamo col cellulare.
    Siamo degli schiavi consapevoli.
    Quando partiamo teniamo un buon ritmo e passo tutta la prima parte del cammino insieme a lui.
    Gli chiedo come va il cammino e che sentimenti stia provando in questo momento. Mi dice che sta passando dei bei momenti e che in tutto quello che verrà dopo prenderà quello che potrà prendere. Non ha programmi fino a Novembre.
    Mi pone un indovinello famoso riguardante due porte, e la mia testa va in fumo perché è talmente difficile e interessante che non riesco a pensare ad altro. Non riesco a pensare al paesaggio; anche oggi i soliti boschi ci fanno compagnia in questo eterno verde ritorno che sembra non finire mai.
    Ho in testa solo l'enigma. Al primo bar ne parliamo anche con Chris e tutti gli altri, ma nessuno sembra trovare una soluzione.
    Chris e Matthew camminano insieme mentre io sono un po' più indietro cercando di raggiungerli, non ho voglia di sentire le confidenze di Erika a Megan riguardo relazioni e problemi di vario genere. Lei parla troppo forte, e con quell'accento inglese capisco meno del solito.
    Raggiungo i due compari che stanno ancora parlando dell'enigma e una cosa che dice Chris mi fa accendere la lampadina. Alla fine a fatica e con ragionamenti contorti riesco a risolvere l'indovinello e finalmente il mio cervello è libero.
    Abbiamo il pranzo in un bar ed io mangio un boccadillo di tortilla mentre i miei compagni vanno avanti a cerveza e pincho di pulpo gratis.
    Fuori piove, o meglio il tempo decide di non farci capire niente e inizia e smette in continuazione.
    Avrò messo e tolto l'impermeabile 5 o 6 volte.
    Considerando che la pioggia è in aumento tardiamo a ripartire, e Matthew e Lukas ci sfidano a biliardino: Ale è il mio compagno.
    Perdiamo miseramente e senza orgoglio 5 a 3 e le battute si sprecano.
    Quando ripartiamo seguiamo una lunga autostrada dove dovremmo trovare la pietra miliare con il km 100.
    Piccolo problema, la pietra non esiste, o meglio...segna 99.994 km da Santiago.
    'Lintelligenza' delle persone non smette mai di stupirmi.
    Dunque il francese ha un km 100 ma il cammino del nord è di serie B😅
    Qualcuno deve aver avuto i miei stessi pensieri e deve aver agito: a qualche metro di distanza c'è un ammasso di pietre improvvisato con la scritta 100km.
    Non facciamo la foto con la pietra miliare ufficiale ma goliardicamente Ale, il Red ranger, prende in mano il sasso con la scritta 100 e tutti insieme sorridiamo nella foto.
    Sicuramente non bella, sicuramente poco ortodossa ma nostra per sempre.
    Lungo l'autostrada il gruppo si sfalda ed io cammino da solo, i ragazzi sono davanti mentre lascio da soli Axel e Megan che sembrano ormai molto uniti e che, ho il sospetto, con me intorno sono più silenziosi di quando siano quando sono tra di loro.
    Anche se il paesaggio è bellissimo, con molti alberi giganteschi e pieni di edera che sono una meraviglia per gli occhi insieme alla pioggia che cade copiosa, mi sto fracassando le palle a camminare in solitaria.
    È quasi Luglio e ci sono poco più che 12 gradi fuori, mentre notizie da casa mi dicono che si stanno sfiorando i 40.
    Sono grato di essere qua e oggi per la prima volta sfodero il pile che non ho mai usato.
    In pratica questo è il gennaio che abbiamo in Sicilia.
    Incontro Ale dopo un po' che è stanco morto e non smette di lamentarsi, alla sua maniera piena di battute, ma sempre lamentele sono.
    Facciamo l'ultimo tratto insieme e arriviamo all'albergue di Miraz gestito da due volontari ( credo inglesi ) grossi come armadi.
    A Megan non stanno in simpatia per una battuta di uno dei due che ha detto che gli piace questo 'lavoro' perché così può vedere le ragazze in leggins.
    La gaffe non mi sembra cosi eccessiva, e non commento oltre.
    D'altronde oggi non ci siamo parlati nemmeno un po', ma lo avevo messo in preventivo.
    Quando ne ha voglia io ci sono, non faccio più il primo passo.
    In fin dei conti non faccio parte degli anglofoni, del gruppo nel gruppo.
    Già non sono divertente e partecipe in italiano figurarsi in inglese.
    Insomma, i problemi di sempre.
    Mi faccio la doccia, mi raso e sono pronto per andare a cena.
    Prendo un altro boccadillo per risparmiare e aspetto che gli altri finiscano i loro Menù. Sono tutti super allegri tranne me e probabilmente la signora del Bar (impressionantemente terribile) e le risate si sprecano e non si contano.
    In particolare quelle riguardanti il leggendario flan che hanno mangiato a La Caridad. Perché come dice Chris c'è una vita prima di quel flan e una vita dopo quel flan. È l'anno zero, come la nascita di Cristo.
    Le stronzate che dice sono colossali, ma piacciono a tutti e anche Megan e Tony, che si è aggiunto alla cena, crepano per le risate. Certe cazzate io neanche le penso.
    La stanchezza e il mio giramento di palle non mi fanno godere in pieno la serata ma mi dico un amen e un ave Maria e non ci faccio più caso.
    Non ci sono novità in tutto questo.
    Forse ho capito che non sono stanco nella mia mente ma soprattutto nel mio cuore.
    Tornati in ostello tutti fanno una sorta di meditazione con Axel mentre io li guardo scettico e basito.
    Sono sicuro che con me non funzionerebbe.
    Fuori c'è ancora il sole mentre scrivo queste poche parole dal mio letto in questa stanza semivuota dove ci siamo solo noi e il padre di Axel.
    Chissà se stavolta Valdemar ci farà dormire...

    PS: Chris ci chiede: 'Do you know the difference between a job and a wife?" La risposta è 'After 10 years the job still sucks'
    Voglio morire.
    E voglio morire quando scopro che in realtà la 'battuta' è di Megan.
    Ok...rimango scioccato ma poi penso, per la prima volta nella mia vita, che venderei mia madre per indagare in fondo a questa celata perversione 😅😅😅
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  • Day 31

    Villalba and 'I Wanna Cook a Risotto'

    June 24, 2022 in Spain ⋅ 🌧 12 °C

    "Vivere soltanto vivere, in quel momento in quel luogo.
    Senza mappe, senza orologio senza niente.
    Montagne innevate, fiumi, cieli stellati.
    Solo io e la natura selvaggia"
    (Christopher McCandless)

    Guardo l'ennesima pietra miliare, segna meno di 140 km a Santiago.
    Questo conto alla rovescia mi sta uccidendo.
    'It's the final countdown' canterebbero gli Europe ma nella mia testa non c'è nessuna musica gloriosa o epica a farmi compagnia.
    Piano piano sta diventando un'agonia costante e sono sicuro che la cosa non può che peggiorare.
    Vorrei avere il potere di fermare il tempo e di godermi per bene ogni attimo; forse è questa la vera ragione per cui scrivo, per ricordare questi momenti che non verranno più.
    Guardo Matt seduto sul pavimento con gli occhi e la mente persi nel vuoto, e mi chiedo se stia pensando le stesse cose.
    Ma se lo conosco un po' sta solo ascoltando il rumore della pioggia che sta diventando sempre più forte.
    La pioggia oggi ci ha accompagnato per gran parte del tragitto, ma raramente è stata forte o fastidiosa.
    Si camminasse sempre così sarei contento e motivato.
    Da bravo siciliano io am... voglio dire, odio il sole forte con tutte le mie forze!🤭🤭🤭
    Oggi la tappa è corta, solo 20km per arrivare fino a Villalba e inziamo con tutta la calma del mondo; non mettiamo un piede fuori dalla porta prima delle 9.
    'You are not a true pilgrims' è il mantra ereditato da Zarautz e continuo a ripetermelo ogni volta che sfruttiamo troppe comodità; per esempio prima di partire mi faccio una nuova doccia.
    Magari non è un male coccolarsi un po' di più.
    Anche il tipo di tragitto oggi ci aiuta, completamente piatto e in mezzo ai boschi; di meglio non posso chiedere.
    La Galizia non delude mai e penso, ancora una volta, che sarebbe un bel posto in cui vivere.
    Sono con Axel, Blondie, e Megan e cerco di camminare al loro passo pur facendomi gli affari miei.
    Quando mi trovo un po' più avanti Megan mi sorprende e mi chiede:' stai bene? Ti ho infastidito in qualche modo? Ho notato che negli ultimi giorni hai preso le distanze, ho fatto qualcosa? Perché stiamo arrivando a Santiago e non voglio avere problemi con nessuno."
    Io rispondo vagamente, un po' per la sorpresa e un po' per la lingua:' no ero solo stanco, e a volte ho solo bisogno di riposare. Un po' come fai tu quando la mattina metti le cuffie.'
    Ovviamente sono un coglione,perché potrei dire molto di più su quello che ho provato negli ultimi giorni, su quello che mi è piaciuto e non mi è piaciuto del nostro 'rapporto'.
    Allora calco un po' la mano e le pongo la stessa domanda: 'ed io ti ho infastidito? Sai perché mi sono reso conto che sono troppo premuroso con te, per esempio ti aspetto sempre ecc'.
    Lei ci mette un po' a capire le mie parole ed io uso il traduttore ma 'premuroso' non ha un corrispettivo preciso in inglese e quando 'riusciamo a capirci' mi risponde soltanto che non se n'è resa conto.
    Ok caro lettore fantasma, ma mi sta prendendo in giro? O è solo una maniera diplomatica per evitare problemi?
    Con chi parlo parlo è palese che io sia molto 'attento' nei suoi confronti ma adesso lei mi dice che non l'ha notato.
    Amen, non è questo il tempo e il luogo per dirle che la trovo fantastica e anche questa volta rimando e vado avanti.
    Concludo dicendo che non amo stare da solo e che potrà sempre chiedermi ciò che lei vorrà quando lo vorrà.
    Parliamo per molto tempo e per molta strada, come non ci accadeva da settimane. Parliamo dell'arrivo a Santiago, delle emozioni che avremo e di quelle che abbiamo avuto nel cammino precedente, di quelle che non vuole ricordare e di come sarà il suo mese da hospitalera.
    È il suo anno questo, e sono sicuro che lo vivrà alla grande.
    Quando è così allegra è una gioia per gli occhi.
    Mi soffermo su questi dettagli perché oggi c'è molto poco da dire in fin dei conti; per quanto bello, il paesaggio è sempre lo stesso e non lo descriverò ulteriormente.
    Chris mi dice che non si sente stimolato da queste tappe così, e non vede l'ora di arrivare alla meta finale. Da una parte lo capisco, ma sono sicuro che se anche volessi che tutto questo finisse( come due giorni fa) so che appena metterei piede in Sicilia me ne vorrei scappare a nuoto pur di tornarmene qua.
    Dopo una piccola pausa in un caffè, siamo pronti alla parte finale della tappa e mi devo sorbire Chris, Megan e soprattutto Erika parlare di relazioni e degli approcci degli uomini.
    È un argomento che odio, perché in qualunque modo l'uomo faccia alla fine sbaglia; e della conversazione l'unica cosa che mi interessa sono le opinioni e le esperienze di Megan ma che per la barriera linguistica non riesco a cogliere fino in fondo.
    Quando arriviamo a Villalba il pueblo è una città fantasma, tutto è chiuso per San Juan e la gente sembra essersi teletrasportata tutta da un'altra parte. Chris vuole fare il suo risotto stasera ma trovare un supermercato aperto non sarà facile. Ci registriamo all'albergue, doccia e subito a mangiare qualcosa per pranzo.
    Troviamo un piccolo negozio di Kebab aperto e il cibo che prendo sembra il più buono mai mangiato sulla faccia della terra.
    Come ricorda Chris 'la fame è il miglior condimento'.
    A noi si è unito Lukas, che ci ha finalmente raggiunto dopo giorni di rincorsa interminabile.
    Sta male, ma male davvero.
    Sembra influenzato ed io sto iniziando a pensare che ci sia qualcosa nell'aria, perché anche l'italiano, Franco, che c'era nell'albergue di ieri aveva gli stessi sintomi.
    Se dovessi stare male e non arrivare a Santiago con gli altri sarebbe uno scherzo del destino troppo duro da sopportare.
    Torno in albergue e mi metto al letto; sto in dormiveglia per un po' fino a quando Chris non mi sveglia per andare a trovare un supermercato aperto.
    Ci fermiamo in un bar del pueblo fantasma e mi offre una birra nell'attesa che il supermercato apra.
    Per inciso, il market è davvero piccolo e non molto fornito e per fare il risotto dobbiamo improvvisare e trovare ingredienti sostituitivi.
    Il mio aiuto in cucina stavolta è un poco più limitante perché non ho idea di come si faccia un risotto ma, alla fine, di il mio contributo ugualmente e sono contento di aver imparato una cosa nuova.
    Il risultato secondo me è più che soddisfacente e diamo da mangiare al gruppo più Axel; purtoppo Chris ha dovuto tagliare fuori Valdemar, Lukas e il suo amico perché la pentola non era abbastanza grande per 10 persone.
    La cosa non mi è piaciuta ma preferisco non parlarne più.
    Il proprietario dell'ostello canta qualche canzone con la chitarra, tra cui Volare, Bella Ciao, Mariposa Tracionera, e la canzone 'ufficiale' del cammino, 'Lodo' per la gioia e la sorpresa di tutti i presenti.
    Successivamente lavo i piatti mente Axel DJ lancia brividi di nostalgia a tutti i ragazzi del gruppo scegliendo con cura canzoni degli anni 80/90, e anche Megan si lascia andare canticchiando al suo solito. La ragazza che ho incontrato a Deba molto composta e riservata adesso è cambiata e la sera si apre un po' di più senza perdere però la sua grazia innata.
    A volte mi perdo a guardarla, e la mia concentrazione in questo mi ricorda lei che scruta l'ambiente circostante per disegnare qualcosa sul suo quaderno.
    Ok ammetto che la cosa è inquietante.
    Domani ci aspetta la tappa più lunga di tutto il cammino, ben 34 km: non ho alcuna voglia di alzarmi alle 5.30😅
    Oggi è il 24 di Giugno e nella mia vita è sempre stato un giorno speciale. In questo giorno, molto indietro nel tempo, ho dato il mio primo bacio e sono arrivato a Santiago la prima volta. A volte le coincidenze ti fanno pensare che ci sia qualcosa di più grande a muovere i fili del destino.
    Sono passati 4 anni...sembra ieri.

    PS: una ragazza straniera mette su Spotify 'A Te' di Jovanotti e Chris ricorda 'questa l'ho dedicata alla mia ex'.
    Chissà se in fin dei conti, sotto la sua armatura fatta di ironia e battute sagaci, è un tenerone anche lui...
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  • Day 30

    Abadín y 'Mucha Suerte Chicos'

    June 23, 2022 in Spain ⋅ 🌧 15 °C

    "Gli altri segneranno però, che spettacolo quando giochiamo noi, non molliamo mai"
    (Max Pezzali - La dura legge del gol)

    Oggi ho avuto un deja vu, mi sono ritrovato per un attimo nel mio letto ad Irun dove tutto è iniziato e dove non ho dormito molto bene.
    Sapete perché? Valdemar.
    Il suo nome ormai è un taboo, è un Voldemort dei nostri tempi, colui che non deve essere nominato, temuto da tutti i pellegrini.
    Alle 4 del mattino suona la sua sveglia ed in quel preciso momento nel mio dormiveglia capisco che non dormirò mai più.
    Il tempo è un sistema ciclico e circolare, e la storia tende a ripetersi.
    E così che sento le buste di plastica di Valdemar muoversi e fare il solito casino preannunciato tanto che Ale ad un ora imprecisata urla 'please stop!'.
    Rido nel mio letto per non piangere.
    Sono le 7 e mezza quando partiamo tutti insieme, c'è Tony con noi e siamo, al solito, come una squadra di pallone che sta risalendo la montagna.
    La tappa di oggi nasconde delle incognite, sopratutto per quanto riguarda il kilometraggio: abbiamo pareri discordanti secondo le guide e di conseguenza non ho un'idea precisa dello sforzo che andrò a compiere.
    La prima parte la passo con Axel e Megan, più perché abbiamo un ritmo simile che per altro.
    Lei racconta di tutte le cose strane che le sono accadute nella pasticceria in cui lavorava a Portland, ed io stento a credere che una paese ricco e 'civilizzato' come l'Oregon possa avere questi gravi problemi.
    In questa prima parte il paesaggio è un po' brullo e non mi piace particolarmente, passa da piccoli paesini e piccoli agglomerati di case, e le campagne rigogliose le abbiamo lasciate indietro.
    Raggiungiamo tutti gli altri in un caffè, dove mi siedo al tavolo con Fabi e Sandra; anche se non parliamo molto voglio stare un po' in loro presenza perché le lancette girano e mancano poche ore alla loro partenza.
    Il motivo dei vari kilometraggi è presto detto: c'è un bivio che divide il cammino in due tracciati completamente opposti nelle loro caratteristiche.
    La prima opzione ti permette di non avere dislivello ma allunga il percorso di quasi 5 km; la seconda opzione è un cammino più corto ma con una pendenza molto importante tutta in una volta. Noi scegliamo la via più corta ma più dura e col senno di poi sono contento della scelta fatta.
    La salita sembra senza fine ed io la percorro tutta insieme a Sandra; questo mi dà sollievo perché parlare con qualcuno ti aiuta a non concentrarti solo sulla strada e sulla fatica.
    Parliamo un po' di musica e di relazioni, e mi parla di come sta cercando piano piano di fare aprire un po' di più Fabi che è una persona molto sensibile ma che è abituato a nascondere bene le proprie emozioni.
    Nel mentre Chris e Matt ci sfrecciano accanto cercando di arrivare in cima correndo.
    Sono in mezzo ai pazzi completi e vaccinati; ma d'altronde da gente che si mette a fare i push-up dopo una giornata di duro cammino cos'altro potrei aspettarmi?
    In cima il panorama è bellissimo ed io ho un altro deja vu: mi sembra di essere tornato sui Pirenei nella prima tappa del cammino francese. Pale eoliche in mezzo alle nuvole sovrastano le verdi colline, e la strada è una linea minuscola che si perde a vista d'occhio nell'orizzonte.
    Chris adora questo paesaggio e noi lo troviamo steso sull'erba a riposare dopo lo sforzo appena fatto.
    Adesso dobbiamo solo scendere fino al paese seguente dove spero di trovare riparo e un posto caldo.
    Cammino con Ale e Fabi e successivamente con Chris cercando di andare più veloce possibile perché il tempo non è buono e adesso sta anche piovendo abbastanza forte.
    Sono un pulcino bagnato e infreddolito e quel bar che ci salva all'inizio del paese è una manna dal cielo, un luogo sicuro e accogliente per il riposo del pellegrino.
    Prendo l'ennesimo caffè e mangio un boccadillo.
    Ci siamo tutti tranne Axel e Megan e ogni tanto sbircio dall'ingresso per vederli arrivare. Non sono preoccupato, sono forti quanto noi e sono sicuro che la pioggia per loro non è un problema.
    Ale mi dice: 'che fai aspetti la tua Maggie?' ed io imbarazzato e anche un po' infastidito rispondo 'di sicuro non è mia'.
    Christopher gli dice scherzando 'sei proprio un cabron' e probabilmente sa qualcosa che mi sfugge.
    Gli scherzi su questo argomento non mi piacciono, e li trovo abbastanza fuori luogo. Guardo Sandra e Fabi e so che loro mi capiscono.
    L'albergue è solo 1 km più avanti ed io ho assoluto bisogno di fare una doccia perché ho freddo da morire; tanto il bus dei miei amici non partirà prima di un paio d'ore.
    Non è sicuramente emozionante raccontare di quanto una doccia sia stata meravigliosa, ma ehi! sono un pellegrino sporco e infreddolito e per uscire da quel calore rassicurante ci ho messo davvero tanto. Le camere sono molto belle, pulite e con lenzuola comode e per il prezzo pagato possiamo dire che ci è andata bene.
    Andiamo tutti al bar vicino alla fermata del bus, e Fabi prima e Tony dopo ci offrono un giro di birra a tutti. La generosità delle persone è davvero spettacolare e non smette mai di stupirmi; alla fine niente ci è dovuto e anche se possono farlo niente è scontato.
    Il momento dell'addio è commovente e faccio di tutto per non piangere; ma gli occhi sono lucidi anche se cerco di nascondermi. Dovrei imparare da Fabi, lui spende parole di gratitudine per tutti in maniera sobria e controllata.
    Che abbia tutta la fortuna di questo mondo; lui e Sandra insieme.
    Salgono sul bus e quando passa davanti al bar tutti ad agitare le braccia col più grande sorriso possibile, neanche fosse la partenza del Titanic.
    Di Fabi mi ricorderò il suo battersi il petto dicendo 'eso es, si senor', in quella maniera tipica degli spagnoli.
    I suoi 'non lo preguntes' e tutti i suoi modi di dire e le risate divertenti con me e tutti gli altri.
    Di Sandra ricorderò la sua gentilezza, la sua risata improvvisa e immotivata, e il modo in cui guardava Fabi.
    'Mucha suerte Chicos' dico nella mia mente augurandogli quello che non sono riuscito a dire a parole.
    I miei compagni rimangono al bar mentre io faccio un giro alla tienda e compro qualche schifezza per il giorno dopo.
    Faccio qualche chiamata che rimando da qualche giorno e riposo nel mio letto.
    Usciamo tutti per cena e per la prima volta ci uniamo al gruppo di Malcolm.
    Il risultato? È un disastro colossale.
    La cucina non ha abbastanza cibo per tutti, la signora è in confusione totale e non si riesce a capire nulla.
    Il nervosismo e l'impazienza serpeggiano tra tutti i pellegrini presenti.
    Prendo solo un plato combinado ma devo pagare un menù intero. Non ho voglia di fare storie ed accetto la situazione.
    A cena, sono seduto accanto a Megan ma non parliamo mai direttamente, parlo più con Valdemar e da questo capite quanto sia interessante la mia vita.
    Almeno lei sembra felice e come sempre di sera è molto spiritosa e partecipe.
    Io mi limito ad ascoltare la musica di Axel DJ e della sua cassa verde portatile che mi fa sempre ridere.
    Saluto Stefan, il tedesco che ha dormito con noi a Laredo che fa parte del gruppo di Malcolm, che tornerà a casa e non arriverà a Santiago.
    Torniamo all'albergue e scopro che i miei compagni ce l'hanno con Valdemar perché si è riempito il piatto pieno di lenticchie non lasciandole a nessuno.🤭
    Problemi seri...
    Mentre scrivo queste parole sono nel materasso superiore di un letto a castello ( ho lasciato il letto di sotto a Ale) e Megan scrive nel letto opposto dandomi le spalle come se fossimo schiena contro schiena per proteggerci da qualcosa.
    Penso che in questo momento sarebbe molto particolare una foto, con noi due che scriviamo concentrati con solo questi pochi centimetri di struttura a dividerci; l'uno proiettato nella direzione opposta dell'altro facendo la stessa cosa.
    Ovviamente sarebbe strano, o come dice lei 'weird', avere una richiesta del genere.
    Ho sempre pensieri sui mie limiti, sulle mie mancanze e su ciò che vorrei ma negli ultimi due giorni ho raggiunto un equilibrio che mi sta dando un po' di pace.
    Vedo, ascolto, e lascio andare.
    Nessuna speranza mi colma e nessuna disperazione mi atterra.
    So che l'altalena emotiva del cammino colpirà ancora, manca soltanto sapere il quando.

    PS: quindi scopro che a La Isla anche Megan si è lamentata per il mio profumo.
    Ma sono tutte dei cani da tartufo!?
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  • Day 29

    Lourenzá and 'Adios Fabi e Sandra'

    June 22, 2022 in Spain ⋅ 🌧 18 °C

    "Hay bruma en el sexto"
    (Antonio Orozco - Que me busquen por dentro)

    A Ribadeo dormo bene e la partenza è posticipata alle 7.30 per dare il tempo a Megan e Matt di fare colazione all'albergue. Salutiamo per sempre Elena e Giulio a cui non interessa arrivare a Santiago, e cammineranno per la costa in direzione di A Coruna. Elena inaspettatamente mi abbraccia forte ed io lo apprezzo tantissimo anche se, per sta volta, non mostro commozione.
    Spero di rivederla un giorno, ma si sa come vanno queste cose e dopo il cammino ognuno ha la propria vita a cui badare.
    Partiamo tutti tranne Matt che è ancora intento a cercare di finire le tortillas che la signora dell'albergue gli rifila senza pietà.
    Oggi mi sento tranquillo, abbastanza libero e le due dormite di ieri mi hanno fatto davvero bene per recuperare le energie.
    A volte basta soltanto fare un respiro profondo, vedere le cose come stanno e andare avanti mettendo un passo dietro l'altro.
    Le nuove energie mi danno linfa nuova e ne risente anche l'umore, oggi questo è il diario di un uomo senza drammi.
    Nessuna altalena di emozioni, nessun dispiacere e sopratutto nessuna aspettativa.
    Cammino un po' da solo, una buona parte con Chris e la parte finale con Alessandro.
    Megan è dietro con Blondie, il suo piccolo fratellino.
    Oggi il protagonista non sono io, ma la Galizia.
    Che piacere vederla di nuovo in tutto il suo splendore; non capisco chi non ama questa regione.
    Spazi verdi e aperti, colline a perdita d'occhio e anche gli eucalipti che vediamo sono più ariosi, più alti e meglio distribuiti.
    Che spettacolo per gli occhi, queste sono le strade in mezzo alla natura che voglio vedere.
    I quasi 30km di oggi non sono semplicissimi ma le modifiche allo zaino fatte da Axel, in fin dei conti, mi sono servite e le mie spalle ringraziano calorosamente.
    Arriviamo a Lourenzá intorno alle 15 e mentre gli altri mangiano io mi faccio la doccia e riposo un attimo.
    Quando esco per trovare un supermercato, vengo attirato da un piccolo negozio di oggettistica; mi faccio prendere la mano e compro 9 spille uguali per tutti i miei 'amici'.
    Fabi mi dice 'tu quieres mucho' ed io gli rispondo 'non preoccuparti non ti ho mica comprato una casa' e si sente qualche risata qua e là.
    Domani partiranno e questo mi rattrista molto, tutte le cose belle prima o poi finiscono.
    Usciamo per comprare le cose per la cena mentre la parte anglofona del nostro gruppo mangia nel pomeriggio un piatto vegetariano creato da Chris.
    Paga Fabi tutto quello che prendiamo per fare una carbonara, dopo una 'litigata' giocosa con Alessandro per pagare il conto.
    Esco per conto mio per scrivere un po' e vedere se la cittadina ha qualcosa da offrire ma ovviamente la risposta è negativa.
    Anche Megan fa lo stesso e la scorgo seduta davanti ad una chiesa intenta a scrivere il diario. Oggi la nostra amicizia è rimasta nel confine della 'cortesia' e non ci siamo scambiati nessuna parola.
    Allora la invito ad assaggiare la nostra pasta per quando sarà pronta ma il suo 'No thank you' con quel sorriso garbato che sa fare solo lei è la sua risposta.
    Io non sono Ale e non ho i suoi poteri persuasivi; 20 secondi di discussione con lui e lei decide di unirsi a noi per un assaggio.
    La preparazione della pasta non è stata semplice: fornello ad induzione, pentola troppo piccola per un kilo di pasta e troppa poca pancetta per una presentazione decente.
    Tuttavia il risultato è stato più che buono e tutti sono rimasti contenti, da Fabi a Megan a Blondie.
    Peccato che Sandra non ha potuto mangiare per un dolore allo stomaco che si porta dagli ultimi km di oggi.
    Eseguo un brindisi: ' A Fabi e Sandra la pareja mas hermosa de toda la espana' e lui mi risponde ' forse perché non ne hai conosciute molte'. Oggi siamo pochi, c'è meno alcol e meno confusione, e mi sto divertendo molto.
    Per niente al mondo mi perderei l'ultima cena con Fabi e Sandra.
    Litigo con Megan per lavare i piatti perché è sempre stato un mio compito ma lei in qualche modo vorrebbe sdebitarsi. 'Tu hai cucinato' mi dice.
    Le prendo i piatti dalle mani e gioco cercando di frappormi per non farle prendere gli altri rimasti in tavola.
    Ci sfioriamo casualmente e spero non si sia arrabbiata per questo; alla fine le dico 'solo per questa volta' e la faccio vincere mentre mi avvicino per asciugare. Mi dice qualcosa ma nella confusione della cucina a causa degli altri gruppi di pellegrini non capisco molto bene.
    Oggi mi dispensa più sorrisi, non perché vuole qualcosa o perché sia particolarmente ben disposta nei miei confronti, ma perché, credo io, le sia 'dispiaciuta' la mia mancanza di partecipazione di ieri sera e il mio umore sotto i piedi.
    Maledetto destino che ci ha creati così distanti.
    Restiamo ancora un poco per parlare con i nostri amici spagnoli che cercano ogni volta di riempirmi il bicchiere ma io li fermo dicendo 'se continuo a bere non so cosa potrei dire'.
    Meglio così ed tempo di andare tutti a letto perché domani ci aspetta una giornata altrettanto lunga, e recuperare le energie sta diventando sempre più complicato.

    PS: 'Tenemos que ayudarnos unos a otros' ci dice una signora commuovendosi parlando degli spagnoli e del periodo del Covid.
    Italia, hai solo da imparare.
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  • Day 28

    Ribadeo and 'Seven Nation Army'

    June 21, 2022 in Spain ⋅ 🌧 15 °C

    "And I was thinking to myself
    This could be Heaven or this could be Hell"
    (The Eagles - Hotel California)

    Ho dormito solo 5 ore stanotte, con altrettanti risvegli, e mi sento come un uccellino finito sotto ad un camion.
    Prendo il caffè della macchinetta sperando che possa darmi il boost che mi serve, ma niente riesce a darmi la carica.
    Il corpo oggi si rifiuta di obbedire a quello che voglio, sbadiglio ogni due secondi e i miei occhi chiari hanno difficoltà con la luce. Quando sono stanco, l'astigmatismo si fa sentire di più.
    Può capitare dopo un mese di cammino un giorno di malessere, e anche se l'unica cosa che davvero vuoi è che niente di tutto questo finisca sei così stanco nel tuo corpo e quindi anche nella tua mente che il riposo è l'unica soluzione per recuperare energie e il buon umore.
    In questo cammino non ho fatto nessuna sosta, nessun giorno in più da nessuna parte e questo inizia a farsi sentire.
    Aggiungiamo anche tutte queste montagne russe di emozioni contrastanti e mi sento sballottato di qua e di la come una trottola, non ho un punto fermo da seguire.
    Questo cammino mi sta costando molto di più del precedente: in termini energetici, emotivi, e perché no, anche economici.
    Ho quattro anni in più, e paradossalmente meno energia e meno entusiasmo.
    Oggi il cammino segue le stesse condizioni di ieri, spazi aperti, lunghe strade che attraversano campi infiniti e qualche scorcio marino di una bellezza mozzafiato; oggi dovrebbe essere l'ultima volta che vedremo l'oceano fino a Santiago.
    Passo la prima parte con Elena e Giulio per conoscerli meglio e devo dire che mi piacciono molto.
    Entrambi hanno il loro spazio vitale ma ogni tanto quando, camminando, si sfiorano tenendosi per mano è una cosa di una bellezza assoluta.
    Segue una lunga strada noiosa in cui sono da solo e non posso fare a meno che cantare per abbattere la noia.
    Ho Megan a qualche metro di distanza nel suo solito mood mattiniero fatto di cuffie e solitudine mentre tutti, a parte Giulio e Ale, sono avanti di un bel po'.
    Va bene così, sinceramente mi sono anche stancato di provare a intavolare una discussione; ho realizzato che quando il sottoscritto parla con Megan entrambi siamo persone diverse dalla realtà. Non so essere divertente in inglese e di sicuro non so fare discorsi profondi o raccontare aneddoti o emozioni. È come se io non fossi più io, ma una versione scialba, grigia e priva di sfumature.
    Lo stesso vale per lei, e me ne accorgo quando parla con la parte anglofona del gruppo o quando ride e scherza con Tony alla sera. E poi non sono certo un amico speciale, ha raccontato le sue cose a tutti i componenti ed io la capisco perfettamente perché con Chris e Matthew può interagire in maniera diversa.
    Il mio 'problema' ovviamente non è solo ristretto a lei ma anche a tutti gli altri; non ricordo più quando ho fatto un ultima discussione seria o importante con Matthew, ormai parliamo quasi soltanto in albergue quando c'è da fare baldoria e lui è molto allegro e mezzo ubriaco.
    Dopo una sosta in solitaria in un bar di questa cittadina di passaggio, mi accodo agli anglofoni che vedo seduti in una piazza, e percorro i prossimi 10 km con loro.
    Sembro uno zombie che arranca sulla carrettera e carpisco solo frammenti delle loro discussioni.
    Ci fermiamo in un parchetto sulla scogliera che sovrasta la spiaggia e recuperiamo le energie godendo di una vista stupenda.
    Erika vuole fare il bagno e successivamente viene seguita da Matt e Axel che fanno una corsa di 50 metri in stile Baywatch per buttarsi nell'oceano. Solo io e Megan rimaniamo fuori dall'acqua a guardia degli zaini; effettivamente il tempo è nuvoloso e le previsioni portano pioggia.
    Mi piacerebbe buttarmi ma non posso fare altri 5 km con il sale addosso, rischierei le mie solite irritazioni.
    Lei mi risponde male dicendomi qualcosa del tipo ' ognuno può fare quello che vuole' rispondendo in maniera totalmente fuori luogo ad una mia semplice ed innocua domanda ed io mi faccio un 'padre nostro' per non reagire e mi butto sullo zaino per chiudere gli occhi un momento e rilassare i nervi.
    Che Dio mi fulmini se chiedo qualcosa ancora a qualcuno.
    È facile fare gli splendidi alla sera davanti a vino e cerveza, ma se durante la mattina quando si cammina a volte si è così stronzi, c'è poco da fare.
    Dopo un po' me ne vado e procedo nel cammino; Axel mi ha sistemato lo zaino e adesso ho le spalle molto più scariche ma soffro molto più sui lombari; anche lo zaino è una questione di compromessi, è una questione di equilibrio.
    È una parte dura non per il percorso in sé, ma perché sono solo, stanco, annoiato e voglio solo arrivare a destinazione.
    Per fortuna incontro Christian, un ragazzo di Bologna, che mi salva da questo malessere che mi sta prendendo alla gola.
    Percorro gli ultimi km con lui e distrarmi è l'unica cosa che mi serve.
    Ribadelo è una città portuale e il ponte che segna l'ingresso in città, segna anche l'ingresso in Galizia.
    Rieccomi, terra amata, sono qui dopo 4 anni e anche se oggi lo spirito non è quello giusto per dirti 'ben ritrovata' non posso non fare un pensiero a questo mio ritorno dopo così tanto tempo.
    Mi doccio all'albergue, parlo un po' con Alessandro e Chris e dopo esco a vedere il pueblo con Fabi e Sandra.
    Ci sono problemi organizzativi e di opinioni per la prenotazione per domani ma alla fine risolviamo e saremo in 7.
    Sarei andato anche a pranzo con gli anglofoni ma, per quanto possano dire, non mi hanno invitato.
    Il mio pranzo è l'empanada che Chris generosamente divide con me.
    Il poco che vedo della città non mi soddisfa, ma sono sicuro che sia per colpa del meteo e della mia stanchezza.
    Torno all'albergue e mi addormento per un ora e mezza; la cosa non mi fa felice ma non ne posso fare a meno.
    Quando mi sveglio ognuno ha preso qualcosa per cena e sta mangiando le proprie cose alla stessa tavola. Corro al supermercato per gli affari miei e mi prendo un altra empanada e mi unisco alla tavolata ma senza partecipare attivamente, solo ascoltando.
    Megan parla molto con Tony, Ale con l'hospitalero che disegna parole in kanji giapponesi, e tutti gli altri fanno casino con la musica, le birre e il vino. Axel è il dj bello e dannato e col capello lungo 🤭.
    Ogni alcolico che offrono io lo rifiuto e molti mi chiedono perché sto così e se va tutto bene.
    Sandra mi consiglia una canzone di Antonio Orozco che parla di ansia e problemi di panico e depressione. Mi piacciono molto Fabi e Sandra e sono persone di cui sentirò la mancanza; ma allo stesso tempo non mi piace che tutti pensano che io sia una persona ansiosa e che abbia qualcosa che non va. Lo stesso Axel mi ha detto qualcosa di simile giorni fa.
    Ognuno di noi vive in quest'altalena di emozioni, solo che esiste chi si sa nascondere e chi no, chi ha i giorni down più volte e chi li ha meno volte. Non ci sono regole precise.
    Tony dice: 'mettete una canzone di Bruce Springsteen per Marco' probabilmente perché anche lui mi vede meno partecipe e Chris suggerisce The River ( la sua preferita).
    Ok, mi gusto il mio piccolo regalo ma la canzone non è certo nel mood della serata, essendo un testo malinconico.
    Il tempo passato con gli altri è la cosa più preziosa che ti possano regalare perché tutto questo non tornerà più, e oggi siamo 7 nazioni diverse a questa tavolata. Forse ho sprecato un'occasione non essendo nella mia migliore forma mentale e fisica. Ma sono talmente esausto di tutto che non riesco a godermi più niente, vedo cose che non mi piacciono e le interiorizzo troppo, quando invece dovrei solo lasciarle andare e mandare a cagare un po' di gente.
    È tardissimo ed i ragazzi come ultima canzone intonano "Dragostea Din Tei', un sorriso finalmente muove le mie labbra.
    Vorrei tornare a casa, ma ho davvero un posto da chiamare casa in cui tornare?

    PS: Galizia, spero che in questi giorni ti possa offrire la migliore versione di me stesso
    .
    'Ah marchè non ti fissá però, oggi stanno a fa'gli stronzi ma te te se vede proprio che te rode'
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  • Day 27

    A Caridad The Second Longer Day Of Year

    June 20, 2022 in Spain ⋅ ☁️ 15 °C

    "Hello there, the Angel from my nightmare
    The Shadow in the background of the morgue.
    I need somebody and always, the sick,
    strange darkness..."
    (Blink 182 - I Miss You)

    La notte in appartamento è stata fantastica, nessun rumore e nessun fastidio da segnalare.
    Io e Chris abbiamo dormito come non mai.
    Mi piacerebbe avere come alloggio sempre questa soluzione, ma penso che si perderebbe una parte dell'esperienza di essere un pellegrino.
    Devo prendere tutta la roba dallo stendino e per questo faccio tardi, ben 7 minuti che Alessandro scherzosamente non mi perdona.
    Partiamo dunque in ritardo e chiunque sull'autostrada può ammirare questa lunga carovana di pellegrini che cammina sparsa qua e là.
    Immagino che considerando i numeri del cammino del nord e la mia personale esperienza con tappe completamente fantasma, questo non sia una normalità.
    Siamo l'eccezione che conferma la regola; un'eccezione stupenda.
    La giornata di oggi passa talmente veloce che non riesco a ricordare tutto; ogni giorno è una nuova galassia di emozioni, pensieri, lingue diverse, di persone incontrate e persone che lasciamo indietro.
    Siamo viaggiatori interstellari che si muovono alla velocità della luce tra le vite di persone con culture e esperienze diverse, ma unite in quest'universo chiamato cammino.
    Siamo un universo limitato nel tempo che avrà un inizio ma anche una fine.
    E questo termine ultimo, questa data di scadenza mi terrorizzano come se stessi per morire domani.
    Sto camminando in silenzio, cercando di capire come sempre la parte anglofona di questo gruppo, quando colgo queste parole dette da Chris: " In fin dei conti sarebbe bello se, finito il cammino, rimarrete nelle menti di ognuno per un po' nella vostra vita'.
    Lui con quel 'per un po'' ha già capito tutto, meno esperienza nel cammino ma molta più esperienza nella vita, e mi ha aiutato a comprendere una cosa fondamentale.
    Il cammino non deve essere più importante di quello che è.
    È una fase, un periodo bellissimo ma che deve avere un importanza relativa. La nostra vita non inizia e non finisce qui, e i cambiamenti avvengono solo perché sei tu che li fai accadere. Il cammino è un boost, un potenziamento, un tramite potente ma che è sempre pronto a dirti : 'ehi, io ti ho aiutato, adesso tocca a te, cammina sulle tue gambe quella è la porta'.
    Troppo spesso mi sono chiesto come mai io avessi fallito dopo il cammino del 2018, vivendo anni all'insegna della depressione e della sfiducia.
    Una delle risposte è che ho chiesto troppo al cammino e alle persone che ho conosciuto.
    Pensavo che quell'esperienza mi potesse accompagnare per sempre durante la mia vita, ma così facendo ho dimenticato di vivere la mia quotidianità con impegno e dedizione.
    Guardo quella foto che ho nel portafoglio di cui sono tanto geloso, la faccio vedere a Megan e agli altri, e la ripongo dove deve stare.
    'Grazie, sei nel mio cuore, ma adesso sei solo una parentesi' sussurro a me stesso mentre Megan a cena dice che non ha mai voluto foto nel suo portafoglio.
    Amen, non siamo tutti uguali.
    E quindi sempre rispondendo alla domanda di Chris ( si, lui è quello delle domande, da bravo professore che si rispetti) 'che cosa diresti al te stesso di 10 anni fa?' io direi al mio doppleganger che sta vivendo in un universo alternativo dopo il primo cammino :" vai via, questo non è un posto per te, non importa se non piaci o se non ti capiscono, tu sai chi sei".
    Ma la macchina del tempo non l'hanno ancora inventata ed i wormhole spazio temporali sono solo teorie.
    Insomma, non ci resta che guardare avanti, il cammino e la vita hanno una sola direzione; verso ovest il primo e solo in avanti la seconda.
    Ma come ci sono finito ad ascoltare queste domande di Christopher, a cui tra l'altro non ho nemmeno risposto?
    Riavvolgo il nastro un attimo.
    La mattina appena alzati non è facile fare chissà quali discussioni, e Megan è la testimonial principale di questa teoria. Non so se ha firmato un contratto redditizio con qualche azienda che vende solitudine mattutina ma quando mette su le cuffie senza dire mezza parola a nessuno è come se esponesse una grosso cartello con su scritto 'don't break my balls, abstain time wasters' con un dito medio minaccioso pronto a farti cambiare tendenze sessuali se solo tu provi a parlarle.
    Anche oggi capisco l'antifona, rifiuto l'offerta del dottore e vado avanti ancora una volta.
    Ma la mia spugna assorbi emozioni stamane non funziona e la cosa non mi tange più di tanto.
    Matthew e Chris sono a capo fila perché vogliono andare alla velocità del suono, mentre Ale è particolarmente loquace stamattina e forse questo è uno dei motivi per cui la statunitense ha messo le cuffie.
    Scusa zio, a volte ti si sente dalla città vicina.
    Il paesaggio oggi si apre, non più piccoli sentieri vicino alla costa o boschi e montagne in cui la tua visuale è limitata. I campi e le piccole cittadine che passiamo non sono un ostacolo ne per le nostre gambe ormai allenate, ne per i nostri occhi che spaziano da sinistra a destra con un senso di infinito.
    A questo punto sembra tutto troppo facile, la fatica è meno che relativa e sopratutto la mente non fa più brutti scherzi se cammini con le persone giuste e non ti fai trascinare nel baratro oscuro dei tuoi pensieri più profondi (e inutili).
    Parlo di questo proprio con Tony e poi con Fabi e Sandra.
    I dialoghi sul cammino sono la medicina per questo cuore clandestino e questo cervelllo che girovaga braccato dove non dovrebbe.
    Abbiamo un abbondante 'desayuno del peregrino' e successivamente mi ritrovo con la parte anglofona, probabilmente perché io ho accellerato e loro hanno abbandonato il loro proposito di essere i più veloci del far west.
    Entriamo in una bella cittadina per un secondo break e chiedo a Chris come si dice in inglese superare:' Overcome' è la risposta.
    Voglio superare i miei limiti; questa è la prima verità che mi ha mostrato il cammino. È come se fossi all'ultimo posto di una gara, ed è il momento di dare gas a questa moto ed iniziare a prendere le curve con molta più 'garra'.
    Non devo superare nessuno, solo me stesso.
    Ogni posizione raggiunta è una skill, è un achievement fondamentale.
    Le mie mancanze linguistiche sono inammissibili ed io mi sento come se mi mancasse un braccio o la lingua stessa.
    Ma fortunatamente non ho mutilazioni di sorta, e per quanto sia difficile, posso sempre migliorare almeno un po'.
    Uscendo dalla cittadina parlo un po' con Elena e successivamente finisco l'ultima tratta con Erika e Megan.
    Arriviamo all'albergue 'La Xana' dove la proprietaria Patricia è molto gentile e dopo un chek-in interminabile prendiamo possesso dei nostri letti. Sono stanchissimo ma se resto a letto brucerò tutto il resto della mia giornata.
    Nella doccia ci sono un casino di scritte motivazionali che sembrano prese da 'To Write Love On Her Arms' e vederle qui e adesso mi sembrano poco incisive e fuori luogo, quasi pacchiane.
    Frasi sul senso della vita e su quanto ognuno sia meraviglioso e giù di lì mentre ti pulisci il sedere: no grazie.
    Esco con Ale, Fabi e Sandra per vedere il paese ma è il nulla cosmico e torniamo subito dopo un prelievo in banca.
    A cena andiamo in un ristorante dove Ale mangia i suoi calamari preferiti mentre io prendo solo una fanta e lui decide di pagare per tutti. Mi piacerebbe fare una cosa del genere per i i miei amici ma non ne ho la possibilità, maledetti soldi!
    Chris pone la domanda 'qualcuno piangerà a Santiago per la cattedrale?' ed io rispondo 'per la cattedrale no ma quando tu te ne andrai si'. Onesto, sincero e diretto.
    E se gli altri non proveranno le stesse cose, funculo😅 non è un problema mio.
    Tornano all'albergue è facciamo un casino della Madonna, tutti bevono un po' del rum comprato da Chris mentre Michael Jackson risuona nella cucina dell'albergue.
    Passiamo poi ai Tenacious D e infine a Natalie Imbruglia con Torn. Matthew l'ascolta come se fosse in uno stato zen mentre Megan canticchia sottovoce parti della canzone alzando ogni tanto gli occhi al cielo, è il suo modo di divertirsi con moderazione quasi 'nascondendosi'.
    È una cosa molto dolce.

    PS: Le lancette girano. Ci siamo quasi.
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  • Day 26

    Luarca and 'The Sleepover Club'

    June 19, 2022 in Spain ⋅ ☁️ 16 °C

    "Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso;
    ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto” – (John Donne)

    La notte è stata tremenda; il pensiero di dovermi svegliare presto non mi ha fatto dormire.
    Vi capita mai una cosa del genere!? È una cosa da stolti, ti preoccupi tanto per i problemi del giorno seguente che non riesci a riposare e alla fine sei stanco e vivi male.
    'Ad ogni giorno la sua pena' dice la Bibbia ed io che non sono religioso ammetto che è un insegnamento molto intelligente.
    Aggiungiamo che ho sentito freddo tutto il tempo e che avevo una mosca che mi ha disturbato per tutta la notte, e il casino è pronto per essere servito.
    Oggi sono 30 i km che andremo a fare, anche se più volte i miei compagni han detto che non vorrebbero mai fare tappe così lunghe. La verità è che, finalmente, si sentono tutti bene e sembrano tutti più forti e ormai capaci di macinare kilometri su kilometri.
    Anche i push-ups che facciamo un po' per goliardia e un po per mantenere attiva la muscolatura superiore stanno aumentando e siamo arrivati ormai quasi a 50, che non sono molti in assoluto ma per una persona non abituata sono un ottimo risultato.
    In verità, non ho nessuna voglia di alzarmi alle 6 e quando la sveglia di Ale ( stavolta mi sono rifiutato di svegliarlo) suona puntuale il mio unico desiderio è quello che nessuno faccia rumore e che io possa rimanere a dormire un altro po'.
    Ma che lo dico a fare, inizia tutto il casino mattiniero ed io volente o nolente sono costretto ad alzarmi e a prepararmi come tutti questi stronzi🤭e a partire prima insieme agli altri.
    Oggi mi sento meglio e mi viene in mente una frase di Chris che recita più o meno così ' spesso le emozioni che provi te le scegli' e credo che tutto ciò abbia un fondo di verità, ma che controllare le reazioni chimiche che avvengono nel tuo cervello richieda molta disciplina e dedizione.
    Quando usciamo l'alba ci dà le spalle ed è qualcosa di meraviglioso; siamo 9 pellegrini che camminano liberamente lungo la strada deserta con la luce del sole che cresce piano piano mentre tutto il mondo ancora dorme.
    La prima parte del percorso è una delle più belle e forse anche più difficilmente praticabili dell'intero cammino. È un percorso alternativo e per questo non sembra essere curato frequentemente, e aggiungiamo che la pioggia di ieri ha reso il tracciato fangoso e scivoloso quindi tutto è un po' più divertente e più impegnativo del solito.
    Parlo un po' con Megan che mi chiede cosa io avessi ieri perché mi ha visto abbastanza triste ed io le rispondo nello stesso modo in cui ho risposto ad Axel la sera prima.
    Mi dice che non mi ha chiesto nulla perché quando una persona sembra volere i suoi spazi lei lo asseconda; e un po' lo stesso discorso di come faccio io quando lei ha le sue mattinate di silenzio assoluto.
    A proposito, mi dice che per lei ieri è stato uno dei migliori giorni sul cammino.
    Ci credete? Io un po' a metà, mi ricordo ancora della sua mattinata solitaria.
    Mi dice inoltre che sa come mi sento, che nel suo primo cammino lei era come me adesso: intrappolata, piena di dubbi, e senza nessun soldo in tasca.
    Quindi io sono lei, la Megan ventinovenne di sette anni fa che sta facendo questo cammino del Norte.
    Questo mi piace fino ad un certo punto: significa che c'è molta distanza tra di noi, non solo nello spazio geografico ma anche dal punto di vista temporale.
    E non sto parlando di età, ma di quasi 7 anni di esperienze, conquiste, crescita personale e finanziaria, e di pianti e risate che io non ho e non posso ancora avere.
    Avete mai visto 'la casa sul lago del tempo'? È un film che parla di due innamorati che condividono la stessa casa ma in epoche differenti e per qualche strana magia sono capaci di avere una corrispondenza. Ora noi non siamo certo innamorati, è la casa del film, nel nostro caso, è il cammino mentre la differenza temporale che ci divide sono le nostre esperienze e anche un po' la barriera linguistica.
    Vorrei che quello che sento dentro fosse un po' come la cassetta postale del racconto, capace di trascendere le dimensioni di tempo e spazio e finalmente poter giocare ad armi pari.
    Mentre faccio questi ragionamenti no-sense, arriviamo ad una bellissima scogliera che per Chris è uno dei migliori posti del cammino. Il rumore del mare è incredibile e e tutti rimaniamo in silenzio ad ascoltare e a contemplare la sorpresa che la natura ci riserva di volta in volta.
    La voce del mare mi chiama ed io resto un po' seduto sulla scogliera a guardar le onde infrangersi e ritirarsi rapide e potenti. Rimango anche quando tutti sono andati via ed in questo momento rimango solo io nel tempo presente, senza pensare a tutto quello che fuori da me mi consuma e mi dà pensieri.
    Ma mi aspetta una durissima salita ed è tempo di andare.
    Passerà più di un altra ora prima di avere il primo caffè della giornata e quando vedo il bar faccio ridere gli altri per la mia reazione di pura gioia: ne sono dipendente, c'è poco da fare.
    Siamo solo a poco più di 10km e quasi altri 20 si snodano ancora davanti a noi durante la giornata, ma il caffè mi dà la giusta carica e il giusto mood per andare avanti.
    Oggi siamo tutti allegri e il tempo passa veloce. Parlo un po' con Chris e Sandra per migliorare lo spagnolo e un po' con Ele che oggi riabbraccerà Giulio, il suo ragazzo che ci raggiungerà a Luarca, la nostra destinazione odierna.
    Preferisco camminare così, affiancandomi a qualcuno e non pensando al paesaggio e sopratutto non pensando ai miei problemi: il tempo passa più veloce, non senti la fatica ed impari di più.
    Per questo forse oggi è un buon giorno, sto sempre in compagnia.
    È forse questa l'essenza del cammino? Essere sempre di passaggio e non legarsi a nessuno? Oggi sono stato molto bene perché ho parlato con molta gente, non ho avuto aspettative e ho affrontato tutto col miglior sorriso che potessi avere; ed questa la miglior versione che Marco può offrire, con positività e uno spirito avventuriero sopito ma sempre presente.
    Quando stiamo per arrivare a Luarca inizia a piovere e dobbiamo coprirci in fretta e furia; l'ingresso in città è scandito da una pioggia battente e rumorosa. Il pueblo è davvero molto bello con le sue case tutte molto simili tra loro e il suo porto turistico e peschereccio. Mi ricorda molto Muxia ma, forse per la giornata piovosa, molto meno colorata.
    Ci fermiamo in una pasteleria in attesa che la pioggia finisca, e qui compro dei dolci per tutti i miei amici; Giulio è con noi, e finalmente si è riunito ad Elena.
    Il proprietario del luogo è molto gentile e ci consiglia una scorciatoia per gli appartamenti.
    Non ci resta che seguirla e, finalmente, dopo un tragitto in cui parlo di musica con Fabi ( scopro la 'Jaula' di Sanz), arriviamo agli appartamenti e prendiamo possesso del primo: Megan sul divano, Fabi e Sandra insieme ed io e Chris nei lettini.
    Cedo a Megan momentaneamente il mio letto per riposare mentre io e Chris sfidiamo Giulio ed Elena a briscola. Pareggiamo e il gioco finisce senza un vincitore, e finalmente e ora di andare a mangiare.
    La serata passa tranquilla e tutti sono nel solito mood conviviale e scherzoso che ci contraddistingue, ma io sono davvero stanco e non riesco a partecipare più di tanto.
    Tutto va bene fino al conto che il tizio ha fatto con l'iva scorporata rendendo impossibile per noi capire il da farsi.
    Non sarebbe un problema se non si mostrasse come uno dei più grandi cazzoni conosciuti sul cammino ed Ale e sopratutto Fabi sembrano perdere la pazienza. Dopo qualche attimo di tensione tutto torna alla normalità ma il proprietario domani perderà la colazione di ben 10 pellegrini.
    Prima di andare a letto ci trasferiamo nell'appartamento degli altri e noi 'ragazzi' aspettiamo il tramonto tutti accucciati sotto alcune coperte nel balcone.
    Il tramonto è deludente e si nasconde dietro le nuvole ma anche se sono molto stanco e mi perdo il senso di molte conversazioni sono contento di essere qua.
    Sul telefono di Erika risuona 'Where Is the love?'.
    Ed io mi sto facendo la stessa domanda.

    PS: 'Y si tu non puedes hacer nada no te preocupes"
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  • Day 25

    Santamarina 'The Value Of Being Alive'

    June 18, 2022 in Spain ⋅ 🌧 18 °C

    "Se tu fossi Luna, io sarei marea"
    (Giordana Angi - Siccome sei)

    Per la prima volta dopo settimane ho dormito davvero bene.
    Mi alzo e sistemo tutto lo schifo che ho per terra fuori dal mio zaino e mi accingo a scendere sotto per vedere se tutti sono già pronti; ma solo dopo aver adempiuto al mio compito giornaliero di fare da sveglia ad Ale.
    Salutiamo Raphael con un'abbraccio e ci mettiamo in marcia.
    Oggi sono 25 i km che ci separano da Santamarina, un agglomerato di case che si erge sulla variante della costa che non sta sul cammino ufficiale. Abbiamo prenotato delle stanze con due letti per ciascuna, per la modica cifra di 15 l'uno. Insomma abbiamo una stanza tutta per noi e bye bye possibili roncadores.
    La giornata parte subito malissimo, e capisco che oggi è uno di quei giorni completamente off che mi spaccano il cervello e non mi fanno godere il cammino.
    Casualmente queste giornate capitano sempre dopo serate particolarmente divertenti e memorabili.
    Non afferro la connessione tra le due cose ma fatto sta che è proprio così.
    Matthew sembra taciturno e Megan sembra in una delle sue peggiori versioni di sempre, con le cuffiette e senza dire mezza parola a nessuno.
    Mi sono stancato di cercare di capire quali siano le sue sensazioni e i suoi pensieri per questa altalena emozionale così elevata, e d'altronde non sono affari miei ne posso intromettermi nella vita delle persone.
    Come mi dirà Elena: 'non associare in questo caso la solitudine alla tristezza'.
    Sarà, ma la lunaticità di questa persona non riesco a capirla ed è troppo marcata per non avere delle ragioni specifiche.
    Ed io sono la marea in balia di questa luna a fasi alterne.
    Dunque, anche oggi sono l'ultimo degli ultimi, e non riesco a stare al passo con gli altri; Ale, Chris ed Elena volano la davanti raccontandosi le loro cose.
    Quindi, in un paesaggio che ormai è sempre lo stesso, con una predilizione odierna per i sentieri nei boschi, canto in completa solitudine. Mi sto iniziando a chiedere che senso abbia essere in gruppo se questi momenti capitano sempre più spesso e inizio a domandarmi cosa devo fare e come continuare.
    Ci riuniamo tutti a Soto De Luina e mangiamo in un bar qualcosa per riprenderci dalla fatica. In piazza c'è un mercato con prodotti tipici e allora il gruppo si divide: io, Elena e Ale andiamo avanti e prendiamo il sentiero della costa mentre gli altri vorrebbero prendere quello che porta più in alto seguendo un idea di Chris, ma finiscono per visitare la famosa chiesa del paese e a raggiungerci sul nostro stesso sentiero qualche tempo dopo.
    Nel mentre noi incontriamo Axel che ha camminato con Erika tutta la mattinata, lei si fermerà nella città precedente alla nostra mentre Axel continuerà con noi fino al nostro Albergue.
    Elena nel frattempo ci lascia per andare alla 'playa del silencio' fuori dal cammino ed io inizio a parlare un po' con Axel ma non di cose così importanti,la comunicazione non è sempre semplice.
    Veniamo improvvisamente raggiunti dal resto del gruppo e come per magia la Megan che appare è completamente diversa, chiacchierona e col sorriso sulla faccia.
    Evidentemente stare a contatto con Matthew e Chris la aiuta abbastanza, e fortunatamente la sua giornata è cambiata.
    O semplicemente ha deciso che per oggi la solitudine era abbastanza.
    Tutte le fasi lunari passate in poche ore: record!
    Arriviamo al bar che fa da reception per l'albergue, e ci sistemiamo nelle camere, io con Ale, Megan con Ele, il dinamico duo anglofono e Axel per conto suo.
    Dopo una doccia, facciamo il consueto brainstorming o per meglio dire 'fanno' perché per quanto mi riguarda io non ho pretese, e prenotiamo due appartamenti per domani.
    Torniamo in camera e mentre io scrivo un po', tutti fanno casino nella camera di Matthew e Chris e il loro morale sembra alto. Dato che nessuno mi ha invitato preferisco restare per conto mio e cercare di mettere su carta i miei pensieri, non i migliori del mondo per la verità.
    Ale invece ha deciso che non arriverà a Finisterre e ha prenotato il volo per il 30 giugno.
    A cena io mi siedo per primo e Axel e Megan prendono posto vicino a me, e così via fino a quando non si aggiunge anche Yvonne, una ragazza olandese che vedo per la prima volta.
    Axel vuole fare un gioco: ognuno di noi deve dire per cosa è grato.
    Ale non capisce ed io gli traduco la meccanica del gioco aggiungendo che però io non giocherò.
    Non sembrano contenti, ma io non sono dell'umore e non mi va di fare l'emotivo proprio stasera. Sto cercando di rimettere su quella maschera per evitare di condividere di nuovo troppo di me stesso.
    Ed è per tutto questo che solo questo diario saprà le cose per cui provo gratitudine e che avrei dovuto dire a tavola ma non ne avevo la forza.
    "Prima di tutto sono grato a te Ale che hai indirizzato il mio cammino, camminando ogni giorno insieme a me e dandomi tanti consigli per il mio bene. Se quel giorno non mi avessi invitato al tuo tavolo forse questo viaggio sarebbe stato diverso e con ogni probabilità non sarei qui con voi adesso.
    Sapete, ogni giorno sul cammino vediamo bivii che ci possono portare in direzioni diverse, tu sei stato il primo e il più importante.
    Voglio dire grazie a te Matt, che mi hai fatto capire che l'esperienza non è solo una questione di età e che si può essere forti e indomiti e allo stesso tempo fare ridere le persone come se non dovessero far altro nella vita.
    Sono grato a te Chris per la gioia, la simpatia, e tutto il maledetto casino che porti nel gruppo, e per quella costanza di volersi migliorare sempre sia nelle lingue sia nella vita.
    Sono grato a te Axel che mi insegni che non tutto è perduto, che nonostante le avversità si può cercare di cambiare e risolvere i problemi. Quello che stai facendo con tuo padre, per quanto sia duro ed estenuante, è ammirevole e spero porti a dei risultati, se non proprio nel vostro rapporto almeno dentro di te.
    E voglio dire grazie a te Megan, che sei l'esempio per il quale se non si è felici della propria vita si può mollare ogni cosa sicura e partire alla scoperta del mondo.
    Sei una donna che non ostenta, un'amica che sa ascoltare.
    Imparo dalle tue esperienze e dai tuoi errori, e osservo tutta la concentrazione che hai quando disegni.
    Sei sempre 'giusta', non sei mai più o meno di quello che sei.
    Quando terrò la tua conchiglia nella mia mano, mi ricorderò di te e il tuo coraggio sarà anche il mio'.
    Sarebbe stato troppo lungo spiegare a questa gente tutte queste sensazioni e perciò va bene così, a volte è meglio fare di meno e tacere certi aspetti del proprio essere, sopratutto prima di una cena a base di vino🤭🤭🤭.
    E quando si parla di vino il protagonista è Matthew che ha trascorso il suo giorno zero alcol ed è ritornato a bere come prima. L'immagine di lui impettito, che tiene il bicchiere di vino dal basso come un esperto e con la risata da ubriaco sul volto me la ricorderò per sempre.
    Se tre quarti del tavolo è occupato in una discussione chiassosa e rumorosa su indefiniti argomenti, io ascolto avido quello che Axel racconta a Megan. Non mi importa più di tanto tutta la parte psicologica su 'il mondo sta andando in questa direzione, noi siamo il prodotto finale, la gente non scolta perché sta già pensando a cosa risponderti' ecc, ma quello che più mi interessa è la sua storia personale.
    Racconta di quanto si sia sentito perso e stressato nella sua vita personale e nel suo lavoro in banca, col desiderio di farla finita più volte, fino a quando un incidente in cui ha rischiato la vita non gli ha smosso qualcosa dentro. Il cammino lo sta aiutando, anche solo per il fatto di essere sempre in movimento e di sentirsi in qualche modo attivo, vivo, e spera che quando tornerà a casa si ricorderà di tutto questo e non sarà mai più come prima. Mi ricorda Thomas che diceva:' tornerò a casa e non sarò mai più arrabbiato'. Forse il mio amico per un lungo periodo dopo il cammino non ce l'ha fatta a mantenere i suoi propositi, e spero che la stessa sorte non tocchi anche ad Axel.
    Mi chiede molte volte come sto, perché sto solo ascoltando e non sto partecipando alla discussione tra lui e Megan.
    Mi chiede se non soffro d'ansia per il mondo in cui parlo e mi muovo, perché secondo lui la mia mente è proiettata sempre al futuro e non è li con loro in quel preciso momento. Anche Megan sembra un po' infastidita, ma io rispondo che non ho molto da dire è che mi piace ascoltare per imparare. Non sembra convinto della mia risposta, ma alza le spalle, probabilmente capisce che se una persona non vuole condividere di più è meglio non forzarla.
    Il menù del pellegrino è davvero buono e a noi si aggiungono anche Fabi e Sandra verso la fine della cena che ormai ha preso la solita piega decisamente alcolica.
    Andiamo tutti a dormire con il proposito di alzarsi presto a causa della lunghezza della tappa.
    A me non va particolarmente di alzarmi prima, ma alla fine non ho scelta perché tutti faranno un casino bestiale e non potrò partire al solito orario: gli svantaggi di essere in un gruppo.
    È stata una giornata pesante per me in cui non mi sono goduto tanto il viaggio, l'oscurità all'interno mi mangia le viscere e mi fa sempre sentire in difetto per qualcosa.
    'Dobbiamo stare attenti a quello che desideriamo' dice Megan ad Axel.
    Concordo con tutto il mio essere.

    PS: se qualcuno vuole i miei poteri da spugna assorbi emozioni è pregato di farsi avanti.😭
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  • Day 24

    Nalòn e Albachiara

    June 17, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 20 °C

    "Gli unici occhi belli sono quelli che ti guardano con tenerezza"
    (Coco Chanel)

    La luce dei lampioni invade la stanza attraverso la finestra aperta, mentre scrivo queste parole. Fuori un leggero acquazzone estivo ha reso l'aria più fresca e più godibile.
    È sera, sono in un bel letto in un albergue a Muros de Nalon e sto cercando di riordinare le idee per ricordare tutte le cose successe oggi ma mi viene tutto molto complicato.
    Oggi la giornata è letteralmente volata; qui è il Marco del futuro che vi scrive e so che sicuramente mi perderò qualcosa strada facendo.
    Penso per un attimo a una cosa che mi ha detto Elena oggi:' io voglio essere sempre presente, non voglio cercare di trattenere nulla'.
    Trattenere. Trattenere.
    Questa parola ronza nella mia testa e non mi dà pace.
    Penso alla paura che ho di non ricordare, alla paura che tutto questo finisca presto sia nella vita reale che nei meandri più oscuri della mia mente. Penso alle notti insonni per cercare di scrivere il diario, che prima era una sfida e che ora sta diventando quasi un obbligo e mi chiedo se sto vivendo nel mondo giusto.
    Si, per la paura che i miei ricordi prima o poi possano svanire io inizio a trattenere troppo. Troppe foto, troppe parole, troppe preoccupazioni.
    'Be Water ' diceva Bruce Lee, ma io non riesco ad essere fluido, limpido e scorrevole come l'acqua ma sembro più un essere melmoso, fangoso che cerca di trattenere tutte le cose possibili.
    Sono una spugna come dico sempre; ma anche una spugna dopo un po' ha bisogno di una bella strizzata per liberarsi dell'acqua in eccesso.
    Non mi muovo leggiadro, ma arranco col peso dei pensieri di ciò che è stato e di ciò che sarà.
    Con il wormhole spazio temporale che c'è dentro il cervello di ogni uomo, oggi mi guardo indietro e sono sicuro che il mio racconto sarà solo parziale e frammentario.
    E per la prima volta va bene così.
    Pronti, partenza, via... iperspazio.
    Apro gli occhi nello stramaledetto albergue di Aviles, tanto brutto quanto la periferia industriale della città in cui si trova, e mi chiedo come sia possibile che siano già le 6.20.
    Non mi fraintendete non ho avuto un sonno continuo e senza risvegli, ma una delle peggiori notti di questo cammino del nord. D'altronde per la parte più brutta ci voleva la dormita più brutta, talmente palese e scontato da fare schifo.
    Roncadores ovunque tra le 48 persone nella camerata, prima caldo e poi freddo, Chris e Matthew che si svegliano presto e fanno rumore: è un incubo in piena regola senza aver sognato.
    Punzecchio Ale e vado a prepararmi, ormai che ci sono l'unica cosa che voglio è partite e salutare anche Aviles per sempre.
    Scusami tanto Aviles ma a furia di frequentare Alessandro anche per me la prima impressione sta diventando importante, e l'unica cosa che ho da dirti è 'ti odio, mi hai fatto sputare sangue'.
    I preparativi di rito sono sempre quelli e finiamo a fare colazione nello stesso bar in cui ieri abbiamo cenato.
    A noi si è aggiunta Elena ed è con lei che faccio la prima parte del cammino di oggi.
    Il paesaggio sarà sempre lo stesso per tutta la tappa e si divide tra strade asfaltate e boschi ombrosi di eucalipto che costituiscono la dicotomia di base su cui si fonda questo stramaledetto ma bellissimo cammino.
    Elena mi racconta alcune cose dei suoi viaggi e della sua vita e a me piace molto ascoltarla perché ha un atteggiamento molto positivo e una voce molto calma e dolce.
    È molto contenta della sua vita ed è sempre sorridente e pronta alla risata, ma è anche molto sicura di sé senza però essere prevaricante verso le altre persone.
    Fa questo viaggio da sola ed è contenta che sia così ma dovrebbe essere raggiunta dal fidanzato tra qualche giorno.
    Le faccio anche confidenze sul mio cammino e per quanto io sappia che non gliene frega veramente, sono contento di avere qualcun altro con cui parlare.
    La lascio per fare una sosta caffè dopo 6 km e lei non si ferma perché ha una vescica che le fa molto male e che si fa sentire di più ogni volta che si ferma.
    Inizio a camminare un po' con Ale che oggi, per fortuna, si sente meglio e lui inizia ad attaccare bottone con tre raggazzette finlandesi che erano nell'albergue di stanotte.
    Non ho difficoltà a capire il loro inglese e me ne rallegro, ogni volta che incontro un non-madrelingua mi trovo molto bene e mi dà speranza che io riesca a capire e farmi capire nonostante le mie mancanze. Alla domanda di Ale' perché state in Finlandia se ci sono 6 mesi di buio e cattivo tempo?'
    Loro rispondono che hanno il sole dentro. È ovviamente una battuta ma denota un forte spirito indomito e una voglia di andare oltre le difficoltà. D'altronde sono qua da sole a migliaia di km di distanza da casa.
    Perdo tempo per una pausa al bagno e successivamente passo un po' di tempo con Ale e poi con Megan fino a quando non arriviamo in un bar per il nostro pranzo, dove incontriamo Axel e Valdemar. Oggi lei è di buon umore e parliamo un po' di tutto ed in particolare su una cosa che le ha detto Chris sul fatto che è una donna forte e che potrebbe avere paura ad uscire con lei. Ho la sensazione che questa cosa le piaccia e che forse nessuno le abbia mai detto che sarebbe spaventoso uscire con lei.
    Io le dico che non è spaventosa affatto, e che uscire con una donna come lei sarebbe uno stimolo piu che un deterrente, ma non penso abbia capito il senso della mia affermazione.
    È stata una tappa easy peasy come dicono tutti, e arriviamo all'albergue di Nalòn alle 14 circa, gestito da un austriaco di nome Raphael che avrà fatto 4 o 5 cammini più un pellegrinaggio a San Pietro.
    Denoto tutto questo dalle Compostela attaccate ai muri, e deve essere una persona molto devota al cammino o molto spirituale.
    Ha aperto l'albergue quest'anno e si vede l'energia e la passione che ci mette.
    I letti sono solo 12 ed io e Ale siamo al piano di sopra mentre Megan sceglie un letto al piano di sotto e si addormenta subito. Tutta la sua forza sparisce, e quando dorme così raggomitolata sembra una bambina indifesa che ha bisogno di cure e protezione.
    I ragazzi restano in albergue mentre io, Ale, Fabi, Sandra e Elena andiamo a bere una bibita e dopo al supermercato.
    Gli altri rimasti all'ostello mangeranno la cena cucinata da Raphael mentre noi mangeremo nel giardino dell'albergue le cose che abbiamo comprato, parlando di differenze culturali tra Spagna e Italia. E meno male, se dovessi mangiare la Fabada Asturiana la mia serata e il mio stomaco prenderebbero una brutta piega. Voglio sdebitarmi con Fabian per le birre che ha comprato per tutti e lui dice :' Marco ascolta se faccio così è perché posso non perché voglio qualcosa in cambio'.
    Certo, il mio discorso era un altro ma alzo il mio bicchiere e brindo a Fabian e Sandra e al loro buon cuore.
    Successivamente ci riuniamo tutti, ed Erika prima e Ale poi, ci fanno cantare suonando la chitarra.
    Ale ruba la scena a tutti nonostante non suoni da 6 anni.
    E così finiamo a cantare un misto di canzoni italiane e inglesi tra cui 'Hanno ucciso l'uomo ragno', Albachiara, 'Let It be' e molte altre.
    E anche Megan canta piano piano ma si lascia andare per una volta nel suo cammino.
    Scrivo una dedica a Raphael e me ne vado a letto e sono sicuro che per una volta dormirò davvero bene.

    PS: Non mi dispiace la vita dell'hospitalero.
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  • Day 23

    Aviles and 'The Courage In A Shell'

    June 16, 2022 in Spain ⋅ ☁️ 19 °C

    "Like a song without words
    Like a world without music,
    I wouldn't know what to do
    I'd be lost without you
    Watchin' over me"
    (A Bird Whitout Wings - Celtic Thunder)

    La casa è completamente in silenzio quando mi sveglio.
    Apro gli occhi nel buio della stanza e anche se non riesco a vederlo so per certo che Alessandro dorme come un bambino accanto a me.
    Tappi, maschera e quel sorriso soddisfatto sul volto sono ormai una costante in questo cammino e mi dispiace un po' dover fare il guastafeste e privarlo della beatitudine dei suoi sogni.
    Mi prendo del tempo per realizzare che effettivamente sono ancora vivo e decido finalmente di alzarmi, ma come sempre il corpo non parte: ho bisogno del mio carburante, quel benedetto caffè di cui sono schiavo e completamente dipendente.
    Quindi la morale del discorso è molto semplice: mi alzo dal letto e mi ributto sul divano, quello dove Megan, già sveglia, sta già aggiornando il suo diario.
    Non avendo accesso ad un caffè immediato, non mi resta che finire la vaschetta di gelato rimasta nel freezer, ma ne prendo solo un po' mentre aspetto che i miei compagni si sveglino.
    Facciamo colazione nel bar sotto l'appartamento e successivamente iniziamo a dire addio a Gijon piano piano, raggiungendo prima il lungomare e successivamente la periferia. Non parliamo molto; Matthew e Chris sono ormai una coppia inseparabile e stanno volando davanti, Ale sembra perso nei suoi pensieri e Megan non è di compagnia ma sembra funerea e concentrata in una camminata solitaria.
    Non mi voglio prendere meriti che non ho, ma ormai un po' la conosco e so che quando le cose stanno così, è meglio lasciarla a se stessa nel suo spazio vitale.
    Oggi sembra davvero sofferente quando si appoggia con entrambe le mani al suo bastone.
    Io ormai mi sento sempre come il ranger in più, quello che se c'è o non c'è la differenza non è poi così tanta.
    Le città mi confondono sempre e non riesco a catturare molto con le mie pupille; non faccio in tempo a percepire un odore, un suono o a focalizzarmi su qualche elemento visivo che questi vengono subito sostituiti da altri e altri ancora.
    Le città sono come i grandi supermercati: non sai mai su cosa devi riporre la tua attenzione e alla fine qualche dettaglio lo perdi di sicuro.
    Oggi sono il fanalino di coda e non mi va di andare piu forte, passo la periferia di Gijon, e i boschi di eucalipto successivi ascoltando la musica e ballando come uno stupido.
    Sono completamente da solo, e vedo Megan ed Erika in lontananza andare ad un passo leggermente spedito.
    Non faccio nulla per raggiungerle e mi prendo i miei tempi e i miei spazi dove posso cantare ad alta voce e liberamente.
    Li supero in vicinanza di una fonte di acqua davvero buona e freschissima e mi pento di avere solo una bottiglietta da mezzo litro.
    Dopo la periferia e i boschi e il momento di una lunghissima strada asfaltata che successivamente si tramuta in un sentiero completamente desolato.
    Non ci sono pellegrini, non c'è un posto dove sedersi, non c'è nemmeno l'ombra, insomma non c'è niente di niente ed io sporco, sudato e solo come un cane ferito mi fermo 20 minuti per cercare di capire se oggi è un buon giorno per morire.
    Sono le mesetas 2.0, una versione aggiornata fatta apposta per il cammino del norte, solo con qualche albero sparso qua e là.
    Mi siedo sul mio zaino e bevo l'ultima acqua rimasta e inizio a prendere tempo perché non me la sento proprio di ripartire in fretta. Quando arriva Megan, è come se vedessi un'oasi nel deserto; forse non tanto perché sia lei, ma perché almeno ho adesso qualcuno con cui parlare e distrarre la mia mente dalla strada.
    Mi spiega che il suo malessere è dovuto al ciclo e che sicuramente durante la giornata si sentirà meglio.
    È chiaro che il suo morale non sia alle stelle e non fa nulla per nasconderlo. Io cerco di aiutarla come posso ma con scarsi risultati.
    Arriviamo lungo un orribile autostrada e lasciamo il cammino per pochi metri andando nella direzione contraria; un bar si trova davanti a noi e tutto quello che vogliamo è un aquarius e un po' di ombra.
    Il bar non è la fine del mondo, ma uno di quelli frequentati da quella che Matthew chiama la 'working class' con alcuni uomini discutibili a bere super alcolici già a mezzogiorno.
    Io non ho pregiudizi per questi tipi di posti ma noto che Megan è un po' a disagio ma necessita il bagno e non possiamo fare altrimenti.
    In realtà anche io non ci metto poi tanto ad essere a disagio perché una delle cameriere non ci lascia niente all'immaginazione con la sua maglia senza reggiseno e il jeans ficcato ai bordi del culo.
    Non sono ipocrita sul corpo femminile, che mi piace parecchio, ma tutto questo mi urta e mi fa sentire davvero a disagio e fuori posto.
    Almeno ora mi spiego tutta quella clientela particolare.
    Veniamo raggiunti da Ale e da Axel ma la sosta non dura parecchio, oggi forse non ci stiamo godendo il viaggio ma vogliamo solo concludere la tappa. È uno di quei giorni in cui tutto un completo concatenarsi di cose ci rende il cammino difficile e poco godibile.
    Pensavo di essere messo davvero male ma guardando gli altri, forse solo io sono quello che non ha bisogno di un defibrillatore per tornare in vita.
    L'autostrada è qualcosa di terrificante, sembra senza fine e con l'asfalto infuocato che ci fa sentire come se fossimo all'inferno, e dunque procediamo con cautela. Le macchine ed i camion sono scie veloci che ci passano accanto a pochi metri di distanza in maniera pericolosa.
    Il mio telefono dalla mia tasca mi manda le vibrazioni positive di 'Don't stop beliving' di Journey ed io non so bene in cosa non smettere di credere🤭 magari sul fatto che non verrò falciato da una macchina a caso tra qualche minuto.
    Recuperiamo Matthew e Erika che escono da un bar più avanti e lui sembra già parecchio 'allegro' alle 13 del pomeriggio.
    E grazie a Dio che è così; la mia maledizione di essere una spugna per l'emozioni altrui questa volta è una manna dal cielo e mi nutro completamente dell'energia di Matthew.
    Usa il telefono come cassa e mi fa sentire qualche canzone australiana famosa e iniziamo ad accelerare cantando e ridendo come pazzi. Come è riportato nella guida di Megan, questa è la parte più brutta di tutto il cammino del norte e necessito un altra piccola pausa insieme ad Alessandro mentre tutti gli altri continuano. Parliamo della difficoltà mentale di questa tappa e quando arriviamo in albergue gli altri ci salutano facendo casino.
    Dopo aver preso posto, già si capisce il mood del pomeriggio: risate e tante birre per tutti, alcune offerte da Fabi e Sandra.
    Siamo una bella tavolata di pellegrini che si riposano, scambiando idee e sensazioni in varie lingue diverse.
    Conosco una bellissima ragazza italiana sempre sorridente e con degli occhi stupendi di nome Elena che vive a Modena e decidiamo di condividere una lavatrice. Negli occhi, nella dentatura e nel modo parlare piano piano mi ricorda Daniela, potrebbero essere sorelle.
    Megan regala una concha di Santiago ad Ale e Chris e così tutti hanno una conchiglia tranne me.
    Lei sa che non ho portato la mia perché le ho raccontato che faceva rumore e mi infastidiva all'epoca quando facevo lo zaino. Credo che Ale gli abbia chiesto il motivo del mancato regalo ma a me non importa per niente e sarebbe una cosa in più dentro Ferruccio che già sembra uno zaino poco armonico e troppo sovrappeso sulle mie fragili spalle.
    Tutto bello e tutto giusto questo ragionamento, se non fosse che i ragazzi me ne regalano una per fare in modo che tutta la squadra abbia una concha.
    Vado a riporla nello zaino quando si avvicina Megan e mi dice sottovoce: 'aspetta ho una cosa per te, per questo non ti ho preso la concha di Santiago'.
    Mi mette in mano una piccola conchiglietta di mare con scritto all'interno 'coraggio' ed io sono talmente paralizzato per la sorpresa che non riesco a dire niente.
    L'unica cosa che mi esce dalla bocca è la più stupida che mai mi possa uscire : 'ma l'hai scritto tu?'
    Un genio, davvero. Perché d'altronde sono famose le conchiglie in mare con delle scritte dentro.
    Ora, la situazione mi ricorda quando regalai a Daniela il libro con alcune foto attaccate da me e lei mi disse 'ah io pensavo il libro fosse stampato così"… solo che stavolta sono io lo stupido addormentato che non capisce niente.
    Ringrazio e dico scherzosamente di andare via perché se no potrei iniziare a piangere, quando in realtà vorrei solo abbracciarla e dirle che è la migliore in assoluto.
    Mi avrebbe potuto regalare anche della carta igenica e sarei rimasto felice ugualmente, l'importante non è l'oggetto in sé ma che Megan abbia avuto un pensiero per Marco.
    Aggiorniamo i nostri diari in cucina insieme, l'unico posto al sicuro dal baccano che fa il nostro gruppo fino a quando non è ora di cena.
    Ricevo una chiamata telefonica che perlopiù è un altro regalo: è Ernesto che ha ricevuto la mia cartolina e mi spiega tutta la situazione del suo tumore. Non lo sento da anni e mi chiede un favore: salutare e ringraziare Santiago per lui una volta arrivato in città.
    Mi toccherà dunque andare alla messa del pellegrino ma per una persona come Ernesto questo ed altro.
    Usciamo tutti insieme e ceniamo con un menù del pellegrino in un bar a pochi metri dall'ostello; a noi si uniscono oltre ad Elena, Axel e un altro Lukas dalla Germania con cui la nostra nuova amica ha camminato oggi.
    Non riesco ad inqudrarlo subito, ma sembra una persona molto socievole forse anche troppo.
    Il cibo non è male ma la signora che prende le ordinazioni è un vero personaggio ed è sempre agitata ma in maniera divertente. Neanche a dirlo, i nostri amici bevono tantissimo e al ritorno in albergue Matt fa un casino assurdo, e tutti non possiamo fare a meno di ridere a crepapelle (in particolare Fabi) mentre tutta la camerata di ben 48 persone vuole solo dormire.
    Una di queste è Megan che ci dice: 'se domani lo trovate morto sono stata io'.
    Vado a letto sapendo che non riuscirò mai a finire tutto il diario, ma la giornata è andata abbastanza bene e mi sto riprendendo dai giorni passati più complicati.
    Con il giusto mix di solitudine e compagnia oggi, nonostante tutto, è stata una giornata positiva.

    PS: Matt e Chris si vogliono svegliare alle 5… ma la tappa è solo di 22 km, che senso ha se l'albergue apre alle 14?☀️🤭🤭
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